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giovedì 19 novembre 2020

Ricerche sul campo di concentramento di Csot. Ungheria Prima guerra Mondiale

 DIBATTITI


Nell'ambito del Progetto Prigionia 2017/1 è stata attivata la ricerca sul campo di concentramento di Csot in Ungheria. Al riguardo abbiamo avuto  risposta da parte del Sig. Mario Manzo, che pubblichiamo in quanto veramente degna di nota



" La ringrazio molto e Le comunico le scarne notizie in mio possesso.

Nella periferia del villaggio ungherese di Csót fu attivo, durante la Grande Guerra, uno dei campi dei militi prigionieri di guerra dell’Impero Austro-Ungarico ed il museo di storia locale ne custodisce i ricordi. Tra gli internati vi fu il Tenente cpl. dell’Arma di Artiglieria Mino Maccari, nella vita civile divenuto apprezzato pittore.

Su mio nonno, Primo Capitano cpl. Arma di Fanteria, avvocato, Ispettore Capo Dogana, aggiungo qualche succinta informazione nel caso possa essere di interesse.

Dopo la nomina a Modena di sottotenente nell’Arma di Fanteria, partì per il fronte prestando il giuramento di fedeltà in zona di guerra. Ferito sul Carso nel 1916, gli fu concesso il distintivo d’onore; l’anno successivo, comandante di una delle due sezione della 607^ comp. Mitraglieri, gli fu conferita la MBVM per la sua azione sul Carso sloveno contro le forze del Feldmaresciallo Borojević. Promosso tenente, fu comandante della 607^ comp. Mitraglieri ed ebbe a ricevere la seconda decorazione al valore, la CGVM, per un’azione durante la seconda battaglia del Piave, 15-17 giugno 1918 a Bocca di Callalta.


 Da questo momento in poi fu prigioniero di guerra, nel campo in questione, sino alla vittoria. Durante tutti i quattro anni del conflitto bellico fu combattente nell’Invitta. Nel 1919 fu nominato vice Commissario prefettizio di San Donà di Piave, completamente distrutta dalla guerra, città a cui venne conferita la Croce al Merito di Guerra.


Fu iscritto all’Istituto del Nastro Azzurro dall’anno 1926, sezione di Savona, come si evince dalla sua tessera; l’emblema sul diploma raffigura in campo azzurro il solo “filetto d’oro in banda”, credo, infatti, risalga alla metà degli anni ‘30 l’estensione alle croci al Valor Militare a poter far parte del Nastro Azzurro e le conseguenti modifiche araldiche dell’emblema. 


Partecipò anche alla prima Adunata Nazionale dell’Istituto tenutasi a Roma. Il suo ultimo viaggio, fu accompagnato dal picchetto d’onore.

Esulando dall’oggetto, ma rimanendo nell’ambito degli studi del CeSVaM, riporto un pensiero che ho rinvenuto in un saggio del 1680: 


“Tra le Nobiltà sublimi e vere, che germogliano dalla Virtù, come sin’ora abbian dimostrato, una delle più cospicue si è quella, che dà a’ guerrieri il Valor Militare; cioè l’esercitare in guerra la Fortezza, ch’è tra le pregiatissime virtù cardinali". 




Voglia gradire i miei più cordiali saluti,

Mario Manzo

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