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Progetto 2019/2 Le Vicende dei militari italiani in Russia
Relazione sulla Prigionia in URSS rilasciata la rimpatrio dall'artigliere Mario Rossi, sbarcato al porto di Bari (1946):
Il sottoscritto Artigliere Rossi Mario - di Antonio classe 1922 - reduce
dalla prigionia in Russia dichiara quanto appresso:
All'atto della cattura, avvenuta il 29/11/1941 sul
Bon, appartenevo al comando della Divisione Pasubio fui catturato al termine di
un servizio effettuato con l'Auto vettura del Comando.
Subito dopo la cattura con la stessa macchina fui
costretto ad accompagnare alcuni ufficiali russi che comandavano la colonna dei
prigionieri di guerra italiani (6000 o 7000) diretta verso le retrovie e
precisamente nella zona di Mosca.
Fui
internato in un campo di prigionia in Siberia e precisamente ad Imbertin. Il
campo era il n.99.
Il trattamento non era molto buono: vitto
insufficiente; nessuna distribuzione di vestiario; oggetti di equipaggiamento
sono sempre rimasti quelli che avevamo al momento della cattura sìcché sia per
coprirci sia per attendarci abbiamo dovuto usufruire del nostro materiale. Nella
stagione estiva eravamo accampati in accampamenti costituiti con tende
italiane, mentre durante l'inverno siamo stati accantonati in baracche in legno
costruite da noi stessi.
I servizi di uso generale nel campo difettavano
moltissimo: acqua potabile portata al campo a mezzo di botti, latrine costruite
da buche scavate nel terreno, deficienza assoluta di lavatoi, bagni ecc.
La vita del campo trascorreva nel massimo ozio in
quanto nessuno di noi era impiegato in lavori.
Nella zona di Imbertin (a nord-ovest di Mosca) si
trovavano 14 o 15 campi di prigionia.
Dopo pochi mesi fui trasferito, dal campo n.99 (che
comprendeva circa 3000 prigionieri) a quello n.29 dislocato nella stessa zona
ed aventi all'incirca lo stesso numero di prigionieri.
Subito dopo l'armistizio il trattamento a
migliorato di molto: il vitto è stato quasi raddoppiato in quantità e molto
migliorato nella confezione; ci sono stati distribuite uniforme ed
equipaggiamento completo come in dotazione al militare inglese in seguito
all'arrivo di una commissione Inglese appositamente giunta in quei campi.
La stessa Commissione Inglese, basandosi su notizie
pervenute ai singoli prigionieri a mezzo di cartoline inviate dalla famiglia
tramite la Croce Rossa hanno rimpatriato circa 300 prigionieri di guerra (da cui
una 20 di ufficiali quasi tutti subalterni) tutti per gravi situazioni di
famiglia.
Siamo stati imbarcati in un porto della Russia
meridionale di cui non ricordo il nome e siamo sbarcati a Bari circa 10 giorni
fa.
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