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domenica 15 novembre 2020

Prigionia in URSS. Testimonianze

 ARCHIVIO

Progetto 2019/2 Le Vicende dei militari italiani in Russia


Relazione sulla Prigionia in URSS rilasciata la rimpatrio dall'artigliere Mario Rossi, sbarcato al porto di Bari (1946):


Il sottoscritto Artigliere  Rossi Mario - di Antonio classe 1922 - reduce dalla prigionia in Russia dichiara quanto appresso:


All'atto della cattura, avvenuta il 29/11/1941 sul Bon, appartenevo al comando della Divisione Pasubio fui catturato al termine di un servizio effettuato con l'Auto vettura del Comando.

Subito dopo la cattura con la stessa macchina fui costretto ad accompagnare alcuni ufficiali russi che comandavano la colonna dei prigionieri di guerra italiani (6000 o 7000) diretta verso le retrovie e precisamente nella zona di Mosca.

 Fui internato in un campo di prigionia in Siberia e precisamente ad Imbertin. Il  campo era il n.99.

Il trattamento non era molto buono: vitto insufficiente; nessuna distribuzione di vestiario; oggetti di equipaggiamento sono sempre rimasti quelli che avevamo al momento della cattura sìcché sia per coprirci sia per attendarci abbiamo dovuto usufruire del nostro materiale. Nella stagione estiva eravamo accampati in accampamenti costituiti con tende italiane, mentre durante l'inverno siamo stati accantonati in baracche in legno costruite da noi stessi.

I servizi di uso generale nel campo difettavano moltissimo: acqua potabile portata al campo a mezzo di botti, latrine costruite da buche scavate nel terreno, deficienza assoluta di lavatoi, bagni ecc.

La vita del campo trascorreva nel massimo ozio in quanto nessuno di noi era impiegato in lavori.

Nella zona di Imbertin (a nord-ovest di Mosca) si trovavano 14 o 15 campi di prigionia.

Dopo pochi mesi fui trasferito, dal campo n.99 (che comprendeva circa 3000 prigionieri) a quello n.29 dislocato nella stessa zona ed aventi all'incirca lo stesso numero di prigionieri.

Subito dopo l'armistizio il trattamento a migliorato di molto: il vitto è stato quasi raddoppiato in quantità e molto migliorato nella confezione; ci sono stati distribuite uniforme ed equipaggiamento completo come in dotazione al militare inglese in seguito all'arrivo di una commissione Inglese appositamente giunta in quei campi.

La stessa Commissione Inglese, basandosi su notizie pervenute ai singoli prigionieri a mezzo di cartoline inviate dalla famiglia tramite la Croce Rossa hanno rimpatriato circa 300 prigionieri di guerra (da cui una 20 di ufficiali quasi tutti subalterni) tutti per gravi situazioni di famiglia.

Siamo stati imbarcati in un porto della Russia meridionale di cui non ricordo il nome e siamo sbarcati a Bari circa 10 giorni fa. 

 (Archivio Aldo Resta) .


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