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giovedì 30 giugno 2022

Indici Giugno 2022

SOMMARIO

ANNO LXXXIII, Supplemento on line, VI, n. 77

Giugno 2022

www.valoremilitare.blogspot.com

 

Massimo Coltrinari, Editoriale, Giugno 2022

                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data        29.06.2022

Massimo Coltrinari, Copertina, Giugno 2022

                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data        28.06.2022

 

 

DIBATTITI

 

Mario Rino Me, Mario Rino Me. Ricerche

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 3.06.2022

Valentina Trogu, La Giornata del Decorato ed il Valore Militare.  Relazione

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 5.06.2022

Antonio Trogu, Antonio Trogu. La Giornata del Decorato ed il Valore Militare. El Alamein

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 8.06.2022

Renato Hagman, Renato  Hagman. Convegno 21 maggio 2022 Relazione

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 9.06.2022

Alessia Biasiolo, Alessia Biasiolo. Convegno 21 maggio 2022. Relazione

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 10.06.2022

Redazionale, La Guerra Finnico – Russa  12/1939 – 3/1940

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 11.06.2022

Redazionale, La Zona A e la questione dei confini orientali

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 13.06.2022

Redazionale, Fortificazioni Bastionate. XVI -XVIII Secolo

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 14.06.2022

 

ARCHIVIO

 

Redazionale, Elenco delle Federazioni costituite alla data del 26 marzo 1924

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 7.06.2022

Redazionale, Il Primo Statuto dell'Istituto del Nastro Azzurro 1923

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 12.06.2022

Redazionale, Il Primo Consiglio Nazionale dell'Istituto. 1923

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 15.06.2022

Redazionale, Ricerca di informazioni Medaglia del Cinquantenario 1923 - 1977

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 15.06.2022

Antonio Trogu, Antonio Trogu. 1943- Africa Settentrionale

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 18.06.2022

Redazionale, Sezioni Estere. dell'Istituto del Nastro Azzurro nel 1923

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 19.06.2022

Redazionale, Annuario: I Vicentini decorati al Valor Militare nella Guerra 1915-1918

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 22.06.2022

Redazionale, Corti d'Onore. Regolamento 1951- Estratto I Parte

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 24.06.2022

Redazionale, Corti d'Onore. Regolamento 1951. Ricerca II Parte

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 25.06.2022

Redazionale, Cronache delle Federazioni nel n. 1  del Periodico Nastro Azzurro" edito il 26 marzo 1923

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 26.06.2022

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE

 

Sergio Benedetto Sabetta, I TRIBUNALI PER CRIMINI DI GUERRA

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 27.06.2022

 

 

 CESVAM NOTIZIE

CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

 

Redazionale, ASSOARMA - Riunione del 22 maggio 2022 - Roma, Caserma Medici

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 1.06.2022

Redazionale, 2 giugno: Festa della Repubblica

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 2.06.2022

Redazionale, Incontro del Sig. Ministro con le Associazioni Combattentistiche e d'Arma

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 4.06.2022

Redazionale, Non ti scordar di me

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 6.06.2022

Redazionale, Centenario del Nastro Azzurro. Materiali

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 16.06.2022

Redazionale, Collaborazione con Enti ed Istituzioni. Proselitismo

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 21.06.2022

Redazionale, La città come comunità. La comunità come bene comune

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 23.06.2022

 

 

 

 

 

 

 

 

AUTORI

 

Pecce Alessio, ricercatore

Bottoni Roberta, Istituto del Nastro Azzurro

Coltrinari, Massimo direttore CESVAM

Francesco Attanasio, Presidente della federazione di Siracusa

Mario Pereira, Vice presidente Federazione di Pistoia

Carandente  Chiara, Istituto del Nastro Azzurro

Baldoni, Massimo, pseudonimo

Giorgio Lavorini, Presidente Federazione di Prato

Federico Levy, collaboratore

Elsa Bonacini, collaboratrice CESVAM

Osvaldo Biribicchi, Associato CESVAM

Alessia Biasiolo, collaboratrice CESVAM

Luigi Marsibilio, membro del Collegio dei redattori della Rivista

Giancarlo Ramaccia, vice direttore CESVAM

Giovanni Cecini membro del Collegio dei redattori della Rivista

 

Numero chiuso in data 30.06. 2022


mercoledì 29 giugno 2022

Editoriale.

 Nel solco di quanto scrivemmo lo scorso marzo nell'editoriale dedicato a quel mese, e poi in quello di Aprile, di Maggio e adesso di giugno si è in grado di  affermare che la pianificazione predisposta ad inizio anno è stata rispettata in tema di completamento di ricerche nel quadro dei Progetti in essere. In questo mese è uscito il sesto volume dall'inizio anno, un volume inserito nel quadro del Progetto "Dizionario minimo della Guerra di Liberazione". Con questo volume si realizza la pubblicazione degli otto volumi dedicati a questa ricerca. (vds www.stroiainlaboratorio.blogspot.com)

Il titolo del volume è: "Dizionario minimo della Guerra di Liberazione". "1944. UDalla Speranza alla delusione"., Roma-Viterbo, per i tipi della Società Editrice Archeo Ares - Si riporta il testo della I e V di Copertina, si del volume:

martedì 28 giugno 2022

Copertina Giugno 2022

                                             



QUADERNI ON LINE




    Anno LXXXIII, Supplemento on line, VI  , 2022, n. 77

 Giugno
2022
valoremilitare.blogspot.com
www.cesvam.org 

lunedì 27 giugno 2022

I TRIBUNALI PER CRIMINI DI GUERRA

 GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE


Ten. Cpl. Sergio Benedetto Sabetta

           

A)    Principi di diritto internazionale :

 

I ) Chiunque commetta un atto che costituisce crimine secondo il diritto internazionale ne è responsabile ed è passibile di condanna

II ) La circostanza che una norma interna non preveda una sanzione penale per un atto che costituisce un crimine secondo il diritto internazionale non esime la persona che abbia commesso tale atto dalla responsabilità secondo il diritto internazionale

III ) Il fatto che la persona che ha commesso un atto costituente crimine secondo il diritto internazionale abbia agito in qualità di Capo di Stato o di funzionario con responsabilità di governo non la solleva dalla responsabilità secondo il diritto internazionale .

IV ) Il fatto che una persona abbia agito obbedendo ad un ordine del suo governo o di un suo superiore non esclude la responsabilità della persona secondo il diritto internazionale, purché la sua scelta morale fosse di fatto possibile.

V ) Ciascuna persona accusata di un crimine secondo il diritto internazionale ha il diritto ad un processo equo in fatto e in diritto.

VI ) I seguenti crimini sono perseguibili come crimini secondo il diritto internazionale:

a)     Crimini contro la pace:

1)Pianificazione, preparazione, scatenamento o conduzione di una guerra di aggressione o di una guerra di violazione di trattati, accordi o garanzie internazionali;

2)Partecipazione ad un piano concertato o ad un complotto diretto a commettere uno degli atti menzionati al punto precedente.

b)  Crimini di guerra:

       Violazione delle leggi e degli usi di guerra, i quali comprendono, senza limitarsi ad essi: omicidio volontario, maltrattamento o deportazione per essere costretti a lavoro schiavistico o per ogni altro fine di popolazione civile dei o nei territori occupati; omicidio volontario o maltrattamento di prigionieri di guerra, di persone in mare, uccisione di ostaggi, saccheggio di proprietà pubbliche o private, distruzione deliberata di centri urbani, città e villaggi, o devastazioni non giustificate da necessità militari.

c ) Crimini contro l’umanità:

            L’omicidio volontario, lo sterminio, la riduzione in schiavitù, la deportazione e gli altri atti inumani posti in essere contro una popolazione civile, o le persecuzioni per ragioni politiche, razziali o religiose, quando tali atti sono perpetrati o tali persecuzioni sono condotte in esecuzione di o in connessione con un crimine contro la pace o di un crimine di guerra.

VII ) La complicità nella commissione di un crimine contro la pace, di un crimine di guerra o di un crimine contro l’umanità come indicati nel Principio VI, costituisce un crimine secondo il diritto internazionale.

 

B ) Considerazioni :

 

Vari sono i problemi sollevati, il primo e il più rilevante è procedurale e riguarda il Principio V, consistente nell’indipendenza di giudizio dell’organo inquirente, che non può essere nella raccolta delle prove e formulazione dei capi d’accusa una delle parti in guerra, occorre la terzietà quale garanzia di imparzialità.

Problema ulteriore è la composizione del Tribunale che, se può e deve comprendere a garanzia la presenza di un giudice della parte offesa, altrettanto deve comprendere altri giudici terzi a garanzia dell’imputato.

Si parla nel Principio IV della possibilità di una scelta morale, ma in guerra con il codice militare e la gerarchia, in presenza di violenze e fatti eccezionali, è difficile avere l’autonomia morale richiesta. Ma anche la difesa dei diritti prevista nel Principio VI può dare luogo a dubbi interpretativi relativi a i trattati o accordi.

Churchill avvertiva la pericolosità di un tribunale di soli vincitori esprimendo le proprie perplessità giuridiche, osservando ironicamente che nella prossima guerra si poteva essere dall’altra parte, in effetti basta pensare ai bombardamenti di Colonia e Dresda, alla fucilazione de alcuni prigionieri italiani della Divisione Livorno in Sicilia, e alle due  bombe atomiche in Giappone.

1

Sebbene la IV Convenzione dell’Aja del 1907 prevedeva la formale dichiarazione di guerra all’art. 4 del Regolamento per la tutela dei prigionieri di guerra, nella prassi nata nel corso del ‘900 si è passati all’informale “stato di guerra” basato sui semplici atti di ostilità, principio consacrato nella II Convenzione di Ginevra del 1949.

Nella successiva III Convenzione di Ginevra del 1949, si prevede un trattamento umano ai prigionieri vietandone lo spoglio dei beni personali e l’uso di rappresaglie.

Tuttavia il diffondersi nella seconda metà del ‘900 e nei primi decenni del nuovo secolo di conflitti atipici e di organizzazioni paramilitari private nei conflitti ha messo in difficoltà l’applicazione di tali principi, questo si riflette non solo nelle guerre in Medio Oriente e Africa ma anche nell’attuale conflitto in Ucraina.


domenica 26 giugno 2022

Cronache delle Federazioni nel n. 1 del Periodico Nastro Azzurro" edito il 26 marzo 1923

ARCHIVIO

Materiali per il Centenario



 Nel N: 1 del Nastro Azzurro, pubblicato il 26 marzo 1923 sono state pubblicate le Cronache delle seguenti Federazioni:

- Roma,               - Treviso

- Bari                  - Venezia

- Catania             - Verona

- Como               - Sassari

- Cosenza           - Siracusa

- Tunisi, per le sezioni Esteri 

- Sciacca, per i Gruppi

sabato 25 giugno 2022

Corti d'Onore. Regolamento 1951. Ricerca II Parte

ARCHIVIO

Materiali per il Centenario


Nella premessa della Pubblicazione "Corti D'Onore", edita dalla Tipografia Quartara Corso Principe Oddone 29, Torino, edita dall Istituto del Nastro Azzurro, nel 1951 si legge

"Corti d’Onore

 Regolamento per i giudici, come Magistratura d’onore nelle vertenze cavalleresche e morali

Art.2 lettera c, e articolo 8 dello Statuto dell’Ente approvato con decreto 25 maggio 1951 n. 2449 del Presidente della Repubblica.

 

Questo regolamento contiene le disposizioni relative al funzionamento ed alla procedura delle Corti d’Onore dell’Istituto del Nastro Azzurro le quali sono state formulate coordinate e raccolte tenendosi presente , in particolare quelle contenute nel Codice Cavalleresco comunemente adottato di Jacopo Gelli, nella XIX edizione (1943) curata dall’avv. P. L Boldrini che, appartenente anch’egli alla Corte d’Onore di Firenze, è stato per molti anni collaboratore competente assiduo e devoto del predetto Autore"


Sono in Corso ricerche volte a reperire il volume indicato, il Codice Cavalleresco" di Jacopo Gelli edizione XIX, del 1943 o quelle successive. I soci ed i simpatizzanti che avessero notizie in merito sono pregati di scrivere a "ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org" alla attenzione della Dott.ssa Chiara Mastrantonio.

Massimo Coltrinari, Francesco Maria Atanasio

(vds post in data 23 giugno 2022)



venerdì 24 giugno 2022

Corti d'Onore. Regolamento 1951- Estratto I Parte

 ARCHIVIO

Materiali per il Centenario

Estratto dallo Statuto del Nastro Azzurro (1951)

I.Costituzione e Scopi

Articolo 1.

L’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti insigniti di ricompense al Valor Militare, eretto in Ente Morale con R.D. 31 maggio 1928 n. 1308 ha la sua sede Centrale a Roma

Articolo 2.

L’Istituto è apolitico ed apartitico e si propone di……………….

………………………………………………………………………………………….

e) Giudicare le questioni cavalleresche e morali come Magistratura d’Onore mediante l’Istituzione di una Corte d’Onore presso le Federazioni provinciali e di una Corte Suprema d’Onore presso la sede Centrale di Roma. La Corte d’Onore sarà obbligatoria per i Soci e liberamente aperta ad ogni ordine di cittadini.

        ---------

 III.  Organi dell’Istituto

             Articolo 8

        Gli Organi Centrali dell’Istituto sono:

1)     Il Congresso Nazionale; 2) Il Consiglio Nazionale; 3) La Giunta Esecutiva; 4) Il Presidente; 5) Il Collegio Centrale dei Sindaci.

2)     Gli Organi periferici sono:

1)     Le Federazioni provinciali ; 2) Le Sezioni ; 3) I Gruppi.

Organi speciali: sono La Corte d’Onore  Suprema e le Corti d’Onore Provinciali. Il Loro funzionamento è disciplinato da un regolamento particlare da approvarsi dal Consiglio Nazionale.

 IV. Congresso Nazionale

              Articolo 9

        Il Congresso Nazionale è l’organo supremo dell’Istituto ed è composto dai Presidenti di tutte le Federazioni provinciali regolarmente costituite ovvero dai loro delegati. Sono di sua competenza esclusiva…………….la nomina della Corte d’Onore Suprema.

(Continua)

Ricerca in esse proposta  e condotta dal Direttore del Cesvam e dal Consigliere Nazionale Avv. Francesco Maria Atanasio, nella sua qualità di componente del Collegio dei Redattori della Rivista QUADERNI.

       


martedì 21 giugno 2022

Collaborazione con Enti ed Istituzioni. Proselitismo

 NOTIZIE CESVAM

Nell'ambito della annuale riunione del Club Ufficiali Marchigiani, istituito con Decreto del Ministro della Difesa nel novembre 2006, Presidente il gen. Nicolò Falsaperna, che si è tenuta a Pesaro il 18 ed il 19 giugno u.s. il Presidente della Federazione di Ancona, Coltrinari, ha portato il saluto del Presidente Nazionale e sottolineato la fattiva collaborazione in essere. Presente anche il Presidente della Federazione Provinciale di Pesaro, Angelini, che ha portato i saluti della città ospitante. Tra l'altro, i Presidenti Provinciali hanno svolto ampia opera di illustrazione e divulgazione delle iniziative del Nastro Azzurro e del CESVAM in particolare; attenzione speciale è stata rivolta verso i giovani ufficiali presenti con una forte sensibilizzazione svolta nei loro confronti in relazione alle opportunità che l'Istituto del Nastro Azzurro offre in tema di Valori militari, patriottici e civici in chiave culturale e di studio.

domenica 19 giugno 2022

sabato 18 giugno 2022

Antonio Trogu. 1943- Africa Settentrionale

 ARCHIVIO

 Battaglia di Takrouna (Tunisia) 

condotta dai fanti del 66° Reggimento nelle fasi finali del ripiegamento italiano in Africa Settentrionale

 nel corso della II Guerra Mondiale (Aprile-Maggio 1943)

 

Solo Enfidaville separa l’8a armata da Tunisi. Si sta avvicinando l’ora dell’offensiva finale. Alle 21.30 del 19 aprile, un tremendo tambureggiamento annuncia un nuovo attacco. Il I° Btg. del 66° Rgt. fanteria (Cap. Politi), rinforzato da 2 Compagnie di “Folgorini”, un reparto di granatieri e una ventina di tedeschi, resiste superbamente per due giorni a una Divisione neozelandese sull’impervio pilastro di Takrouna, facendo fallire il piano di sfondamento di Montgomery che è rimandato solo di qualche giorno. 

Il 20 aprile 1943, il Comandante della Divisione “Trieste”, Generale La Ferla, affidò ad alcuni reparti di formazione, tra cui i resti della Divisione Paracadutisti Folgore, il compito di prestare man forte al 66° Reggimento Fanteria che rischiava di perdere il controllo del villaggio di Takrouna situato su un picco roccioso che si erge in mezzo alla piana di Enfidhaville. Nel villaggio infuriava il combattimento tra gli italiani e le truppe anglo-neozelandesi. Riconquistato il villaggio, oramai decimati dall'incessante fuoco nemico, i fanti del 66° Reggimento, i Paracadutisti ed un’ultima compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, riuscirono a resistere fino alla sera del 21 aprile. La mattina del 22 aprile, dovettero tuttavia soccombere per mancanza di rifornimenti.

Radio Londra, per giustificare il ritardo dell’avanzata verso Tunisi, affermò che l’Italia aveva schierato laggiù i suoi migliori soldati.

Durante la 2^ Guerra Mondiale, inquadrato nella 101^ divisione "Trieste", 66° Reggimento Fanteria partecipa alla campagna in Africa settentrionale, contendendo il terreno all'8^ armata da El Alamein alla Tunisia dove, durante la battaglia di Takrouna, il 1° Battaglione al comando del Capitano Mario Politi, si copre di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi giorni e cedendo soltanto dopo aver terminato le munizioni, meritando così la Medaglia d'Oro al Valore Militare.

Oggi il 66° e’ il primo ed unico Rgt. f. Aeromobile della Forza Armata.

venerdì 17 giugno 2022

Ricerca di informazioni Medaglia del Cinquantenario 1923 - 1973

 ARCHIVIO

Centenario dell'Istituto 1923-2023


Al fine di completare la documentazioni in possesso, a tutti i Soci e simpatizzanti si chiedono ulteriori informazioni o dati sulla medaglia qui riprodotta, coniata in occasione del 50° Anniversario della fondazione dell'Istituto.

Risposte vanno inviate a ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org

Contatto ed info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

giovedì 16 giugno 2022

Centenario del Nastro Azzurro. Materiali

 NOTIZIE CESVAM

Parte la seconda fase della raccolta del Materiale per la preparazione di volumi dedicati alla Storia del Nastro Azzurro. "QUADERNI ON LINE" dara sempre più spazio alla pubblicazione del materiale pervenuto, senza alcuna elaborazione. Contemporaneamente, nel comparto "CESVAM" del sito dell'Istituto del Nastro Azzurro verranno pubblicati quei materiali di una certa lunghezza che non troverebbero spazio su QUADERNI ON LINE". La email di riferimento è: ricerca.cesvam@istitutonastro azzurro.org

Massimo Coltrinari

mercoledì 15 giugno 2022

Il Primo Consiglio Nazionale dell'Istituto. 1923

                                                                                                                                                      ARCHIVIO

Materiali per il Centenario



Il Primo Consiglio Nazionale del'Istituto 1923


Fonte: Il Nastro Azzurro, Anno 1, N.1.,  26 Marzo 1923

.La Copia di questo numero è stata donata al CESVAM dal dott. Giorgio Madeddu

martedì 14 giugno 2022

Fortificazioni Bastionate. XVI -XVIII Secolo

                                                                                                                                        DIBATTITI


Ten. Cpl.  Art. Pe.  Sergio  Benedetto  Sabetta

 

Premessa

                L’assedio di Mariupol e la resistenza nei bunker delle acciaierie su un’area di circa 10 Kmq, ha non solo un valore militare sul campo, ma acquista e richiama antichi significati legati alle fortezze .

                Solo in parte la fortezza è l’erede del castello del Medio Evo, questo è legato prevalentemente al concetto feudale di Signore. In esso risiede il potere del feudatario, sia quale legislatore che protettore del circondario dalle aggressioni esterne, estremo rifugio per il contado.

                Il castello acquista quindi un significato mitico, dei tempi eroici persi nella memoria popolare, per diventare nell’Evo moderno del XVII e XVIII secolo sede del tiranno oppressore, qualcosa di oscuro dove risiede il male e le devianze del vecchio regime, un simbolo da abbattere, per riacquistare nel XIX secolo l’aere nostalgica di un tempo eroico.

                Basti pensare al castello dell’Innominato nei Promessi Sposi o all’opposto al ciclo di Wagner in Baviera.

                Diversa è la fortezza, qui prevale l’immagine della resistenza, della tenuta di fronte alle forze avverse, tanto che il termine assume il significato positivo nella lingua corrente di tenuta morale.

                Vi è qui pertanto un significato che assume aspetti ideologici, di difesa non solo di un singolo o di una comunità, ma più astrattamente di un ideale, di una idea nella saldezza delle proprie certezze.

                Ecco che i recenti fatti di Mariupol ,nella loro violenza, fanno riemergere la memoria dell’idea di fortezza e della resistenza che in essa si oppone all’imposizione violenta di un dominio e di una ideologia.

                L’evoluzione storica della fortezza si salda pertanto al significato corrente di resistenza morale e, per tale via, alle attuali vicende in Ucraina, che nel loro richiamare precedenti storici ci ricorda i corsi e ricorsi vichiani, ma anche la necessità di avere una propria saldezza morale in una società “liquida”.

 

Introduzione

                Le tavole che seguono vanno dal XVI al XVIII secolo, esse mostrano una parabola determinata dall’introduzione delle bocche da fuoco e dal continuo perfezionarsi della metallurgia, sia nella fusione che nei metodi di lavorazione, una capacità che in Inghilterra diede vita sul finire del XVIII secolo alla Rivoluzione Industriale dei telai meccanici.

                Vi fu un continuo miglioramento che rimane tuttavia entro i parametri delle bocche da fuoco ad anima liscia ed alla limitata potenza del propellente costituito dalla polvere nera.

                Con il XIX secolo vi è l’introduzione di nuove polveri, la rigatura delle bocche da fuoco e l’uso di nuovi metalli, che manifestano il loro effetto già dalla metà del secolo, basti pensare in America alla guerra civile, in Europa alla guerra franco-prussiana ed in Italia agli assedi di Gaeta e Messina, fino a rivoluzionare totalmente il concetto di fortificazione con la nuova potenza delle armi e i nuovi mezzi aerei e cingolati della Grande Guerra.

                Il maggiore del Genio E. Rocchi nell’introduzione alla sua opera, “Le origini della fortificazione moderna” edizioni Voghera Enrico, Roma 1894, così si pronuncia: “Le forme primitive dell’architettura militare del Rinascimento, fondate sul concetto del fiancheggiamento e della difesa radente, contengono in germe gli elementi dal quale, nei secoli successivi,  di fronte al perfezionarsi dei mezzi d’offesa e in corrispondenza al progresso delle scienze fisiche e meccaniche, potenti sussidiarie dell’ingegneria militare, trassero origine i più svariati sistemi di fortificazione.

 I colossali ordinamenti difensivi dell’epoca odierna, favoriti o resi necessari dalla potenza e dalla gittata delle artiglierie, dall’impiego del vapore e dell’elettricità e dalla mole degli eserciti, sono informati, nell’insieme e nei particolari, agli stessi concetti che guidarono gli architetti italiani dei secoli XV e XVI alla ricerca della magistrale bastionata e dalla costruzione di piazze di limitatissima estensione, rispondenti alle esigenze militari e proporzionate alle risorse della tecnica e dell’industria di quell’epoca. Così, ad esempio, l’azione fiancheggiante, limitata a poche centinaia di metri, che gli architetti italiani ottennero mirabilmente con l’organizzazione difensiva dei fianchi dei baluardi, risponde allo stesso concetto di quella estesa a parecchi chilometri che, nelle fronti difensive degli odierni campi trincerati, è affidata alle bocche da fuoco corazzate, disposte in batterie sul rovescio delle opere o in torri girevoli.

                L’identità del concetto direttivo dell’odierna arte fortificatoria e di quella che seguì l’introduzione delle armi da fuoco, porta pertanto a comprendere le forme difensive, in apparenza le più disparate, in un solo periodo storico: il periodo della fortificazione moderna, della quale la magistrale bastionata rappresentala primitiva manifestazione”.

Evoluzione storica

 Il progressivo perfezionamento delle fortificazioni con il rinforzo dei bastioni e la costruzione di opere esterne, quali i rivellini, atti a mantenere a distanza le fanterie nemiche, fece sì che si procedette a perfezionare la guerra per mine e si introdusse la costruzione lenta ma progressiva delle parallele per l’avvicinamento alle opere difensive.

La guerra per mine, mediante scavi alle fondamenta delle fortificazioni assediate, viene già teorizzata a partire dal XV secolo da Domenico da Firenze nel 1403 durante l’assedio di Pisa, ma le prime prove pratiche avvengono all’assedio di Belgrado contro Amurath nel 1439 e nell’assedio di Costantinopoli nel 1453.

Mariano da Jacopo detta le prime rudimentali regole nell’uso delle mine a polvere, ma è solo con Francesco di Giorgio Martini che vi è una teorizzazione completa nell’esecuzione delle mine, con l’adozione di un tracciato a risvolti.

La prima applicazione ben documentata delle mine a polvere avviene nel 1495 all’assedio di Castelnuovo a Napoli da parte degli Aragonesi a danno del presidio francese lasciato da Carlo VIII una volta ritiratosi.

La storia si ripete nel 1503 all’assedio di Castello dell’Ovo, sempre a Napoli, ad opera degli spagnoli di Consalvo di Cordova, sempre contro i francesi di Francesco I, precedentemente battuti a Cerignola. Altre mine da ricordare sono quelle dei turchi all’assedio di Rodi nel 1522 per la loro grandiosità e nel 1550 all’assedio di Aphrodiscum, fortezza tra Tunisi e Tripoli, ad opera dell’ingegnere Antonio Ferramolino, per le difficoltà tecniche del terreno che imposero scavi a trincea protetti lateralmente e superiormente da travate e panconi.

Sempre nel XVI secolo si devono ricordare le prime mine offensive a partire dall’assedio di Padova nel 1509, in cui sotto i bastioni o baluardi furono preparate delle “cave” caricate con barili di polvere da fare brillare se gli assalitori avessero occupato l’opera difensiva, come effettivamente avvenne nel bastione di Codalunga quando il capitano Giovanni Gregori di Perugia, detto il “Citolo”,   fece scoppiare la mina seppellendo gli assalitori spagnoli e salvando dalla presa Padova, inducendo così l’imperatore Massimiliano a levare dopo 40 giorni l’assedio.

In opposizione alle mine con polvere si studiarono delle contromisure che riducessero l’effetto delle esplosioni dando sfogo alla pressione dei gas, furono ideati quindi i pozzi a campana, gli androni a piramide e altri vuoti, quali corridoi e le casematte in serie ricavate dalle muraglie, di cui maestri ne furono Giuliano e Antonio da Sangallo nella Rocca d’Ostia (1483) e nel baluardo Ardeatino (1535), descritti nel “Trattato” di Luigi Marini.

Ma è con lo scritto di Francesco de Marchi,  “Architettura militare”, che vi fu una descrizione completa delle contromisure, che trovarono una prima completa applicazione nel 1572 per volontà di Emanuele Filiberto nella cittadella di Torino eretta nel 1564.

Le contromisure erano a due ordini, con piazze allargate e collegate tra loro, nelle quali si aprivano dei fornelli con esplosivi per le contromine, un sistema che salvò Torino nell’assedio del 1706, quando Pietro Micca con il proprio personale sacrificio fece saltare una delle gallerie all’avvicinarsi dei granatieri francesi.

Altri miglioramenti furono ottenuti nel XVII secolo dai francesi ad opera del Vauban e del Belidor, anche a seguito dell’esperienza maturata nell’assedio di Candia (1666-69), ma sempre rifacendosi agli studi degli ingegneri italiani, di cui resta una magnifica traccia nella cittadella di Alessandria e nel sistema difensivo sulle alture di Genova.

Si giunge quindi all’ultimo periodo, quello tra la metà dell’Ottocento e la Grande Guerra, con le fortificazioni francesi di Verdun ed il sistema dei forti sulla fronte italo-austriaca, il cui risultato fu differente per il metodo di costruzione e i materiali utilizzati.

Ad un sostanziale risultato positivo dei francesi le cui strutture resistevano anche ai colpi da 420 degli obici, vi fu un risultato dubbio sul fronte italiano essendo le strutture testate per i calibri medi da 150, a parte l’eroica difesa nel novembre 1917 di Forte Festa sulle Alpi Carniche, come descritto ampiamente nel testo di Leonardo Malatesta “I forti della Grande Guerra. Le opere italiane ed austriache protagoniste della guerra dei forti 1915-1917”, Pietro Macchione editore 2015.

La guerra dei forti dal 23 maggio al 25 luglio 1915, non fu che un lungo duello di artiglieria, a cui seguì il loro disarmo per la nostra iniziale carenza di artiglierie sui fronti trincerati dell’Isonzo.

Questo  loro risultato positivo indusse tuttavia i francesi ad appoggiarsi negli anni tra le due guerre sulla speranza della linea Maginot, rinunciando a sviluppare le nuove tecniche di combattimento nate dai progressi tecnici, fino alla sconfitta del giugno 1940.

Sempre nella Grande Guerra si deve rammentare l’ultimo utilizzo delle “mine di polvere” per demolire i campi trincerati  posti sulle cime montagnose, come pure fu perfezionato il sistema delle trincee attraverso parallele, piazzole, collegamenti e casermaggi interrati.

Bibliografia

E. Rocchi, Le origini della fortificazione moderna, Roma 1894;

Trattato di fortificazione moderna per giovani militari italiani, di Antonio  Soliani Raschini, in Venezia 1748.

lunedì 13 giugno 2022

La Zona A e la questione dei confini orientali

 DIBATTITI

Trieste 1945-1947

Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta

 

            Le due lettere del 1946 – 1947 provenienti dalla Zona A (Trieste) sotto il Governo Miliare Alleato, dirette a Colapietra Emilio (1921-2012), già partigiano nella Brigata “Cento Croci”, Divisione “Cichero” (Ge), e allievo del Liceo Scientifico “Oberdan” a Trieste alla fine degli anni ’30, e trovate in un fascicolo di famiglia, mostrano chiaramente lo scontro ideologico sul confine orientale.

            Non si tratta più soltanto di uno scontro tra slavi comunisti e italiani, ma mostra una frattura che corre all’interno della stessa nazione italiana tra cattolici-laici con la parte comunista-socialista, che accusa apertamente gli Alleati di utilizzare i quadri già fascisti e repubblichini per governare.

            E’ l’epoca delle foibe già utilizzate sporadicamente tra le due guerre, queste diventano ora uno strumento sistematico di terrore e pulizia etnica.

            Un primo assaggio di quello che sarà si ha già nel settembre 1943 quando, a seguito dell’8 settembre e allo scioglimento del Regio Esercito Italiano, il vuoto di potere viene riempito dai corpi d’armata partigiani di Tito che avanzano in Istria e Dalmazia, utilizzando ampiamente le foibe contro l’elemento italiano, un nome per tutti “Norma Cossetto” una giovane ragazza, Medaglia d’ Oro al Merito Civile.

            Con l’operazione Wolkenbruch (nubifragio) l’Esercito Tedesco nel successivo ottobre riconquista i territori e vengono scoperte le foibe, ma è con l’aprile 1945  e il ritorno dei partigiani titini che si scatena la definitiva pulizia etnica pianificata, preceduta dal conflitto interno tra i partigiani italiani che si risolve con il massacro del comando della “Osoppo” a Porzus, sulle Alpi Carniche.

            Sono le premesse per la futura guerra fredda, dove gli ex nemici sono gli  elementi su cui appoggiarsi per il sempre più prossimo scontro.

            Vi è in questo un richiamo a quanto sta accadendo in altre parti dell’Italia del nord nel periodo autunno 1944 – estate 1945, per la Liguria in particolare un riferimento agli avvenimenti che coinvolsero la figura del comandante partigiano Medaglia d’Oro Aldo Gastaldi, “Bisagno”, e in specie alla sua morte piuttosto dubbia nel maggio 1945.

            Lo scontro non è solo all’interno della Nazione con i comunisti italiani, ma è anche tra comunisti unitari e comunisti internazionalisti, i primi fedeli all’idea di una unitarietà nella lotta tra fronte democratico e nazifascisti, identificandosi pertanto nei CNLAI e indirettamente nell’idea dell’italianità, i secondi rifacendosi al concetto di rivoluzione permanente si ricollegano ai comunisti titini, per preparare la base territoriale e ideale per la futura inevitabile rivoluzione in Italia.

            Secondo questa impostazione le terre della Venezia Giulia devono costituire la base da cui partire, sotto direzione dei compagni jugoslavi, per la futura prossima  guerra rivoluzionaria.

            Le tensioni tra etnie, nate dalle guerre nazionaliste dell’Ottocento-Novecento, si venivano così ad intersecare con il conflitto ideologico portato dalle matrici comunista e nazi-fascista maturate con la Grande Guerra.

            La resa incondizionata a Caserta in Italia il 29 aprile 1945, a seguito dell’operazione “Sunrise”, delle truppe tedesche era stata preceduta da contatti diretti tra l’OSS americano ed elementi della RSI, tesi ad ottenere l’acquisizione degli archivi contenenti i fascicoli politici in previsione di un futuro scontro tra Est ed Ovest.

            D’altronde le uniche strutture amministrative valide su cui appoggiarsi erano quelle di matrice fascista, formatisi nel ventennio ed utilizzate dalla RSI, né nel caos del dopoguerra e nel profilarsi degli imminenti futuri scontri si poteva provvedere con rapidità altrimenti. 

            L’unitarietà d’azione degli Alleati a sua volta veniva meno sull’area adriatica per la diversa visione geopolitica tra inglesi e americani, i primi tesi ad un intervento sui Balcani in funzione  di un contenimento dei sovietici, i secondi già proiettati sulla divisione in aree di influenza secondo gli accordi di Yalta, per cui l’area adriatica risultava marginale.

            Gli accordi comportavano che anche nell’area comunista venisse a prospettarsi    una possibile divisione, ben presto trasformatasi in  frattura tra Stalin e Tito, tanto che le armate sovietiche non puntarono sulla Venezia Giulia, lasciata alle armi titine in quanto marginale, con una palese differente visione sul suo futuro, circostanza che si può ben riconoscere nella posizione di Togliatti che se da una parte era  tesa all’unitarietà nella lotta antifascista, secondo gli accordi di Mosca con Stalin,  con la svolta di Salerno nell’aprile 1944, dall’altra sembrava privatamente riconoscere le pretese titine sui confini orientali.

            Ecco, quindi, l’occupazione di Trieste da parte degli Alleati dopo le pressioni di Stalin su Tito e la conseguente divisione tra zona A e B, secondo un accordo favorito manifestatosi a partire dal 1948 tra Tito e Stalin, che nel manifestarsi dello scontro tra Est ed Ovest a partire dal 1947 con Truman aumenta la presa sulla sua area di influenza a cui sfugge la Jugoslavia.

            Questa tuttavia forte di un esercito di 400.000 uomini mantiene a sua volta una pressione sul confine orientale, pronta ad intervenire se si fosse manifestata l’occasione, quale conseguenza di uno scontro interno all’Italia a seguito delle elezioni della primavera 1948.

            Trieste e l’Istria, con Pola e Zara, si trovano quindi su una linea di frattura che fa sì che vi regni una notevole confusione.

            Varie azioni e progetti vengono pertanto a sovrapporsi, dall’idea del governo italiano del sud di sbarcare con l’appoggio degli Alleati in Istria e Trieste per tagliare i titini in avanzata, sostituendosi ai tedeschi in ritirata, tuttavia contrastato dagli Alleati,  alle prospettate possibili, ma mai realizzate alleanze tattiche tra elementi della R.S.I., tra cui in particolare la X MAS, e i partigiani bianchi della “Osoppo” per bloccare l’avanzata titina fino all’arrivo degli Alleati.

            Questi a loro volta ondeggiano divisi tra chi vorrebbe proiettarsi in avanti e chi temporeggia temendo uno scontro con i partigiani iugoslavi  non  comprendendo  l’importanza strategica di Trieste quale sbocco naturale sul mare dell’area danubiana al fine del controllo del nord Adriatico, circostanza  che tuttavia si evidenzia con il  calare della Cortina di Ferro nell’approssimarsi della Guerra Fredda.

NOTA

Fabio Vander, Porzus. “Guerra totale” e resistenza nel nord-est, ed. LEG Confine orientale 2019.

E. A. Rossi, L’Italia tra le grandi potenze. Dalla Seconda Guerra Mondiale alla Guerra Fredda, Il Mulino, 2019.

domenica 12 giugno 2022

Il Primo Statuto dell'Istituto del Nastro Azzurro 1923

                                                                                                                                                      ARCHIVIO

Materiali per il Centenario



 Il Primo Statuto dell'Istituto del Nastro Azzurro è entrato in vigore il 4 novembre 1923


Da Il Nastro Azzurro, Anno 1, N. 1., 26 marzo 1923

 La copia di questo numero è stata donata al Cevsam dal dott. Giorgio Madeddu



sabato 11 giugno 2022

La Guerra Finnico – Russa 12/1939 – 3/1940

 DIBATTITI


Una lezione ancora attuale

Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio  Benedetto  Sabetta

 

            In questa rideterminazione delle aree di influenza che la guerra in Ucraina contribuisce a delineare, nell’evidenziare una crisi di sistema iniziata nel 2001 ed esplosa nel secondo decennio del nuovo millennio, gli USA si appoggiano sulla resistenza dell’Ucraina per logorare i Russi senza scendere direttamente in campo, non potendo sostenere i costi umani di fronte ad una opinione interna divisa, che non vuole impegnarsi su un teatro lontano e non sentito come essenziale.

            I costi economici vengono sostanzialmente scaricati sull’U.E., per altro divisa al suo interno tra coloro ad Est coinvolti in prima persona e gli Stati ad Ovest, in primis Francia e Germania, più sensibili alle relazioni economiche e ai suoi riflessi sociali, ottenendo comunque gli USA una ricompattazione della NATO negli ultimi tempi piuttosto sfilacciata, anche per una serie di errori e ritirate da settori fuori area.

            Tutto questo sotto lo sguardo interessato e le autonome manovre della Cina ma anche dell’India, della Turchia e di altre potenze regionali.

            La Russia appare a sua volta impantanata, ripiegata su obiettivi minori, tanto che si parla di sconfiggerla, ma questo oltre che dubbio non sembra essere il vero obiettivo degli USA e degli Anglosassoni, oltre che dispendioso e logorante sarebbe anche controproducente creando un pericolosissimo vuoto di potere, con una instabilità dagli scenari imprevedibili, si dovrà quindi, prima o poi, trattare.

            Interessante al riguardo l’insegnamento della guerra Finnico-Russa del 1939/1940, dove la guerra si concluse con l’accettazione di alcune condizioni, ma da una posizione di forza a seguito di una serie di vittorie tattiche.

            La guerra si sviluppò dai primi del dicembre 1939 a metà marzo 1940 e costò ai Russi uomini e materiali, tuttavia ai primi di marzo il Maresciallo Gustav Mannerheim chiese al governo finnico di accettare le condizioni russe intavolando le trattative.

            Anche allora il 30.11.1939, quando i negoziati sembravano ancora possibili, la Russia bombardò Helsinki iniziando le ostilità, così come avvenuto il 24 febbraio 2022 a Kiev.

            Alla massa di circa mezzo milione di uomini i finnici non potevano che opporre 9 divisioni di 15 mila uomini ciascuna, con in più una netta superiorità russa in artiglieria e carri d’assalto.

            Nonostante questa sproporzione, conoscendo il terreno e con una alta flessibilità, una serie di imboscate bloccò le colonne russe, le quali non riuscirono a dispiegarsi per mancato coordinamento, non conoscenza del territorio e una massa di neve e boschi tale da impedire la manovrabilità.

            A differenza della situazione nell’Ucraina attuale, gli aiuti di Francia e Inghilterra furono contenuti nonostante le promesse, si era già in guerra con la Germania nazista ed emergevano tutte le mancanze tecniche e teoriche da parte degli alleati.

            Tuttavia i finnici, guidati abilmente dal Maresciallo Mannerheim, inflissero notevoli sconfitte ai Russi ma la sproporzione alla lunga pesava.

            La lotta durò dal dicembre 1939 alla metà del marzo 1940 quando, a seguito di trattative di pace, il 13 marzo alle ore 11 i combattimenti cessarono.

            L’abilità del Maresciallo Mannerheim fu di vincere sul piano tattico ma nel momento del massimo successo di intavolare le trattative per ottenere una pace con perdite territoriali minime, evitando in tal modo tra l’altro la devastazione del Paese, forse utile a qualcuno ma certamente non per i finnici, una lezione di uno stretto e intelligente rapporto tra politica, diplomazia e guerra.