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lunedì 27 febbraio 2023

Editoriale, Febbraio 2023

 


La finalizzazione delle attività del CESVAM ha trovato in questi ultimi mesi un ulteriore sviluppo con l'avvio della fase esecutiva del progetto relativo alla implementazione dell'Archivio Digitale dei Decorati al Valor Militare.

La creazione dell'Albo d'Oro Nazionale dei Decorati ha il cardine nella scelta di porre alla base della sua costruzione la Motivazione della concessione della Medaglia al Valor Militare. Segue quindi la gradualità che è espressa dal tipo di Medaglia concessa.

 Attorno a questo pilastro si articolano le varie componenti che sono variegate. Il punto di arrivo è la creazione di un data base, sia aperto al pubblico che riservato ai ricercatori per condurre ricerche di archivio sul Valore militare, inteso questo come fattore immateriale di ogni strategia adottata.

A corollario di questa attività si crea anche l'occasione per aggiornare gli Albi d'Oro a stampa che dalla fondazione ad oggi si sono creati da parte delle varie federazioni.

La finalizzazione delle attività del CESVAM in questa attività impone la adozione di un sistema, che in modo improprio ma necessario, si rifa a quello  di "comando e controllo" in cui la disciplina delle intelligenze deve essere quanto mai presente al fine di evitare confusione e, in pratica, ,se non adottata compromettere la realizzazione del progetto.

Un' altra bella avventura è cominciata, che rafforza ancor più i legami in ambito CESVAM e sopratutto allarga la partecipazione a persone che erano distanti dal nostro mondo. Le nostre filire di comunicazione aggiornano "ad horas" lo sviluppo di questo progetto.

(massimo coltrinari, direttore.)

domenica 26 febbraio 2023

Copertina Febbraio 2023

                                

                                                 




QUADERNI




 Hanry Schindler, a Napoli nel 1944




                                                   Anno LXXXIV, Supplemento on line, II  , 2023, n. 85

 Febbraio 2023
valoremilitare.blogspot.com
www.cesvam.org 

sabato 25 febbraio 2023

1945. La Guerra di Liberazione. Il Terzo Fronte IL fronte dell'Internamento

 APPROFONDIMENTI


                                                               Inizia il sognato rimpatrio

Massimo Coltrinari

4.Il Terzo Fronte. Il fronte dell’Internamento

Il 1945 trova gli Internati prostrati sotto il gioco dei nazisti. Qualche speranza che tutto finisca nasce da notizie che trapelano oltre il filo spinato. Da Oriente avanza l’Armata Rossa, mentre in Occidente, le Armate alleate avanzano verso i confini della Germania. La propaganda tedesca dà molta enfasi alla offensiva delle Ardenne da parte tedesca, ma presto tutto si esaurisce. In breve con la controffensiva alleata. Il 27 gennaio 1945 viene raggiunto e liberato dalla Armata Rossa il complesso dei campi di Auschwitz, che nel dopoguerra e ai nostri giorni assurgerà a data di che cosa è stato l’olocausto, e tutto l’internamento nazista. Per il Terzo fronte cala una volta per sempre il velo della scelta nazista di mascherare i propri crimini. Via via che le Armate sovietiche e alleate avanzano si scoprono i campi di internamento che i nazisti non fanno in tempo di cancellare e di sopprimere tutti i loro occupati. L’esempio di Chelmo, uno dei sei campi di sterminio, che fu letteralmente cancellato in tutte le sue componenti materiche; un campo dove furono uccise circa un milione di persone. La reazione nazista a questa situazione, l’avvinarci alla sconfitta definitiva sul campo e all’annientamento totale, fa sì che per gli Internati, come vedremo, gli ultimi mesi prima della liberazione, furono ancora più terribili. Mesi che si possono definire “l’inferno nell’inferno” che, purtroppo, fecero ulteriori vittime. La liberazione non significa la fine delle sofferenze. Gli Internati faticosamente iniziano ad assaporare la libertà, che significa recuperare una condizione che implica una presa di coscienza ulteriore di quello che si è subito e che spesso fa sì che tale peso è tale che per molti diventa fatale. Il rimpatrio del Terzo fronte è tumultuoso. Chi ha le forze e la possibilità cerca di raggiungere il confine italiano e rientra in Patria. Pescantina, vicino Verona, è il punto di riferimento per ogni Internato, come lo era stato Fossoli per il percorso inverso. Il rimpatrio si esaurisce in due-tre mesi e gli Internati riprendono la vita che avevano lasciato, nelle modalità le migliori possibili. Ma quasi tutti se non tutti, si chiudono in un mutismo, in un silenzio, quasi in un atteggiamento di colpevolezza e vergogna che fa sì che questa loro esperienza rimase per molti anni confinata in loro stessi.  L’Internamento, ovvero la resistenza del filo spinato, o la “resistenza del no” ancora oggi stenta ad essere considerato un fronte della Guerra di Liberazione, una esperienza estranea agli aventi della lotta alla coalizione antihitleriana, un negazionismo anche culturale oltre che materiale che rappresenta un ulteriore affronto per gli Internati.


venerdì 24 febbraio 2023

Ettore Viola. i Suoi scritti. Gli Opuscoli

 ARCHIVIO



Opuscoli[1]

173.

La situazione del Paese vista da un italiano che rimpatria, Roma, STEI, 1944 (2a edizione), pp. 32 (n. 2 copie).

174.

I combattenti per la rinascita nazionale. Discorso programmatico al Teatro Quirino di Roma il 1° ottobre 1944, Roma, Tipografia Sallustiana, 1945, pp. 20 (n. 3 copie a stampa e n. 1 copia dattiloscritta).

175.

Rivendicazioni dei combattenti nei confronti dell'Opera nazionale combattenti. Ordine del giorno svolto alla Camera dei deputati nella seduta del 19 ottobre 1948, Roma, Tipografia della Camera dei deputati, pp. 8.

176.

Testo stenografico del discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella seduta dell'8 giugno 1948, Roma, Tipografia della Camera dei deputati, pp. 28.

177.

Politica estera ed emigrazione. Discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella seduta del 21 ottobre 1949, Roma, Tipografia della Camera dei deputati, pp. 11.

 178.

Accuse e proposta di inchiesta parlamentare. Discorsi pronunciati alla Camera dei deputati nelle sedute del 6 e 7 giugno 1950, Roma, Tipografia della Camera dei deputati, pp. 71[1].

 179.

I problemi degli ex-combattenti e la precaria situazione politica. Discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella seduta del 1° agosto 1951, Roma, Tipografia della Camera dei deputati, pp. 34.

 180.

Politica estera a rimorchio. Trieste, Istria e Dalmazia dopo gli accordi di Londra. Discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella seduta del 15 ottobre 1954, Roma, Tipografia della Camera dei deputati, pp. 19.

 


[1] Si vedano i fascc. 103-108.

Fote, Camera dei Deputati. Fondo Ettore Viola



[1] Si vedano anche le serie Discorsi e Atti parlamentari.


Elisa Bonacini. La scomparsa di Harry Shindler

 NOTIZIE CESVAM

 IL CORDOGLIO DI “UN RICORDO PER LA PACE” PER LA SCOMPARSA DI HARRY SHINDLER, ULTIMO VETERANO DELLO SBARCO DI ANZIO

 

 


Harry Shindler era probabilmente l’ultimo tra i soldati alleati viventi che avevano combattuto nela Guerra di Liberazione in Italia. Si è spento il 21  febbraio scorso all’età di 101 anni nella sua abitazione in Porto d’Ascoli (AP). Nato a Londra il 17 luglio 1921 era rappresentante in Italia dell’ITALY STAR ASSOCIATION 1943- 1945, l’associazione dei reduci britannici della Campagna d’Italia durante la seconda guerra mondiale.

A partire dal 2012 molte erano state le iniziative condivise con l’associazione apriliana “Un ricordo per la pace”, tra cui le proposte al Comune di Aprilia di istituire una data commemorativa della Battaglia e della Liberazione di Aprilia e quella di realizzare un monumento in Memoria dei Caduti senza sepoltura del 1944 tra cui il Tenente dei Fucilieri Britannici Eric Fletcher Waters, disperso nei combattimenti ad Aprilia il 18 febbraio 1944. Entrambe le proposte sono state accolte positivamente.

 

 

UNA LUNGA VITA A COMBATTERE PER LA LIBERTÀ E I DIRITTI CIVILI

 

Partito militare a soli 20 anni  Harry Shindler aveva partecipato alle operazioni che seguirono lo “Sbarco di Anzio” (“operation shingle”) ed alla Liberazione di Roma.

Era un soldato semplice nel Reggimento Royal Electrical and Mechanical Engineers e sbarcò ad Anzio, proveniente da Napoli,  il 24 gennaio 1944.

Quella che si pensava fosse “una passeggiata” verso la Capitale divenne un tragico conflitto durato ben cinque mesi con migliaia e migliaia di morti.

In seguito Shindler risalì l'Italia arrivando a Firenze e lungo la “linea gotica” fino  a Trieste.

Residente da molti anni in Italia, Shindler trascorreva il  tempo a rendere onore e memoria ai compagni che avevano perso la vita in guerra, ricomponendo con pazienza certosina tasselli di storia dimenticata. Nel corso della sua attività ha promosso la realizzazione di monumenti, risposto a migliaia di lettere di parenti di soldati scomparsi in guerra impegnandosi nel ritrovare il luogo di sepoltura e consentire loro di “portare un fiore sulla tomba”.

Nel 2014 clamore mondiale assunse il  suo contributo nel ritrovamento del luogo di morte del padre della rockstar Roger Waters, il Fuciliere britannico Eric Fletcher Waters, che perse la vita il 18 febbraio 1944  nei combattimenti nei pressi del fosso della Moletta ad Aprilia.

Una grande amicizia lo legava da allora al cantante che per ringraziarlo gli fece dono di una poesia inedita scritta in ricordo del padre : “Un solo fiume”e volle perfino partecipare al suo 95esimo compleanno.

La  lunga battaglia per il diritto al voto dei britannici espatriati da oltre 15 anni lo vide vittorioso nel 2021 e la “legge Shindler” permetterà il diritto di voto ad oltre 5 milioni di britannici residenti all’estero.

Per la sua lodevole attività di alto valore civile Shindler era stato insignito delle più importanti onorificenze del Regno Unito: “M.B.E.”( Membro dell'Ordine dell’Impero Britannico) nel 2014 e  nel 2021 “OBE” (Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico), antico Ordine cavalleresco istituito da Re Giorgio V.

 


IL CORDOGLIO DI ELISA BONACINI, PRESIDENTE DI “UN RICORDO PER LA PACE”

 

“È  con immensa tristezza che ho appreso della scomparsa dell’amico, il veterano dell’esercito britannico  Harry Shindler. E mi spiace per motivi di salute non aver potuto partecipare ai funerali.

Ricordo con nostalgia tutti gli eventi che lo hanno visto presente ad Anzio e  quelli che abbiamo condiviso ad Aprilia, la mia città. In particolare ricordo il suo entusiasmo nel sostenere il nostro progetto  “Museo Per La Pace nel centro di  Aprilia”  in cui avrebbe trovato collocazione la collezione di mio fratello Ostilio Bonacini sulla seconda guerra mondiale affidata alla città di Aprilia per finalità museali.

Nell'aprile 2013 aveva presenziato, ospite d'onore, all'inaugurazione dell’esposizione "Un ricordo per la pace"  sul tema "Aprilia in guerra: La Battaglia di Aprilia" con sede temporanea presso l’ auditorium  dell I.I.S. “Carlo e Nello Rosselli”  (ora di competenza del Liceo “A.Meucci”). Aveva voluto fare dono dei suoi  gradi di  soldato semplice e  di alcuni cimeli di guerra, promuovendo le donazioni  di altri reduci britannici per il “museo di Aprilia”, materiale  che è esposto nelle teche della  mostra.

Indelebili poi le emozioni per come fortuitamente, quasi in un romanzo, si potè concretizzare nel 2014 l’evento Roger Waters ad Aprilia per l’inaugurazione dei due Monumenti in ricordo del padre Eric scomparso nei combattimenti ad Aprilia nei pressi di un affluente della Moletta.

Il luogo della morte venne identificato grazie a Shindler che si  era impegnato per il ritrovamento della documentazione militare negli archivi britannici. Orgogliosa di aver condiviso la proposta dei memoriali con Harry e aver dato il mio contributo e quello della mia associazione perché tutto andasse nel migliore dei modi.

“Con Harry Shindler – continua Bonacini- se ne va un pezzo della storia dell'Associazione "Un ricordo per la Pace". Era un punto di riferimento importantissimo nella nostra attività di memoria.

Per me un po' come la Regina Elisabetta. Personaggi così pensi che non muoiano mai.

L'avevo sentito telefonicamente il 16 febbraio. Si era ripreso dalla caduta del mese scorso per cui  si era risvegliato in ospedale con "14 punti sulla testa", mi aveva detto.

Impossibilitato a presenziare per ovvi motivi, avevamo concordato insieme il messaggio per la consueta cerimonia annuale al Memoriale Waters e Caduti senza sepoltura: la sua era un’attenzione speciale per i ragazzi, le giovani generazioni. Ci teneva poi che il suo nome non mancasse mai nell’omaggio floreale.

Nulla faceva presagire che da lì a pochi giorni sarebbe accaduto l’irreparabile.

Ora siamo più soli, ancora più sta a noi ed alle generazioni che verranno l’impegno di proseguire il suo cammino, ricordare i suoi compagni, chi ha perso la vita per la libertà e la democrazia. Lottare senza arrenderci mai per un mondo giusto, senza più guerre.

Grazie Harry! Che la terra ti sia lieve. Riposa in pace.”

 

giovedì 23 febbraio 2023

Sergio Benedetto Sabetta. Militaria 900. Poesia: Altane

 ARCHIVIO


ALTANE

Caserma Ruazzi – Elvas ( Brixen)

 

            Sull’alta pianura prossima al cielo

            batte l’arida luce di un saettante sole,

            lontane vette, bianchi giganti al confine

            aspettano immemori un evento,

            segno del proprio esistere.

            Dalle altane si perde lo sguardo

            sulle serali luci di un’ampia, profonda valle,

mentre risuonano misteriose grida nel buio

 di segrete abetaie, cadenzati passi

rimbalzano tra le mura in parole d’ordine.

All’estinguersi dell’ultimo sole

un freddo vento percuote le mura,

s’ insinua tra porticati e meandri,

il cuore segue la luna,

sull’ultimo squillo si sparge il silenzio,

chi dorme, chi pensa, chi sogna,

oltre il crinale dei monti,

corona di una improbabile gloria,

lontane memorie ….!

Sergio  Benedetto  Sabetta

15


mercoledì 22 febbraio 2023

Destrutturazione e massimalismi

DIBATTITI

 


Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio  Benedetto  Sabetta

 

“La fine della storia siamo noi europei imbambolati nella nostra civiltà “gentile” mentre fuori la foresta brucia. La villa nella giungla si congratula con sé stessa mentre la giungla dilaga nella villa” ( 8, Editoriale, in Limes “La Guerra Continua”, 1/23)

            Come è stato più volte sottolineato in questi anni, la pandemia è stata un detonatore che ha portato all’esplosione delle tensioni nascoste, subissate dalla quotidianità sia in ambito nazionale che internazionale, ultimo caso è la polemica in atto, in questi giorni, sulla nuova motorizzazione elettrica da imporre nell’U.E. entro il 2035.

            Ad una prima fase, nella primavera del 2020, di unità, dando un’agenda politica dove non esisteva e creando uno slancio emotivo unitario, è subentrata una fase di scontri di interessi, di emergere di malesseri nascosti, di sfruttamento economico-speculativo delle possibilità date dall’affluire delle risorse per il rilancio dell’economia, dalle necessità urgenti da risolvere, piegandole ai propri interessi sotto la bandiera umanitaria della necessità a cui rispondere.

            Come in tutti i momenti di crisi sistemici una delle risposte è stata l’esternalizzazione delle idee, trasformate in fede ideologica totalizzante, massimalismi che si sono affermati in tutti i campi, da quello politico a quello economico-naturalista.

            Esempi storici nell’età moderna sono numerosi, se si pensa ai casi maggiori delle Rivoluzioni Inglese del XVII secolo, Francese del XVIII secolo e Russa del XX secolo, dove la Rivoluzione portò a posizioni estremiste, fino, in molti casi, a eliminare alcuni dei suoi stessi artefici.

            Attualmente in questa riformulazione del mondo globale e dei suoi rapporti interni, stiamo assistendo alle estremizzazioni delle nuove ideologie nate dalle necessità storiche  dell’inizio del XXI secolo, conseguenze della esponenziale crescita tecnologica unita all’esplosione demografica.

            Come in tutte le crisi si innesta immediatamente un aspetto speculativo insito nell’essere umano, quale accumulatore di risorse in termini di potere.

            Si è più volte evidenziato che la tecnologia non è di per sé asettica, essa è una manifestazione ed esercizio di potere, il suo sviluppo può quindi essere direzionato, come diffuso o concentrato, anche se non immediatamente evidente, magari presi come siamo dall’euforia.

            La stessa transizione ecologica può diventare una fonte di speculazione e potere, agendo sulla necessità del cambiamento non si ha la visione del rapporto breve termine/lungo termine, si suggeriscono o impongono comportamenti e azioni che dagli immediati proclami di vittoria si risolvono, nel lungo periodo, in nuovi problemi se non disastri, economici ed ecologici.

            Il Living Planet Report 2022 parla di una diminuzione media della fauna selvatica tra il 1970 e il 2018 del 69%, con punte del 94% in America Latina e Caraibi, mentre dati peggiori riguardano le specie d’acqua dolce che in 50 anni hanno subito una riduzione media dell’83%, noi non possiamo fare a meno della Terra, anche se talvolta ci raccontano di possibili colonizzazioni di lontani pianeti, ma la Terra può fare a meno di noi.

            Ci si concentra prevalentemente dove vi è la possibilità industriale di una nuova produzione, proponendo attività che si risolvono semplicemente in scostamenti delle aree di inquinamento e squilibri economici, senza una valutazione di impatto o tacendone parte dei risultati.

            Nella realtà, non detta, in molti casi quello che interessa è semplicemente creare nuovi mercati, senza considerare le conseguenze ultime nella loro gestione, basti pensare al problema della plastica che non è risolto alla fonte ma scaricato alla foce sui consumatori, promettendo un recupero totale impossibile e non solo parziale.

            Ma anche sul piano economico e geo-strategico la destrutturazione può condurre a visioni massimaliste e non prudenziali, quasi profetiche, affascinanti ma pericolose nel lungo termine, foriere di improvvisi risvegli.

            Come si tendono a tacere gli aspetti strategici ed economici delle nuove tecnologie ecologiste che si vogliono sviluppare, così si è propagata negli anni ’90 una visione edulcorata del nuovo millennio, dove interventi armati asettici, crescita economica infinita, una illusione di libertà assoluta, hanno indotto a non volere prendere in esame i segnali delle nuove conflittualità latenti.

            Possiamo quindi immaginare l’entusiasmo con cui la maggioranza giovane e povera dell’umanità segue le battaglie del Donbass, da cui importa solo crisi. Soprattutto fame. O come abbia valutato la nostra scompigliata reazione alla tragedia del Covid – per i caoslandesi, specie africani, una epidemia tra le altre. Semmai blanda. Né stupisce che costoro valutano il nostro recente ecologismo tutt’altro che ecumenico, giacché la “decarbonizzazione” li condurrebbe al sottosviluppo. Per i cinesi e russi occasione unica per penetrare l’ex Terzo Mondo, che considera gli occidentali nella migliore ipotesi disinteressati alla sua sorte, nella peggiore neocolonialisti viziosi”. (13-15, Editoriale, Il Resto del Mondo siamo noi, in Limes – La Guerra Grande, 7/22).

            Vi è sempre una possibile doppia visione di ciascun fenomeno, a seconda del punto di vista che può essere quello economico o culturale, circostanza che induce talvolta a considerare negativamente il nostro agire, anche in rapporto dei risultati tra breve e lungo periodo.

 

martedì 21 febbraio 2023

1945. La Guerra di Liberazione. Secondo Fronte. Il fronte ribellistico o partigiano

 APPROFONDIMENTI


donne in sciopero a Cesena contro l'autorità della RSI

 Massimo Coltrinari


3.Il II Fronte. Il fronte ribellistico o partigiano

Il 1945 si apre con l’eco ancora non sopito del proclama di Alexander del 20 novembre 1944, con il quale si invitava i partigiani in montagna e nelle città a deporre le armi e a ritornare alle proprie case. Le interpretazioni di questa iniziativa sono variegate. L’Italia era ormai diventata di influenza britannica, mentre gli statunitensi erano più orientati verso la Germania e verso il Giappone. In più la malattia di Roosevelt si aggravava. Londra ed i capi militari in italia temevano fortemente il movimento partigiano che sapevano dominato dalle forze di sinistra, principalmente comunisti e socialisti ed anche quelle gielliste, che non erano per nulla teneri con le linee politiche britanniche. Dal punto di vista militare l’apporto che i partigiani potevano dare alla battaglia finale era certamente notevole, con l’azione alle spalle delle difese tedesche sulla gotica. Si temeva però che il collasso tedesco lasciasse una quantità di armi e materiali in mano alle formazioni partigiane tanto grande da farle diventare una forza incontrollabile. I Contrasti all’interno del CLNAI erano sotto controllo ed i capi della resistenza ben sapevano che il vero nemico non solo era il tedesco ed il fascista, ma anche una riedizione aggiornata del vecchio potere, che sicuramente avrebbe approfittato di ogni divisione. L’afflato morale del rinnovamento del dopoguerra non poteva essere disperso da lotte intestine. Le formazioni in montagna rimasero compatte. Il proclama Alexander non ebbe effetti immediati, ma rinforzò ancor più la determinazione dei nazifascisti a non cedere e a non venire a compromessi. Sempre rimaneva in loro la speranza che prima o poi un accordo si sarebbe trovato e quindi il paventato tragico dopoguerra si sarebbe evitato.

Nei mesi invernali del 1945, gennaio e febbraio, l’azione delle formazioni partigiane fu quella di preservare gli impianti e le infrastrutture e le fabbrica, per evitare le devastazioni dell’ultimo momento. In tante parti l’azione ebbe successo.

Le formazioni partigiane entrarono in azione il 25 aprile 1945, quando Radio Milano proclamò l’insurrezione generale. Tutte le città del nord, Milano Genova, Venezia, Torino per citarne le principali, furono, liberate ed occupate dalle forze del CVL, prima che le forze alleate arrivassero. Fu una azione di grande respiro che accelerò non di poco il termine delle ostilità. Inoltre impedì, con l’immediato controllo del territorio che si scatenassero forme di violenza e di rappresaglia incontrollata che sarebbe stato devastante per il tessuto sociale italiano già ampiamente devastato da anni di guerra e di miseria.

I Prefetti nominati dai CNL assunsero il potere e la transizione tra la guerra e la pace, pur nella tragicità del momento, si attuò con modi accettabili.

Passati i giorni dell’euforia e della vittoria, ogni formazione si presentò nei posti indicati, per la cerimonia di consegna delle armi e per il riconoscimento del dovere compiuto. Si assistette come ogni cosa in Italia allo spuntare di innumerevoli partigiani dell’ultima ora, moltissimi dei quali provenienti dall’attendismo, oppure vogliosi di rifarsi un profilo politico altamente compromesso. Questa corsa all’essere tra i vincitori fu agevolata dai Partiti Politici, o almeno non ostacolata, in quanto si vedeva in essa la formazione della base di quel consenso al partito che sarebbe stato essenziale nel futuro immediato quando il volto popolare avrebbe dato il potere ai partiti.


lunedì 20 febbraio 2023

Ettore Viola. i suoi libri

 ARCHIVIO



SCRITTI DI ETTORE VIOLA

1924 -1983

Libri

168.

L’America del Sud ed il suo destino politico, Santiago de Chile, Editoriale Nascimento, 1933, pp. 282.

169.

Sud America y su destino politico (traduccion del italiano por Domingo Melfi), Santiago de Chile, Editoriale Luz, 1933, pp. 210.

170.

Responsabilidad fascista y realidad prusiana Santiago de Chile, Editoriale Nascimento, 1942, pp. 166[1].

171.

Vita di guerra, Roma, Danesi Editore, 1952, pp. 147.

È conservata anche una copia incompleta (pp. 49-80).

172.

Combattenti e Mussolini dopo il Congresso di Assisi, Firenze, L'Impronta, 1975, pp. 147, n. 2 copie. (Vedi anche

fasc. 462).

 

Fonte. Camera dei Deputati, Fondo Ettore Viola

[1] Per la versione italiana cfr. il fasc. 186 del presente inventario.


domenica 19 febbraio 2023

Sergio Benedetto Sabetta. Militaria 900. Poesia: Lontano Ritocco

 ARCHIVIO

LONTANO  RINTOCCO

“Campo a fuoco”

            Luce riflessa sui colli,

            dardi lanciati in palle di fuoco nel cielo,

            rimbalzare di tuoni,

            sfarfallare nell’azzurro,

            alfa ed omega riuniti

 nel disegno di una parabola.

 

Rimbalzo di acciai, acri odori

di cordite persi nelle vampe del tuono,

deposti sulla pelle unta, rimbombo.

 

Falsi scopi fissi in colorati spilli

puntati su bianche tavole millimetrate,

linea zero, alzi, angoli, coordinate

urlate tra polvere, arsure,

scivoloso fango, “Fuoco”!

 

Improvviso il silenzio,

ci si accascia stupiti, si aspetta …,

in un lontano rintocco.

Sergio  Benedetto  Sabetta


sabato 18 febbraio 2023

La politica estera russa in Africa. la penetrazione militare. il Sistema Wagner

 UNA FINESTRA SUL MONDO

Soldati della Organizzazione Wagner in Mali. Ognuno porta il viso coperto per non farsi riconoscere

Fonte: Internazionale 1497 del 3 febbraio2023

Nel quadro degli interventi, patners e alleanze, la Russia non ha disdegnato l’Africa. I Paesi ove le mire del Kremlino si sono materializzate sono, inizialemnte la Libia, il Mali e la Repubblica Centro Africana. Lo strumento che la Russia usa per questa espansione colonialista sono il sistema dei mercenari. E’ stato creato  da un personaggio senza scrupoli Evgenij Prigozin un sistema di compagnia militare privata , chiamato sistema Wagner, che in pochi anni è diventato un importante strumento della politica estera del Cremlino. Un sistema che agisce al di fuori della legge ed ha mostrato modi ed interventi caratterizzati da brutalità ed assenza totale di scrupoli. La Wagner combatte in cambio dello sfruttamento delle risorse naturale e minerarie.

 Attraverso questi mercenari la Russia è intervenuta in Libia, 2018, in Mali 2022, e nella Repubblica Centroafricana,2017 dopo che la Wagner aveva fatto le sue esperienze in Siria 2015. I loro interventi sono stati in questi paesi precisi e mirati per appoggiare le forze locali favorevoli a Mosca, ed in genere ostili all’Occidente, con partecipazioni a scontri violenti. La conseguenza immediata è stata che la influenza russa in questi paesi è decisamente aumentata e in qualche caso determinate. (m.c.)

venerdì 17 febbraio 2023

1945. La Guerra di Liberazione. Il Primo Fronte Il fronte del Sud

 APPROFONDIMENTI



MASSIMO COLTRINARI


2. Il I Fronte. Il fronte del Sud,

Il 1945 sugella lo sforzo prolungato dei vertici militari italiani, ed in particolare del Gen Messe, di avere in linea truppe combattenti italiane. La svolta per questo si ebbe nell’estate del 1944, quando gli Alleati, aperto il fronte meridionale in Francia con lo sbarco in Provenza, necessitavano di nuove truppe per il fronte italiano. Ritirato il contingente francese, e numerose unità sia statunitensi che britanniche, il fronte italiano, ritenuto secondario, ed ancora meno redditizio dopo il fallimento della operazione Olive che doveva portare gli Alleati a Trieste e nel centro dell’Europa, doveva essere almeno tenuto. Da qui la decisione di sostituire il Corpo Italiano di Liberazione con i Gruppi di Combattimento, unità a livello divisionale, ma senza dotazione di forze corazzate. I gruppi di combattimento entrarono in linea nel gennaio 1945 e si schierano a pettine tra unità provenienti dall’Impero, (indiani, neozelandesi, sudafricani) e unità statunitensi, polacche e brasiliane. Il controllo operativo dei gruppi di combattimento italiani fu sempre nelle mani dei britannici, che temevano cedimenti da parte delle truppe e dei comandi italiani. Funzione principale dei Gruppi di combattimento era quella di dotare il Governo italiano di una forza militare addestrata ed impiegata per il dopoguerra, di modo tale che un eventuale insurrezione partigiana, come era successo in Grecia nel 1944, fosse stata rapidamente contenuto. Mentre le unità alleate provvedevano al disarmo diretto dei tedeschi i gruppi di Combattimento erano tenuti alla mano per gli sviluppi futuri in Italia.

Contemporaneamente si assiste, sul piano politico, al ridimensionamento del potere dei militari, che con il fascismo erano diventati una forza politica decisionale di altissimo livello. I partiti politici che ormai dominavano la scena politica italiana, uniti, non accettavano più l’idea di una concentrazione del potere nelle mani di esponenti militari. Il principio che questi devono essere subordinati al potere politico, come era in essere negli Stati democratico, si affermò La prima conseguenza fu la sostituzione del gen. Paolo Berardi, con un generale di secondo piano, che era anche di anzianità inferiore ai comandanti dei gruppi di combattimento. Un segnale quanto mai chiaro. Al momento della fine delle ostilità, si ebbero poi le dimissioni del gen Messe sostituito dal gen Raffaele Cadorna, comandante del Corpo Volontari della Libertà. Un passaggio altamente significativo sul ridimensionamento del ruolo die militari nella vita politica italiana, uno dei tanti segni della Guerra di Liberazione.


giovedì 16 febbraio 2023

Sergio Benedetto Sabetta. Militaria 900. Poesia: Tagliamento

 ARCHIVIO

TAGLIAMENTO

Olifante

 

            Freddo vento di Nera Bora spira

            dalle dure rocce del Carso,

            tra rinsecchite braccia di cespugli

            piantati su immacolati fazzoletti

            di malinconica neve.

            Si aggirano sulle bianche pietre

del fiume, rivoli di acqua spumanti,

giovani divise grigioverdi, vagano

nei campi alla ricerca di gialle,

secche, rade pannocchie.

Tenue incerte luci dai Carri abbandonati

sul greto del Tagliamento, nell’attesa

di remoti ordini, mentre lontano

risuona nella valle Olifante,

Orlando chiama nell’ultimo sguardo,

sognando ritorni e caldi abbracci

di madri e dolci fanciulle.

Sergio  Benedetto  Sabetta

10


mercoledì 15 febbraio 2023

3a Campagna Informativa e Divulgativa. Anno 2023.

 NOTIZIE CESVAM


Con Febbraio 2023 è è partita la 3a Campagna Informativa e Divulgativa del CESVAM, Centro Studi sul Valore Militare. 

 La Campagna ha l'obiettivo di far conoscere le pubblicazioni che il CESVAM produce nel quadro della realizzazione dei Progetti avviati. Oltre alle Biblioteche le pubblicazioni sono destinate a frequentatori e studenti come "letture" dei corsi di formazione e master. E' interesse anche che vengono a conoscenza dei Soci dell'Istituto che potrebbero avere interesse a prenderne conoscenza. Non si rincorre la divulgazione massiccia o la vendita a tutti i costi in quanto il vero interesse consiste nella testimonianza che queste pubblicazioni hanno in quanto risultato tangibile di lavoro di ricerca e studio.

Informazioni di dettaglio: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

martedì 14 febbraio 2023

La politica estera russa in Africa. Attività politica ed economica.

  UNA FINESTRA SUL MONDO


Fonte. L'internazionale n. 1497 del 3 febbraio 2023


La Russia ha come obiettivo strategico di lungo periodo destabilizzare l’Africa perché le può essere utile a gestire l’attuale (2022-2023) conflitto in Europa (Ucraina). Inoltre obiettivo ulteriore è quello di avere alleati alla Assemblea dell’Onu per evitare una condanna (paese aggressore e violatore della Carta dell’ONU) da parte delle Nazioni Unite. I paesi africani, sempre ostili all’Occidente sono ampiamente disposti ad assecondarla in questa azione. Per questo i Wagner sono arrivati anche in Sudan (2017), Camerum (2022) Mozambico (2019) e Madagascar (2019) svolgendo attività di acquisizione di consenso, sostegno economico e appoggio politico senza impiego della forza militare. A sostegno di tutto questo hanno creato due grandi basi logistiche, una a Porto Sudan sul mar Rosso e l’altra a Porto di Douala in Camerum

lunedì 13 febbraio 2023

1945. La guerra volge alla fine

 APPROFONDIMENTI



La guerra volge alla fine

1.La Campagna d’Italia e La Guerra di Liberazione.

Il 1945 è il sesto anno di guerra, che da guerra europea divenne mondiale. In Europa la situazione per i tedeschi era drammatica. Il 2 febbraio l’Armata Rossa si attestò sull’Oder e sul Niesse e le punte più avanzate russe erano ad una settantina di chilometri da Berlino. Gli alleati occidentali in occidente avanzavano con metodicità e più che correre verso Berlino, da cui distavano oltre 300 chilometri preferirono puntare verso il sud della Germania, onde evitare che le residue forze tedesche si arroccassero, come la propaganda tedesca andava sbandierando per la battaglia finale. I Russi, di contro puntarono verso nord, verso la Pomerania, per rastrellare le residue forze tedesche e riorganizzarsi per lo scontro finale, Il 7 marzo 1945 forze corazzate americane conquistano intatto il ponte di Remagen ed oltrepassano il Reno, ritenuto dai tedeschi un baluardo formidabile.  Messo piede in territorio tedesco, le forze corazzate americane dilagano all’interno della Germania e le città tedesche cadono una dopo l’altra. Il 16 aprile i russi sono pronti, dopo aver riordinato le forze, a lanciare l’attacco a Berlino. La battaglia per la capitale tedesca si svolge nelle due settimane successive e si conclude con la conquista della capitale tedesca, ove si era asserragliato da mesi Hitler, il qual il 30 aprile si suicida. Lasciando il governo all’ammiraglio Doenitz. Il 7 maggio 1945 a Reims sede del quartier generale di Eisenhower i rappresentanti tedeschi firmano la resa incondizionata davanti ai plenipotenziari degli Stati Uniti, Della Gran Bretagna dell’Unione Sovietica e della Francia; il giorno dopo 8 maggio per espresso volere di Stalin, firmano un ulteriore documento di resa a Berlino davanti ai plenipotenziari sovietici. Il giorno dopo Truman proclama il V-Day, il giorno della vittoria, in Europa. La guerra continua in Estremo Oriente, e si risolve con l’impiego dell’arma nucleare, ponendo fine al conflitto ed inaugurando l’era bipolare nel confronto tra i vincitori.

In Italia il 1945 significa la fine di una situazione che trae la sua origine all’indomani della Grande Guerra. Una situazione che ha portato a rompere il patto tra il popolo italiano e Casa Savoia. Gli eventi che si susseguirono nel 1945, la fine della guerra, le conseguenze e le debite conclusioni danno un volto nuovo all’Italia, un volto che è scolpito dalla Guerra di Liberazione. Una guerra che, nel nostro approccio, ha i suoi fronti e il suo nemico, generata dalla campagna d’Italia alleata e dalla difesa del fronte meridionale di difesa del Reich, che si è svolta su cinque fronti, che nel 1945 assumo le caratteristiche finali, compreso il nemico che con questo anno è definitamente, almeno in termini militari, sconfitto.

Quattro mesi, da gennaio ad aprile, caratterizzano i fronti, che in breve così si possono sintetizzare.


domenica 12 febbraio 2023

Sergio Benedetto Sabetta. Militaria 900 Poesia: Isonzo

 ARCHIVIO

ISONZO

NATO - Novembre 1980

( I° GR.A.PE. – III^ Br. Missili “Aquileia”)

 

            Sprofondati tra bianche ghiaie e

            rivoli ghiacciati si aspetta,

            susseguirsi di ordini, messaggi,

            lontani accadimenti a noi ignoti.

 

            Destini sconosciuti sul ripetersi

            dei quotidiani gesti, gioie e affanni,

            stretti tra misteriose mani,

            neri corvi volteggiano, messaggeri.

 

            Gracida la radio:

            Vomere 1 a Vomere 2,

            nel segreto alfabeto vi è il nostro

            e il loro segreto destino.

 

Sergio Benedetto Sabetta