Cerca nel blog

giovedì 30 dicembre 2021

Indici Mese di Dicembre 2021

 SOMMARIO

ANNO LXXXII, Supplemento on line, XII, n.72

Dicembre 2021

www.valoremilitare.blogspot.com

Massimo Coltrinari, Editoriale, Dicembre 2021

                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data        28.12.2021

Massimo Coltrinari, Copertina, Dicembre 2021

                            su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data        30.12.2021

 

DIBATTITI

 Valentina Trogu, L'impiego dell'arma nucleare

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 1.12.2021

RedazionaleUna ricorrenza per riflettere

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 2.12.2021

Redazionale, La congiura delle polveri o dei gesuiti

                     su www. valore militare.blogspot.com con post in data 19.12.2021

 

ARCHIVIO

 

RedazionaleGli Studenti scrivono. Aida S. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi" Lumezzane Brescia            su www. valore militare.blogspot.com con post in data 3.12.2021

Redazionale, Gli Studenti Scrivono. Giulia B. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi" Lumezzane Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 3.12.2021

Redazionale, Gli studenti scrivono. Elisa S. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 5.12.2021

Redazionale, Gli studenti scrivono. Giulia M. e Ilaria B. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 7.12.2021

Redazionale, CASA EDITRICE TRALERIGHE. CONTATTI E REFERENZE

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 8.12.2021

Redazionale, Gli studenti scrivono. Cristian G. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 9.12.2021

Redazionale, Gli Studenti Scrivono. Asia Z. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 11.12.2021

Redazionale, Gli Studenti scrivono. Aman M. Martina B. - Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 14.12.2021

Redazionale, Uniformologia. Rassegna delle  Uniformi del Patto di  Varsavia.

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 16.12.2021

Redazionale, Gli Studenti Scrivono. Siria G. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi" Lumezzane Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 17.12.2021

Redazionale, Regio Esercito 1940

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 19.12.2021

Redazionale, Gli Studenti scrivono. Desirèe B. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 20.12.2021

Redazionale, Giorgio Madeddu. Memoriale del Viale della Rimembranza della Città di Iglesias

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 21.12.2021

 

Redazionale, Giorgio Madeddu. Memoriale del Viale della Rimembranza della Città di Iglesias - Ieri ed Oggi

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 22.12.2021

Redazionale, Gli Studenti scrivono. Davide Z. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 23.12.2021

Redazionale, 1° Reggimento Artiglieria "Cacciatori delle Alpi”

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 26.12.2021

Redazionale, L'Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi" Lumezzane, Brescia

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 27.12.2021

 

  CESVAM NOTIZIE

CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

 

Redazionale, INCONTRO CON L'AUTORE - Save The Date: venerdì 17 dicembre 2021 - ore 17,00, Istituto del Nastro Azzurro, Piazza Galeno 1, Roma

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 4.12.2021

Redazionale, Incontri con l'Autore: Massimo Coltrinari. Volume: Gli Artefici della Vittoria. I Generali Italiani della Prima Guerra Mondiale

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 13.12.2021

Giovanni CeciniPremio Acqui Storia. 2021.

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 15.12.2021

RedazionaleINFOCESVAM. Anno VIII,11, N. 11, 1 Dicembre 2021

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 18.12.2021

RedazionaleBuon Natale

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 24.12.2021

RedazionaleLa Medaglia del Nastro Azzurro per il Centenario del Milite Ignoto 1921 - 2021

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 25.12.2021

RedazionaleAuguri!!!

su www. valore militare.blogspot.com con post in data 31.12.2021

 

MUSEI, ARCHIVI, BIBLIOTECHE

 

RedazionaleStefano Mangiavacchi, il Labaro della Federazione di Chicago

                              su www. valore militare.blogspot.com con post in data 3.12.2021

 

UNA FINESTRA SUL MONDO

 

RedazionaleLa fine dell'era Netanyahu in Israele

                              su www. valore militare.blogspot.com con post in data 10.12.2021

 

 AUTORI


Bottoni Roberta, Istituto del Nastro Azzurro

Coltrinari, Massimo direttore CESVAM

Francesco Attanasio, Presidente della federazione di Siracusa

Baldoni, Massimo, pseudonimo

Chiara Mastrantonio, collaboratrice CESVAM

Elsa Bonacini, collaboratrice CESVAM

Osvaldo Biribicchi, Associato CESVAM

Alessia Biasiolo, collaboratrice CESVAM

Luigi Marsibilio, membro del Collegio dei redattori della Rivista

Giancarlo Ramaccia, vice direttore CESVAM

Giovanni Cecini membro del Collegio dei redattori della Rivista

 

Numero chiuso in data 31.12. 2021

 


mercoledì 29 dicembre 2021

Copertina Dicembre 2021

                                            



                                               QUADERNI ON LINE



Per il CESVAM un anno di vittorie

                                            
                                               

                                                     Anno LXXXII, Supplemento on line, X 2021, n. 72

 Dicembre 2021
valoremilitare.blogspot.com
www.cesvam.org

lunedì 27 dicembre 2021

L'Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi" Lumezzane, Brescia

 ARCHIVIO

 Storia in Laboratorio/Milite Ignoto


L'Agenzia Formativa "don Angelo Tedoldi", è un Ente di Formazione Professionale del Comune di Lumezzane (Brescia), certificato ISO 9001 e accreditato presso la Regione Lombardia per i settori della Formazione e del Lavoro.Svolge la propria missione da sessant'anni, rispondendo con puntualità e professionalità alle richieste che giungono dal territorio della Valle Trompia, della Valle Sabbia e della Valle Gobbia.

Il Centro di Formazione Professionale è uno degli attori principali della promozione educativa, formativa, dell'orientamento e dello sviluppo locale nel territorio. I corsi offerti per gli studenti DDIF sono quattro, articolati in:

 Corso per Operatore e Tecnico del Benessere

Studentesse che si preparano per diventare estetiste.

 Corso per Operatore e Tecnico Elettrico

Studenti che si preparato per diventare elettricisti.

Corso per Operatore e Tecnico di Sala e Bar

Studenti e studentesse che si preparano per diventare camerieri di sala o di bar.

Corso per Operatore e Tecnico di Panificazione e Pasticceria

Studenti e studentesse che si preparano per diventate panificatori e/o pasticceri.


Gli Studenti dell'Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi" hanno parteciato

 alla iniziativa Storia In Laboratorio/ Milite Ignoto

I Loro scritti sono stati pubblicati su questo
 QUADERNI ON LINE

dal 3 al  23 dicembre 2021
 ed 
 integralmente
 su 
 www.associanizmomilitare.blogspot.com
 
 nel mese di novembre 2021
 

 


domenica 26 dicembre 2021

1° Reggimento Artiglieria "Cacciatori delle Alpi"

ARCHIVIO


1° Reggimento artiglieria “Cacciatori delle Alpi”

 

Motto “Ultra Primum”

Campagne di Guerra:

         1848-49 I d’Indipendenza

         1859 liberazione della Lombardia

         1860 Marche-Umbria-Bassa Italia

         1866 liberazione del Veneto

         1870 Unità d’Italia

         1915-18 Italo-Austriaca

Ricompense al V.M.:

         Alla Bandiera: /

         Agli Ufficiali e Truppa: 22 Cav. Ord. Mil. Savoia, 3 Medaglie

d’Oro, 526 d’Argento, 79 di Bronzo, 11 Croci di Guerra.

Perdite in Combattimento:

         Ufficiali: morti 16, feriti 31, dispersi –

         Truppa: morti 182, feriti 296, dispersi –

Festa del Reggimento: 15 giugno (festa dell’arma)

 

Si formò nel 1870 col nome di 11° reggimento d’artiglieria da campagna, con reparti del 4° artiglieria da piazza del 5°, 7° e 8° reggimento artiglieria e del treno d’armata. Divenne 1° reggimento d’artiglieria da campagna nel 1882 ed assunse l’attuale denominazione nell’ottobre 1934.

La tradizione del reggimento si allaccia a quella delle batterie che lo formarono, le quali avevano già partecipato alle guerre d’indipendenza nazionale. Essa rifulse nella campagna del 1848 per le azioni svolte dalla 3^ batteria da battaglia (1^ del reggimento) a Sommacampagna, a Custoza, a Milano e dall’8^ batteria da battaglia (2^ del reggimento) a Goito, Pastrengo, S. Lucia; nella campagna del ’49 per i combattimenti della Sforzesca, di Mortara e per la battaglia di Novara; nella guerra del ‘59 alla quale le due batterie presero rispettivamente parte a Palestro, Rocca d’Anfo ed a S. Martino e Peschiera; nella campagna del 1860-61, in quella del ’66 e in quella del ’70 alle quali le batterie 2^, 11^, e 5^ - rispettivamente 3^, 4^ e 5^ del reggimento – parteciparono gloriosamente.

Il 1° reggimento concorse alla formazione della 3^ e della 4^ batteria di nuova costituzione per la guerra 1895-1896; provvide alla formazione di un comando di gruppo e di una batteria per la guerra italo-turca nella quale concorse l’invio di complementi; partecipò alla guerra 1915-18 e costituì il XXX gruppo salmerie per le operazioni in A.O. 1935-36, provvedendo all’invio di ufficiali e truppa a reparti mobilitati per la guerra italo-etiopica. Nella guerra italo-austriaca 1915-18 il reggimento schierò le sue batterie sulle Tofane, a Col di xxxxxxx nel Settore di San Pellegrino, in Val Travignolo, sul Castelletto, alla Costabella, su Cima Bocche, al Col Bricon, sulla Marmolada, sul M. Sief, sul Tomba, sul Montenera, sull’Asolone, a Col della Berretta, a Col Caprile e sul Grappa, partecipando valorosamente all’intera campagna.

 Massimo Coltrinari Luigi marsibilio Il Quadro di Battaglia del regio Esercito al 10 giugno 1940.


               

giovedì 23 dicembre 2021

Gli Studenti scrivono. Davide Z. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

 ARCHIVIO

Storia in Laboratorio/ Milite Ignoto

La dignità e gli onori ai soldati caduti in guerra di Davide Z.

La richiesta di dare giusta dignità e gli onori ai soldati caduti in guerra è partita dal popolo e dalle amministrazioni comunali ed ha coinvolto artisti e letterari che sono arrivati all’istituzione nel 1919 di una Commissione che ha onorato la memoria dei soldati d’Italia e dei Paesi alleati, morti in guerra.

Il 1921 era l’anno della scelta del combattente che poi è diventato il rappresentante del sacrificio dei seicentomila italiani persi, decisione lasciata a Maria Bergamas di Trieste che aveva in famiglia un soldato disertore dall’esercito austriaco per arruolarsi nelle file italiane che era morto combattendo senza che il suo corpo fosse identificato.

Davanti ad undici bare chiuse, la donna cadde in ginocchio vicino ad una di esse e avrebbe scelto il Milite Ignoto che era l’eroe simbolo di coraggio, orgoglio, sacrificio e devozione che poi sarebbe stato riconosciuto con tutti gli onori il 4 novembre 1921, ponendolo nel sacello all’Altare della Patria.

Nel primo dopoguerra le istituzioni sono a lungo state impegnate in una lenta e difficile operazione di conta dei caduti in battaglia.

Al ritorno alla normalità si pone il problema della loro collocazione, dal momento che i cimiteri non sono in grado di accogliere tutti i corpi. Ma è possibile individuare già, dai primi anni dalla fine del conflitto, una sorta di prima fase del fenomeno di commemorazione dei caduti in cui sono l’iniziativa e il sentimento popolari a prevalere, con l’appoggio delle amministrazioni comunali.

A livello locale si moltiplicarono le iniziative mirate all’erezione di monumenti in memoria dei caduti in battaglia, e secondo un processo di commemorazione finalizzato a restituire dignità e onore a coloro che si erano battuti a costo della loro stessa vita in una guerra massacrante.

I comuni hanno adottato sin da subito provvedimenti volti al recupero delle somme necessarie, nonostante le difficoltà economiche del periodo.

Il mio parere è che, dopo la guerra, il riconoscimento del monumento al Milite Ignoto è stato molto importante.

 

martedì 21 dicembre 2021

Giorgio Madeddu. Memoriale del Viale della Rimembranza della Città di Iglesias

 ARCHIVIO

Convegno 16 ottobre 2021

Nel centenario della traslazione del Milite Ignoto, il Valore Militare, la storia e la memoria quali percorsi di identità e consapevolezza per guardare al futuro. La realizzazione del Memoriale nel Viale della Rimembranza della Città di Iglesias.

Giorgio Madeddu

Con la commemorazione del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria, si avvia a conclusione il periodo dedicato alle cerimonie e riflessioni sulla Grande Guerra e si potranno iniziare a trarre le prime somme delle diverse attività realizzate in questi anni.

L’associazionismo combattentistico e d’arma, il mondo della ricerca, gli storici contemporaneisti e militari, le Istituzioni della Repubblica cosa hanno realizzato? Cosa lasciano e tramandano alle giovani generazioni e a quanti, in futuro, si spera, continueranno a commemorare questi eventi anche con la ricerca storica?

E’ da evidenziarsi, innanzitutto, che il periodo dedicato alle diverse attività non è trascorso senza lasciare tracce: molti luoghi legati alla Grande Guerra sono stati recuperati, così come molti monumenti e sacrari sono stati oggetto di manutenzione e resi decorosi e nuovamente usufruibili, numerose sono state le ricerche e le pubblicazioni.

Ma tutte queste attività che ricaduta hanno avuto per l’immediato e cosa lasciano agli anni a venire? Hanno riguardato ristretti ambiti di “addetti ai lavori” oppure si è seminato su nuovi campi? La scuola è stata raggiunta? In estrema sintesi: Vi erano obiettivi da raggiungere? Sono stati raggiunti?

In un contesto ampio e differenziato come quello nazionale è ancora troppo presto per misurare gli effetti, ma ciascuno di noi dovrebbe essere buon osservatore della quotidianità che ci circonda. Partendo da questo assunto si possono iniziare a raccogliere e ordinare contenuti ed esperienze di microstorie locali.

Pertanto, in questo mio breve contributo porterò l’esperienza di una città distante dalle fronti di combattimento ma comunque coinvolta, sin dai primi giorni, dalla conflagrazione europea.

In quel 28 giugno 1914 ad Iglesias, città della Sardegna sud occidentale posta a circa 55 km dal capoluogo regionale, è una Città divisa che vede una parte maggioritaria impegnata a festeggiare la prima vittoria della lista del Partito Socialista, che tante nuove aspettative di riscatto sociale aveva creato in un territorio interessato, sin dal periodo fenicio – punico, allo sfruttamento delle ingenti risorse minerarie costituite principalmente da minerali metalliferi ad alte concentrazioni di piombo, zinco e argento e dall’altra, il padronato minerario e la borghesia che intorno alle miniere gravitava, e gli studenti, in particolar modo quelli della Scuola Mineraria.

La dichiarazione di guerra alla Serbia e l’attivazione delle rispettive alleanze, estendono il conflitto in Europa e gli effetti si riverberano nel bacino minerario dell’iglesiente con il conseguente blocco delle esportazioni dei minerali sardi nei mercati europei ed in particolare verso gli stabilimenti metallurgici della Francia e del Belgio. Le ripercussioni locali sono immediate: numerose miniere chiudono, altre riducono gli organici, improvvisamente migliaia di uomini si trovano senza lavoro e le loro famiglie prive di sostentamento. La situazione si aggrava ancor di più con il rientro in Città degli emigrati all’estero, tanto che il sindaco Angelo Corsi è costretto a scrivere al sottoprefetto “invocando immediati soccorsi onde evitare gravi e luttuosi avvenimenti che potranno far certamente piangere molte famiglie”[1]. Furono attivati quelli che potremmo definire i primi lavori socialmente utili necessari a dare lavoro agli operai disoccupati, vennero inoltre allestire, nella Città e nelle frazioni minerarie, cucine economiche in grado di somministrare un piatto di minestrone e una razione di pane. Per renderci conto delle dimensioni del dramma, in una Città che nel censimento del 1911 contava 21.531 abitanti, persero il lavoro oltre 6.000 operai.

Nei primi mesi del 1915, con l’avvio della mobilitazione, buona parte degli operai fu avviata alle armi. La Brigata Reggio, ordinata nel 45° e 46° Reggimento dell’Esercito Permanente, vide il completamento degli organici con militari provenienti dal reclutamento sardo e dai distretti militari di Genova, Pinerolo, Venezia, Avellino, Roma e Messina. Il 1 marzo 1915 a Sinnai (Cagliari) e Tempio Pausania (Sassari) si costituivano rispettivamente il 151° e il 152° Reggimento della Brigata Sassari, brigata di Milizia Mobile alimentata da uomini provenienti dalla Sardegna e dai depositi della Brigata Reggio. Questo nuovo contesto muta lo scenario economico del bacino minerario dell’iglesiente, la prospettiva dell’imminente ingresso in guerra dell’Italia rianima le miniere sia metallifere che carbonifere che, con l’effettivo ingresso in guerra, saranno spesso chiamate ad aumentare le produzioni necessarie agli scopi bellici. La Città nel giro di sei mesi passa dalla disoccupazione di massa alla mancanza di manodopera, uomini non idonei alla guerra, donne e persino bambini contribuiranno alle produzioni minerarie. La necessità di ulteriore aumento delle produzioni porterà all’impiego in miniera dei prigionieri di guerra austroungarici. Le miniere e gli stabilimenti di trasformazione, dichiarati nel frattempo Stabilimenti Militari Ausiliari videro inoltre l’impiego di uomini della Milizia Territoriale quale ulteriore quota di forza lavoro.

Dalla Rivista del Servizio Minerario per l’anno 1915 si evince che al 31 dicembre 1916 la popolazione della Città era di 22.700 abitanti di cui circa 3.000 assenti perché chiamati alle armi[2].

Precedentemente si è riferito della mobilitazione dei militari sardi in quelli che sono comunemente ritenuti i reggimenti “sardi”, il 45° e 46° della Reggio nonché il 151° e 152° della Sassari. Da un mio recente studio sui caduti della Città emerge che 230 di essi appartenevano a 64 brigate di fanteria distribuiti in 89 reggimenti, 50 caduti vanno attribuiti alla Sassari, 32 alla Reggio, 14 alla Bisagno, 11 alla Verona, 8 alla Aosta, 6 alla Arezzo, 5 a ciascuna alla Cremona e Calabria, con numeri inferiori per le altre. Il genio annovera 15 caduti, 12 sono i bersaglieri, 12 caduti conta l’artiglieria, 11 alle compagnie mitraglieri, 5 ai reparti d’assalto, Milizia Territoriale 8 caduti e Compagnie Presidiarie 3, alla Guardia di Finanza 2, 4 risultano gli operai militarizzati caduti. Granatieri, aereonautica, marina e sezioni carreggio e salmerie 1 caduto ciascuno. Sommando le diverse armi arriviamo a 321 tra caduti in battaglia, morti in prigionia e morti comunque per causa di guerra, ai quali vanno aggiunti 11 caduti per i quali non si sono reperiti documenti e per tanto, al momento, risultano non ascrivibili alle diverse armi.

Anche in questa Città, all’arrivo dei telegrammi con le comunicazioni di morte o dispersione dei suoi combattenti, non seguirono gli arrivi delle salme. La Città visse son intenso dolore e sincera commozione i lutti che colpirono le tante famiglie.

Con la conclusione della guerra, si costituirono diverse associazioni di reduci e furono molto sentite e partecipate le commemorazioni dei caduti. Nonostante gli eventi sociali del biennio 1920 – 21 la Città partecipò intensamente alla vicenda del Milite Ignoto. Costituitosi un comitato per le onoranze al Milite Ignoto, sotto la presidenza dell’Avv. Carlo Angius, questi, secondo le cronache del tempo, riuscì “… a fondere gli animi, a formare una massa unica, compatta e reverente che ha portato omaggio di fiori e di lacrime sulle tombe dei nostri gloriosi caduti.”[3] Un corteo di oltre seimila persone percorse la Città raggiungendo il cimitero dove il Vescovo con tutto il Capitolo della Cattedrale celebrò la Messa. Conclusa la Messa, “… il corteo sfilò lentamente, innanzi alla bella targa commemorativa, fatta apporre dal Comune di Iglesias;…”[4] . Della targa oggi non si hanno più notizie.

Il 1921 vide sorgere ben due nuovi comitati finalizzati alla raccolta fondi. Il primo intendeva dedicare una lapide agli studenti della scuola Mineraria caduti in guerra, il secondo invece intendeva partecipare alla iniziativa, avviata a livello nazionale, per la realizzazione di Parchi e Viali della Rimembranza.

Entrambi i comitati portarono a termine i loro propositi: la lapide in onore degli studenti minerari fu inaugurata il 4 Novembre 1922 alla presenza di autorità militari, civili e religiose convenute persino dal capoluogo. Il maggiore Rombi portò i saluti della Divisione di Cagliari mentre il perito minerario, già tenente del 151° reggimento della Brigata Sassari, decorato di Croce di Guerra al Valore Militare, pronunciò l’orazione ufficiale. Conclusasi la cerimonia nella Scuola Mineraria, si formò il corteo che raggiunse il cimitero e rese omaggio alla lapide che ricordava i caduti della Città.[5]

Il comitato per la realizzazione del Parco e del Viale della Rimembranza riuscì ad inaugurare l’opera il 3 dicembre del 1923 alla presenza del sottosegretario all’Istruzione Pubblica Dario Lupi.

Il Parco, realizzato in un’area posta di fronte al cimitero comunale, si sviluppa parallelamente alla via Cappuccini, lungo il limite opposto sussiste il Viale della Rimembranza, largo circa 4 metri è delimitato da due filari di circa 350 metri ciascuno di Cupressus sempervirens. Come da disposizioni ministeriali a ciascun cipresso era associata una targhetta dedicata alla memoria del caduto con incisi il grado militare, il nome e il cognome, la data di morte e la battaglia in qui questa avvenne. Il Viale era originariamente racchiuso da due cancelli che ne delimitavano gli ingressi, cancelli che successivamente furono rimossi.

Per molti anni il Viale della Rimembranza divenne il luogo della memoria collettiva e della consolazione delle madri e delle vedove che, non avendo un sepolcro su cui piangere, ricordavano i propri cari nella preghiera chine dinanzi al relativo cipresso.

Anche le cerimonie patriotiche e di commemorazione dei caduti vedevano i cortei sfilare lungo il Viale.

Questa funzione di perpetuazione della memoria nel corso del tempo è andata sempre più affievolendosi sino ad escludere il Viale dalle cerimonie ufficiali. Il tempo, l’incuria e gli atti vandalici hanno privato i cipressi delle targhette relegando l’area ad una zona periferica della Città, gli stessi cipressi hanno sofferto lo stato di abbandono che in alcuni casi ne ha provocato la morte.  

Un primo intervento di manutenzione e recupero dell’area avvenne negli anni Ottanta ma, il pur lodevole sforzo non mutò le sorti del sito che continuava a permanere un’area distante dagli interessi e attività socio culturali della Città.

Con l’avvicinarsi delle attività di commemorazione del centenario della Grande Guerra, nell’area del Parco si sono susseguiti alcuni interventi di riqualificazione con lo scopo di renderlo usufruibile ed attrattivo per il pubblico. Tra il 2015 e il 2017 furono installati dei giochi per bambini mentre le aree a verde furono manutenzionate e in parte rinnovate.

Nei primi mesi del 2020 mezzi meccanici fecero improvvisa comparsa nel Viale della Rimembranza ed iniziarono l’esecuzione di lavori per un intervento di riqualificazione il Parco delle Rimembranze ed il suo Viale.

 A seguito delle dimostranze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma della Città, preoccupate per le sorti del bene monumentale, l’Amministrazione civica convocò una riunione che si concluse con l’impegno di un fattivo coinvolgimento delle Associazioni nella valorizzazione del Parco ma soprattutto del Viale della Rimembranza. In questa occasione si concretizzò l’idea di realizzare un “Memoriale dei caduti” sostitutivo delle targhette sui cipressi, ormai ridotti ad un numero inadeguato al ripristino dei nominativi originari.

La decisione di realizzare il “Memoriale” lungo il percorso del Viale della Rimembranza è stata anche l’occasione per sanare due storiche ingiustizie: la prima, relativa alla dedica delle piante votive ai soli militari caduti per ragioni di guerra e non anche ai morti per motivi diversi riconducibili, comunque, a causa di guerra; la seconda, il mancato omaggio alla memoria dei prigionieri di guerra e degli internati civili provenienti dall’impero austro ungarico deceduti in Città durante la Grande Guerra.

Per la comprensione dei criteri impiegati per la scelta dei nominativi dei combattenti morti durante il periodo bellico a cui dedicare le piante votive è necessario far ricorso alla Circolare del 27 gennaio 1923 inviata dal sottosegretario Lupi ai Regi Provveditori agli Studi, circolare esplicitata dal Regio Provveditore di Cagliari con comunicazione dell’8 febbraio successivo ai direttori scolastici:

“Quanto alla inclusione dei militari morti per malattia, come anche dei morti in prigionia, preferisco lasciare una lata possibilità di giudizio sulla opportunità di includerli ai singoli comitati (e là dove ancora non ci sono, desidero che al più presto si costituiscano) i quali, possedendo tutti gli elementi necessari, potranno caso per caso decidere con cognizione piena. S’intende che il concetto a cui dovranno inspirarsi sarà quello di una stretta e necessaria dipendenza delle circostanze della morte dalle ragioni della guerra e della dignità del militare di essere ricordato ai posteri come nobile vittima di una grande causa. E’ superfluo dire, che di un disertore morto in prigionia ovvero di un autolesionista deceduto in seguito al suo delitto, sarebbe assurdo parlare a proposito di queste piante votive.”[6]

La selezione operata dai comitati locali spiega il perché a molti soldati deceduti durante il periodo di convalescenza, magari nelle città di origine, per malattia contratta chiaramente in trincea, non è stato riconosciuto il cipresso e neppure una sepoltura perpetua. Analogo discorso può farsi per quanti, caduti in prigionia e morti in mano al nemico, non è stata dimostrata, oltre ogni possibile dubbio, l’involontarietà della cattura.

In merito alla vicenda dei prigionieri di guerra austro ungari si deve attribuire la loro presenza in Città alla necessità di manodopera essenziale per garantire le produzioni minerarie e agricole. Delle centinaia di prigionieri di guerra presenti in Città, 19 morirono e furono sepolti in terra comune per poi essere esumati e destinati all’ossario del cimitero. Nessun ricordo è stato realizzato in memoria di questi soldati.

Analogo discorso può essere fatto per gli internati civili provenienti dall’impero asburgico, deportati in Sardegna sin dall’inizio della guerra contro l’Austria Ungheria, decine di essi furono inviati ad Iglesias dove 4 morirono e furono sepolti. Successivamente esumati e anch’essi destinati all’ossario, anche la loro memoria fu consegnata all’oblio della storia.

Il Memoriale, in via di ultimazione, risulta costituito da 6 elementi in acciaio corten sui quali sono collocate delle lastre, sempre in corten, dove sono incisi i nominativi dei combattenti, sia nativi che residenti deceduti per causa di guerra e i nominativi dei prigionieri e degli internati civili provenienti dall’impero austro ungarico.

Il primo supporto comprende i nominativi delle 17 medaglie d’argento (5,28 ogni 100 caduti), delle 12 medaglie di bronzo (3,7 ogni 100) e della croce di guerra al Valore Militare, ed una promozione per merito di guerra.

Complessivamente ai caduti della Città furono assegnate 9,32 decorazioni al Valore Militare ogni 100. Interessante notare che 4 medaglie d’argento e una di bronzo sono attribuite a 4 degli 11 caduti provenienti dalla Scuola Mineraria. Ricerche ancora in corso, assegnano ai combattenti della Città ulteriori 11 medaglie d’argento, 26 di bronzo e 15 croci di guerra al V.M.

Due totem, sempre in acciaio corten, descrivono la storia e le finalità del luogo e successivamente verrà reso disponibile un servizio di podcasting georeferenziato usufruibile con apposita applicazione gratuita. In questo modo, sia residenti che turisti potranno fruire di informazioni riguardanti la storia della Città e del luogo. Allo stesso tempo, verrà restituita alla comunità, in anche forma visiva, la memoria storica, rendendo perpetui i nomi di quei cittadini che hanno fatto omaggio delle loro giovani vite all’idea di una Patria unita, nonché saldato il debito di riconoscenza verso i prigionieri di guerra austro ungarici.

La notizia dell’inserimento dei nominativi dei prigionieri di guerra austro ungarici nel Memoriale è stata accolta favorevolmente dalla Croce Nera Austriaca che, dopo avere espresso parole di vivo apprezzamento per l’operato dell’amministrazione Comunale di Iglesias, ha deciso di donare alla Città un monumento rappresentante la Croce di Leopoldo realizzato da un artista tirolese, da inserire nel contesto del Parco, annunciando inoltre la presenza di una propria delegazione quando verrà inaugurato il memoriale.

Questo piccolo esempio, lontano dalle monumentali vestigia della Grande Guerra e dai sentimenti delle popolazioni che la guerra hanno vissuto in prima persona, risponde comunque ad uno dei quesiti posti in apertura dell’intervento: il centenario della Grande Guerra in questo Comune ha consentito alla sua comunità di riappropriarsi di un pezzo del suo passato, ogni volta che qualcuno, giovane o adulto percorrerà quel Viale non potrà ignorare quei nomi incisi nell’acciaio più durevole affinché durevole sia nel tempo, la memoria e il sacrificio di questi nostri illustri predecessori.

Naturalmente, il rinnovato aspetto esteriore del luogo da solo non può assolvere alla funzione di trasmissione della memoria storica della Grande Guerra e dei suoi caduti è necessario raccontate questi uomini, le loro origini, le loro gesta e l’estremo sacrificio. L’Istituto del Nastro Azzurro del territorio a questo compito intende dedicarsi.

 

 

 

 

 



[1]Archivio Storico Comune di Iglesias , b. 863 fsc. 10 - 12

[2] Rivista del Servizio Minerario del 1915, Ministero d’Agricoltura - Ispettorato delle Miniere  Tipografia Nazionale Berteno - Roma Via Umbria – 1917;

[3]  L’Unione Sarda, 09.11. 1921, cronaca da Iglesias.

[4] L’Unione Sarda, 09.11. 1921, cronaca da Iglesias.

[5] L’Unione Sarda, 07.11. 1922, cronaca da Iglesias.

[6] Dario Lupi, Parchi e Viali della Rimembranza. R. Bemporad e Figlio, Prato, ottobre 1923

lunedì 20 dicembre 2021

Gli Studenti scrivono. Desirèe B. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

 ARCHIVIO

Storia in Laboratorio/Milite Ignoto

Le ricerche dei soldati di Desirée B.

Il 24 agosto 1920, il generale Giulio Douhet dichiarò: “Tutto sopportò e vinse il soldato. Perciò al soldato bisogna conferire il sommo onore, quelle cui nessuno dei suoi condottieri può aspirare, neppure nei suoi più folli sogni di ambizione. Nel Pantheon deve trovare la sua degna tomba alla stessa altezza del Re e del Genio”.

Il Decreto sulla sepoltura della salma di un soldato ignoto venne approvato dal Parlamento del Regno d’Italia il 4 agosto 1921 all’unanimità e senza dibattito; come luogo della tumulazione fu scelto il Monumento a Vittorio Emanuele II, noto anche come Vittoriano. Fu stabilito che le ricerche della salma dovessero essere condotte nelle zone più avanzate dei principali campi di battaglia, in totale undici siti: San Michele, Gorizia, Monfalcone, Cadore, Pasubio, Campo Sile, Alto Isonzo, Asiago, Tonale, Monte Grappa, Montello.

Fu Gabriele D’Annunzio a dare il nome di Milite Ignoto alla salma del soldato senza nome che avrebbe celebrato gli eroismi e i sacrifici della Grande Guerra: il soldato che avrebbe rappresentato idealmente tutti coloro che non fecero ritorno a casa, coinvolgendo così tutte le famiglie italiane. Venne così istituito un Ufficio Onoranze al Soldato Ignoto e venne poi nominata una Commissione che dal 3 al 24 ottobre si dedicò alla ricerca di undici salme di soldati provenienti dai campi di battaglia. Quindi le ricerche iniziarono ufficialmente il 3 ottobre 1921.

La Commissione decise di esaminare una salma nei pressi di Rovereto, ma non venne rinvenuta nessuna salma sepolta, e allora se ne esumò una tra quelle di ignoti in un vicino cimitero di guerra.

La ricerca della seconda salma si svolse nei pressi del Massiccio del Pasubio, ma come per la prima non ci furono risultati, e allora si esumò un altro cimitero di guerra. Per trovare la terza salma, la Commissione decise di spostarsi sull’Altopiano di Asiago, sul Monte Ortigara, dove per la prima volta venne trovato un caduto insepolto ma nascosto; probabilmente perché il corpo, non potendo essere seppellito per bene, venne solo nascosto/coperto per evitare che venisse straziato dagli animali.

La quarta salma venne rinvenuta sotto ad una croce e non aveva alcun elemento che favorisse la sua identificazione. Le quattro salme ritrovate fino a quel momento vennero lasciate a Bassano, mentre la Commissione partì per Conegliano e, facendo una sosta sul Montello, cercò la quinta salma che trovarono, però, in un vicino cimitero di guerra. Inoltre, tra le intenzioni della Commissione c’era quella di recuperare la salma di un caduto della Regia Marina, ma l’unica possibilità era quella di riesumare la salma di un marinaio, e cercarono dunque sui campi di battaglia dove i marinai combatterono a terra come fanti. La Commissione si trasferì poi a Cortina d’Ampezzo. Dai racconti emerge che le ricerche furono svolte sulle Tofane e sul Passo Falzaredo, ma non venne trovata alcuna salma, e anche il corpo del settimo soldato venne esumato da un cimitero di guerra. Il 20 ottobre la Commissione si recò sul Monte Rombon, e anche lì venne ritrovata una croce di legno ormai marcita, che aiutò a trovare l’ottava salma. La nona venne invece rinvenuta sul Monte San Michele, vicino alla scavo di una trincea, al disotto di una croce. Furono poi le ricerche a Castegnevizza del Carso, dove venne trovato un palo di legno avvolto con del filo spinato, che fecero pensare ad una trincea, dove venne trovato il decimo corpo. Le ricerche per l’undicesima salma si concentrarono in un tratto di fronte tra Castagnevizza e il mare. Anche là venne ritrovata una croce e così anche l’ultima salma fece il suo ingresso a Gorizia. Nella chiesa di Sant’Ignazio, proprio a Gorizia, vennero celebrati gli undici soldati e tutti i caduti della guerra in una solenne marcia funebre, come eseguita per la prima volta in occasione dei funerali di re Umberto I.

Ritengo che l’omaggio alla Nazione con la scelta simbolica di un soldato anonimo sia un meraviglioso gesto di umanità e solidarietà: è come se il Milite Ignoto possa essere il figlio, il marito, il padre dell’intera Nazione, e per quanto sia triste il fatto che non tutti abbiano potuto seppellire i propri cari, l’idea di averlo fatto simbolicamente può aver alleggerito gli animi, e aver dato un po’ di speranza ad ogni madre, moglie e figlia, che i soldati seppelliti fossero proprio i loro uomini.

domenica 19 dicembre 2021

La congiura delle polveri o dei gesuiti

 DIBATTTI

  Materiali per lo studio del terrorismo di stato



Congiura delle polveri o Congiura dei gesuiti)

 

Stato: Inghilterra

Data: 5 Novembre 1605

Motivazione: Abbattimento della monarchia cattolica Stuart

Tipo: Attacco dinamitardo

Obiettivi: Giacomo I d’Inghilterra, Membri della Camera dei Lord

Partecipanti: Robert Catesby, Thomas Percy, Guy Fawkes, altri

 

La Congiura delle Polveri fu un complotto allo scopo di uccidere Giacomo I re di Inghilterra, suo figlio Enrico principe di Galles e i lord riuniti in occasione dell’apertura della 2a sessione del suo primo parlamento.Fu chiamata anche congiura dei gesuiti, infatti il complotto fu progettato da un gruppo di cattolici inglesi a danno del re protestante Guglielmo I. I suddetti cattolici, delusi nella loro speranza di veder mitigare le leggi penali contro i propri correligionari (che si rifiutavano di assistere ai servizi divini anglicani) e di fronte al proclama con cui si bandivano i preti, organizzarono un complotto.Dopo gli accordi presi segretamente nel maggio 1604, i congiurati si sparsero per alcuni nel paese, ma il rinvio della convocazione del parlamento e la difficoltà di mantenere il segreto li tradirono. Fu necessario coinvolgere, infatti, alcuni tra i più facoltosi cattolici dato che il piano prevedeva: dopo il complotto, una insurrezione generale allo scopo di sottomettere il paese. Si voleva così: uccidere nel complotto il re Giacomo I e i suoi due figli; rapire Elisabetta, terza figlia, e attraverso una insurrezione generale farla succedere al trono dopo la morte dei congiunti.I congiurati furono così 13.

Fu riempita di polvere da sparo una cantina immediatamente sotto all’aula del parlamento. Alcuni dei nuovi ricchi congiurati però, tramite lettere anonime spedite a parenti e amici parlamentari allo scopo di metterli in guardia, fecero fallire il tutto.

Il re prese visione di tali lettere, fece ispezionare la cantina e la congiura venne così sventata.