APPROFONDIMENTI
Il Regio Esercito all'inizio del 1944
SOLO 14.000 COMBATTENTI
Il Regio Esercito
in quel febbraio del 1944 non doveva eccedere la forza di 390.000 uomini; per
l’immediato si davano i seguenti ordini:
-
Approntare una
divisione per l’invio in linea;
-
Approntare due
divisioni, una in Puglia ed una in Calabria per il successivo, eventuale
impiego in combattimento;
-
Le divisioni
italiane in Sardegna e nel continente, in relazione ai compiti della difesa di
Napoli e della sicurezza interna a nord del territorio a nord della linea
Napoli-Foggia erano a disposizione totale del generale Alexander, comandante
del XV Gruppo di Armate;
-
Mettere a
disposizione degli Alleati 45.000 uomini entro febbraio/marzo 1944;
-
Mettere a
disposizione degli Alleati alti 60.000 uomini dopo marzo 1944:
-
La divisione
“Sabaudia” doveva continuare ad assicurare la sicurezza del territorio in
Sicilia
-
Erano assicurati
i mezzi navali per il trasferimento di uomini dalla Sardegna al continente
nella misura di 10.000 unità al mese con precedenza assoluta ai reparti di
lavoratori, anche rispetto ai reparti della Divisione “Nembo”.
Il documento è
una valida testimonianza del rapporto esistente tra gli Alleati e le Forze
Armate Italiane. Praticamente tutto dipendeva dalle disposizioni degli generali
alleati[1]
della Commissione Militare di Controllo e dalle sue sottocommissioni. Il lavoro
dei responsabili italiani, ai vari livelli di responsabilità, ovvero il
Ministro della Guerra, gen. Orlando, il Capo del Comando Supremo, generale
Messe, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Berardi e di tutti gli altri
generali ed ammiragli, consisteva nel contrastare le disposizioni alleate e
cercare di strappare ulteriori concessioni nel superiore interesse italiano,
che era quello di esistere con unità combattente e di limitare al massimo
l’impiego come unità logistiche ed ausiliare.
Ai primi di
marzo, dopo varie riunioni ai vari livelli, si arrivò a stilare cinque
documenti in cui si stabilirono i vari contingenti delle forze italiane anche
in relazione alla loro dipendenza; gli organici consentiti per la
organizzazione centrale[2],
per i Distretti, Depositi e Campi di addestramento e transito, definiti nel
loro insieme Unità statiche; per i servizi logistici della nostre Unità ed
infine quelli per i Reali Carabinieri e per il Corpo della Reale Guardia di
Finanza.
Nella sostanza a
metà marzo 1944 si aveva questo organigramma per l’Esercito:
- Unità
combattente:
. Divisioni da combattimento 12.000 uomini
. Complementi, 2000 uomini
. Base ferroviaria avanzata, 100 uomini (forza
approssimativa)
Per un totale di 14100 uomini
- Unità
dipendenti dallo Stato Maggiore Regio Esercito
a) nel territorio continentale:
. Comando LI Corpo d’Armata, 300 uomini
.. Divisione “Mantova”, 10.000 uomini
.. Divisione “Piceno”, 10.000 uomini
. Comando di un Corpo d’Arma (non
definito), 300 uomini
.. una divisione, 10.000 uomini
.. una divisione, 10.000 uomini
.. una divisione, 10.000 uomini
. Difesa contraerea della Calabria, 500
uomini
per un totale di 51.000 uomini
b) in Sicilia:
. un Comandi di Corpo d’Armata, 300
uomini
. Divisione “Sabaudia”, 10.000 uomini
. una divisione (da trasferire dalla
Sardegna), 10.000 uomini
per un totale di 20.300 uomini
c) in Sardegna:
. un Comando di Corpo d’Armata, 300
uomini
. una divisione, 10.000 uomini
. una divisione, 10.000 uomini
. una divisione, 10.000 uomini
. difesa contraerea, 2.000 uomini
Per un totale di 32300 uomini
-
Unità dipendenti
dal Comando del XV Gruppo di Armate alleate
a) già impiegate,
81.800 uomini
b) da impiegare, 100.000
uomini
c) controllo
traffico, 2.700 uomini
per un totale di
185.000 uomini
-
Personale di
unità miste,
. 7° Reggimento artiglieria da
Montagna
. 50° Reparto salmerie CSDIC,
per un totale di 1000 uomini
-
Amministrazione
. Organizzazione centrale, 4.470
uomini
. unità statiche, 15.000 uomini
. servizi, 23.400 uomini
Per un totale di 82.870 uomini
-
Reali Carabinieri
e Reale Corpo della Guardia di Finanza
Per un totale di
30.000 uomini
Il totale dei
contingenti che sono indicati nei documenti della Commissione Alleata di
Controllo assommavano a 377.070 uomini. Il dato più importate resta quello
delle unità di combattimento, il cui numero non superava i 14.100 uomini
ovvero, ovvero a stento rappresentavano solo il 5% del Regio Esercito.
[1]
In sostanza il brigadiere generale Mason- MacFarlane, presidente della
Commissione Militare di Controllo e il gen. Duchesne. Questi due generali
britannici erano i reali depositari del potere in merito alle Forze Armate
Italiane.
[2]
Comando Supremo, Ministero della Guerra, Stato Maggiore dell’Esercito,
Aeronautica e Marina, Guardia reale, I Gruppo Guide, Accademia Militare.
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