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giovedì 24 settembre 2020

La Guerra di Liberazione e la consistenza del Regio Esercito. Inizio 1944

 APPROFONDIMENTI

Il Regio Esercito all'inizio del 1944 

SOLO 14.000 COMBATTENTI

Il Regio Esercito in quel febbraio del 1944 non doveva eccedere la forza di 390.000 uomini; per l’immediato si davano i seguenti ordini:

-        Approntare una divisione per l’invio in linea;

-        Approntare due divisioni, una in Puglia ed una in Calabria per il successivo, eventuale impiego in combattimento;

-        Le divisioni italiane in Sardegna e nel continente, in relazione ai compiti della difesa di Napoli e della sicurezza interna a nord del territorio a nord della linea Napoli-Foggia erano a disposizione totale del generale Alexander, comandante del XV Gruppo di Armate;

-        Mettere a disposizione degli Alleati 45.000 uomini entro febbraio/marzo 1944;

-        Mettere a disposizione degli Alleati alti 60.000 uomini dopo marzo 1944:

-        La divisione “Sabaudia” doveva continuare ad assicurare la sicurezza del territorio in Sicilia

-        Erano assicurati i mezzi navali per il trasferimento di uomini dalla Sardegna al continente nella misura di 10.000 unità al mese con precedenza assoluta ai reparti di lavoratori, anche rispetto ai reparti della Divisione “Nembo”.

Il documento è una valida testimonianza del rapporto esistente tra gli Alleati e le Forze Armate Italiane. Praticamente tutto dipendeva dalle disposizioni degli generali alleati[1] della Commissione Militare di Controllo e dalle sue sottocommissioni. Il lavoro dei responsabili italiani, ai vari livelli di responsabilità, ovvero il Ministro della Guerra, gen. Orlando, il Capo del Comando Supremo, generale Messe, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Berardi e di tutti gli altri generali ed ammiragli, consisteva nel contrastare le disposizioni alleate e cercare di strappare ulteriori concessioni nel superiore interesse italiano, che era quello di esistere con unità combattente e di limitare al massimo l’impiego come unità logistiche ed ausiliare.

Ai primi di marzo, dopo varie riunioni ai vari livelli, si arrivò a stilare cinque documenti in cui si stabilirono i vari contingenti delle forze italiane anche in relazione alla loro dipendenza; gli organici consentiti per la organizzazione centrale[2], per i Distretti, Depositi e Campi di addestramento e transito, definiti nel loro insieme Unità statiche; per i servizi logistici della nostre Unità ed infine quelli per i Reali Carabinieri e per il Corpo della Reale Guardia di Finanza.

Nella sostanza a metà marzo 1944 si aveva questo organigramma per l’Esercito:

- Unità combattente:

  . Divisioni da combattimento 12.000 uomini

  . Complementi, 2000 uomini

  . Base ferroviaria avanzata, 100 uomini (forza approssimativa)

    Per un totale di 14100 uomini

- Unità dipendenti dallo Stato Maggiore Regio Esercito

   a) nel territorio continentale:

       . Comando LI Corpo d’Armata, 300 uomini

       .. Divisione “Mantova”, 10.000 uomini

       .. Divisione “Piceno”, 10.000 uomini

       . Comando di un Corpo d’Arma (non definito), 300 uomini

       .. una divisione, 10.000 uomini

       .. una divisione, 10.000 uomini

       .. una divisione, 10.000 uomini

       . Difesa contraerea della Calabria, 500 uomini

         per un totale di 51.000 uomini

   b) in Sicilia:

        . un Comandi di Corpo d’Armata, 300 uomini

        . Divisione “Sabaudia”, 10.000 uomini

        . una divisione (da trasferire dalla Sardegna), 10.000 uomini

          per un totale di 20.300 uomini

   c) in Sardegna:

         . un Comando di Corpo d’Armata, 300 uomini

         . una divisione, 10.000 uomini

         . una divisione, 10.000 uomini

         . una divisione, 10.000 uomini

         . difesa contraerea, 2.000 uomini

         Per un totale di 32300 uomini     

-        Unità dipendenti dal Comando del XV Gruppo di Armate alleate

          a) già impiegate, 81.800 uomini

          b) da impiegare, 100.000 uomini

          c) controllo traffico, 2.700 uomini

          per un totale di 185.000 uomini

-        Personale di unità miste,

. 7° Reggimento artiglieria da Montagna

              . 50° Reparto salmerie CSDIC,

per un totale di 1000 uomini

-        Amministrazione

. Organizzazione centrale, 4.470 uomini

. unità statiche, 15.000 uomini

. servizi, 23.400 uomini

        Per un totale di 82.870 uomini

-        Reali Carabinieri e Reale Corpo della Guardia di Finanza

Per un totale di 30.000 uomini

 

Il totale dei contingenti che sono indicati nei documenti della Commissione Alleata di Controllo assommavano a 377.070 uomini. Il dato più importate resta quello delle unità di combattimento, il cui numero non superava i 14.100 uomini ovvero, ovvero a stento rappresentavano solo il 5% del Regio Esercito.

 (massimo coltrinari)

[1] In sostanza il brigadiere generale Mason- MacFarlane, presidente della Commissione Militare di Controllo e il gen. Duchesne. Questi due generali britannici erano i reali depositari del potere in merito alle Forze Armate Italiane.

[2] Comando Supremo, Ministero della Guerra, Stato Maggiore dell’Esercito, Aeronautica e Marina, Guardia reale, I Gruppo Guide, Accademia Militare.


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