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mercoledì 2 settembre 2020

Grande Guerra. la Memoria. 1

ARCHIVIO
Progetto 2017/2
Raccolta dpocumenti


 

Cimiteri e Memoria

Friuli Venezia Giulia

di Alessia Biasiolo

 

Ossario-tempio di Timau, Paluzza (Udine)

L’ossario, inaugurato nel 1939,  raccoglie le spoglie di 1763 caduti, compresi 298 ignoti italiani e 65 ignoti austro-ungarici, riuniti in loco da cimiteri di guerra sparsi nella zona carnica, su iniziativa di don Titta Bulfon che volle per loro un luogo onorevole di sepoltura, utilizzando un antico santuario. Trova sepoltura nel Tempio anche la portatrice carnica Maria Plozner Mentil.


Cimitero degli Eroi di Valbruna, Malborghetto (Udine)
“Heldenfriedhof” in tedesco, il “Cimitero degli Eroi” venne costruito a gradoni in prossimità della seconda linea difensiva all’imbocco della Val Saisera sin dal 1916, per raccogliere i resti di soldati austro-ungarici caduti tra le cime delle Alpi Giulie. I comandi militari asburgici decisero di spostare in un unico cimitero le salme seppellite in vari piccoli cimiteri di guerra, tra cui i soldati che riuscirono a respingere l’attacco italiano al Piccolo Miezegnot nel luglio 1916, oltre a prigionieri russi che lavoravano nelle retrovie. La cappella di legno del cimitero venne costruita dalla 59esima Brigata di Montagna.

Tempio Ossario di S. Nicolò, Udine
Maestoso edificio sormontato da una cupola di 62 metri, completato nel 1940, raccoglie le salme di 21.874 (dei quali 16.214 noti e 5.660 ignoti) caduti della Grande Guerra provenienti dai cimiteri di guerra creati tra l’Isonzo e il Tagliamento, oltre a 344 caduti della seconda guerra mondiale. Eleganti colonne di marmo dividono il Tempio in tre navate con vani per i caduti, così come la cripta che comprende anche due grandi tombe collettive per gli ignoti, ricordati con la frase “Et nomen una cum sanguine pro Patria dedimus”, “Col sangue anche il nome dedicammo alla Patria”.

Cimitero militare britannico, Udine
Il camposanto sorge nel comune di Tavagnacco, sulla piana di Adegliacco, nella prima periferia di Udine, per volere della “Commonwealth War Graves Commission”. Vi riposano 415 militari del Commonwealth (precisamente provenienti da Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica), di cui 14 ignoti caduti durante il secondo conflitto mondiale. Lapidi uguali in marmo bianco recano i dati dei caduti e l’appartenenza al reparto.

Cimitero di guerra austro-ungarico, Palmanova (Udine)
Vi riposano i resti di 19.259 soldati provenienti soprattutto dalla zona di Gorizia, ricordati da lapidi uguali accanto a due fosse comuni per gli ignoti.

Cimitero militare di Aquileia (Udine)
Situato dietro al campanile della basilica cittadina, custodisce le spoglie dei primi 214 caduti italiani della prima guerra mondiale. Il camposanto è datato quindi 1915, caratterizzato da tombe individuali riconoscibili da croci in ferro e bronzo recanti il nome del milite e la fotografia, quando possibile. Tra le croci, l’arca in pietra tomba della Medaglia d’Oro al Valor Militare Giovanni Randaccio, maggiore del 77esimo fanteria, caduto a Fonti del Timavo nel 1917. Il cimitero venne rispettato dai nemici quando presero possesso dell’area, tuttavia ne scalpellarono la frase di Gabriele D’Annunzio, che il poeta aveva scritto dopo una visita al luogo sacro e che venne scolpita campeggiando sul cimitero dalla parete della basilica. Fu la prima sistemazione messa in atto una volta riconquistato il territorio patrio da parte degli italiani. Il cimitero racchiude in un sarcofago di pietra le salme dei dieci ignoti rimasti ad Aquileia dopo la scelta del Milite Ignoto da inviare a Roma, per seppellirlo nell’Altare della Patria. La scelta venne compiuta da Maria Bergamas, simbolo delle madri italiane che avevano perso i figli per la patria. La signora, morta a Trieste nel 1953, venne sepolta nel camposanto con l’epigrafe “Maria Bergamas per tutte le madri d’Italia”.

continua. il post sarà pubblicato in data 10 settembre 2020

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