ARCHIVIO
Progetto 2017/2
Raccolta dpocumenti
Cimiteri e Memoria
Friuli Venezia Giulia
di Alessia Biasiolo
Ossario-tempio di
Timau, Paluzza (Udine)
L’ossario, inaugurato nel 1939, raccoglie le spoglie di 1763 caduti, compresi
298 ignoti italiani e 65 ignoti austro-ungarici, riuniti in loco da cimiteri di
guerra sparsi nella zona carnica, su iniziativa di don Titta Bulfon che volle
per loro un luogo onorevole di sepoltura, utilizzando un antico santuario.
Trova sepoltura nel Tempio anche la portatrice carnica Maria Plozner Mentil.
Cimitero degli Eroi di Valbruna, Malborghetto (Udine)
“Heldenfriedhof” in tedesco, il “Cimitero
degli Eroi” venne costruito a gradoni in prossimità della seconda linea
difensiva all’imbocco della Val Saisera sin dal 1916, per raccogliere i resti
di soldati austro-ungarici caduti tra le cime delle Alpi Giulie. I comandi
militari asburgici decisero di spostare in un unico cimitero le salme
seppellite in vari piccoli cimiteri di guerra, tra cui i soldati che riuscirono
a respingere l’attacco italiano al Piccolo Miezegnot nel luglio 1916, oltre a
prigionieri russi che lavoravano nelle retrovie. La cappella di legno del
cimitero venne costruita dalla 59esima Brigata di Montagna.
Tempio Ossario di S. Nicolò, Udine
Maestoso edificio sormontato da una cupola di
62 metri, completato nel 1940, raccoglie le salme di 21.874 (dei quali 16.214
noti e 5.660 ignoti) caduti della Grande Guerra provenienti dai cimiteri di
guerra creati tra l’Isonzo e il Tagliamento, oltre a 344 caduti della seconda
guerra mondiale. Eleganti colonne di marmo dividono il Tempio in tre navate con
vani per i caduti, così come la cripta che comprende anche due grandi tombe
collettive per gli ignoti, ricordati con la frase “Et nomen una cum sanguine pro
Patria dedimus”, “Col sangue anche il nome dedicammo alla Patria”.
Cimitero
militare britannico, Udine
Il camposanto sorge nel comune di Tavagnacco, sulla
piana di Adegliacco, nella prima periferia di Udine, per volere della “Commonwealth
War Graves Commission”. Vi riposano 415 militari del Commonwealth (precisamente
provenienti da Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica), di cui 14
ignoti caduti durante il secondo conflitto mondiale. Lapidi uguali in marmo
bianco recano i dati dei caduti e l’appartenenza al reparto.
Cimitero di guerra austro-ungarico, Palmanova (Udine)
Vi riposano i resti di 19.259 soldati
provenienti soprattutto dalla zona di Gorizia, ricordati da lapidi uguali
accanto a due fosse comuni per gli ignoti.
Cimitero militare di Aquileia (Udine)
Situato dietro al campanile della basilica
cittadina, custodisce le spoglie dei primi 214 caduti italiani della prima
guerra mondiale. Il camposanto è datato quindi 1915, caratterizzato da tombe
individuali riconoscibili da croci in ferro e bronzo recanti il nome del milite
e la fotografia, quando possibile. Tra le croci, l’arca in pietra tomba della
Medaglia d’Oro al Valor Militare Giovanni Randaccio, maggiore del 77esimo
fanteria, caduto a Fonti del Timavo nel 1917. Il cimitero venne rispettato dai
nemici quando presero possesso dell’area, tuttavia ne scalpellarono la frase di
Gabriele D’Annunzio, che il poeta aveva scritto dopo una visita al luogo sacro
e che venne scolpita campeggiando sul cimitero dalla parete della basilica. Fu
la prima sistemazione messa in atto una volta riconquistato il territorio
patrio da parte degli italiani. Il cimitero racchiude in un sarcofago di pietra
le salme dei dieci ignoti rimasti ad Aquileia dopo la scelta del Milite Ignoto
da inviare a Roma, per seppellirlo nell’Altare della Patria. La scelta venne
compiuta da Maria Bergamas, simbolo delle madri italiane che avevano perso i
figli per la patria. La signora, morta a Trieste nel 1953, venne sepolta nel
camposanto con l’epigrafe “Maria Bergamas per tutte le madri d’Italia”.
continua. il post sarà pubblicato in data 10 settembre 2020
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