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sabato 1 marzo 2025

La Brigata Sassari nella sua data anniversaria. 1 Marzo 1915 - 1 marzo 2025

 APPROFONDIMENTI

AD MULTOS ANNOS BRIGATA SASSARI!

1° marzo 1915 – 1° marzo 2025

110 anni di Valore Militare al servizio dell’Italia

Giorgio Madeddu


( La Bibliografia sarà pubblicata il 2 marzo 2025)

Il primo marzo 1915 si formavano a Sinnai (CA) e Tempio Pausania (SS) il 151° Reggimento e il 152° Reggimento, costituenti la brigata di nuova formazione SASSARI.

La nuova Brigata, cosiddetta di Milizia Mobile, era costituita da un Comando Brigata e due reggimenti alimentati da uomini provenienti dai depositi del 45° e 46° Brigata Reggio, nonché da richiamati e nuovi reclutati provenienti dai Distretti Militari di Cagliari, Sassari, Genova, Pinerolo, Venezia, Avellino, Roma e Messina.

Lasciata l’Isola, la Brigata si raduna il 31 maggio a Calcinato, ordinata su due reggimenti da tre battaglioni ciascuno, la Brigata è incardinata nella 25a Divisione del Ten. Gen. Luigi Cappello.

Nel mese di luglio, subentra al comando della Brigata il Magg. Gen. Gabriele Berardi, la Brigata è assegnata alla 22a Divisione, ed è chiamata in linea il 25, registrando, il 26, il primo successo occupando la prima linea nemica presso Bosco Cappuccio (Monte San Michele), il 4 agosto conquista il cosiddetto “Trincerone”.

Il 25 luglio è anche il giorno della prima medaglia individuale al Valore Militare, conferita al Capitano Gavino Luigi Serra, comandante della 1a Compagnia del I/152°.

Dopo un breve periodo di riposo, in realtà di duro addestramento, nei primi giorni di novembre, la Brigata rientra in linea nel settore di Castelnuovo, l’11 novembre alla Sassari è affidato il compito di conquistare la “trincea delle Frasche” e la “trincea dei Razzi”, posizioni contese sin dai primi giorni della guerra, oggetto di infruttuosi attacchi e numerose perdite, tra queste Filippo Corridoni caduto il 23 ottobre insignito, alla memoria, di medaglia d’argento al Valore Militare.

Dopo i bersaglieri ed altri reggimenti di fanteria, arriva quindi il turno della Brigata Sassari.

Le posizioni appaiono imprendibili, difese da imponenti trinceramenti e reticolati. Dopo i primi sfortunati assalti dell’11 e del 12, nella sera del 13 è presa e mantenuta la “trincea delle Frasche”, all’alba del 14 è tentata una azione a sorpresa che si conclude con la conquista della “trincea dei Razzi”. La nuova posizione è tenuta ed assicurata alle linee italiane.

L’azione riscuote grandi apprezzamenti, per la prima volta il Comando Supremo, infrangendo la tradizionale regola del non nominare le singole unità operative, nel Bollettino di Guerra n. 173 del 15 novembre 1915, citava il nome di una unità combattente. La stampa riprendeva e rilanciava l’importante successo della Sassari.

“…Gl’intrepidi Sardi della Brigata Sassari resistettero però saldamente sulle posizioni conquistate e con ammirevole slancio espugnarono altro vicino importante trinceramento detto dei Razzi. Fecero 278 prigionieri dei quali 11 ufficiali.”

Per la conquista della “trincea dei Razzi” sarà conferito al Magg. Francesco Dessì l’Ordine Militare di Savoia, mentre, Alfredo Graziani in Fanterie Sarde, ascrive a questi fatti il periodo in cui, “il nemico terrificato tributa alla Sassari il più ambito riconoscimento al valore” onorandola con un nomignolo che passerà alla storia, “Die roten Teufels” – I Diavoli Rossi.

La conquista delle trincee “delle Frasche” e “dei Razzi” rimane nella memoria collettiva della Grande Guerra. Il 4 novembre 1961, lo sceneggiato “La Trincea”, diretto da Vittorio Cottafavi, dedicato alla conquista della “trincea dei Razzi”, inaugura le trasmissioni del secondo canale della RAI (l’odierno RAI 2). Il film “La Trincea” è reperibile gratuitamente in rete.

Il 15 maggio 1916, inizia l’offensiva austriaca nel Trentino, offensiva, comunemente nota come “strafexpedition”, (spedizione punitiva), appositamente studiata dagli austriaci per travolgere le linee italiane e consentite alle truppe austro ungariche l’ingresso nella pianura, isolando al contempo, le truppe italiane impegnate nella fronte dell’Isonzo.

L’azione nemica registra l’avanzata della IIa Armata Austriaca in Vallarsa e nel Bacino Posina – Astico e della IIIa Armata Austriaca fino ad Asiago e a Borgo in Val Sugana.

La Brigata Sassari è trasferita in Trentino e, a seguito dello sfondamento di alcuni tratti della linea M. Fior – M. Castelgomberto, avvenuto tra il 7 e l’8 giugno con conseguente arretramento delle linee italiane, la Brigata è posizionata sulla linea M. Miela - M. Spil. Il 16 hanno inizio le operazioni di rigetto del nemico che si ritirerà dall’Altipiano di Asiago e dal Sud Tirolo.

Per “le prove di audacia e di eroica fermezza” mostrate nei combattimenti dal luglio 1915 nel Carso sino al maggio 1916 nell’Altipiano dei Sette Comuni, le bandiere dei due reggimenti saranno decorate della prima medaglia d’oro al Valore Militare.

Nei primi sette mesi del 1917 la Brigata è ancora nell’Altipiano di Asiago, a metà agosto è di nuovo in linea nell’Altopiano della Bainsizza. I fanti della Sassari, restii a scavare trincee, più di una volta sconcertarono i diversi comandati di Divisione o di Corpo d’Armata in visita alle postazioni. In compenso il Gen. Ferrero ebbe a sostenere: “Questi sardi non sanno fare trincee ma io, quando sono in linea, mi sento assolutamente sicuro.”

Arriva la seconda citazione nel Bollettino di Guerra n. 845 del 16 settembre:

Ieri, sull’Altopiano della Bainsizza, la valorosa Brigata Sassari (151° - 152°) con magnifico impeto guadagnò terreno verso l’orlo sud orientale e catturò 17 ufficiali, oltre 400 uomini di truppa ed alcune mitragliatrici”

Sono i giorni di Caporetto, anche la Sassari ripiega. Passato il Tagliamento è assegnata al Corpo d’Armata Speciale per proteggere l’ulteriore ripiegamento al Piave. È il 9 novembre, l’ultimo dei battaglioni, il II/152°, al comando del Capitano Giuseppe Musinu, si attarda e non arriva nei tempi attesi, ai ponti del Piave, già caricati di esplosivo, pronti per saltare. Il battaglione è in ritardo, Generali e alti ufficiali sono in frenetica attesa, i genieri aspettano l’ordine per far saltare l’ultimo ponte, quello della Priula. Finalmente in lontananza si scorge una colonna oggetto di intenso fuoco nemico. In vista del ponte, il battaglione si ferma, è ordinato per quattro, e con “sotto gola abbassato, bilanciarm, passo cadenzato, elastico”, lo attraversa, sfilando con il suo comandante in testa. Arrivato all’altezza del gruppo di generali, il comandante ordina: “Attenti a destra!” e il battaglione rende gli onori.

Il comandante del Corpo d’Armata Speciale di retroguardia, Ten. Gen. Di Giorgio indicherà la Brigata all’ammirazione dell’Esercito e della Nazione per il suo eroico comportamento durante la ritirata.

Il 10 di dicembre la Brigata è nuovamente sull’Altipiano di Asiago, il 28 inizia la battaglia per la conquista della linea Col del Rosso – Col d’Echele – Monte Val Bella; tra alterne fortune e gravissime perdite, tra esse il Col. Aprosio, comandante del 151° che cadeva eroicamente in testa ai suoi fanti, i combattimenti si protrassero sino alla sera del 30 gennaio quando tutti gli obbiettivi previsti furono conquistati.

Il Bollettino di Guerra n. 981 del 30 gennaio, per la terza volta, cita la Brigata Sassari:

“… Durante le azioni del 28 e 29 l’eroica brigata Sassari (151° - 152°) ed in particolar modo il 151° reggimento fanteria riconfermò il valore della sua gente e la gloria delle sue Bandiere;…”

Armando Diaz, a Vicenza il 7 febbraio 1918, nel discorso rivolta alla Sassari, nel commentare la prima vittoria italiana dopo Caporetto esclamò: “Voi non sapete, e forse non saprete mai, quanto avete fatto per l’Italia.”

Lasciato l’Altipiano di Asiago a febbraio, la Brigata viene dislocata nelle vicinanze di Padova, dove dal mese di giugno è impiegata, su ampio territorio e con alterne fortune, per contrastare l’avanzata austriaca.

Vittorio Emanuele Orlando, Presidente del Consiglio dei ministri, nella Seduta della Camera dei Deputati del 16 giugno 1918, ebbe a dichiarare: “Quando io vidi quei soldati della brigata Sassari e ne riassunsi la magnifica epopea questa guerra, ebbi l'istinto di inginocchiarmi davanti a loro. L 'Italia ha contratto un grande debito di gratitudine verso la nobile isola; questo dovrà assolvere e lo assolverà.”

Arriva la quarta citazione nel Bollettino di Guerra n. 1123 del 21 giugno 1918:

Nella zona ad occidente di S. Donà l’avversario tentò una forte azione contro Losson. Arrestato una prima volta dal nostro fuoco rinnovò invano per ben 4 volte l’attacco finché esausto dalle perdite eccezionalmente gravi subite dové cedere di fronte all’incrollabile valore dei sardi della Brigata Sassari (151° - 152°);”

Il 28 ottobre, iniziata la controffensiva italiana, la Brigata attraversa il Piave e inizia l’avanzata travolgendo la resistenza opposta dal nemico. Alla mezzanotte del 29 ottobre entra vittoriosa a Conegliano, proseguendo l’avanzata, il 2 novembre entra ad Aviano, il giorno successivo è al Tagliamento quando giunge la notizia dell’armistizio.

Per le azioni del 28 – 31 gennaio 1918 e quelle del giugno e ottobre - novembre 1918, le bandiere dei due reggimenti sono decorate, per la seconda volta, della medaglia d’oro al Valore Militare.

Nel 1919, motu proprio del Re, in riconoscimento delle speciali benemerenze ottenute in guerra, alle fanfare dei due reggimenti saranno conferite le drappelle con stemma della Sardegna e Scudo Sabaudo.

L’apice dei riconoscimenti alla Brigata è raggiunto nel 1920 con il conferimento alle Bandiere del 151° e del 152° dell’Ordine Militare di Savoia:

Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea e nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia. (1915 - 1918)

Narrati sommariamente i fatti salienti di 3 anni di guerra, il pensiero è rivolto ai protagonisti di quegli eventi, alle giovani vite stroncate, al dolore degli invalidi e dei famigliari dei caduti, al coraggio senza limiti profuso nelle innumerevoli gesta di eroismo.

Quasi 4.000 morti e dispersi tra ufficiali e truppa; 2 comandanti di Brigata e 1 di reggimento caduti sul campo.

Quasi 10.000 feriti, non è dato a sapere quanti di essi siano deceduti dopo la fine del conflitto.

Oltre alle 4 medaglie d’oro al Valore Militare conferite collettivamente ai due reggimenti, furono conferiti a titolo individuale: 6 Ordini Miliari di Savoia, 9 medaglie d’oro di cui 8 alla memoria, 286 medaglie d’argento, 417 medaglie di bronzo e un numero ancora oggi indefinito di Croci al Valore Militare.

Il “mito” della Brigata e le medaglie d’oro al Valore Militare conferite alle Bandiere dei due reggimenti, salvano la Brigata dallo scioglimento consentendole di entrare a far parte dell’Esercito vittorioso del dopo guerra.

Il mito e la leggenda non nascono da un fatto specifico, ma crescono e si sviluppano di giorno in giorno, alimentati dal dolore per i tanti caduti, dal valore e determinazione dei combattenti, dalla stima e riconoscenza della nazione.

I successi della Sassari, anche rispetto ad altri reggimenti “sardi” non hanno ancora avuto una chiara e univoca interpretazione, qualcosa però la lascia intuire Sardus Fontana, quando spiega le ragioni della sua destinazione alla Sassari, “Venni in seguito a sapere che la mia destinazione era stata determinata dal fatto che non avevo raggiunto la qualifica di ottimo, durate il servizio di prima nomina, quale Sottotenente di complemento. L’aver avuto alcuni giorni d’arresti per inevitabili manchevolezze di servizio, mi indicavano allora al Comandante del detto Reggimento immeritevole.” Il Reggimento a cui fa riferimento Sardus Fontana è il 45° della Brigata Reggio di stazza a Sassari il cui Deposito fu il primo nucleo del nuovo 152°. Sardus Fontana, autore di Battesimo di Fuoco, (Iglesias 1934), fu decorato di medaglia di bronzo al V.M.

Dal 1920 la Brigata è stanziata stabilmente a Trieste dove vi permarrà sino al 1975, anno dello scioglimento. Il 28 dicembre 1975 il Gen. Giuseppe Musinu, alle domande di un giornalista rispose: “Questa di oggi è per me una giornata di lutto. Ho percorso in questi giorni ed in queste notti insonni i momenti più cari alla mia memoria.”. Il pluridecorato Gen. Musino, moriva nel 1992 a 101 anni, ma ebbe la gioia di rivedere ricostituita la sua Brigata nell‘1988.

Gli anni che vanno dal 1920 al 1943 vedono la Brigata, diversamente ridenominata e ordinata, partecipare alle attività belliche del periodo, sino alla difesa di Roma dai tedeschi nei giorni dell’Armistizio.

Il periodo 1920 - 1943, a parere di scrive, dovrebbe essere approfondito, storicamente indagato e scientificamente studiato, così come gli anni del secondo dopo guerra sino allo scioglimento del 1975.

Dalla ricostituzione, la Brigata superando l’ordinamento in Comando Brigata e due reggimenti, è divenuta negli anni una grande unità della Forza Armata italiana.

I suoi uomini, raccogliendo e vivificando l’eredità storica dei Sassarini, mai hanno avuto a sfigurare nelle diverse missioni a cui sono stati destinati dentro e fuori dai confini nazionali, da ultimo, la dura prova, sostenuta e brillantemente superata, nel Libano.

I colori delle mostrine, l’inno e il distintivo completano l’identità della Brigata Sassari.

Piace ricordare, in questa occasione, che la Brigata sino al 1968, non aveva un simbolo/distintivo ufficiale, ma solo lo scudetto da braccio e lo stemma araldico dei due reggimenti, comunque poco impiegati nella identità visiva della Brigata. Il simbolo, lo scudo crociato con quattro mori bendati e leoni rampanti, nelle diverse stilizzazioni osservabili in rete, non rappresenta uniformità. Solo con Circolare dell’agosto 1968, “E’ adottato per i militari del 151° rgt. F. «Sassari» e per il personale del quadro permanente del 152° rgt. F. «Sassari» (C.A.R.) un distintivo metallico …”, quello che oggi è visibile sulla divisa dei Sassarini, tasca sinistra della giacca.

Questo distintivo ha una storia ai più sconosciuta.

Nel 1966/67, un giovane nativo di San Gavino Monreale, paese della provincia di Cagliari, vissuto tra i racconti, le emozioni e i lunghi silenzi dei reduci delle due guerre, molti dei quali combattenti nella Sassari, fu chiamato a svolgere il servizio militare a Triste, in quello che era il 151° Reggimento. Amante delle arti grafiche, dispensatore di disegni e pitture della naja ai suoi commilitoni, veniva notato dal Comandante del reggimento che gli affidava, un compito preciso: disegnare un simbolo rappresentativo della storia del reggimento.

Dopo numerosi studi, bozzetti e fotografie, nasceva il nuovo simbolo, che il comandante proponeva al Ministero per la necessaria superiore approvazione. Con stupore, ho avuto l’onore e il piacere di vedere questi ricordi che Efisio conserva come preziose reliquie nella sua casa di Iglesias, essendo divenuto sin da giovane, iglesiente di adozione e in questa Città realizzato la sua famiglia. Efisio Murgia, informatico in quiescenza, spiega con minuzia il significato del simbolo, le lingue eliminate ai leoni, le code riavvicinate al corpo e non più sventolanti, il nuraghe stilizzato in luogo della corona sabauda, gli ornamenti che rappresentano le foglie tipiche delle specie arbustive regionali ed in fine, il moto “SA VIDA PRO DA PATRIA” (La Vita per la Patria) in sostituzione del “DEUS ET SU REI”, (DIO E IL RE).

Efisio non me ne vorrà se ho rivelato questo suo grande segreto!

Concludo quello che doveva essere un breve cenno di stima nei confronti della Brigata Sassari con un beneaugurante FORZA PARIS!




Distintivo della Divisione Sassari periodo seconda Guerra Mondiale









Piastrino celebrativo festa di corpo 28 gennaio 1941


La iconografia  ulteriore sarà pubblicata in data 2 Marzo 2025 



Distintivo e descrizione presenti nelle Circolare dell’agosto 1968









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