E’ prassi che in questo ultimo
giorno dell’anno si faccia un bilancio delle attività dell’anno passato e un
quadro accennato di quello che si desidera fare nell’anno che sta per nascere.
Incominciamo da questo: il 2016,
secondo anno di vita del Centro Studi sul Valore Militare. Gli auguri che si
possono fare sono semplici: continuare su quanto fatto nel 1915, cercare di
attuare uno o due iniziative che sono già state programmate e, soprattutto,
mirare a consolidare le novelle strutture messe in atto. Che si rafforzi, per
l’ottavo anno consecutivo il Gruppo Studenti e Cultori con il suo spirito, con
la sua passione con la sia giovanile fiducia nel futuro. Che continui ad
operare con i presupposti con cui, nel 2009, è nato. Il Gruppo continuerà a proteggere gli
“studenti” ovvero i giovani che si
devono trovare una strada. Per loro cercheremo di rimuovere i soliti ostacoli,
proteggendoli dagli sfruttatori occulti ed occasionali, combattendo soprattutto
coloro che si beano di annunciare al mondo “che occorre andare verso i giovani,
che sono la speranza ed il futuro”. Costoro sono i più feroci conservatori di
loro stessi, ed ormai è chiaro, nel nostro gruppo, che sono i primi nemici che
un giovane ha. Sono le “Trofie Ezzeline” dei nostri orizzonti.
Per i “cultori” continua la
battaglia verso coloro che cercano di progredire nella carriera sfruttando,
raccomandandosi, bleffando, passando sopra cadaveri ancora caldi, a tutto danno
di chi si comporta con etica e morale ed impegno. Il panorama è,anche qui, noto
e non vi sono novità al riguardo. Sono la stragrande maggioranza nella nostra
società ed è per questo che la situazione generale è quella che sappiamo: a
forza di truffare gli altri come noto, hanno truffato se stessi, creando il
deserto per coloro che sono venuti dopo. Roma Capitale, con le vicende del
Campidoglio e del Vaticano, sono la “summa” dell’assunto esposto.
Tracciato il quadro di chi
abbiamo di fronte, occorre avere mezzi ed equipaggiamenti per passare indenni
nelle trappole e nei trabocchetti che a piè sospinto vengono, sempre con nuova
inventiva, predisposti. Ancora una volta attenzione al “falsi” MASTER, che in
cambio di denaro danno carta straccia e solo promesse che non si manterranno
mai. Oltre al denaro perso, il danno maggiore è la perdita di tempo che, come
diceva Napoleone, è l’unica cosa che non si può recuperare.
Il quadro è fosco, pessimistico e
con poca speranza: ma è la realtà che dobbiamo affrontare. Un augurio che ci
vada bene è possibile farlo, ma che questo quadro nel 2016 cambi è impossibile.
E qui veniamo al bilancio 2015.
La nostra società ha perso i valori fondanti, quelli che sono il mastice che
unisce la società stessa e senza collante tutti sono contro tutti. Un Governo
insediatosi un anno fa è responsabile del deterioramento del clima iniziato un
anno fa: i toni sono sotto gli occhi di tutti per capire a che livello siamo.
Più volte abbiamo discusso di questa aberrante situazione e non è cambiato
nulla, se non peggiorato. La conseguenza e che siamo in un contesto che, appena
creai qualche cosa di utile, positivo, interessante, diviene appetibile a chi
non sa creare altro che deserti o non sa creare nulla.
Con i nostri criteri abbiamo
creato qualche cosa, ma come in passato questo che stiamo creando fa gola,
quindi, ai soliti noti ippopotami morali e parassiti tronfi. Quando accettammo
di creare il CEsVAM mettemmo in bilancio anche questo: prima o poi, a
realizzazioni effettuata, si presenteranno di nuovo questi ippopotami e questi
parassiti oltre alle sempre presenzti Trofie Ezzeline.. Qualcuno di noi
espresse delle perplessità a questa nuova avventura, ricordando il Centro Studi
sulla Prigionia, avviato nel 1995 e cinque anni dopo, ben avviato e dopo
convegni, congressi e libri, alla grande evaporò alla gloria dei cieli, e miseramente
ritornato in breve al nulla di come l’avevano trovato grazie ad un noto, ben
individuato esemplare di cui sopra. Per fortuna che poi qualcuno ci ha messo le
mani ed è stato salvato.
Qualcun altro riportò le vicende
note di Storia in Laboratorio osteggiata perché nella sua struttura impedisce
di andare a fare la “Trofia Ezzelina ”
nelle scuole, ma vuole i ragazzi protagonisti. Altri le altre vicende ancora
più note, che però ci hanno permesso di uscire da un pantano che ci faceva
avanzare con difficoltà, liberandoci da Trofie, ippopotami e parassati. E’
sotto gli occhi di tutti per questo
esempio che senza di noi tutto è sprofondato: chi credeva di essere tutto e non
era, e non è, nulla. Tranne i soliti pranzi a spese di altri non hanno saputo
organizzare e realizzare. D’Andrè cantava che dal letame può nascere un fiore:
in questa circostanza nemmeno questo.
Rimangono le perplessità che poco
più di un anno fa nutrivamo, ma che siamo riusciti a contenere con il procedere
cauto e circospetto. Però rimangono. Saranno le valutazioni “ in the middle”
riguardo il 1 numero di “Quaderni” e gli altri sensori predisposti che ci
diranno l’esatta dimensione di queste perplessità. Ma si è pessimisti. Gli
ippopotami morali e i parassiti tronfi sono pronti: già hanno annunciato il
loro arrivo con le rutilanti loro medaglie e medaglioni, con i loro roboanti
titoli annunciantesi a chi non li conosce, con le loro opere sbandierate ai
quattro venti frutto di schippi e furti come il noto libro “a cura di”, vaganti
nel deserto della loro inconcludenza, tra le macerie delle nostre realizzazioni,
splendide realizzazioni frutto del volontariato reale, che in loro mani, per
invidia falsa competizione ed altro, sono diventate solo polvere.
Si annunciano con titoli
roboanti, ma dietro vi è il nulla della loro incapacità
Noi realizziamo, loro
distruggono; noi troviamo soluzioni, loro portano solo giustificazioni, noi
troviamo risorse, loro piangano, pietiscono e questuano quatto soldi per
finanziare la loro supponenza e vanità.
Ma questa volta li aspettiamo,
come si conviene.
Li aspettiamo ed useremo tutte le
armi, iniziando dal narrare la loro storia di ippopotami morali e parassiti
tronfi, affinchè questa volta i loro
corni sbattano contro il granito del nostro senso di appartenenza, dei nostri
valori, del nostro modo di rapportarci agli altri.
Il Valore Militare è un bene a cui la nostra società non può fare a meno.
E noi lo proteggeremo perché è sempre tempo di dare battaglia contro questi
promettitori di niente, contro questa “ lordia”, come dice Montalbano, che
incarnano.
L’augurio è questo: pur con poche
speranze, auguriamoci che il 2016 sia anno che ci tolga qualche soddisfazione a
danno di questi ippopotami morali e parassiti tronfi..
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