CESVAM NOTIZIE
Redazionale
MERCOLEDI DEL NASTRO AZZURRO
Nella sede della presidenza naziolale, a Roma, organizzato da Tommaso Gramiccia e dai suoi valenti collaboratori e sotto l'egida della federazione di Roma, con il Presidente Peghini, mercoledi 4 novembre si è svolto il quindi incontro denominato "Mercoledi del Nastro Azzurro"
Titolo Conferenza: “ La Prigionia
italiana nella Seconda Guerra Mondiale. 1940-1943”
Conferenziere Massimo Coltrinari[1]
(massimo.coltrinari@libero.it)
La
conferenza si apre con un breve cenno su cosa è la Prigionia di Guerra, la sua
struttura e le sue fasi (resa, raccolta, invio all’indietro, censimento,
smistamento, detenzione, trattamento, termine, rimpatrio, controllo del
comportamento, riarruola mento o invio al proprio domicilio); un cenno alla
figura del Prigioniero di Guerra ( diritti, doveri e status) e, infine
brevissimo cenno alla Convenzione di Ginevra ( e precedenti accordi) del 1929, in vigore durante la Seconda Guerra
Mondiale. Qesta parte si conclude con una chiarificazione tra
Il Prigioniero di Guerra ed altre figure
quali il Deportato, l’Internato Militare ecc.
In questo arco di tempo i soldati caduti in
mano ai Paesi a cui avevamo dichiaro guerra sono divenuti Prigionieri in mano
alla Francia, in mano Alla Gran Bretagna, in mano alla Grecia, in mano alla
Jugoslavia, in mano all’Unione Sovietica, in Mano agli Stati Uniti.
Ricollegandosi
all’ultimo “Mercoledì del Nastro Azzurro”, in cui Carlo Vicentini ha parlando
anche della sua esperienza di prigioniero in URSS, si tratterà della Prigionia
in URSS, partendo dall’assiona che questa prigionia, in termini strettamente
giuridici ed oggettivi, non fu, come trattamento inferiore a quella delle altre
Prigionie
Poi
si tratterà della prigionia in mano alla Gran Bretagna, con riguardo a quella
in Egitto, in Palestina, in Kenya, in Sud Africa, in India, a Gibilterra a e
nel territorio metropolitano britannico, con considerazioni pertinenti per ogni
luogo citato.
Di
seguito la prigionia in mano alla Jugoslavia ed alla Grecia, con accenni a
queste peculiarità, per passare poi alla Prigionia in mano agli Stati Uniti sia
nel Nord Africa che nel territorio metropolitano, con particolare cenno al
campo di Hereford, e si descriveranno brevemente prigionieri illustri come
Berto, Tumiati e Burri, che proprio in questi giorni vede una grande mostra a
lui dedicata a New York.
Infine
si tratterà della prigionia italiana in mano ai Francesi della Francia Libera
come esempio di flagrante violazione
delle norme della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di Guerra del 1929, in quanto l’Italia
non era in guerra con la Francia, a seguito dell’armistizio firmato a Villa
Incisa il 25 giugno 1940. Fin da adesso si può dire che la prigionia in mano ai
Francesi fu, in termini di efferatezza e crudeltà, di molto superiore ad ogni
altra prigionia nella seconda guerra mondiale
La Conferenza non tratta dei
prigionieri nemici ( Francesi. Britannici, Greci. Jugoslavi, Sovietici ed
altri) in mano italiana per lo stesso periodo considerato e si concluderà con
un dibattito, secondo la tradizione dei “Mercoledi del Nastro Azzurro”
[1] Il conferenziere è stato così presentato da Tommaso Gramiccia: Massimo Coltrinari: Generale, storico, docente, cultore della materia alla Sapienza, Cattedra di
geografia Politica ed Economica; è Direttore del CESVAM – Centro Studi sul
Valore Militare e come tale direttore della rivista “ Quaderni del Nastro
Azzurro”, supplemento al periodico “Il Nastro Azzurro”. E’ consulente per la Prima Guerra Mondiale
del Comando Regione Militare”Marche”. E’ direttore del Programma “Strategia”
presso l’Istituto di Al Trategia ed affini ISAG di Roma. E’ ideatore del
progetto Storia in laboratorio, che ha espresso la “Collana Storia in
laboratorio”, che comprende oltre 19
titoli dal 2009 ad oggi. Ha al suo attivo oltre 600 articoli e saggi, nonche
dal 1981 partecipa a Convegni Seminari e Tavole rotonde. Altro si può trovare
su www.coltrinarimassimo.blogspot.com
E’ sposta con la Sig.ra Anna Maria ,
professoressa, ed ha due figli Laura, avvocato, e Gianluca, ingegnere
meccanico.
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