APPROFONDIMENTI
TOBRUK
Giugno 1942
(Seconda parte)
Ten cpl. Art. Pe.
Sergio Benedetto Sabetta
Nell’estate
del 1942 con la caduta di Bir Hacheim, difesa da 5.000 francesi del generale
Koenig, si apriva la strada verso Tobruk.
La
piazzaforte, delimitata da altipiani rocciosi, si affaccia su una pianura
sabbiosa, potentemente fortificata, costituisce la chiave di volta per la
penetrazione in Egitto.
Protetta
come è da vasti campi minati, tra il 19 e il 20 giugno alle 5,20 inizia
l’assalto con un intenso bombardamento aereo sulla direttrice da attacco da est
dell’Afrika korps, affiancato dal 20° Corpo italiano, mentre il 21° Corpo
italiano attacca con intenti diversivi a sud-est della fortezza.
Alle 8 di
mattina, superate le linee avanzate, il genio getta i ponti sui fossati
anticarro sotto il fuoco nemico, verso le 11 le Divisioni “Ariete” e “Trieste”,
scavalcato il fossato anticarro, penetrano nella breccia aperta dall’Afrika
Korps.
Verso le 12
è stata raggiunta la strada di Sidi Mahmud, con la distruzione di 50 carri nemici
e la conquista del centro del perimetro fortificato.
Al cadere
della notte due terzi del perimetro della fortezza è espugnato ed è stato
raggiunto il pendio che conduce a Tobruk, nel pomeriggio il porto e la città
vengono occupati.
Alle 5 di
mattina del 21 giugno Rommel entra in città e alle 9,40 il generale Klopper,
comandante della 2^ Divisione di fanteria sudafricana e comandante della
fortezza, offre la capitolazione, finisce così la battaglia della Marmarica,
con 35.000 prigionieri e la penetrazione in Egitto, nel tentativo di sfruttare
la vittoria e le risorse logistiche del bottino per giungere ad Alessandria.
Tuttavia questo è insufficiente e gli
approvvigionamenti si mantengono inferiori alle reali necessità, se si
considera che a fronte di 60.000 tonnellate richieste nel mese di giugno
arrivano solo 6.000 tonnellate, nonostante le ripetute assicurazioni di
Cavallero. (Dal diario di Rommel, La marcia sull’Egitto, in AA.VV. “Tutta la
seconda Guerra Mondiale”, Vol. II, 1969 Selezione dal Reader’s Digest).
La conquista
di Tobruk nei fatti ha inizio già il 13 giugno con la battaglia detta del
“Calderone”, quando Rommel, sebbene inferiore di mezzi, riesce a logorare le
forze di Ritchie, lanciate in una serie di attacchi frammentati contro le ben
organizzate difese delle forze italo-tedesche, fino a costringere Ritchie ad
abbandonare il 14 la Linea di Gazala e a ritirarsi rapidamente verso la
frontiera, lasciando isolata la guarnigione di Tobruk che si arrende il 21.
Il 22 il
resto dell’8^ Armata abbandona le sue posizioni sulla frontiera presso Sollum e
si ritira ancora velocemente verso est, inseguita da Rommel.
Dal 1 giugno
vi erano stati tutta una serie di attacchi frontali ma frammentati tra loro,
intervallati da periodi di calma, che avevano permesso a Rommel di rafforzare
la linea di difesa sia con opere che spostando i reparti.
Si permette
a Rommel di espugnare Sidi Muftah, eliminando la CL Brigata di fanteria, aprire
attraverso i campi minati una via di rifornimento, respingere l’attacco del 5-6
giugno con un improvviso contrattacco a tenaglia che distrugge la 5^ Divisione
indiana e ad assediare Bir Hacheim dal 1 al 10 giugno, giorno della sua
conquista, presidiata dalla I Brigata della Francia Libera che tuttavia riesce
a mettersi in salvo.
L’11 giugno
tutto il fronte dell’ Asse scatta in avanti e nella confusione creatasi tra le
linee nemiche accerchia 2 delle 3 brigate corazzate inglesi, respingendo la
terza, questo permette a Rommel il 13 di costringere gli inglesi ad abbandonare
il caposaldo “Knightsbridge” e il 14 di puntare verso nord in direzione della
strada costiera, dove 2 divisioni, la 50^ inglese e la 1^ sud-africana,
rischiando di rimanere accerchiate, abbandonano definitivamente la Linea di
Gazala e iniziano una veloce ritirata verso la frontiera.
Si crea un equivoco
tra Auchinleck, che pensa di attestarsi a ovest di Tobruk, e Ritchie, che punta
ad est sulla frontiera, nella confusione si inseriscono una serie di telegrammi
dalla lontana Londra in data 14, 15 e 16 che chiedono di difendere Tobruk, il
risultato è che parte dell’8^ Armata viene lasciata a difendere la piazza.
Rommel
aggira rapidamente la piazza fino alla conquista dei campi di aviazione di
Gambut ad est, quindi con una veloce inversione investe la fortezza, cogliendo
impreparata la guarnigione che non si aspetta l’attacco avendo visto Rommel scavalcare
la piazza e puntare ad est verso la frontiera, investita il 20 cade il 21
giugno.
Conclusioni
Così nel
giugno 1942 le due più temibili fortezze in Europa ed Africa sono conquistate.
(B.H. Liddell, Storia militare della Seconda Guerra Mondiale, Mondadori, 1970).
Vi è
tuttavia, una profonda differenza nella similitudine degli eventi, la quale è
percepibile non solo nella durata dell’assedio, ma nella ferocia della lotta.
Nella
circostanza in cui i civili diventano parte integrante della stessa e non solo
figuranti sul palcoscenico della storia.
In
Sebastopoli vi è l’ideologismo che trasforma la lotta stessa, in una lotta di
civiltà, uno scontro per l’esistenza tra due mondi di cui l’uno nega la stessa possibilità
di esistere dell’altro.
In Tobruk vi
è attorno il vuoto del deserto, è uno scontro epico tra eserciti che si
riconoscono l’un l’altro mantenendo nella durezza della lotta e dell’ambiente
un rispetto reciproco, i civili sono anche in Tobruk ma nello sfondo.
Sia Tobruk
che Sebastopoli sono l’estremo portato della Grande Guerra, dei forti di Verdun
e di Leopoli, del coinvolgimento della popolazione, della propaganda imbastita
sull’idea di superiorità razziale e imbarbarimento del nemico, ma anche del
sopravvivere in Africa di alcuni aspetti cavallereschi delle guerre
ottocentesche.
( il precedente post è stato pubblicato in data 22 maggio 2022)
( Foto tratte da
archivio privato)
Nessun commento:
Posta un commento