APPROFONDIMENTI
Massimo Baldoni
Nel 1870 l’idea generale di
difesa era quella messa in atto dal gen. Ricotti-Magnani, che aveva individuato
nella zona di Piacenza-Stradella,in cui radunare tutto l’Esercito, centrale,
nella Pianura Padana, per poter fronteggiare la minaccia da qualsiasi direzione
provenisse.
IL documento fondamentale a
firma di Ricotti-Magnani ha titolo “Relazione alla Commissione per lo studio
della sistemazione a difesa nel teatro di guerra a nord-est”, relazione presentata alla Camera
nella seduta del 25 novembre 1880.
Era una concezione che
resistette tra il 1870 ed il 1880. Con la costituzione della Carica di Capo di
Stato Maggiore nel 1882[1],
dopo le manovre in Umbria, con baricentro Foligno, che vide l’impiego a partiti
contrapposti di ben due Corpo d’Armata, con oltre 60.000 uomini. La situazione
era mutata e si sentiva la necessità di mettere in essere studi su altri
approcci concettuali
I nuovi piani sono
interessanti in quanto avranno importanza ed incidenza fino al piano generale
di operazioni formulato da Cadorna nel magio 1915, con cui entrammo nella
Grande Guerra.
I presupposti di questi nuovi
studi erano dettati dal fatto che, nonostante la Alleanza l’Austria era pur
sempre quello che la tradizione risorgimentale definiva il “nemico ereditario”;
inoltre, cosa a dire il vero alquanto inquietante, l’analisi dettagliata del
tratto che legava l’Italia alla Germania ed all’Italia non era stato dotato di
alcuna clausola militare, clausola o clausole che stabilisse in termini chiari
e di impegni da prendere, e quindi l’entità delle forze ed i loro schieramenti.
Occorre dire che vi furono intese a partire dal 1888.
Il piano era su sette
paragrafi: a) condizioni generali dell’Italia di fronte all’Austria, b)
condizioni iniziali dell’offensiva all’Austria c) compito del Corpo Speciale d)
radunata dell’Esercito e successivi spostamenti e) condizioni di lotta durante
il primo periodo delle operazioni e passaggio dalla difensiva alla offensiva f)
ritirata dell’Esercito in caso di rovescio sul Piave g) svolgimento
dell’offensiva italiana verso Est.
In pratica il piano prevedeva
una iniziativa austriaca, con l’ipotesi di una resistenza iniziale sul confine,
poi sul Piave; qualora questa fosse stata non sufficiente, si pensava di
appoggiarsi a sinistra sulla piazzaforte di Venezia, e appoggiarsi alle
piazzaforti come Cittadella e Bassano ed il centro avrebbe resistito sempre più
in posto.
Lo studio poi prevedeva
l’ipotesi di operazioni offensive e controffensive verso est, che prevedeva
ipotesi che avrebbero permesso di assolvere il compito avuto, cioè di difendere
il confine orientale. Negli anni successivi le singole fasi del Piano
vennero sottoposte a sperimentazione mediante esercitazione per i quadri,
previste nell’ambito degli studi per gli ufficiali di Stato Maggiore. Lo studio
del Cosenz venne via via perfezionato fino al 1889, con l’assunzione della
carica di Stato Maggiore da parte di Tancredi Saletta.
[1] La
carica di Capo di Stato Maggiore fu istituita su proposta del Ministro della
Guerra, Ferrero, nella sua configurazione di Carica permanente, e fu approvata
dal Parlamento nel 1882 con R.D. . 968, in data 11 novembre 1882.
info: centrostudicesvam@istitutonstroazzurro.org
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