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venerdì 10 febbraio 2023

Le vicende dei militari Italiani in Russia. Volume II Gli Aspetti Geografici.

 ARCHIVIO
 Progetto Russia

La narrazione delle vicende dei militari italiani in Russia nel periodo che abbiamo considerato, ovvero nella seconda guerra mondiale, non prescindere da indicare qualche nota di carattere geografico, dato l’enorme divario esistente tra le condizioni geografiche dell’Italia e quelle della Russia.

 

Scrive il gen. Inaudi:

“…I territori europei della URSS[1] occupano oltre la metà della superficie dell’intero continente europeo: 5.571.00 su 10.527.000 kmq. Si tratta di una estesissima pianura impercettibilmente increspata da alture che raramente occupano i 2-300 metri di quota. Foggata a tramoggia e spalancata verso nord, essa è arginata lateralmente dai Carpazi da un lato e dagli Urali dall’altro; verso sud è ostruita dal Caucaso. E’ in effetti la catena del Caucaso ( e la sua appendice crimeana costituita dai Taurici) che la costringe a riversare le sue copiose acque nei contigui mari: Nero e Caspio. Da sottolineare che non uno dei quattro mari su cui si affacciano i territori della URSS è totalmente libero. Non quelli settentrionali (mar Baltico e mare di Barents) per via dei ghiacci; non quelli meridionali (mar Nero e mar Caspio): per via degli stretti, il primo, perché naturalmente chiuso il secondo. Non è un segreto per nessuno che le sole possibili linee di riferimento in una regione così estesa e uniforme, sono rappresentate dalle stelle nel firmamento e dai corsi d’acqua sulla terra.

 

Né deve meravigliare che in una regione tanto estesa, estesi siano anche i fiumi che la solcano. Tutti hanno un andamento orientato più o meno pigramente, in senso meridiano. Tanto quelli tributari dei mari settentrionali quanto gli altri. Il più importante di questi ultimo. Il più importante di questi ultimi è il Volga, il primo in Europa, ma seguito a breve distanza dal Dnieper e dal Don che occupano rispettivamente il 3° ed il 4° posto (si tratta, ricordiamolo per inciso, trattandosi di un dato che bene rispecchia le dimensioni del quadro , di ben 3 dei 70 corsi d’acqua lunghi oltre 1000 chilometri che solcano il vastissimo territorio euroasiatico del paese). Pigro per eccellenza il Volga che su di un percorso di 3.700 km registra un dislivello di soli 349 metri. Quasi altrettanto pigro il Don”[2]

 



[1] Riferiti alla prima metà del secolo scorso.

[2] Inaudi D., La notte più lunga. La battaglia del Solstizio sul Don, Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Roma, 1979


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