APPROFONDIMENTI
Massimo Coltrinari
Uno dei tanti errori commessi nella campagna di Russia, fu quello di non affidare al Generale Messe il comando dell'8a Armata, nel luglio 1942 comando che fu affidato al generale Italo Gariboldi, più anziano nell'annuario di Messe. L'esperienza acquisita in un anno di guerra al Comando del C.I.S.R doveva consigliare, oltre ai brillanti risultati conseguiti di affidare il comando dell'Armata, anche in considerazione del credito e del rispetto che Messe aveva presso i tedeschi, a Messe. Come per gran parte delle cose riguardanti la nostra seconda guerra mondiale prevalsero considerazioni diverse; il merito e la capacità furono messe da parte. I risultati, anche se vi concorrono anche e più gravi motivi, del disastro della 8a Armata sono sotto gli occhi di tutti. L'annuncio dei disastri lo si può leggere in questo passo della Relazione che il generale Giovanni Messe redasse al rientro in Italia (Archivio Resta, Comando del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, Relazione sugli avvenimenti del Corpo di Spedizione in Russia e del XXXV° Corpo D'Armata (C:I:S:R:), 1 luglio 1941 - 30 settembre 1942)
"Al mattino del
17 (luglio 1942) la "Sforzesca" assunse la responsabilità di tutto il territorio
del 198° divisione germanica, di guisa che il Corpo di Armata si attribuì il settore
compreso fra la linea sud dell'abitato di Faschtschevka - sud di Krassnij
Lutsch - sud di Rovjenki, sulla destra, e la linea nord di Scheterovka - sud di
Nal Nikolajevka - sud di Novo Bulakovka e sud Golnbovoschtka, sulla sinistra.
Per ordine del
Comando 8^ Armata la divisione "Torino" era incorporata
definitivamente nel II° Corpo d'Armata e mosse dalle sue posizioni d'attesa per
raggiungere la zona ad oriente di Debalzevo, e proseguire poi su
Voroschilovgrad. Non senza dispiacere vidi allontanarsi dai ranghi del XXXV°
Corpo d'Armata questa mia gagliarda unità che nel corso della campagna aveva dato solida
testimonianza di pregi militari .
E desidero fare subito un inciso. Quali potevano
essere state le ragioni che avevano indotto il Comandante dell'Armata ad
assegnarmi in un primo tempo in rinforzo la divisione "Sforzesca" per
poi sottrarmi la "Torino" in piena battaglia? Allora, pur con scarsa
convinzione rigettai dalle mie mente supposizioni poco gradite ma oggi, alla
luce anche degli avvenimenti successivi, non posso del tutto respingere l'idea
che ciò fu fatto nell'intento di smembrare il C.S.I.R., cancellarne la
fisionomia e la forte personalità morale e spirituale che esso si era formata
in 12 mesi di dura campagna, minimizzarlo per farne una qualunque corpo
d'armata alla stregua di quelli nuovi giunti come se non contasse l'esperienza
acquista, il patrimonio ideale di valore, di sacrificio di operosità
conquistato a prezzo di dure lotte la cui forza poteva esprimere benefici
effetti anche per le armate. Si intese con ciò svalutare lo sforzo compiuto e
le difficoltà superate ritenendo forse che il C.S.I.R. ne avesse rafforzato le
tinte per accrescere il proprio prestigio ed esaltare i propri meriti.
Non si comprese che si trattava invece di cruda
realtà ed averla voluto ignorare o valutare con leggerezza concorse
indubbiamente e rendo più penose le tristi vicende cui successivamente
soggiacque 1'8a Armata.
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