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Dalla prima pagina della edizione a corredo del video, edito da Edizoni deltavideo,: 1941 -1943: L'Armata Italiana in Russia,
I commenti espressi dai vari giornalisti sono il filo conduttore del Progetto Russia in corso di svolgimento
Il 27 dicembre 1990 Giulio Bedeschi nel sonno è deceduto nella sua nuova residenza di Verona.
Dopo questa dipartita di lui hanno scritto innumerevoli giornalisti ed in particolare:
Enzo Biagi su pPanorama del 13 1,91 che lo saluta così:
"..addio al Tenente medico Giulio Bedeschi scrittore con milioni di lettori e senza un critico."
Giovanni Lugaresi sul Gazzettino del 29/12 90:
" è stato il grande cantore dell'epopea delle penne nere nella campagna di Russia"
J. Pierre Jouvet sull'Arena del 28 12 90;
" un uomo di pace umanista poeta Bedeschi descrisse gli orrori della guerra sempre condannandoli e nello stesso tempo però facendosi interprete dell'altissimo prezzo pagato ad essa dal soldato"
Maria Latella sul Corriere della Sera del 28 12 93:
"Tra i meriti dell'autore di "Centomila Gavette di ghiaccio" c'è anche questo: non aver consentito che l'oblio la voglia di cancellare auspicata da chi in guerra non c'era stato prevalente su ricordo"
Giorgio Vecchiato su Famiglia Cristiana del 23.1.91
" L'opera di Bedeschi non conteneva in sé nulla di commerciale ma aveva uno straordinario rigore narrativo che coinvolgeva fin dalle prime pagine."
Carlo Bo su Gente del 24. 1.91:
" Un caso che non si è mai chiuso subito ed è rimasto nella nostra memoria come esempio di letteratura motivata fondata su delle ragioni umane... Un regime cui è rimasto Fedele per tutti gli anni che gli sarebbero stati destinati: raccontare tirare fuori dai cassetti della memoria tutte quelle gesta che di solito non si tramandano Bedeschi ha optato per la soluzione più giusta confermando così la natura della sua letteratura che oggi lo possiamo dire è stato una letteratura fedele all'uomo....... la sua era una letteratura pura originale Nel senso che deriva dal uomo nudo tutta la sua verità che poi la stessa scelta fatta dal grande scrittore russo sul benissimo"
Aspetti che si vogliono adottare per la edizione dei volumi dedicati alla Campagna di Russia.
Il nostro
approccio vuole comprendere tutto quanto detto dai giornalisti citati sull’opera
di Bedeschi, certamente non sperare di avere milioni di lettori, ma qualche
centinaia si, e sperando ancora di non avere nessuno critico, ma questo sarà
quasi impossibile. Non descrivere gli orrori della guerra che occorre in ogni
circostanza condannarla ma sottolineare quanto la follia umana fa pagare all’uomo
semplice per soluzioni che non risolvono alcunchè; combattere l’oblio, che
ormai a settanta anni e passa dalla fine della guerra sembra aver ghermito
queste vicende e quindi far avanzare il ricordo, la presenza, senza ricordi o
interpretazioni di maniera; ovviamente in queste nostre ricerche non abbiamo
nulla di commerciale; la stessa formula
editoriale scelta neè ampia testimonianza; speriamo che il rigore narrativo
emerga dal volume, in quanto abbiamo fatto parlare i protagonisti, che hanno
messo su carta le loro impressioni e le loro idee, soprattutto nelle forme
ufficiali prescritte dai loro doveri di comandanti e soldati. Noi, ringraziando
domineiddio, non abbiamo fatto la guerra, ma insieme al Presidente che firmerà la presentazione di ogni volume, abbiamo contribuito in questi
settanta anni affinchè non ne scoppiasse un’altra del pari o superiore alla
seconda guerra mondiale. Proprio perché la guerra va contrastata occorre
conoscerla, e questo il motivo per cui anche se non l’abbiamo fatta non abbiamo
alcun desiderio di tacerne. Non intendiamo nemmeno essere degli intermediari,
ma semplici costruttori di documentazione affinchè quanto è successo in Russia,
per tutti, non solo per gli Alpini, sia motivo di riflessione e documentazione. (massimo coltrinari)
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