APPROFONDIMENTI
1880
Alla fine della prima guerra anglo-afgana, da parte
britannica si scelse il buonsenso per poter in parte mitigare lo smacco subito.
Dal punto di vista afgano, si era ottenuto un riconoscimento di fatto
dell’indipendenza, ma mai accettata da Londra. Esisteva invece, ma soltanto con
Dost Mohammed, un patto non scritto che imponeva ai sovrani di Cabul di rendere
le loro frontiere effettivamente impermeabili alle influenze esterne. La pace
che seguì alla fine delle prima guerra anglo-afgana permise alle varie tribù di
combattere per il predominio all’interno del Paese. Nel 1866 le cose
cominciarono a mutare, quando San Pietroburgo portò a termine l’occupazione di
Bukhara, Taskent e Samarcanda.
La preoccupazione del governo coloniale di Calcutta
era che la frontiera settentrionale dell’Afghanistan, porta di accesso al medio
oriente e all’India poteva essere messa in discussione. In effetti le autorità
russe iniziarono subito a chiedere una corretta definizione dei confini, così
come avvenuto con gli emirati turco-ottomani dell’Asia centrale. In Russia si attivò
un’ambizione imperialistica, che coinvolgeva società e governo avente come
obiettivo l’Asia centrale. Si ebbe così un innalzamento della tensione ed a
Nord dell’Afghanistan iniziarono ad assumere importanza strategica ed economica
alcuni khatani e le città-stato.
I tre khatani rivali di Chiva, Buchara e Kokand
dominavano le terre desertiche tra Caspio e il Pamir, cui si aggiungevano le
città di Samarcanda, Kashgar e Taskent, considerate aree di transito e sbocco
di merci. Nel 1873 Chiva fu conquistata. Il governo zarista, sfruttando il
risentimento afgano contro l’invasione britannica, aveva avuto buon gioco
grazie al consenso ricevuto da Dost Mohammed, che nel frattempo stava spendendo
energie e risorse per affermare la propria autorità nel paese. I russi
riuscirono a ottenere tre obiettivi: evitare che il commercio della regione
finisse nelle mani inglesi; risollevare l’orgoglio imperiale; iniziare a
minacciare la frontiera indiana. Il Nord Afghanistan oramai era sotto controllo
russo, così iniziando a costruire le vie di comunicazione fra i più importanti
centri caduti sotto influenza dello Zar; basti ricordare in tal senso la
costruzione della linea ferroviaria Transcaspiana(1880) fino a Taskent.
Bisogna considerare che l’Afghanistan non ebbe mai un
governo centralizzato efficiente e che l’esistenza di realtà tribali
semi-indipendenti causarono, oltre a problemi di stabilità interna, anche una
serie di continui attriti e piccoli scontri nella permeabile frontiera con
l’India britannica, di cui il già citato Khyber Pass era la porta principale.
L’incidente di Punjab, tra la seconda e terza guerra afgana, che a causa di un
attacco russo a truppe afgane, vide quasi scoppiare la guerra tra Russia e Gran
Bretagna, è sintomatico della reale causa delle guerre afghane. L’Afghanistan,
infatti, al contrario delle generalmente ricche e popolose terre del subcontinente
indiano, non era appetibile dal punto di vista di un’occupazione coloniale.
L’importanza del paese riguardava soprattutto la contesa geo-strategica tra
Russia e Gran Bretagna per il controllo politico e militare della stessa
regione.
Gli Inglesi ben compresero come l’Afghanistan restava
il fulcro del “Grande Gioco” ed i passi Khyber e Bolan, le più naturali vie di
accesso per un’invasione dell’India. La tensione salì ad alti livelli quando
nel 1877 i russi invasero
Nel 1873
Gli inglesi videro in ciò una forma di attivismo russo
sulla frontiera occidentale indiana. La rabbia esplose quando nel luglio del
1878 gli afgani ricevettero a Cabul una missione diplomatica russa guidata dal
generale Stoliatov e nel contempo negarono analoga missione agli inglesi: gesto
interpretato come definitiva ostilità.
I precedenti post sono stati pubblicati in data 22,23,25 settembre ; 2,3, e 6 ottobre 2021
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