DIBATTITI
Un alpino combattente e decorato
ricordato dal figlio
di MARIO NASATTI*
Biografia Nasatti
Giacomo
Il fronte greco – albanese, 28 ottobre 1940- 23 aprile 1941
28 ottobre 1940, l’Italia dichiara guerra alla Grecia. Il 5°
Alpini inizia il trasferimento in ferrovia diretto a Brindisi il 4 novembre. Da
Brindisi, nei giorni 10, 11 e 12 novembre raggiunge l’Albania. Il Morbegno e l’Edolo sono aviotrasportati,
mentre il Tirano e i reparti minori sbarcano in Albania via mare; il 13
novembre il Morbegno e L’Edolo sono già attestati nella zona montuosa di Coriza
a contatto col nemico. Il Morbegno sostiene i primi accaniti combattimenti sul Monte
Lofka
15 novembre, Kazanit, muore in combattimento anche il Caporale Nasatti Mario
47^ Cp. Mortai, cugino di mio padre, nato e cresciuto nella stessa corte
“Fatebenefratelli” sulla Rocca di Valmadrera: grande è il cordoglio dei parenti
per la morte di questo giovane, appena ventenne, le cui spoglie rimarranno
insepolte in Albania.
Nonostante l’eroica resistenza, causa anche le condizioni
metereologiche avverse, il 5° Alpini è costretto a ripiegare nelle posizioni
retrostanti: In un mese e mezzo di durissimi combattimenti ha dato un generoso
contributo alla Campagna: 1300 uomini tra morti, dispersi, feriti
e congelati (senza contare gli ammalati gravi) ,
il 28 dicembre 1940, per ricomporre i ranghi del Battaglione
Morbegno, decimati dai combattimenti e dalle intemperie di quel terribile
inverno, affrontato con un equipaggiamento inadeguato, iniziano ad arrivare i Complementi
fra questi il Capitano Adriano Auguadri e gli Arditi di Battaglione che
combatteranno al suo fianco sino all’estremo sacrificio.
Inquadrato nei
Complementi il caporal maggiore Nasatti Giacomo, il 19 gennaio 1941, è
aviotrasportato da Foggia a Tirana. Trasferito in prima linea il 24 gennaio
1941, partecipa all’azione di carattere offensivo condotta dal Capitano
Auguadri a quota 926 di Sqimari , Val Tomorezza, ricevendo la M.B.V.M.(sul
campo) dal Comandante del 5° Alpini, Colonnello Carlo Fassi.
“Nasatti Giacomo di Santo e Anghileri Bambina, da
Valmadrera (Como), classe 1916, caporal maggiore, 5° Alpini, Battaglione
“Morbegno”
Comandante di squadra fucilieri, durante un attacco contro
posizione nemica, guidava con perizia e coraggio il proprio reparto che
incitava con la parola e coll’esempio, sull’obbiettivo assegnato alla squadra
finchè, giunto a contatto col nemico, ne aggirava la posizione assaltando con
bombe a mano e baionetta riuscendo così a ributtarlo con perdite e impadronirsi
della posizione. Ad un tentativo nemico di contrassaltare si opponeva con energico fuoco e bombe a mano. Sempre di esempio ai suoi uomini, ha
dimostrato alto senso del dovere ed ardimento.
– Quota 926 di Sqimari (fronte
greco) 24 gennaio 1941”
A Sqimari gli Alpini del “Morbegno” durante una pausa
dai combattimenti esprimono il Voto che sarà sciolto nel 1959 con la Chiesetta
Votiva al Pian delle Betulle, Valsassina (LC). Seguiranno altre azioni sul Monte
Guri i Topit: a quota 2110 il 9 marzo e
quota 2120 il 4 aprile 1941, con l’olocausto del “Morbegno” col
sacrificio di Auguadri, Ferruccio Battisti e tantissimi caduti da ambo le parti.
Il 25 marzo, Nasatti viene ricoverato all’Ospedale
Militare da Campo, sarà dimesso il 5 maggio. Rientrato in Patria, il 25 luglio 1941,
è mandato in licenza straordinaria di gg. 32 (Circolare 143750 / 53.1.9) torna casa dai genitori e dalla sua amata
fidanzata. Rientra al “Morbegno”, dislocato in Piemonte, il 26 agosto 1941, riprende
le esercitazioni e gli addestramenti delle reclute. 12 marzo 1942, si
sposa con mia madre Elvira Baù classe 1919, il matrimonio si celebra
Veronella (VR), luogo di nascita della mamma. Il 20 maggio 1942 cessa di essere
mobilitato perché passato effettivo al Comando Truppe al Deposito 5° Alpini.
Eviterà la Campagna di Russia e farà la spola fra il Magazzino Deposito del Battaglione
“Morbegno” in Lecco e la Caserma del 5° Alpini di Merano.
15 gennaio 1943, promosso al grado di sergente. 6 giugno 1943, a
Malgrate, nasce il sottoscritto: alla bella notizia papà è in Val Venosta con
le reclute classe 1924, offre da bere a tutti e viene a casa in licenza.
La prigionia nei Lager nazisti
I momenti belli durano
poco, infatti, 3 mesi dopo, l’8 settembre 1943, l’annuncio
dell’Armistizio coglie mio padre e il Ten. Giuseppe Lazzati a Merano nella
Caserma del 5° Alpini con le reclute del 2° scaglione, classe 1924, provenienti
da Lecco. La maggioranza dei militari, compresi i Comandanti, rifiuta di
continuare a combattere al fianco dei tedeschi: saranno catturati e deportati
nei Lager nazisti in territorio germanico, dando inizio alla Resistenza disarmata.
Il sergente Nasatti, veterano decorato al Valor Militare, è scelto come capo
baracca, rispetto agli altri internati se accettasse avrebbe dei vantaggi: rinuncia
per non servire i nazisti e stare accanto ai suoi Alpini. Stimato dai
prigionieri, costretto al lavoro coatto, subirà maltrattamenti inumani dai
Kapò, patirà umiliazioni, fame e freddo ma troverà la forza e il coraggio di
resistere, al pensiero dei suoi cari che anelano il suo ritorno.
Lo scorso 2 maggio il Gen. di C.A. Salvatore Farina, attuale
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, in occasione del 75°
anniversario della fine della 2°Guerra Mondiale ha ricordato il contributo dei
militari italiani combattenti la Battaglia di Montelungo (7-16 dicembre 1943) a
fianco degli Alleati e quello dei 700.000 Militari Italiani Internati (IMI)
di cui ben 50.000 persero la vita nei famigerati Lager nazisti.
Papà sarà liberato a guerra finita dai russi. Tornerà a casa dopo
un viaggio allucinante di 4 mesi in massima parte a piedi, dall’alta Polonia al
Brennero, attraverso città e territori devastati dalla follia della guerra. Dimagrito
e provato, finalmente, la mattina del 26 agosto abbraccia sua moglie e il suo bimbo
che aveva lasciato in fasce. La famiglia è riunita e, la vita, degna
d’essere vissuta, ricomincia.
Valmadrera, 12 maggio 2020
Mario Nasatti
(marionasatti@virgilio.it)
(seguemota con post in data 17 maggio 2020)
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