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sabato 16 maggio 2020

Giacomo Nasatti Biografia 2 Campagna di Grecia e l'internamento in Germania

DIBATTITI
Un alpino combattente e decorato
 ricordato dal figlio

di  MARIO NASATTI*
Merano, gennaio 1941, Caserma Rossi,  sede del 5° Reggimento Alpini , un reparto di Complementi del Battaglione “Morbegno” in partenza per il fronte greco- albanese , il caporal maggiore Nasatti Giacomo è il primo a sx, di fianco al sergente. Il 19 gennaio sarà aviotrasportato da Foggia a Tirana , subito in prima linea, il 24 gennaio parteciperà  all’azione offensiva guidata dal Capitano Adriano Auguadri.



 Biografia Nasatti Giacomo

Il fronte greco – albanese,  28 ottobre 1940- 23 aprile 1941
28 ottobre 1940, l’Italia dichiara guerra alla Grecia. Il 5° Alpini inizia il trasferimento in ferrovia diretto a Brindisi il 4 novembre. Da Brindisi, nei giorni 10, 11 e 12 novembre raggiunge l’Albania.  Il Morbegno e l’Edolo sono aviotrasportati, mentre il Tirano e i reparti minori sbarcano in Albania via mare; il 13 novembre il Morbegno e L’Edolo sono già attestati nella zona montuosa di Coriza a contatto col nemico. Il Morbegno sostiene i primi accaniti combattimenti sul Monte Lofka
15 novembre, Kazanit, muore in combattimento anche il Caporale Nasatti Mario 47^ Cp. Mortai, cugino di mio padre, nato e cresciuto nella stessa corte “Fatebenefratelli” sulla Rocca di Valmadrera: grande è il cordoglio dei parenti per la morte di questo giovane, appena ventenne, le cui spoglie rimarranno insepolte in Albania.  
Nonostante l’eroica resistenza, causa anche le condizioni metereologiche avverse, il 5° Alpini è costretto a ripiegare nelle posizioni retrostanti: In un mese e mezzo di durissimi combattimenti ha dato un generoso contributo alla Campagna: 1300 uomini tra morti, dispersi,  feriti  e congelati (senza contare gli ammalati gravi) ,
il 28 dicembre 1940, per ricomporre i ranghi del Battaglione Morbegno, decimati dai combattimenti e dalle intemperie di quel terribile inverno, affrontato con un equipaggiamento inadeguato, iniziano ad arrivare i Complementi fra questi il Capitano Adriano Auguadri e gli Arditi di Battaglione che combatteranno al suo fianco sino all’estremo sacrificio.
 Inquadrato nei Complementi il caporal maggiore Nasatti Giacomo, il 19 gennaio 1941, è aviotrasportato da Foggia a Tirana. Trasferito in prima linea il 24 gennaio 1941, partecipa all’azione di carattere offensivo condotta dal Capitano Auguadri a quota 926 di Sqimari , Val Tomorezza, ricevendo la M.B.V.M.(sul campo) dal Comandante del 5° Alpini, Colonnello Carlo Fassi.
“Nasatti Giacomo di Santo e Anghileri Bambina, da Valmadrera (Como), classe 1916, caporal maggiore, 5° Alpini, Battaglione “Morbegno”
Comandante di squadra fucilieri, durante un attacco contro posizione nemica, guidava con perizia e coraggio il proprio reparto che incitava con la parola e coll’esempio, sull’obbiettivo assegnato alla squadra finchè, giunto a contatto col nemico, ne aggirava la posizione assaltando con bombe a mano e baionetta riuscendo così a ributtarlo con perdite e impadronirsi della posizione. Ad un tentativo nemico di contrassaltare si  opponeva con energico fuoco e bombe  a mano. Sempre di esempio ai suoi uomini, ha dimostrato alto senso del dovere ed ardimento.  – Quota 926 di Sqimari  (fronte greco) 24 gennaio 1941”
  A Sqimari gli Alpini del “Morbegno” durante  una  pausa dai combattimenti esprimono il Voto che sarà sciolto nel 1959 con la Chiesetta Votiva al Pian delle Betulle, Valsassina (LC). Seguiranno altre azioni sul Monte Guri i Topit: a quota 2110 il 9 marzo e  quota 2120 il 4 aprile 1941, con l’olocausto del “Morbegno” col sacrificio di Auguadri, Ferruccio Battisti e tantissimi caduti da ambo le parti.  Il 25 marzo,  Nasatti viene ricoverato all’Ospedale Militare da Campo, sarà dimesso il 5 maggio. Rientrato in Patria, il 25 luglio 1941, è mandato in licenza straordinaria di gg. 32 (Circolare 143750 / 53.1.9)  torna casa dai genitori e dalla sua amata fidanzata. Rientra al “Morbegno”, dislocato in Piemonte, il 26 agosto 1941, riprende le esercitazioni e gli addestramenti delle reclute. 12 marzo 1942, si sposa con mia madre Elvira Baù classe 1919, il matrimonio si celebra Veronella (VR), luogo di nascita della mamma. Il 20 maggio 1942 cessa di essere mobilitato perché passato effettivo al Comando Truppe al Deposito 5° Alpini. Eviterà la Campagna di Russia e farà la spola fra il Magazzino Deposito del Battaglione “Morbegno” in Lecco  e  la Caserma del 5° Alpini di Merano.
15 gennaio 1943, promosso al grado di sergente. 6 giugno 1943, a Malgrate, nasce il sottoscritto: alla bella notizia papà è in Val Venosta con le reclute classe 1924, offre da bere a tutti e viene a casa in licenza.



La prigionia nei Lager nazisti
 I momenti belli durano poco, infatti, 3 mesi dopo, l’8 settembre 1943, l’annuncio dell’Armistizio coglie mio padre e il Ten. Giuseppe Lazzati a Merano nella Caserma del 5° Alpini con le reclute del 2° scaglione, classe 1924, provenienti da Lecco. La maggioranza dei militari, compresi i Comandanti, rifiuta di continuare a combattere al fianco dei tedeschi: saranno catturati e deportati nei Lager nazisti in territorio germanico, dando inizio alla Resistenza disarmata. Il sergente Nasatti, veterano decorato al Valor Militare, è scelto come capo baracca, rispetto agli altri internati se accettasse avrebbe dei vantaggi: rinuncia per non servire i nazisti e stare accanto ai suoi Alpini. Stimato dai prigionieri, costretto al lavoro coatto, subirà maltrattamenti inumani dai Kapò, patirà umiliazioni, fame e freddo ma troverà la forza e il coraggio di resistere, al pensiero dei suoi cari che anelano il suo ritorno.
Lo scorso 2 maggio il Gen. di C.A. Salvatore Farina, attuale Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, in occasione del 75° anniversario della fine della 2°Guerra Mondiale ha ricordato il contributo dei militari italiani combattenti la Battaglia di Montelungo (7-16 dicembre 1943) a fianco degli Alleati e quello dei 700.000 Militari Italiani Internati (IMI) di cui ben 50.000 persero la vita nei famigerati Lager nazisti.
Papà sarà liberato a guerra finita dai russi. Tornerà a casa dopo un viaggio allucinante di 4 mesi in massima parte a piedi, dall’alta Polonia al Brennero, attraverso città e territori devastati dalla follia della guerra. Dimagrito e provato, finalmente, la mattina del 26 agosto abbraccia sua moglie e il suo bimbo che aveva lasciato in fasce. La famiglia è riunita e, la vita, degna d’essere vissuta, ricomincia.  

Valmadrera, 12 maggio 2020
Mario Nasatti
(marionasatti@virgilio.it)

(seguemota con post in data 17 maggio 2020)


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