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sabato 19 ottobre 2019

Storia Militare. Roma


APPROFONDIMENTI
Ipotesi di contributo ad una Cattedra
 di Storia Militare



LE ISTITUZIONI ROMANE

massimo baldoni

Inquadramento generale.

Volendo procedere per semplificazioni, sia pure grossolane, la storia romana può essere ripartita ai nostri fini in tre grandi periodi: antico o monarchico, considerato esteso fino alle riforme attribuite a Servio Tullio (poco importa quando e da chi in realtà siano state promosse); repubblicano, con la esclusione, quando opportuna, di quel quasi mezzo secolo di torbidi in cui le istituzioni repubblicane si snaturano; imperiale, fino all’inizio classico del Medio Evo.
Il periodo antico non è molto indicativo, sia per la scarsa attendibilità delle fonti, sia perché in quest'epoca l'organizzazione statale romana non è molto dissimile dalle altre del tempo e quindi anche le istituzioni militari non presentano aspetti particolari. In ogni modo, merita ricordare che il popolo romano antico - diviso in patrizi e plebei - è organizzato in «curie» o quartieri (da cui i comizi curiati o assemblee popolari) di carattere gentilizio, raggruppate in tribù (inizialmente tre) che costituiscono la base del reclutamento dell'esercito.

Il servizio militare.

Nella Roma antica solo i cittadini di diritto, vale a dire i benestanti, prestano servizio militare, considerato più un privilegio che un dovere: questo perché i Romani ritengono che soltanto la volontà di conservare un patrimonio spinga ad atti di valore.
L'esercito non ha carattere permanente, ma si costituisce di volta in volta secondo le necessità, in genere mediante chiamata regolare (contingente prestabilito di fanti e cavalieri che ogni tribù ha l'obbligo di fornire), talvolta con levata in massa e, se del caso, con reclutamento straordinario di volontari.
La maggior parte dei cittadini milita in fanteria pesante - inquadrata nella cosiddetta legione che è lo strumento fondamentale dell'esercito romano di tutti i tempi - mentre prestano servizio in cavalleria, almeno inizialmente, solo i capi delle grandi famiglie («gens») ed i loro più stretti congiunti (ogni cavaliere conduce seco, in guerra, due fanti scelti come serventi).
Il gettito della leva aumenta però continuamente, in relazione al crescere delle tribù, e, ai tempi più o meno di Alessandro il macedone, Roma può già disporre, con la sola mobilitazione urbana, di
circa quarantamila uomini.

Le armi e i mezzi.

Inizialmente i cittadini romani si armano e si equipaggiano liberamente a proprie spese. Il loro armamento è, di conseguenza, diverso in relazione alla classe sociale cui ciascuno di essi appartiene e solo i più ricchi possono permettersene uno completo di elmo, corazza, scudo rotondo (clipeo), gambiere, spada (per lo più lunga di tipo celtico) e, arma offensiva tipica, l'asta.
In epoca repubblicana già si nota però in questo campo un'assoluta uniformità, secondo criteri che rimarranno sempre sostanzialmente immutati.

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