APPROFONDIMENTI
Ipotesi di contributo ad una Cattedra
di Storia Militare
LE ISTITUZIONI
ROMANE
massimo baldoni
Inquadramento
generale.
Volendo
procedere per semplificazioni, sia pure grossolane, la storia romana può essere
ripartita ai nostri fini in tre grandi periodi: antico o monarchico,
considerato esteso fino alle riforme attribuite a Servio Tullio (poco importa
quando e da chi in realtà siano state promosse); repubblicano, con la
esclusione, quando opportuna, di quel quasi mezzo secolo di torbidi in cui le
istituzioni repubblicane si snaturano; imperiale, fino all’inizio classico del
Medio Evo.
Il periodo
antico non è molto indicativo, sia per la scarsa attendibilità delle fonti, sia
perché in quest'epoca l'organizzazione statale romana non è molto dissimile
dalle altre del tempo e quindi anche le istituzioni militari non presentano
aspetti particolari. In ogni modo, merita ricordare che il popolo romano antico
- diviso in patrizi e plebei - è organizzato in «curie» o quartieri (da cui i
comizi curiati o assemblee popolari) di carattere gentilizio, raggruppate in
tribù (inizialmente tre) che costituiscono la base del reclutamento
dell'esercito.
Il
servizio militare.
Nella Roma
antica solo i cittadini di diritto, vale a dire i benestanti, prestano servizio
militare, considerato più un privilegio che un dovere: questo perché i Romani
ritengono che soltanto la volontà di conservare un patrimonio spinga ad atti di
valore.
L'esercito
non ha carattere permanente, ma si costituisce di volta in volta secondo le
necessità, in genere mediante chiamata regolare (contingente prestabilito di
fanti e cavalieri che ogni tribù ha l'obbligo di fornire), talvolta con levata
in massa e, se del caso, con reclutamento straordinario di volontari.
La maggior
parte dei cittadini milita in fanteria pesante - inquadrata nella cosiddetta
legione che è lo strumento fondamentale dell'esercito romano di tutti i tempi -
mentre prestano servizio in cavalleria, almeno inizialmente, solo i capi delle
grandi famiglie («gens») ed i loro più stretti congiunti (ogni cavaliere
conduce seco, in guerra, due fanti scelti come serventi).
Il gettito
della leva aumenta però continuamente, in relazione al crescere delle tribù, e,
ai tempi più o meno di Alessandro il macedone, Roma può già disporre, con la
sola mobilitazione urbana, di
circa
quarantamila uomini.
Le armi e
i mezzi.
Inizialmente
i cittadini romani si armano e si equipaggiano liberamente a proprie spese. Il
loro armamento è, di conseguenza, diverso in relazione alla classe sociale cui
ciascuno di essi appartiene e solo i più ricchi possono permettersene uno
completo di elmo, corazza, scudo rotondo (clipeo), gambiere, spada (per lo più
lunga di tipo celtico) e, arma offensiva tipica, l'asta.
In epoca
repubblicana già si nota però in questo campo un'assoluta uniformità, secondo
criteri che rimarranno sempre sostanzialmente immutati.
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