DIBATTITI
Relazione presentata
al Convegno in occasione della
Giornata del Decorato
Torino aprile 2019
CONVEGNO
“Morte, minacci? Me
non vedrai tremante”
I Caduti al Valor
Militare di Asti e Provincia
Sessione Seconda
I Caduti al Valor
Militare di Asti e Provincia
Presidente della Federazione di Asti
II Parte
Caduti al Valor
Militare astigiani e Battaglia degli Altipiani
(15 maggio – 30 giugno
1916)
La cosiddetta Battaglia degli Altipiani, conosciuta anche, per il nome datogli
dagli austriaci che la scatenarono, come “Strafexpedition”, fu combattuta fra il 15 maggio e il 30 giugno
1916.
Ben 21 “Caduti al Valor Militare” astigiani si sacrificarono proprio
durante il suo corso.
I combattimenti iniziarono
il 14 maggio 1916, con un deciso
fuoco d’artiglieria austroungarico, mai effettuato prima, sulle posizioni
italiane. Il mattino del giorno successivo, contro i nostri mosse una grandissima
e preponderante massa nemica, ottenendo rapide conquiste che fecero temere il
tracollo del nostro fronte.
Ciononostante, gli
italiani contrattaccarono per riconquistare ogni posizione persa e si
svilupparono mischie che in vari documenti del nostro Stato Maggiore furono
definite “selvagge”.
Purtroppo, a un certo
punto, gli austroungarici ebbero la meglio e gli italiani dovettero necessariamente
iniziare la ritirata.
Con estrema speditezza
Cadorna racimolò un buon numero di divisioni di riserva e con esse costituì la Quinta
Armata. Essa, inviata speditamente in zona, fu capace, a metà giugno, di arrestare
l’offensiva nemica quando questa era praticamente arrivata nella pianura
vicentina. Allo scopo furono anche rimpatriati, in tutta fretta, soldati che in
quel momento si trovavano in Albania e in Libia e s’ebbe anche l’apporto di
unità inglesi e francesi
In effetti Cadorna corse
un grande rischio, poiché per costituire la Quinta Armata furono tratti 120
battaglioni dal fronte isontino. Se il nemicolo fosse venuto a sapere, lì avrebbe
certo scatenato subito un’offensiva che poteva avere per l’Italia esiti
rovinosi.
Alla
fine di giugno gli italiani passarono alla controffensiva che alla fine arrivò
ad annullare i vantaggi ottenuti dal nemico.
A
livello popolare, destò grande scalpore la morte o la cattura (con la
conseguente esecuzione), di alcuni tra i più illustri e conosciuti personaggi
dell'irredentismo italiano
quali: Fabio Filzi; Damiano Chiesa; Cesare Battisti. La vita e la morte di questi personaggi avrebbero
guidato, in Italia, molte delle campagne d'arruolamento e molta parte della letteratura
propagandistica del periodo.
I Caduti
al Valor Militare astigiani appartenenti agli alpini morirono su: il Pal
Piccolo, il Monte Forame, l’Ortigara, il Monte di Mezzo.
Quelli
appartenenti alla Fanteria erano in forza alle Brigate Liguria, Alessandria,
Modena e al 26° Reggimento Lancieri di Vercelli.
Simbolico
appare il monumento alla Beata Giovanna Maria Bonono, praticamente l’unico
manufatto a rimanere in piedi in Asiago, cittadina completamente rasa al suolo
perché finita e restata, purtroppo, nell’occhio del ciclone dei combattimenti.
Nella
Battaglia degli Altipiani gli italiani ebbero circa 6 mila morti, gli austriaci
circa la metà (3 mila).
Per
inciso, alla luce di questo massacro, il fatto che oggi, qualche anima bella abbia
chiamato “StrafXpedition” una corsa che parte dal Passo Vezena e
termina ad Asiago, lascia veramente perplessi.
(12 maggio – 5 giugno
1916)
La decima battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra il 12 maggio
e il 5 giugno 1917. Stavolta l’iniziativa fu italiana.
L’obiettivo era quello di raggiungere Trieste. Stavolta
erano gli austriaci a contare su un minor numero sia di truppe sia di
artiglierie.
L’offensiva venne affidata
alla 3ª Armata e al Comando della Zona di
Gorizia (unione dei Corpi d'armata II, VI e VIII).
I Caduti al Valor Militare astigiani,
che in totale furono 9, si contano soprattutto fra il 14 e il 23 maggio, in una
fase in cui gli austriaci contrattaccarono ovunque con grande energia.
I Caduti al Valor militare astigiani
alpini appartenevano tutti al 3° Reggimento. I fanti alle Brigate: Firenze; Ravenna;
Arezzo; Bologna.
Alla fine della battaglia i
progressi italiani compiuti con sanguinose giornate di battaglia ed ingenti
perdite vennero in poche ore annullati. Come nel caso della Strafexpedition, ma
purtroppo al contrario.
L'unico vantaggio rimasto agli italiani
fu il mantenimento del costone Cucco di
Plava - Vòdice. Commuove il fatto
che tutti gli alpini astigiani Caduti al Valor Militare durante la decima Battaglia dell'Isonzo morirono tutti proprio sul Monte Vòdice.
Ecco perché sulla sua cima ovest si
trova una colonna sormontata da una fiera nera aquila, che li ricorda.
Nell'ambito della Decima battaglia
dell'Isonzo inoltre si ebbero grandi scontri nei cieli nel corso dei quali, il
neonato Corpo Aeronautico Italiano effettuò importanti azioni di massa
assicurandosi sempre la meglio.
Da parte italiana si contarono
36.000. Gli austro-ungarici ebbero, invece, 17.000 morti (meno della metà).
Caduti al
Valor Militare astigiani e Battaglia del Solstizio
(15 giugno – 22 giugno
1918)
La battaglia
del solstizio durò dal 15 giugno al 22
giugno 1918 e fu scatenata dagli austro-ungarici mediante, ancora una volta, un
massiccio bombardamento del fronte italiano sul Piave.
Forti del
risultato di Caporetto dell’ottobre precedente, i nostri nemici pensano di assestarci
il colpo di grazia e in effetti durante le prime ore dei combattimenti la cosa sembrava
possibile. Nel pomeriggio dello stesso giorno, però, la situazione cambiò
radicalmente a favore delle nostre armi e il 16 giugno l’avanzata era già stata
arrestata.
Il ruolo dei
servizi di informazione italiani fu molto efficace e avvertì anche del’uso dei gas,
così che gli i nostri non si trovarono impreparati proprio come a Caporetto. Anche
stavolta l’impiego del nostro Corpo Aeronautico rappresentò un elemento d’arresto
per i nostri avversari.
Non tutto,
purtroppo, andò per il meglio, infatti, il 19 giugno 1918, volando sopra il Montello, morì il Maggiore Francesco Baracca.
In quello
stesso giorno, però, avvenne l’importante successo della famosa “carica di San Pietro Novello”. In quell’omonima
frazione presso Monastir di Treviso, il VII Lancieri di Milano, numericamente inferiore,
respinse l’avanzata degli austro-ungarici che si erano infiltrati oltre il
Piave.
I soldati
asburgici cercarono di resistere ancora qualche giorno ma l’arrivo tempestivo
delle riserve italiane e il forte innalzamento del livello del Piave, dovuto
alle abbondanti piogge, il famoso e musicato “rigonfiar dell’onde” determinò,
il 24 giugno la fine della battaglia.
Si stima che
i morti italiani furono circa 8 mila, quelli austriaci circa 11 mila.
I Caduti al
Valor Militare astigiani furono 9. Fra loro, questa volta non vi fu nessun
alpino, perché dopo Caporetto il fronte si era spostato in pianura.
Dopo soli quattro
mesi da questa battaglia, arrivarono le radiose giornate di Vittorio Veneto che
portarono l’Italia alla definitiva Vittoria.
Nell’accomiatarmi, desidero commemorare, insieme a tutti
i 136 Caduti al valor Militare astigiani, sfortunati soldati “dalla storia
spezzata”, tutti i nostri caduti di guerra, non solo della prima, ma di tutte
le guerre e, in ultimo, anche delle nostre missioni di pace.
Desidero anche onorare le vittime che ci furono
nemiche. Da tempo il Nastro Azzurro svolge preziose iniziative insieme alla Croce
Nera austriaca, in ricordo dei nostri e dei loro caduti. Due popoli non più in
guerra, mai più in guerra.
Per farlo, leggerò la motivazione della MAVM di un
ragazzo del ‘99 nato a Castagnole Lanze, il soldato Giovanni Austa,
appartenente al 41° Reggimento Fanteria (Brigata Modena), caduto a due mesi scarsi
dalla fine della guerra:
Costante esempio di fermezza e di
coraggio, visto cadere un soldato ferito, sprezzante del pericolo, sotto
persistente e violento fuoco, con generoso slancio accorreva a prestargli
aiuto, incoraggiandolo con nobili parole ispirate ad elevato senso patriottico,
finché cadeva egli stesso colpito a morte. Roccolo (Monte Grappa), 9 settembre
1918.
Grazie a tutti.
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