APPROFONDIMENTI
NOTE
[1] Luigi Ciaurro (a cura di), “Lo
Statuto Albertino”, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le riforme
istituzionali, Roma, 1996. Articolo 5 dello Statuto Albertino “ Al Re
appartiene il potere esecutivo. Egli è Capo supremo dello Stato, comanda tutte
le forze di terra e di mare: dichiara la guerra: fa i trattati di pace,
d’alleanza di commercio, dandone notizia alle Camere tosto che l’interesse la
sicurezza dello Stato li permettano, ed unendovi le comunicazioni opportune. I
trattati che importassero un onere alle finanza e o variazioni di territorio
dello Stato, non avranno afferro se non dopo ottenuto l’assenso delle Camere”.
Inoltre, all’articolo 67, lo Statuto Albertino recita “Il Re nomina e revoca i
suoi Ministri”.
2 Per
i dettagli delle operazioni si veda l’illustrazione riportata in Allegato C.
3 Per
una visualizzazione delle operazioni prima, durante, dopo Caporetto (1917) e
dopo il 4 Novembre 1918 vedasi l’illustrazione in Allegato C.
4
Cervone P., “VittorioVeneto,
l’ultima battaglia”, Milano, Mursia, 1994, pag 191. L’imperatore Carlo I,
premonitore dell’imminente disfatta tentò, alla vigilia dello scontro di
Vittorio Veneto, di evitare la battaglia. Difatti scrisse al Papa Benedetto XV
il 23 ottobre 1918: “Molti segni fanno
ritenere imminente una offensive italiana sul nostro fronte. Noi l’attendiamo
con calma e fiducia. Ma poichè la Guerra non verrà decisa nel Veneto e avrà
presto termine, prego Vostra Santità di intercedere presso il governo italiano
affinchè si astenga per motive umanitari da questo suo proposito. La mediazione
di Vostra Santità potrebbe risparmiare la vita a molte migliaia di soldati”.
Inoltre, nel disperato tentativo di salvare la Corona, il 16 ottobre dirama un
proclama, nel quale invita le popolazioni a lui soggette “a costituirsi secondo le rispettive unità nazionali” in uno schema
federativo..
5
Arz, non seppe immediatamente rendersi conto della imminente disastrosa
condizione successiva allo sfondamento delle truppe italiane sul Piave e,
nonostante le comunicazioni ricevute dal fronte del Gruppo di Armate di
Boroevic nella notte del 28 Ottobre, rivolse un ultimo accorato, ma inutile,
appello alle truppe.
6 Cervone P., “VittorioVeneto, l’ultima battaglia”,
Milano, Mursia, 1994, pag 186. Il 13 Luglio 1918 Conrad venne convocato a
Vienna per sentirsi dire dal Sovrano che era stato accolto finalmente il suo
desiderio, più volte espresso, di essere collocato a riposo. Ma avrebbe
preferito farlo dopo una vittoria e non dopo una sconfitta. Per rendere più
digeribile la pillola, l’Imperatore gli conferì il titolo di Conte. Conrad
scrisse : “Ho ricevuto l’autografo
imperiale con il conferimento, per me affatto sorprendente, del titolo di
Conte, che io avrei recisamente rifiutato se fossi stato interpellato il
proposito. Prescindendo dalla forma, il testo dell’autografo era stilato in
modo da permettere agli uni di supporre che io fossi punito come un colpevole,
agli altri di credere che io avessi rinunciato spontaneamente, in tempi
critici, ad un comando attivo. Con questo marchio chiudo la mia carriera : in
conclusione si è recato offesa anche al mio onorato nome e non sarà certo una
corona a nove punte che potrà compensarlo, non sono davvero tanto ingenuo…..La
mia epoca veramente era già tramontata con la scomparsa dell’imperatore
Francesco Giuseppe, nel nuovo ambiente io ero assolutamente uno spostato..”.
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
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