Fase 2:
Pur
preoccupato da una possibile azione dimostrativa dei Russi circa un attacco
diretto contro le difese interne di Balaclava, dopo la presa del sistema dei
fortini in quota, il Raglan decise con riluttanza e ritardo di far muovere 2
Divisioni verso valle. Tali unità, particolarmente lente nella preparazione e
nel movimento, non raggiunsero mai la zona degli scontri a sud del sistema dei
fortini, lasciando le unità residue del Campbell da sole a sbarrare l’accesso a
Balaclava. Uno schieramento anomalo (su due linee piuttosto che in quadrato,
come si usava all’epoca,per fronteggiare le cariche della cavalleria
avversaria), denominato poi la “sottile linea rossa” e l’intuito del Comandante
consentirono ad un piccolo dispositivo di fronteggiare e respingere un attacco
dei russi con la cavalleria impiegata a massa.
In
effetti, le forze russe, localmente prive di fanteria, temevano la presenza di
fanterie avversarie trincerate e, nonostante la schiacciante superiorità
numerica e la fuga di molti soldati turchi (in preda al panico) schierati dal
Campbell ai fianchi dello dispositivo, furono prese alla sprovvista circa
l’orientamento dello schieramento difensivo avversario (reso flessibile). Ciò,
unitamente ai timori citati, amplificò molto la sensazione di smarrimento e
confusione tra i ranghi russi lanciati all’offensiva, tanto da smorzarne
l’impeto e da trasformarne l’avanzata in un disordinato e incredibile
ripiegamento.
Anche
in questo caso, si ritiene che il mancato conseguimento di ciò che in termini
odierni verrebbe identificato come situational awareness, ha assunto una
valenza determinante a partire dalla dimensione delle percezioni falsate dalla
confusione fino alla concretizzazione di una sconfitta altrimenti inspiegabile.
Tuttavia si osserva che tutto ciò si verificava nonostante la spasmodica
ricerca di posizioni di dominio in quota sia per l’osservazione e la direzione delle
operazioni, sia per muovere azioni offensive o imbastire dispositivi difensivi.
In altri termini, lo sfruttamento di tali posizioni non risultò coerente con
l’importanza che, sulla carta, vi veniva conferito dai comandanti di entrambi
gli schieramenti. Infine, quale elemento certamente imponderabile ma
innegabilmente altrettanto decisivo, si inserisce il mero caso o la situazione
fortuita, non “pianificata”. Lo studio del terreno, la trasmissione corretta e
tempestiva degli ordini e il coordinamento tra le unità di uno schieramento di
forze mirano appunto a minimizzare l’imponderabile, a prescindere dallo stadio
di evoluzione tecnologica raggiunta. Oggi, infatti si menziona sovente la
necessità di sviluppare tecnologia, forze e soprattutto mentalità atte ad
impostare la propria manovra sull’azione piuttosto che sulla reazione, sul
dominio degli eventi, sull’iniziativa. E, ancora una volta, tutto ciò sottende
alla necessità di acquisire prima e in maniera più esaustiva dell’avversario il
quadro di situazione (appunto situational awareness).
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