DIBATTITI
Già
nel dicembre 1943 erano stati impiegati nelle attività dei servizi alleati
circa 95.000 militari italiani. Nel 1944 il loro numero salì a 163.377, con
questa ripartizione: 76.664 per lavori di manovalanza e rifornimento, 19.102 in
reparti genio, 8.833 autieri, 2.023 meccanici di officina, 9.284 con compiti di
difesa contraerea, 25.914 in servizi di guardia e di polizia militare, 6.963 in
unità salmerie, 14.594 con mansioni diverse. Un ulteriore aumento si verificò
nel 1945, allorché venne raggiunta la punta massima di 195.000 uomini impiegati
nelle attività in argomento.
Diamo
ora qualche breve dettaglio ordinativo.
Per corrispondere alle esigenze prospettate dagli Alleati, lo Stato Maggiore
R. Esercito procedette alla costituzione di otto grandi Unità
"amministrative": quattro mediante la trasformazione di altrettante
costiere (205ª, 209ª, 210ª, 229ª) e quattro ex
novo (228ª, 230ª, 231ª e Comando italiano 212, quest'ultimo avente una
forza che nel 1945 sfiorò i 60.000 uomini).
La
composizione di quelle Unità era variamente articolata come organici. A cura
dell'Ispettorato Truppe Ausiliarie, appositamente istituito dallo Stato
Maggiore Regio Esercito, vennero complessivamente creati tredici reggimenti
pionieri, cinque reggimenti lavoratori, quarantadue battaglioni servizi,
ventisei battaglioni guardie, cinque battaglioni ferrovieri, sette battaglioni
portuali, ottantatré compagnie del genio, ottantuno compagnie autieri, trentatré
reparti salmerie e portatori, nonché numerose altre unità specialistiche, con
non raro interscambio di uomini e di denominazione.
L'opera
degli "ausiliari" fu oscura ma molto preziosa: usiamo quest'ultimo
aggettivo senza eccezioni di sorta, perché si addice all'intero arco delle
attività, dagli "umili" lavori di manovalanza e scarico svolti nei
porti all'impegno rischiosissimo dei bravi genieri, che resero inoffensive
oltre 500.000 mine, come il fronte si spostava verso nord.
Va
aggiunto che consistenti nuclei di tre Unità ausiliarie - 210ª, 228ª e Comando
212 - offrirono in più occasioni un contributo anche operativo. Giunti infatti
nelle prime linee mentre vi infuriavano combattimenti, i nostri militari non
esitarono a parteciparvi distinguendosi per bravura. Sono significative, in
proposito, le perdite subite: 744 caduti, 2.252 feriti, 109 dispersi.
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