DIBATTITI
Il
"Cremona" fu inviato in linea ancora incompleto di organici nel
gennaio 1945, inquadrato nel I Corpo canadese.
Il tratto di fronte affidato alla Unità italiana si estendeva dalla ferrovia
Alfonsine-Ravenna al mare.
Gli
ordini degli Alleati furono, per i primi mesi, quelli di esercitare una
resistenza passiva. Il 13 gennaio il nemico attaccò la linea appena occupata da
due battaglioni del 21° fanteria; riuscì a conquistare diversi caposaldi
avanzati, subito però ripresi dai nostri reparti. Nei giorni successivi i
Tedeschi insistettero nelle loro azioni di disturbo, che estesero al settore
del 22° fanteria. Ebbero la meglio su alcuni presidi minori; quello che difendeva
Casal Martini non retrocedette di un palmo, immolandosi sul posto.
A
fine febbraio il "Cremona", che temporaneamente inquadrò la brigata
partigiana "Mario Gordini", passò alle dipendenze del V Corpo
inglese.
Il
2 marzo la Unità italiana mosse all’attacco, con due battaglioni, del saliente
nemico dal passo di Primaro all'Adriatico. I nostri fanti, superate le prime
resistenze, vennero fermati dalla decisa reazione avversaria e dalla presenza
di numerosi campi minati che rendevano ardua l'avanzata dei carri assegnati in
appoggio. Ripetuta l'indomani, l'azione si concluse con pieno successo.
Dal
10 al 13 aprile il "Cremona" prese parte alla operazione
"Sonia", contribuendo alla rottura della linea del Senio ed al forzamento
del Santerno. Furono liberate Fusignano e Alfonsine, dove entrarono i fanti del
21° reggimento, comandato dal col. Musco. La via per Ferrara era aperta.
Il
Gruppo venne poi schierato fra la 56ª divisione inglese (sulla destra) e la
brigata "Mario Gordini" e unità di commandos inglesi (sulla
sinistra), col compito di conquistare Ariano Polesine.
Il
21° fanteria attraversò il Po di Volano con mezzi di circostanza e su una
passerella gettata dagli abitanti di Massa Fiscaglia, e nel tardo pomeriggio
del 23 aprile raggiungeva Ariano. All'alba dell'indomani investì le posizioni
tedesche, e dopo averle espugnate costituì una testa di ponte al di là del Po
di Goro. L'avanzata del Gruppo non ebbe soste. Fu liberata Adria, venne forzato
il ponte di Cavarzere. Infine, tra
l’entusiasmo della popolazione, fu raggiunta Venezia.
Il
“Cremona" aveva subito queste perdite: 208 caduti, circa 400 feriti.
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