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mercoledì 29 novembre 2023

Editoriale Novembre 2023


 Riprende la striscia, interrotta lo scorso ottobre per dare spazio ad un assioma suggerito dai classici, di dedicare l'editoriale alla conclusione di una ricerca. In questo mese vede la luce il volume dedicato ai 40° anni della conclusione della missione in Libano, la prima esperienza di impiego delle Forze Armate italiane in missione di interposizione in aree di crisi. La scheda di presentazione viene riportata integralmente:

Massimo Coltrinari, Antonio Trogu, Libano, la prima esperienza fuori area. Riflessioni nel 40° anniversario, Roma. Roma Viterbo, Collana I Libri del Nastro Azzurro, 110 pagine, 10 euro

La presente pubblicazione, nel quarantesimo anniversario della Missione “Italcon”, vuole ricordare e rendere omaggio a tutti i partecipanti in quella che é stata la prima esperienza fuori area delle Forze Armate Italiane, in uno scenario geopolitico nuovo, con l’impiego di forze armate che ancora si basavano sulla leva generalizzata.Come noto la Missione “Italcon” (o "Contingente italiano in Libano") è stata un'operazione di peacekeeping condotta dalle forze armate italiane nella terra dei Cedri nell'ambito della MFL, sigla che sta per Forza Multinazionale in Libano, a cui partecipavano anche la Francia, gli Stati Uniti d’America e, in misura minore, la Gran Bretagna. Sì svolse dal 1982 al 1984, in due fasi, denominate "Libano 1" e “Libano 2" e, occorre sempre ribadirlo era la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale che elementi delle nostre Forze Armate di terra, di mare, di cielo, era chiamato ad operare in missione fuori dai confini italiani, con il compito di svolgere azione di interposizione tra le parti in conflitto primariamente di difendere la popolazione civile. Non era la prima volta, come il volume ampiamente mostra che le nostre Forze Armate erano chiamate a svolgere questi compiti. In epoca contemporanea, già il Regno di Sardegna aveva chiamato le sue unità a compiti diversi da quelli istituzionali, soprattutto la Marina, che svolse numerosi missioni anche a protezione degli interessi dei sudditi sabaudi, sia a protezione dei propri emigranti soprattutto nel nuovo continente. All’indomani della Unità d’Italia sia fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che all’indomani della Vittoria, le “missioni di pace” furono variegate e numerose, continuando a svolgersi fino allo scoppio della II Guerra Mondiale. Il secondo dopoguerra vede un arco di circa 30 anni in cui la nostra politica di difesa vede le Forze Armate rimanere entro i confini nazionali, per arrivare al Libano nel 1982, con cui si apre la grande stagione delle nostre missioni fori area. Come gli autori indicano nella loro Nota, il volume ha due versanti: quello dottrinale e quello rievocativo, dando al lettore un quadro ampio sia della materia che si sta trattando sia del come le nostre forze armate interpretarono e realizzarono la loro partecipazione.

Un ulteriore approfondimento su www.storiainlaboratorio.blogspot.com, a cui si rimanda. Il volume è espressione del Progetto 2021/1, che prevede lo sviluppo di una ricerca correlata, quella di dare spazio e voce al Museo di Montevarchi dedicato alle Missioni Umanitarie, che nel 2017 ha ospitato il convegno  sulle Missioni all'Estero nel quadro della Giornata del decorato  di quell'anno. Una ricerca che vuole raccogliere anche le testimoniane dei soldati italiani che sono stati protagonisti di queste missioni. Stefano Mangiavacchi appoggia questa ricerca, garanzia sicura di realizzazioni positive.

Il CESVAM mantiene quindi i suoi ritmi, in un quadro di attività veramente soddisfacente, che sottolinea il costante apporto di tutti i suoi componenti che hanno adottato in pieno l'assioma: è dando che si riceve. (massimo coltrinari) 

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