Nel solco di quanto scrivemmo lo scorso marzo nell'editoriale dedicato a quel mese, anche per Aprile si è in grado di affermare che la pianificazione predisposta ad inizio anno è stata rispettata. In questo mese è uscito il quarto volume dall'inizio anno nel quadro del Progetto "Capire la Grande Guerra". Con questo volume si completa il progetto con la edizione di tre volumi. (vds www.stroiainlaboratorio.blogspot.com)
Il titolo del volume è: Riflessioni sulla Grane Guerra. La Guerra. Una Vittoria sul campo, per i tipi della Società Editrice Nuova Cultura - Università Sapienza Roma.Si riporta il testo della IV di Copertina, sitensi del volume
"L'talia condusse la Grande Guerra come una guerra di logoramento e nel settembre 1917 l’Austria dichiarava che la prossima offensiva italiana sarebbe stata quella finale, ovvero la sua sconfitta. Occorreva aiuto, ovvero la nostra strategia stava per dare i suoi frutti. La Germania corse in aiuto al suo alleato e, con una nuova tattica, sospinse dall’Isonzo al Piave gli italiani, salvando Vienna dalla disfatta. L’Austria tentò con due battaglie disperate di “debellare” l’Italia e non ci riuscì, esaurendo le ultime sue risorse. L’Italia superò la prova e, con sorpresa generale, nell’ottobre 1918 lanciò quell’ultima difensiva che gli Austriaci paventavano già un anno prima. Vittorio Veneto fu una battaglia combattuta con accanimento da ambo le parte, e che distrusse la capacità operativa delle forze austro-ungariche. Fu una battaglia vinta dall’Italia che portò, sul campo, alla “debellatio” austriaca, frutto di una strategia di logoramento attuata con undici battaglie offensive, due difensive e quella finale. Si può dire lo stesso dell’Esercito franco-britannico? “La Francia e la Gran Bretagna debellarono la Germania? Distrussero sul campo l’Esercito tedesco? L’Esercito tedesco fu fatto prigioniero o disperso come quello austriaco? Gli Alleati avevano pianificato l’offensiva finale nella primavera del 1919 quando l’aiuto americano si sarebbe manifestato, ovvero nel 1918 non erano in grado di lanciare nessuna offensiva finale. Allora, perché la guerra finì nel 1918? Perché l’Esercito tedesco ripassò in ordine con le bandiere e le musiche in testa ai propri reparti e rientrò in ordine nelle sue sedi stanziali, nella sostanza, invitto? Chi sconfisse sul campo il proprio avversario? In sostanza, chi vinse sul campo la guerra? A questi ed altri interrogativi si tenta di rispondere, o meglio articolare argomenti di risposta, con questo volume."
(massimo coltrinari)
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