GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Scheda sintetica su ONU
Antonio Trogu
ONU Sigla dell’Organizzazione delle Nazioni unite. Durante la
Seconda guerra mondiale la denominazione Nazioni unite indicava il complesso
degli Stati in guerra contro Germania, Italia, Giappone; nel 1942 essi si
impegnarono, firmando la Carta atlantica, a mettere in comune le proprie
risorse per le esigenze belliche e a non concludere armistizio e pace separati
con il nemico. Attraverso varie tappe (Conferenze di Mosca, 1943; Dumbarton
Oaks, 1944; Jalta, 1945), l’azione diplomatica di USA, URSS e Gran Bretagna
spinse l’iniziativa verso la costituzione di un’organizzazione internazionale
per il mantenimento della pace, basata sul principio dell’uguaglianza degli
Stati membri. Questa organizzazione, denominata United Nations (UN, it. ONU),
che in parte riprese caratteri già propri della Società delle nazioni
[1], nacque nella Conferenza di San Francisco
(1945) e la sua Carta, entrata in vigore il 24 ott. 1945, fu firmata da 51
nazioni. Dell’ONU, operativa dal 1946 e con sede principale a New York, fanno
parte 192 Stati (nel 2010). Gli obiettivi dichiarati dell’organizzazione sono:
mantenere la pace e la sicurezza internazionale; sviluppare relazioni
amichevoli fra le nazioni, sulla base del rispetto dell’eguaglianza dei diritti
e dell’autodeterminazione dei popoli; promuovere la cooperazione internazionale
in materia economica, sociale e culturale, nonché il rispetto dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali. L’ONU rappresenta un sistema di
cooperazione istituzionalizzata tra Stati sovrani, a competenza generale e a
vocazione universale. Gli organi principali sono il Consiglio di sicurezza,
l’Assemblea generale, il Segretariato. Il Consiglio di sicurezza è l’organo
esecutivo dell’ONU in materia politica, è composto da 15 membri, 5 membri
permanenti, Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti, gli altri dieci
membri, scelti su base regionale, durano in carica un biennio. Le proposte di
allargare il numero dei membri permanenti non hanno avuto successo. Il
Consiglio di sicurezza adotta le sue risoluzioni a maggioranza, salvo il
diritto di veto di uno dei membri permanenti.
L’Assemblea generale, in cui sono rappresentati
tutti gli Stati, può approvare raccomandazioni su questioni procedurali con una
maggioranza semplice; per questioni di altra natura è richiesta una maggioranza
di due terzi. Un organo speciale è il Consiglio economico e sociale, che
formula raccomandazioni e progetti di convenzioni da sottoporre all’Assemblea
nei campi sociale, economico, umanitario e culturale. Il Segretariato prepara i
lavori degli altri organi e provvede all’esecuzione delle decisioni e alla
realizzazione dei programmi delle Nazioni unite; a capo vi è il segretario
generale, eletto ogni quinquennio dall’Assemblea generale su raccomandazione
del Consiglio di sicurezza. Nel corso degli anni l’Assemblea generale ha
istituito inoltre vari organi sussidiari che perseguono fini specifici; tra i
più importanti: l’UNDP (United Nations development programme), l’UNICEF (United
Nations international children’s emergency fund) e l’UNHCR (United Nations high
commissioner for refugees). Dell’ONU fa parte anche una Corte internazionale di
giustizia, i cui 15 membri, di diversa nazionalità, sono eletti dall’Assemblea
generale e dal Consiglio di sicurezza. La sua giurisdizione si estende alle
questioni previste dalla Carta e dai trattati in vigore. Di natura diversa sono
invece le corti o tribunali penali internazionali recentemente istituiti
dall’ONU, che giudicano persone imputate di genocidio o di crimini di guerra o
contro l’umanità. Sotto il profilo dell’attività svolta dall’ONU per il
mantenimento della pace, il Consiglio di sicurezza è potuto ripetutamente
intervenire dall’ultimo decennio del 20° sec. in occasione di crisi
internazionali grazie alla fine della contrapposizione tra le potenze
detentrici del diritto di veto. Durante gli anni Novanta, ha posto in essere
numerose missioni di interposizione per il mantenimento della pace e di
monitoraggio per il ristabilimento della pace e la transizione verso la
creazione di regimi democratici. Le decisioni
sono prese con un voto favorevole di nove membri, compresi quelli permanenti,
ne consegue che un membro permanente può paralizzare il funzionamento del
consiglio di sicurezza decidendo di non votare, oppure facendo valere il
proprio diritto di veto”. Questo è importante per spiegare il difficile
funzionamento dell’ONU.
L'Onu
ha subito nel corso del tempo varie trasformazioni che hanno rispecchiato la
storia politica dell'intero pianeta (come le particolari maggioranze createsi
dopo le adesioni dei paesi di fresca indipendenza o lo squilibrio verificatosi
nel periodo successivo alla dissoluzione dell'Unione Sovietica). Nel 2001 è stato conferito all’ONU e al suo
segretario generale dell’epoca K. Annan il premio Nobel per la pace ma non sono
mancate, tuttavia, negli ultimi anni, voci critiche sulla reale efficacia
dell’ONU nella gestione e nella prevenzione delle crisi internazionali “.
In realtà, il fallimento dell’ONU sta nella sua stessa
struttura che vede l’Assemblea Generale rispettare il principio, utopico,
dell’eguaglianza giuridica e politica degli Stati membri, che fa sì che il voto
degli Stati Uniti d’America conti quanto quello di qualsiasi altro Stato, a
prescindere dalla dimensione territoriale e dal peso politico, economico o
demografico: “Dei
due organi di governo, invece, il Consiglio di Sicurezza si fonda sul principio
orwelliano che le cinque potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale [Stati
Uniti d’America, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica
Francese, URSS e Repubblica Popolare Cinese] — le sole chiamate a decidere con
effetti operativi — sono “più eguali” delle altre” . Con un
limite non da poco: la necessità di deliberare all’unanimità, “ e siccome sono sempre state
radicalmente divise su natura e fini di uomo, società e storia l’unanimità non l’hanno mai
raggiunta” sino al crollo dell’Unione Sovietica. Lo stesso
problema si presenta a proposito del secondo organo esecutivo delle Nazioni
Unite, il Segretario Generale, che, eletto dall’Assemblea Generale, non può
imporsi ai cinque grandi.
Tradizionalmente
il più grande obiettivo delle Nazioni unite è il raggiungimento della pace nel
mondo, la prevenzione e risoluzione di conflitti ma non sempre si riesce a far
concordare le strategie di tutte le Nazioni e come visto basta un veto per
bloccare ogni intervento.
Purtroppo
l’elenco dell’inefficacia dell’Onu è lungo , inizia nel 1948, quando l’ONU non difende la propria
risoluzione sullo Stato di Israele e su Gerusalemme, arrivando nel 1970 a
riconoscere de
facto il terrorismo con la risoluzione n. 2708 del 1970 che
autorizza, in materia di autodeterminazione dei popoli, a combattere con “ogni mezzo necessario a
disposizione”. Quando la Repubblica Democratica Popolare di Corea o
Corea del Nord invade nel 1950 la Repubblica di Corea o Corea del Sud l’unico
contributo dell’ONU è quello di porre una bandierina sui mezzi USA intervenuti
a difesa della libertà. L’Onu non ha mosso un dito quando l’Unione Sovietica si è presa
prima l’Ungheria, poi la Cecoslovacchia e infine l’Afghanistan. Nel 1956,
subito dopo il silenziamento dell’ultima richiesta d’aiuto via radio da
Budapest, l’Onu se la cavò con un documento che invitava il Segretario Generale
a “indagare sulla situazione in Ungheria causata da un intervento straniero”. Bosnia luglio del 1995 una macchia indelebile nelle burocratiche
scelte dell’ONU quando gli ufficiali ONU invitano i bosniaci a
raggrupparsi in alcune città, fra cui Srebenica, per difenderli meglio. Il
risultato è il massacro, proprio a Srebenica, di settemila bosniaci a opera
delle milizie serbe guidate dal generale Ratko Mladic.
La stessa scelta di non intervento da parte dell’ONU si
registra in Ruanda nel 1994, quando il generale canadese Romeo Dallaire,
comandante del contingente dell’ONU nel paese, informa via l’allora
responsabile delle operazioni di peacekeeping il ghanese Kofi Annan, del rischio
di massacro dei tutsi per mano degli hutu. Dallaire avverte che gli hutu
potrebbero uccidere mille persone in venti minuti. Kofi Annan in risposta
impone a Dallaire di non intervenire per “[…] non andare oltre il mandato
dell’Onu” . Si tratta di una decisione di coerenza formale al
mandato costata la vita a ottocentomila persone in venti giorni.
Ancora oggi esistono conflitti armati, guerre
civili, situazioni critiche nelle quali l'ONU si è rivelata impotente ad
intervenire, ci sono oggi
molti scenari di guerra, il più famoso quello siriano, ma anche in Yemen, in
Nigeria, in Afghanistan e, ancora, in Birmania e Myanmar dove la popolazione
dei Rohingya continua a soffrire per le violazioni dei diritti
umani a cui è sottoposta. E molti altri conflitti sono avvenuti e stanno
avvenendo. In un scenario di guerra limitato come
quello siriano, ci sono una quantità elevata di eserciti, e con strategie ed obiettivi diversi: Stati
Uniti, Francia, Gran
Bretagna, Russia,
Israele, Iran, Arabia
Saudita, Emirati Arabi Uniti,
Turchia, senza dimenticare i curdi e lo Stato Islamico (ISIS).
Le Nazioni Unite
non hanno fallito, ma hanno bisogno di un processo di revisione e cambiamento
affinché possano realmente garantire la pace e la sicurezza internazionale.
Oggi l’ONU risulta
fortemente indebolita perché non tutti i Paesi che ne fanno parte possono
definirsi una democrazia o uno Stato di diritto. Un ulteriore punto debole
dell’Organizzazione è la totale assenza al suo interno di una forza
militare con
il potere di dissuadere uno Stato da un’azione dannosa per timore di una
sanzione o di un intervento repressivo. Per il rispetto della sicurezza
mondiale le Nazioni Unite si affidano ad eserciti dei Paesi membri, che con il
loro intervento aumentano, come molto spesso capita, il rischio di
inconvenienti internazionali.
Antonio Trogu trogant@libero.it
[1] Organizzazione
internazionale istituita dalle potenze vincitrici della Prima guerra mondiale
allo scopo di mantenere la pace e sviluppare la cooperazione internazionale in
campo economico e sociale.
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