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giovedì 7 aprile 2022

Antonio Trogu. I fondamenti della geopolitica. I

 GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE




Scheda sintetica su ONU


Antonio Trogu

 

ONU Sigla dell’Organizzazione delle Nazioni unite. Durante la Seconda guerra mondiale la denominazione Nazioni unite indicava il complesso degli Stati in guerra contro Germania, Italia, Giappone; nel 1942 essi si impegnarono, firmando la Carta atlantica, a mettere in comune le proprie risorse per le esigenze belliche e a non concludere armistizio e pace separati con il nemico. Attraverso varie tappe (Conferenze di Mosca, 1943; Dumbarton Oaks, 1944; Jalta, 1945), l’azione diplo­matica di USA, URSS e Gran Bretagna spinse l’iniziativa verso la costituzione di un’organizzazione internazionale per il mantenimento della pace, basata sul principio dell’uguaglianza degli Stati membri. Questa organizzazione, denominata United Nations (UN, it. ONU), che in parte riprese caratteri già propri della Società delle nazioni [1], nacque nella Conferenza di San Francisco (1945) e la sua Carta, entrata in vigore il 24 ott. 1945, fu firmata da 51 nazioni. Dell’ONU, operativa dal 1946 e con sede principale a New York, fanno parte 192 Stati (nel 2010). Gli obiettivi dichiarati dell’organizzazione sono: mantenere la pace e la sicurezza internazionale; sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla base del rispetto dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli; promuovere la cooperazione internazionale in materia economica, sociale e culturale, nonché il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. L’ONU rappresenta un sistema di cooperazione istituzionalizzata tra Stati sovrani, a competenza generale e a vocazione universale. Gli organi principali sono il Consiglio di sicurezza, l’Assemblea generale, il Segretariato. Il Consiglio di sicurezza è l’organo esecutivo dell’ONU in materia politica, è composto da 15 membri, 5 membri permanenti, Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti, gli altri dieci membri, scelti su base regionale, durano in carica un biennio. Le proposte di allargare il numero dei membri permanenti non hanno avuto successo. Il Consiglio di sicurezza adotta le sue risoluzioni a maggioranza, salvo il diritto di veto di uno dei membri permanenti.

L’Assemblea generale, in cui sono rappresentati tutti gli Stati, può approvare raccomandazioni su questioni procedurali con una maggioranza semplice; per questioni di altra natura è richiesta una maggioranza di due terzi. Un organo speciale è il Consiglio economico e sociale, che formula raccomandazioni e progetti di convenzioni da sottoporre all’Assemblea nei campi sociale, economico, umanitario e culturale. Il Segretariato prepara i lavori degli altri organi e provvede all’esecuzione delle decisioni e alla realizzazione dei programmi delle Nazioni unite; a capo vi è il segretario generale, eletto ogni quinquennio dall’Assemblea generale su raccomandazione del Consiglio di sicurezza. Nel corso degli anni l’Assemblea generale ha istituito inoltre vari organi sussidiari che perseguono fini specifici; tra i più importanti: l’UNDP (United Nations development programme), l’UNICEF (United Nations international children’s emergency fund) e l’UNHCR (United Nations high commissioner for refugees). Dell’ONU fa parte anche una Corte internazionale di giustizia, i cui 15 membri, di diversa nazionalità, sono eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio di sicurezza. La sua giurisdizione si estende alle questioni previste dalla Carta e dai trattati in vigore. Di natura diversa sono invece le corti o tribunali penali internazionali recentemente istituiti dall’ONU, che giudicano persone imputate di genocidio o di crimini di guerra o contro l’umanità. Sotto il profilo dell’attività svolta dall’ONU per il mantenimento della pace, il Consiglio di sicurezza è potuto ripetutamente intervenire dall’ultimo decennio del 20° sec. in occasione di crisi internazionali grazie alla fine della contrapposizione tra le potenze detentrici del diritto di veto. Durante gli anni Novanta, ha posto in essere numerose missioni di interposizione per il mantenimento della pace e di monitoraggio per il ristabilimento della pace e la transizione verso la creazione di regimi democratici. Le decisioni sono prese con un voto favorevole di nove membri, compresi quelli permanenti, ne consegue che un membro permanente può paralizzare il funzionamento del consiglio di sicurezza decidendo di non votare, oppure facendo valere il proprio diritto di veto”. Questo è importante per spiegare il difficile funzionamento dell’ONU.

L'Onu ha subito nel corso del tempo varie trasformazioni che hanno rispecchiato la storia politica dell'intero pianeta (come le particolari maggioranze createsi dopo le adesioni dei paesi di fresca indipendenza o lo squilibrio verificatosi nel periodo successivo alla dissoluzione dell'Unione Sovietica). Nel 2001 è stato conferito all’ONU e al suo segretario generale dell’epoca K. Annan il premio Nobel per la pace ma non sono mancate, tuttavia, negli ultimi anni, voci critiche sulla reale efficacia dell’ONU nella gestione e nella prevenzione delle crisi internazionali “.

In realtà, il fallimento dell’ONU sta nella sua stessa struttura che vede l’Assemblea Generale rispettare il principio, utopico, dell’eguaglianza giuridica e politica degli Stati membri, che fa sì che il voto degli Stati Uniti d’America conti quanto quello di qualsiasi altro Stato, a prescindere dalla dimensione territoriale e dal peso politico, economico o demografico: “Dei due organi di governo, invece, il Consiglio di Sicurezza si fonda sul principio orwelliano che le cinque potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale [Stati Uniti d’America, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica Francese, URSS e Repubblica Popolare Cinese] — le sole chiamate a decidere con effetti operativi — sono “più eguali” delle altre” . Con un limite non da poco: la necessità di deliberare all’unanimità,  e siccome sono sempre state radicalmente divise su natura e fini di uomo, società e storia  l’unanimità non l’hanno mai raggiunta”  sino al crollo dell’Unione Sovietica. Lo stesso problema si presenta a proposito del secondo organo esecutivo delle Nazioni Unite, il Segretario Generale, che, eletto dall’Assemblea Generale, non può imporsi ai cinque grandi.

Tradizionalmente il più grande obiettivo delle Nazioni unite è il raggiungimento della pace nel mondo, la prevenzione e risoluzione di conflitti ma non sempre si riesce a far concordare le strategie di tutte le Nazioni e come visto basta un veto per bloccare ogni intervento.

Purtroppo l’elenco dell’inefficacia dell’Onu è lungo , inizia nel 1948, quando l’ONU non difende la propria risoluzione sullo Stato di Israele e su Gerusalemme, arrivando nel 1970 a riconoscere de facto il terrorismo con la risoluzione n. 2708 del 1970 che autorizza, in materia di autodeterminazione dei popoli, a combattere con “ogni mezzo necessario a disposizione”. Quando la Repubblica Democratica Popolare di Corea o Corea del Nord invade nel 1950 la Repubblica di Corea o Corea del Sud l’unico contributo dell’ONU è quello di porre una bandierina sui mezzi USA intervenuti a difesa della libertà. L’Onu non ha mosso un dito quando l’Unione Sovietica si è presa prima l’Ungheria, poi la Cecoslovacchia e infine l’Afghanistan. Nel 1956, subito dopo il silenziamento dell’ultima richiesta d’aiuto via radio da Budapest, l’Onu se la cavò con un documento che invitava il Segretario Generale a “indagare sulla situazione in Ungheria causata da un intervento straniero”.  Bosnia luglio del 1995  una macchia indelebile nelle burocratiche scelte dell’ONU quando gli ufficiali ONU invitano i bosniaci a raggrupparsi in alcune città, fra cui Srebenica, per difenderli meglio. Il risultato è il massacro, proprio a Srebenica, di settemila bosniaci a opera delle milizie serbe guidate dal generale Ratko Mladic.

La stessa scelta di non intervento da parte dell’ONU si registra in Ruanda nel 1994, quando il generale canadese Romeo Dallaire, comandante del contingente dell’ONU nel paese, informa via  l’allora responsabile delle operazioni di peacekeeping  il ghanese Kofi Annan, del rischio di massacro dei tutsi per mano degli hutu. Dallaire avverte che gli hutu potrebbero uccidere mille persone in venti minuti. Kofi Annan in risposta impone a Dallaire di non intervenire per […] non andare oltre il mandato dell’Onu” . Si tratta di una decisione di coerenza formale al mandato costata la vita a ottocentomila persone in venti giorni.

Ancora oggi esistono conflitti armati, guerre civili, situazioni critiche nelle quali l'ONU si è rivelata impotente ad intervenire, ci sono oggi molti scenari di guerra, il più famoso quello siriano, ma anche in Yemen, in Nigeria, in Afghanistan e, ancora, in Birmania e Myanmar dove la popolazione dei Rohingya continua a soffrire per le violazioni dei diritti umani a cui è sottoposta. E molti altri conflitti sono avvenuti e stanno avvenendo. In un scenario di guerra limitato come quello siriano, ci sono una quantità elevata di eserciti, e con strategie ed obiettivi diversiStati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia, Israele, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Turchia, senza dimenticare i curdi e lo Stato Islamico (ISIS).

Le Nazioni Unite non hanno fallito, ma hanno bisogno di un processo di revisione e cambiamento affinché possano realmente garantire la pace e la sicurezza internazionale. Oggi l’ONU risulta fortemente indebolita perché non tutti i Paesi che ne fanno parte possono definirsi una democrazia o uno Stato di diritto. Un ulteriore punto debole dell’Organizzazione è la totale assenza al suo interno di una forza militare con il potere di dissuadere uno Stato da un’azione dannosa per timore di una sanzione o di un intervento repressivo. Per il rispetto della sicurezza mondiale le Nazioni Unite si affidano ad eserciti dei Paesi membri, che con il loro intervento aumentano, come molto spesso capita, il rischio di inconvenienti internazionali. 

 

Antonio Trogu  trogant@libero.it



[1] Organizzazione internazionale istituita dalle potenze vincitrici della Prima guerra mondiale allo scopo di mantenere la pace e sviluppare la cooperazione internazionale in campo economico e sociale.


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