ARCHIVIO
Iniziativa Storia In Laboratorio/Milite Ignoto
Il Milite Ignoto.
Approfondimento su Maria Bergamas di Giulia B.
La
Commissione incaricata di designare quale madre dovesse divenire “mamma
spirituale del Milite Ignoto” inizialmente fece ricadere la sua scelta su Anna
Venturini Feruglio, udinese, madre di due figli dispersi in guerra, alla quale
si preferì poi una popolana, Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio irredento
era per lei il suo massimo sostegno e speranza.
Maria
Maddalena Bergamas, nata a Gradisca d’Isonzo il 23 giugno 1867, visse a Trieste
dove si era trasferita in gioventù e dove risiedeva allo scoppio della Grande
Guerra.
Ella
era vedova e quando suo figlio Antonio fu arruolato non ebbe più nessun
sostegno per lei e la figlia Anna.
È
stata la donna italiana che fu scelta in rappresentanza di tutte le madri
italiane che avevano perso un figlio durante la prima guerra mondiale, del
quale non erano state restituite le spoglie. Maria morì poi il 22 dicembre del
1953 a Trieste.
Al
tempo dello scoppio della guerra, sia Gradisca d’Isonzo che Trieste erano parte
dell’impero austro-ungarico, perciò suo figlio Antonio fu arruolato
nell’esercito austriaco. Egli era ricordato per il suo impeto e la sua passione
politica e ai primi segnali di guerra tra Austria e Italia, nel 1916, disertò,
varcò clandestinamente il confine, fuggì in Italia e si arruolò volontario nel
137° Reggimento di Fanteria della Brigata Barletta, con il nome fittizio di
Antonio Bontempelli, una falsa identità imposta dal Regio Esercito per
accogliere tra le sue file gli irredentisti (coloro che hanno aiutato il
riscatto dalla dominazione straniera).
Mentre
guidava l’attacco del suo plotone, durante un combattimento alle falde del
Monte Cimone di Tonezza, il 18 giugno 1916 (alcune fonti citano il 16 giugno),
il sottotenente Bergamas fu raggiunto e ucciso da una raffica di mitraglia.
Al
termine della battaglia, nelle sue tasche fu trovato un biglietto nel quale si
pregava di avvisare della sua morte il sindaco di San Giovanni di Manzano,
l’unica persona al corrente della sua reale identità. La salma di Antonio
Bergamas fu dunque riconosciuta e sepolta assieme agli altri caduti nel
cimitero di guerra di Marcesina, sull’Altopiano dei Sette Comuni.
Tuttavia,
a seguito di un violento bombardamento che distrusse il cimitero, Bergamas e i
suoi compagni con lui sepolti risultarono ufficialmente dispersi.
Dopo
la guerra, Maria ebbe l’incarico di scegliere il corpo di un soldato tra undici
salme di caduti non identificabili, raccolte in diverse aree del fronte.
Il
28 ottobre 1921, nella basilica di Aquileia, in Friuli Venezia-Giulia, la donna
fu posta di fronte alle indici bare allineate: appoggiò lo scialle sulla
seconda bare e, dopo essere passata davanti alle prime, non riuscì a proseguire
e si accasciò al suolo davanti alla decima, urlando il nome del figlio; per
questo motivo fu scelta quest’ultima.
La
salma prescelta fu posta all’interno del Monumento al Milite Ignoto, presso il
Vittoriano a Roma, a ricordo dei caduti della guerra, e la cerimonia solenne
avvenne il 4 novembre 1921, dopo il lungo viaggio in treno rallentato per
permettere a tutta Italia di rendere onore alla bara.
Secondo
la testimonianza della figlia, Maria era decisa a scegliere l’ottava o la nona
bara, poiché quelli erano i numeri che ricordavano la nascita e la morte del
figlio, ma giunta dinanzi alle bare provò un senso di vergogna e, poiché nulla
dovesse ricordare suo figlio, scelse la decima, affinché il simbolo che si
sarebbe portato a Roma fosse davvero un soldato ignoto.
L’anno
successivo alla morte di Maria, il 3 novembre 1954, la sua salma fu riesumata e
sepolta nel cimitero di guerra di Aquileia, retrostante la Basilica, vicino ai
corpi degli altri militi ignoti, come da lei richiesto, per sentirsi più vicina
al figlio.
A
Gradisca d’Isonzo, in Via Bergamas 39, esiste ancora la casa dove Maria e i
figli abitarono. Una targa ricorda: “In questa casa nacque Antonio Bergamas che
irradiata la giovinezza dell’ideale di Mazzini il XVIII giugno MCMXVI nel nome
santo d’Italia suggellava sul Cimone la sua fede col sangue”.
Ho
scelto di approfondire questo argomento perché mi interessa conoscere le
persone della storia, coloro che la storia l’hanno fatta. Penso sempre al fatto
che dietro a un personaggio c’è una persona e approfondirne la vita è, per me,
molto interessante. Questo lavoro mi ha fatto conoscere nuovi termini relativi
alla guerra, mi ha fatto approfondire parti di storia che normalmente non
vengono studiate e mi ha lasciato la voglia di scoprire sempre di più, e di
visitare i luoghi citati nel tema. Ho apprezzato lo svolgimento di questo
compiti e penso mi piacerebbe affrontarne altri simili.
Nessun commento:
Posta un commento