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lunedì 20 dicembre 2021

Gli Studenti scrivono. Desirèe B. Agenzia Formativa "Don Angelo Teboldi", Lumezzane, Brescia

 ARCHIVIO

Storia in Laboratorio/Milite Ignoto

Le ricerche dei soldati di Desirée B.

Il 24 agosto 1920, il generale Giulio Douhet dichiarò: “Tutto sopportò e vinse il soldato. Perciò al soldato bisogna conferire il sommo onore, quelle cui nessuno dei suoi condottieri può aspirare, neppure nei suoi più folli sogni di ambizione. Nel Pantheon deve trovare la sua degna tomba alla stessa altezza del Re e del Genio”.

Il Decreto sulla sepoltura della salma di un soldato ignoto venne approvato dal Parlamento del Regno d’Italia il 4 agosto 1921 all’unanimità e senza dibattito; come luogo della tumulazione fu scelto il Monumento a Vittorio Emanuele II, noto anche come Vittoriano. Fu stabilito che le ricerche della salma dovessero essere condotte nelle zone più avanzate dei principali campi di battaglia, in totale undici siti: San Michele, Gorizia, Monfalcone, Cadore, Pasubio, Campo Sile, Alto Isonzo, Asiago, Tonale, Monte Grappa, Montello.

Fu Gabriele D’Annunzio a dare il nome di Milite Ignoto alla salma del soldato senza nome che avrebbe celebrato gli eroismi e i sacrifici della Grande Guerra: il soldato che avrebbe rappresentato idealmente tutti coloro che non fecero ritorno a casa, coinvolgendo così tutte le famiglie italiane. Venne così istituito un Ufficio Onoranze al Soldato Ignoto e venne poi nominata una Commissione che dal 3 al 24 ottobre si dedicò alla ricerca di undici salme di soldati provenienti dai campi di battaglia. Quindi le ricerche iniziarono ufficialmente il 3 ottobre 1921.

La Commissione decise di esaminare una salma nei pressi di Rovereto, ma non venne rinvenuta nessuna salma sepolta, e allora se ne esumò una tra quelle di ignoti in un vicino cimitero di guerra.

La ricerca della seconda salma si svolse nei pressi del Massiccio del Pasubio, ma come per la prima non ci furono risultati, e allora si esumò un altro cimitero di guerra. Per trovare la terza salma, la Commissione decise di spostarsi sull’Altopiano di Asiago, sul Monte Ortigara, dove per la prima volta venne trovato un caduto insepolto ma nascosto; probabilmente perché il corpo, non potendo essere seppellito per bene, venne solo nascosto/coperto per evitare che venisse straziato dagli animali.

La quarta salma venne rinvenuta sotto ad una croce e non aveva alcun elemento che favorisse la sua identificazione. Le quattro salme ritrovate fino a quel momento vennero lasciate a Bassano, mentre la Commissione partì per Conegliano e, facendo una sosta sul Montello, cercò la quinta salma che trovarono, però, in un vicino cimitero di guerra. Inoltre, tra le intenzioni della Commissione c’era quella di recuperare la salma di un caduto della Regia Marina, ma l’unica possibilità era quella di riesumare la salma di un marinaio, e cercarono dunque sui campi di battaglia dove i marinai combatterono a terra come fanti. La Commissione si trasferì poi a Cortina d’Ampezzo. Dai racconti emerge che le ricerche furono svolte sulle Tofane e sul Passo Falzaredo, ma non venne trovata alcuna salma, e anche il corpo del settimo soldato venne esumato da un cimitero di guerra. Il 20 ottobre la Commissione si recò sul Monte Rombon, e anche lì venne ritrovata una croce di legno ormai marcita, che aiutò a trovare l’ottava salma. La nona venne invece rinvenuta sul Monte San Michele, vicino alla scavo di una trincea, al disotto di una croce. Furono poi le ricerche a Castegnevizza del Carso, dove venne trovato un palo di legno avvolto con del filo spinato, che fecero pensare ad una trincea, dove venne trovato il decimo corpo. Le ricerche per l’undicesima salma si concentrarono in un tratto di fronte tra Castagnevizza e il mare. Anche là venne ritrovata una croce e così anche l’ultima salma fece il suo ingresso a Gorizia. Nella chiesa di Sant’Ignazio, proprio a Gorizia, vennero celebrati gli undici soldati e tutti i caduti della guerra in una solenne marcia funebre, come eseguita per la prima volta in occasione dei funerali di re Umberto I.

Ritengo che l’omaggio alla Nazione con la scelta simbolica di un soldato anonimo sia un meraviglioso gesto di umanità e solidarietà: è come se il Milite Ignoto possa essere il figlio, il marito, il padre dell’intera Nazione, e per quanto sia triste il fatto che non tutti abbiano potuto seppellire i propri cari, l’idea di averlo fatto simbolicamente può aver alleggerito gli animi, e aver dato un po’ di speranza ad ogni madre, moglie e figlia, che i soldati seppelliti fossero proprio i loro uomini.

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