Il blog è espressione del Centro Studi sul Valore Militare - Ce.S.Va.M.- istituito il 25 settembre 2014 dal Consiglio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare.Lo scopo del CEsVAM è quello di promuovere studi sul Valore Militare.E' anche la continuazione on line della Rivista "Quaderni" del Nastro Azzurro. Il Blog è curato dal Direttore del CEsVAN, Gen. Dott. Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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giovedì 31 ottobre 2019
mercoledì 30 ottobre 2019
Copertina Ottobre 2019
QUADERNI ON LINE
Anno LXXX, Supplemento on line, X, 2019, n. 46
Ottobre 2019
www.valoremilitare.blogspot.com
martedì 29 ottobre 2019
Editoriale Ottobre 2019
Il mese di ottobre è stato completamente dedicato all'affinamento della proposta informativa del CESVAM e conseguentemente dell'Istituto del Nastro Azzurro, nel solco della attività preesistente, con l'avvio della compilazione e pubblicazione dei banner di competenza del Sito dell'Istituto, della costante pubblicazione giornaliera della rivista "QUADERNI ON LINE" e dei blog geografici e storici ad essa collegati.
Sono in distribuzione i QUADERNI editi fino al 30 aprile 2019 mentre, come noto, dal numero 2 del 2019 i QUADERNI hanno accentuato il loro carattere specifico volti al sostegno ed al supporto scientifici dei Master che l'Istituto ha avviato con l'Università UNICUSANO di Roma. La possibilità di mettere a disposizione dei frequentatori dei Master uno spazio per pubblicare i loro lavori è un delta aggiunto all'offerta didattica dei Master e nel contempo un veicolo di divulgazione primario di che cosa è il Nastro Azzurro nel mondo giovanile fuori dell'ambito associativo-combattentistico e d'arma.
Proseguono con ritmo decisamente costante i lavori per il completamento dei progetti in corso, mentre è stato avviato il primo progetto del 2019, dedicato al Corpo Italiano di Liberazione; a novembre sarà avviato quello relativo alla Prigionia Italiana in Kenya.
Novembre sarà l'ultimo mese lavorativo per il 2019 riguardo ai progetti e con le realizzazioni di questo mese si potranno trarre le prime linee del bilancio scientifico del CESVAM relative a quest'anno, quinto di attività.
Massimo Coltrinari
lunedì 28 ottobre 2019
La dichiarazione di guerra alla Grecia 28 ottobre 1940
DIBATTITI
Avvio di ricerca
Nell'ambito del Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 - 1960 è statta proposta da un frequentare greco che studia in Italia la Tesi riguardante la guerra Itai Greca del 1940-1941 con analisi documenti e note di entrambe le parti. La direzione didattica del Master ha accettato questa proposta.
domenica 27 ottobre 2019
Pistoia. Conferenza sulla Grande Guerra
NOTIZIE CESVAM
Estensione del Progetto
Dizionario minimo della Grande Guerra
Avviato dalla Federazione di Pistoia il programma, in collaborazione con il CESVAM di estendere i risultati delle ricerche e la realizzazione dei progetti. I volumi fino ad ora editi del Dizionario Minimo della Grande Guerra, illustrati nell'incontro, sono stati depositati alla Biblioteca Comunale di Pistoia a disposizione di tutti.
sabato 26 ottobre 2019
Segnalazione LIbrarie
SEGNALAZIONi LIBRARIE
L'ultima fatica
di Giovanni Cecini, membro del CESVAM
Giovanni CECINI,
L’incredibile
storia della seconda guerra mondiale. Strategie, Armi, Protagonisti
del conflitto che ha cambiato le sorti del mondo, Roma, Newton Compton Editori,
pag. 495, E. 12,90, ISBN 978-88-227-3620
La seconda guerra mondiale grande contenitore di più
conflitti distinti ma collegati tra loro, è in realtà un serbatoio di storie in
credibili, spesso sconosciute che vale la pena di approfondire per capire
meglio il nostro presente e le cause che l’hanno contribuito a rendere il mondo
come lo conosciamo oggi. Questo libro intende quindi travalicare la
tradizionale narrazione cronologica, procedendo per argomenti chiave come le
alleanze, la diplomazia, le economie, gli oltre sessanta milioni di morti e gli
scenari del dopoguerra. Il quadro complessivo è quello di una pagina fondamentale
nella storia dell’uomo, che, nella sua brutale ferocia, esercita ancora oggi
grande fascino su tutti gli appassionati di storia. Ogni vicenda, infatti,
rappresenta un frammento di quello che è stato uno dei momenti più complessi di
tutta la storia contemporanea, nonché lo spartiacque del Novecento.
Giovanni
Cecini (Roma 1979) à laureato in Scienze Politiche e Storia contemporanea. E’
membro del CEVAM – Centro Studi sul Valore Militare e docente di Master in
Storia Militare Contemporanea 1796-1960 presso la Università N. Cusano Nicolò
Cusano.
venerdì 25 ottobre 2019
Il Valor Militare nella provincia di Asti II Parte
DIBATTITI
Relazione presentata
al Convegno in occasione della
Giornata del Decorato
Torino aprile 2019
CONVEGNO
“Morte, minacci? Me
non vedrai tremante”
I Caduti al Valor
Militare di Asti e Provincia
Sessione Seconda
I Caduti al Valor
Militare di Asti e Provincia
Presidente della Federazione di Asti
II Parte
Caduti al Valor
Militare astigiani e Battaglia degli Altipiani
(15 maggio – 30 giugno
1916)
La cosiddetta Battaglia degli Altipiani, conosciuta anche, per il nome datogli
dagli austriaci che la scatenarono, come “Strafexpedition”, fu combattuta fra il 15 maggio e il 30 giugno
1916.
Ben 21 “Caduti al Valor Militare” astigiani si sacrificarono proprio
durante il suo corso.
I combattimenti iniziarono
il 14 maggio 1916, con un deciso
fuoco d’artiglieria austroungarico, mai effettuato prima, sulle posizioni
italiane. Il mattino del giorno successivo, contro i nostri mosse una grandissima
e preponderante massa nemica, ottenendo rapide conquiste che fecero temere il
tracollo del nostro fronte.
Ciononostante, gli
italiani contrattaccarono per riconquistare ogni posizione persa e si
svilupparono mischie che in vari documenti del nostro Stato Maggiore furono
definite “selvagge”.
Purtroppo, a un certo
punto, gli austroungarici ebbero la meglio e gli italiani dovettero necessariamente
iniziare la ritirata.
Con estrema speditezza
Cadorna racimolò un buon numero di divisioni di riserva e con esse costituì la Quinta
Armata. Essa, inviata speditamente in zona, fu capace, a metà giugno, di arrestare
l’offensiva nemica quando questa era praticamente arrivata nella pianura
vicentina. Allo scopo furono anche rimpatriati, in tutta fretta, soldati che in
quel momento si trovavano in Albania e in Libia e s’ebbe anche l’apporto di
unità inglesi e francesi
In effetti Cadorna corse
un grande rischio, poiché per costituire la Quinta Armata furono tratti 120
battaglioni dal fronte isontino. Se il nemicolo fosse venuto a sapere, lì avrebbe
certo scatenato subito un’offensiva che poteva avere per l’Italia esiti
rovinosi.
Alla
fine di giugno gli italiani passarono alla controffensiva che alla fine arrivò
ad annullare i vantaggi ottenuti dal nemico.
A
livello popolare, destò grande scalpore la morte o la cattura (con la
conseguente esecuzione), di alcuni tra i più illustri e conosciuti personaggi
dell'irredentismo italiano
quali: Fabio Filzi; Damiano Chiesa; Cesare Battisti. La vita e la morte di questi personaggi avrebbero
guidato, in Italia, molte delle campagne d'arruolamento e molta parte della letteratura
propagandistica del periodo.
I Caduti
al Valor Militare astigiani appartenenti agli alpini morirono su: il Pal
Piccolo, il Monte Forame, l’Ortigara, il Monte di Mezzo.
Quelli
appartenenti alla Fanteria erano in forza alle Brigate Liguria, Alessandria,
Modena e al 26° Reggimento Lancieri di Vercelli.
Simbolico
appare il monumento alla Beata Giovanna Maria Bonono, praticamente l’unico
manufatto a rimanere in piedi in Asiago, cittadina completamente rasa al suolo
perché finita e restata, purtroppo, nell’occhio del ciclone dei combattimenti.
Nella
Battaglia degli Altipiani gli italiani ebbero circa 6 mila morti, gli austriaci
circa la metà (3 mila).
Per
inciso, alla luce di questo massacro, il fatto che oggi, qualche anima bella abbia
chiamato “StrafXpedition” una corsa che parte dal Passo Vezena e
termina ad Asiago, lascia veramente perplessi.
(12 maggio – 5 giugno
1916)
La decima battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra il 12 maggio
e il 5 giugno 1917. Stavolta l’iniziativa fu italiana.
L’obiettivo era quello di raggiungere Trieste. Stavolta
erano gli austriaci a contare su un minor numero sia di truppe sia di
artiglierie.
L’offensiva venne affidata
alla 3ª Armata e al Comando della Zona di
Gorizia (unione dei Corpi d'armata II, VI e VIII).
I Caduti al Valor Militare astigiani,
che in totale furono 9, si contano soprattutto fra il 14 e il 23 maggio, in una
fase in cui gli austriaci contrattaccarono ovunque con grande energia.
I Caduti al Valor militare astigiani
alpini appartenevano tutti al 3° Reggimento. I fanti alle Brigate: Firenze; Ravenna;
Arezzo; Bologna.
Alla fine della battaglia i
progressi italiani compiuti con sanguinose giornate di battaglia ed ingenti
perdite vennero in poche ore annullati. Come nel caso della Strafexpedition, ma
purtroppo al contrario.
L'unico vantaggio rimasto agli italiani
fu il mantenimento del costone Cucco di
Plava - Vòdice. Commuove il fatto
che tutti gli alpini astigiani Caduti al Valor Militare durante la decima Battaglia dell'Isonzo morirono tutti proprio sul Monte Vòdice.
Ecco perché sulla sua cima ovest si
trova una colonna sormontata da una fiera nera aquila, che li ricorda.
Nell'ambito della Decima battaglia
dell'Isonzo inoltre si ebbero grandi scontri nei cieli nel corso dei quali, il
neonato Corpo Aeronautico Italiano effettuò importanti azioni di massa
assicurandosi sempre la meglio.
Da parte italiana si contarono
36.000. Gli austro-ungarici ebbero, invece, 17.000 morti (meno della metà).
Caduti al
Valor Militare astigiani e Battaglia del Solstizio
(15 giugno – 22 giugno
1918)
La battaglia
del solstizio durò dal 15 giugno al 22
giugno 1918 e fu scatenata dagli austro-ungarici mediante, ancora una volta, un
massiccio bombardamento del fronte italiano sul Piave.
Forti del
risultato di Caporetto dell’ottobre precedente, i nostri nemici pensano di assestarci
il colpo di grazia e in effetti durante le prime ore dei combattimenti la cosa sembrava
possibile. Nel pomeriggio dello stesso giorno, però, la situazione cambiò
radicalmente a favore delle nostre armi e il 16 giugno l’avanzata era già stata
arrestata.
Il ruolo dei
servizi di informazione italiani fu molto efficace e avvertì anche del’uso dei gas,
così che gli i nostri non si trovarono impreparati proprio come a Caporetto. Anche
stavolta l’impiego del nostro Corpo Aeronautico rappresentò un elemento d’arresto
per i nostri avversari.
Non tutto,
purtroppo, andò per il meglio, infatti, il 19 giugno 1918, volando sopra il Montello, morì il Maggiore Francesco Baracca.
In quello
stesso giorno, però, avvenne l’importante successo della famosa “carica di San Pietro Novello”. In quell’omonima
frazione presso Monastir di Treviso, il VII Lancieri di Milano, numericamente inferiore,
respinse l’avanzata degli austro-ungarici che si erano infiltrati oltre il
Piave.
I soldati
asburgici cercarono di resistere ancora qualche giorno ma l’arrivo tempestivo
delle riserve italiane e il forte innalzamento del livello del Piave, dovuto
alle abbondanti piogge, il famoso e musicato “rigonfiar dell’onde” determinò,
il 24 giugno la fine della battaglia.
Si stima che
i morti italiani furono circa 8 mila, quelli austriaci circa 11 mila.
I Caduti al
Valor Militare astigiani furono 9. Fra loro, questa volta non vi fu nessun
alpino, perché dopo Caporetto il fronte si era spostato in pianura.
Dopo soli quattro
mesi da questa battaglia, arrivarono le radiose giornate di Vittorio Veneto che
portarono l’Italia alla definitiva Vittoria.
Nell’accomiatarmi, desidero commemorare, insieme a tutti
i 136 Caduti al valor Militare astigiani, sfortunati soldati “dalla storia
spezzata”, tutti i nostri caduti di guerra, non solo della prima, ma di tutte
le guerre e, in ultimo, anche delle nostre missioni di pace.
Desidero anche onorare le vittime che ci furono
nemiche. Da tempo il Nastro Azzurro svolge preziose iniziative insieme alla Croce
Nera austriaca, in ricordo dei nostri e dei loro caduti. Due popoli non più in
guerra, mai più in guerra.
Per farlo, leggerò la motivazione della MAVM di un
ragazzo del ‘99 nato a Castagnole Lanze, il soldato Giovanni Austa,
appartenente al 41° Reggimento Fanteria (Brigata Modena), caduto a due mesi scarsi
dalla fine della guerra:
Costante esempio di fermezza e di
coraggio, visto cadere un soldato ferito, sprezzante del pericolo, sotto
persistente e violento fuoco, con generoso slancio accorreva a prestargli
aiuto, incoraggiandolo con nobili parole ispirate ad elevato senso patriottico,
finché cadeva egli stesso colpito a morte. Roccolo (Monte Grappa), 9 settembre
1918.
Grazie a tutti.
giovedì 24 ottobre 2019
Il Valor Militare nella Provincia di Asti I Parte
CONVEGNO
“Morte, minacci? Me
non vedrai tremante”
I Caduti al Valor
Militare di Asti e Provincia
Sessione Seconda
I Caduti al Valor
Militare di Asti e Provincia)
a Cura del Presidente della Federazione
In precedenza è stato detto che, al momento, sono
stati recuperati i nominativi di 136 “Caduti al Valore Militare” nati ad Asti e
in quella che oggi è la sua Provincia (come già fatto prima, da qui in poi
complessivamente chiamati astigiani).
Adesso è venuto il momento di tentare di estrapolare,
da tale elenco, tutte quelle informazioni atte a inquadrarli al meglio nel
contesto di quella che fu la Grande Guerra.
Se è stato importante risalire a quale decorazione
al Valore meritarono, altrettanto rilevante, se non di più, è stato individuare
quali furono il teatro di guerra e il periodo in cui ognuna fu meritata.
Questa contestualizzazione è stata realizzata
per ogni Caduto al Valor Militare astigiano ma, oggi, per ovvie ragioni di
tempo, non potremo spingerci così nel particolare.
Tuttavia, prima di dedicarci ai Caduti al Valor
Militare astigiani, occorre fornire alcuni elementi su scala nazionale, compresi
quelli riguardanti le decorazioni al Valor Militare concesse nel corso del
primo conflitto mondiale.
L’Italia, nel corso della Grande Guerra, chiamò
alle armi un totale di 5 milioni 615 mila uomini. Si pensi che, nel primo
giorno di guerra, il fatidico 24 maggio 1915, ne aveva alle armi pressappoco
solamente 248 mila.
720 mila furono dispensati ed esonerati per le
imprescindibili esigenze della produzione agricola, industriale e bellica
nonché per il funzionamento dei pubblici servizi.
Il totale delle
vittime militari italiane (morti + dispersi) ammonta all’abnorme cifra di circa
780 mila unità, delle quali: 406 mila per cause belliche; 274 mila per
malattie; 100 mila nei campi di prigionia stranieri.
I feriti furono molto
più delle vittime: circa 1 milione.
Gli invalidi, a
seguito di ferite o di malattie, furono pressappoco 463 mila.
Quindi, la somma dei
militari italiani morti, dispersi, feriti e invalidi raggiunge la stratosferica
cifra di circa 2 milioni 243 mila unità.
Per quanto concerne le decorazioni al Valor
Militare della Grande guerra:
- ne furono concesse: 978 decorazioni dell'Ordine Militare di Savoia; 362 MOVM;
38 mila 355 MAVM; 59 mila 399 MBVM; 28 mila 356 CGVM. Per un totale di 126 mila
472 fra medaglie e croci.
- a seconda dei gradi furono così ripartite: ufficiali
34,7 %; sottufficiali e truppa 65,3 %. L’Esercito, per ovvi motivi, ne ebbe la
stragrande maggioranza: 800 decorazioni dell'Ordine Militare di Savoia e 122
mila 604 fra Medaglie e Croci al Valor Militare.
- a seconda delle principali armi si ripartirono così:
Fanteria 82 mila 507 (65,24 %); Alpini 10 mila 706 (8,47 %); Armi speciali 27
mila 181 (21,49 %); Servizi 3 mila 138 (2,48 %); Marina 2 mila 940 (2,32 %).
Considerando il numero di decorazioni ottenute in media da ogni 100
uomini ripartiti, per nascita, fra Italia del Nord, del Centro, del Mezzogiorno
e delle Isole è significativo osservare come gli atti di Valor Militare furono
appannaggio degli Italiani in quanto tali e non per appartenenza ad una zona
piuttosto che un’altra. Infatti:
Italia settentrionale: 2,65
Italia meridionale: 2,47
Italia centrale: 2,33
Italia meridionale: 2,47
Italia centrale: 2,33
Italia insulare: 2,56
Un piccolo inciso: anche i civili “andarono” alla
guerra, infatti ne morirono, per cause
belliche sia dirette sia indirette, una parimenti tremenda quantità, stimabile
fra i 500 mila e 1 milione. Fra le cause indirette le principali, agenti spesso
in sinergia, furono le malattie (fra cui la febbre “spagnola”) e la
malnutrizione.
Esaminando i 136
“Caduti al Valore” astigiani si è rilevato che:
- quattro sono le
Medaglie d’Oro (Maggiore Generale Francesco Berardi – Comandante Brigata Forlì
– DUSINO SAN MICHELE; Cap. Ettore Laiolo – 4° Regg. Genova Cavalleria –
VINCHIO; Maggiore Generale Carlo Montanari – Comandante Brigata Forlì –
MONCALVO; Tenente colonnello Luigi Piglione – 2° Regg. Alpini - CORSIONE).
· 89 quelle d’Argento;
· 40 quelle di Bronzo;
- ben 11 caduti al Valor
Militare Astigiani meritarono precedentemente un'altra Medaglia al Valore e due
raggiunsero le tre;
- a nessuno dei “Caduti
al Valor Militare” astigiani fu attribuita la Croce di Guerra al Valor Militare
(CGVM), istituita sì nel dopoguerra, precisamente il 7 gennaio 1922, ma
comunque attribuita per atti eroici a molti, va detto non moltissimi, soldati italiani
della Grande Guerra. Molto probabilmente perché detta Croce fu ritenuta premio
troppo esiguo per il militare che periva a causa dell’atto di valore. Se tale
ipotesi è vera, si può ulteriormente ipotizzare che ciò avvenne anche su scala
nazionale;
- gli ufficiali astigiani
Caduti al Valor Militare furono 50 (9 superiori – 41 inferiori) mentre fra
truppa e sottufficiali se ne contarono 83. Quindi, rispetto al totale di 136
caduti al valore, il 37% è fra gli ufficiali il 63% fra sottufficiali e truppa.
Un dato perfettamente aderente alle analoghe percentuali a livello nazionale,
già dette in precedenze (ufficiali 34,7%; sottufficiali e
truppa 65,3%). Anche qui l’esercito, sempre per ovvi motivi, fu protagonista.
Adesso un dato in controtendenza con quello su base nazionale. Per
poterlo evidenziare occorre ripetere dati già forniti in precedenza: “Fra le
principali armi le 126 mila 472 decorazioni al Valore così si ripartirono:
Fanteria 82.507 (65,24 %); Alpini 10.706 (8,47 %); Armi speciali 27.181 (21,49
%); Servizi 3.138 (2,48 %); Marina 2.940 (2,32 %)”.
Se, anche per i 136 Caduti al Valore astigiani, le decorazioni al Valor
Militare furono prerogativa praticamente esclusiva di fanti e penne nere
(ricordiamo che gli alpini sono una specialità dell’Arma di Fanteria): il 54 % andò
ai fanti (contro il 65,24% nazionale), mentre ben il 41% fu appannaggio degli
alpini (contro il 8,47 % a livello nazionale).
Un motivo in più, se ce ne fosse bisogno, per onorare chi con la fiera
aquila sul cappello si sacrificò nella Grande Guerra , ma portò anche, durante
l’alluvione astigiana del 1994, soccorso e conforto alle popolazioni colpite.
Altresì importante è non dimenticare, fra i caduti al Valor militare
astigiani: due marinai; un carabiniere e un finanziere.
A questo punto un confronto interessante: quello relativo all’età media
dei soldati italiani per ogni anno di guerra e dell’età media dei Caduti al
Valor Militare astigiani per ogni anno di guerra.
Ebbene, i due dati sono omogenei.
|
Età media dei soldati
italiani
|
Età media dei caduti
al Valor Militare astigiani
|
1915
|
24 anni e 4 mesi
|
27 anni
|
1916
|
25 anni
|
28,5 anni
|
1917
|
25 anni e 8 mesi
|
25,8 anni
|
1918
|
25 anni
|
24,9 anni
|
Perché per il 1918, sia l’età media dei soldati italiani sia l’età media
dei Caduti al Valor Militare astigiani diminuisce e anche di molto?
In entrambi i casi per i cosiddetti “ragazzi del ‘99”. Infatti, fra i
Caduti al Valor Militare astigiani del 1918 si contano ben sette ragazzi del 99
che, cosa ben nota, ebbero il loro battesimo di guerra nel 1918. Inoltre,
quattro ragazzi d’età compresa fra i 21 e i 22 anni.
Undici giovanissime vite spezzate. Ciò testimonia che quello che talvolta
si sente dire, ovverosia che le ultime classi chiamate in guerra furono
destinate alle seconde linee oppure non si affrancarono mai dai corsi
d’istruzione, è falso!
Per inciso, su scala nazionale, furono undici le MOVM attribuite a ragazzi
del 99.
Va rimarcato che i ragazzi del ’99 furono protagonisti di tre battaglie
molto importanti per le nostre armi perché tutte vinte. Le cosiddette “d’arresto”
(novembre 1917); del “solstizio”, (giugno del 1918); di “Vittorio Veneto”, (ottobre-novembre
1918) che spiegò le ali alla Vittoria Italiana.
Altro che pivelli tremebondi. Furono uomini che attaccarono fianco a
fianco dei veterani se non, addirittura, li superarono.
Adesso vi porteremo sul terreno, nelle trincee, nel fango,
di quelle che furono le tre battaglie ove si contò il maggiornumero di Caduti
al Valor Militare astigiani.
mercoledì 23 ottobre 2019
L'Archivio del Nastro Azzurro
ARCHIVIO
Documenti inerenti il patrimonio
archivisto dell'Istituto
RITENUTO
che l'Archivio dell'Istituto Nastro Azzurro fra i combattenti decorati al Valor
Militare (Istituito il 26 marzo 1923 ed eretto in Ente Morale con R.D. 1308 del
31.5.1928), consistente complessivamente
in 26 registri di verbali delle adunanze del Direttorio nazionale dal 1928;
ca.30
fascicoli di vertenze e sentenze della Corte suprema d'onore; documentazione e
raccolta completa della rivista "Il Nastro Azzurro" (ca 14 fascicoli
di documenti preparatori, fotografie, dattiloscritti);
rassegna
stampa soprattutto per gli anni '60-'70 del '900; documentazione relativa ai
congressi e all'amministrazione (ca. 140 faldoni e numerosi fascicoli sparsi);
20 registri di protocollo;
30 registri
amministrativi; 15 registri degli iscritti all'Istituto; 4 registri
"titolari assegni per Medaglia al valor militare;
ca
10 buste postali di grandi dimensioni (anni 2000) di moduli inviati dalle
federazioni per le Medaglie al valor militare; corrispondenza e carte relative
all'erogazione di premi; schedario di tutti i soci (15 cassetti);
corrispondenza
con le Federazioni provinciali (ca. 119 faldoni);
opuscoli;
fotografie
storiche delle riunioni del Nastro Azzurro (1 album e altre 3 scatole di fotografie
diverse); materiali preparatori per la pubblicazione dell'albo d'oro (ca 14
faldoni);
schede
delle motivazioni di attribuzioni di medaglie della Federazione di Modena (1
scatola);
archivio
della Federazione romana del Nastro Azzurro consistente in: schede dei soci (1
cassettiera),
ca.
50 faldoni di corrispondenza, materiali preparatori per l'organizzazione di
conferenze e viaggi e contabilità:
archivio
informatizzato dei dati relativi a tutte le decorazioni al Valor Militare
concesse dal 1834, ricco di 600.000 schede;
riveste
importante interesse storico (ai sensi dell'art. 10 comma 3 lett. b) del Codice
per i Beni Culturali ed il Paesaggio del 22 gennaio 2004, n. 42 sopracitato per
i motivi contenuti nella comunicazione dell'avvio del procedimento di interesse
storico della Soprintendenza Archivistica per il Lazio.
Decreta
che
l'Archivio dell'Istituto Nastro Azzurro individuato e descritto nelle premesse
(ai sensi dell'art. 10, comma 3 lett. b) del D.Lgs. 22.01.2004, n. 42 e, come
tale è sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel citato
D.L.vo.
Il
presente decreto verrà notificato, in via amministrativa, a cura della
competente Soprintendenza Archivistica per il Lazio ai destinatari individuati
nella relate di notifica e avrà valore nei confronti dei successivi
proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo.
Avverso
il presente decreto è ammessa proposizione di ricorso amministrativo al
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per motivi di legittimità e di
merito, entro 30 giorni dalla notifica della presente dichiarazione, ai sensi
dell'art. 16 del D.Lgs. n. 42/2004 e giurisdizionale avanti il T.A.R.
competente, secondo le modalità di cui alla L. 6.12.1971 n. 1034, entro 30 e 60
giorni dalla data di notifica, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato
ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971, n.
1199.
ROMA,
30/09/2010
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