CONVEGNO DI STORIA
"CAPIRE LA GRANDE GUERRA. DAL PRIMO AL SECONDO ANNO DI GUERRA. 1915-1916
Riportiamo una parte, dedicata la 1915, della Introduzione al convegno che si terrà a Salò, nell'ambito della Giornata del decorato, il prossimo 23 aprile. da parte del Direttore del CESVAM, dedicata al 1915
Il 1915 è stato definito dai
contemporanei[1], l’anno di Passione.
Scrive
Roberto Mendel:
“Il 1915 nacque nel sangue.
Due potenti coalizioni, l’Intesa e gli
Imperi Centrali, sorte in armi, luna contro l’altra, nell’agosto 1914, si
combattevano aspramente sui continenti e sugli oceani.
Appartenevano all’Intesa. Gran Bretagna,
Francia, Russia. Giappone, Belgio, Lussemburgo, Serbia e Montenegro, con le
loro colonie d’oltremare.
Agli Imperi Centrali: Austria-Ungheria e
Germania, s’era unita la Turchia.
In seguito ai sanguinosi avvenimenti,
svoltesi dall’agosto al dicembre 1914, le condizioni reciproche dei
belligeranti erano, nei primi giorni del nuovo anno di pena, le seguenti:
a) Scacchiere orientale. I Russi
occupavano piccola parte della Prussia Orientale ed in Galizia erano giunti
fino ai Carpazi, cingendo d’assedio la piazzaforte austriaca di Przemysl, dove
i viveri e le munizioni cominciavano a scarseggiare ai 100 mila uomini del
presidio. I Tedeschi, però, occupavano Lodz e buona parte della Polonia moscovita.
L’Esercito austriaco s’era riorgnizzato dietro al baluardo dei Carpazi.
b) Scacchiera meridionale. Gli Austriaci
sconfitti in un ultimo tentativo d’invasione, s’erano ritirato oltre la Sava e
la Drina, ed ora la guerra sostava sugli antichi confini. Anche il piccolo
Montenegro aveva dovuto desistere dal bombardamento di Cattaro.
c) Scacchiere occidentale. Trincerati
dalla foce dell’Yser sino alla frontiera svizzera lungo una linea ininterrotta
che, dalla sinistra dell’Yser si svolgeva davanti a Reims, a Verdun a Nabcy, ad
Epinal lasciando nelle loro mani tute le piazzeforti francesi più importanti,
gli Alleati fronteggiavano i Tedeschi, trincerati del pari onde, su questo
teatro, la guerra aveva assunto ormai il carattere della lotta tra fossati e le
siepi di ferro spinoso, senza possibilità di manovr e di avvenimenti decisivi.
d) Nel Caucaso i Russi marciavano contro
Erzerum e i Turchi su Batum; in Mesopotamia le truppe brtannche erano giunte a
Bassora; nel settore di Aden gli Ottomani avevano perduto Seek-Said, base di
ogni possibile operazione contro il possedimento inglese; nella regione del
Canale di Suez, i Turco-beduini avanzavano nel deserto di Sinai, indifeso per
necessità strategiche e logistiche.
f) Nel Continente Nero, gli Alleati
avevano invaso il Togo ed il Camerum, ma i Tedeschi prevalevano alle frontiere
dell’Africa Sud-occidentale e dell’Africa Sud-orientale, minacciando pur la
colonia portoghese di Angola, anche per effetto della rivolta scoppiata fra i
Boeri ormai, però, quasi del tutto domata.
g) L’Intesa s’era aggiudicata il dominio
del mare, libero ai suoi trasporti d’uomini e di rifornimenti, insidiati per il
momento, preoccupanti, dai sommergibili nemici.
Mentre, nel suo insieme, l’andamento
della guerra continentale, nonostante la mancata vittoria sulla Francia, poteva
dirsi favorevole agli Imperi centrali, questi erano cinti da un assedio le cui
conseguenze dovevano, prima o poi, ripercuotersi sulla loro efficienza bellica.
Decisa la propria neutralità il 2 agosto
1914 l’Italia era sbarcata a Valona onde soccorrere e garantire l’indipendenza
del popolo albanese, minacciato dagli avidi vicini. Mentre il divampare
dell’incendio immenso chiudeva da ogni parte l’orizzonte, lasciando travedere i
pericoli presenti e futuri del nostro isolamento, già erano incominciate le
manifestazioni delle folle in favore della guerra contro gli Imperi Centrali.
Di giorno in giorno, si può dire, la
nostra neutralità si rendeva via via più difficile e meno consona alle
aspirazioni nazionali. Il nuovo anno recava agli Italiani in dono il tormento
d’angoscia e di passione. Dopo lunghi decenni d’inerzia, il popolo della “Fatal
Penisola” si trovava di fronte al problema già grave della sua storia dolorosa
e gloriosa”
In una prosa d'anteguerra, questo scritto rispecchia il pensiero dei protagonisti di quell'anno terribile e come tale lo portiamo alla attenzione. Un dato da sottolineare: non vi era certezza del vincitore e questo incise sulle decisioni che l'Italia in quell'anno dovette prendere
[1] Mandel R., Storia popolare della Grande guerra
1914-1918. L’anno di passione (1915), Milano, Armando Gorlini Editore,
1933.
Nessun commento:
Posta un commento