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martedì 19 aprile 2016

Giornata del decorato. Convegno di Storia

CONVEGNO DI STORIA
"CAPIRE LA GRANDE GUERRA. DAL PRIMO AL SECONDO ANNO DI GUERRA. 1915-1916

Riportiamo una parte, dedicata la 1915, della Introduzione al convegno che si terrà a Salò, nell'ambito della Giornata del decorato, il prossimo 23 aprile. da parte del Direttore del CESVAM, dedicata al 1915

Il 1915 è stato definito dai contemporanei[1], l’anno di Passione.

Scrive Roberto Mendel:
Il 1915 nacque nel sangue.
Due potenti coalizioni, l’Intesa e gli Imperi Centrali, sorte in armi, luna contro l’altra, nell’agosto 1914, si combattevano aspramente sui continenti e sugli oceani.
Appartenevano all’Intesa. Gran Bretagna, Francia, Russia. Giappone, Belgio, Lussemburgo, Serbia e Montenegro, con le loro colonie d’oltremare.
Agli Imperi Centrali: Austria-Ungheria e Germania, s’era unita la Turchia.
In seguito ai sanguinosi avvenimenti, svoltesi dall’agosto al dicembre 1914, le condizioni reciproche dei belligeranti erano, nei primi giorni del nuovo anno di pena, le seguenti:

a) Scacchiere orientale. I Russi occupavano piccola parte della Prussia Orientale ed in Galizia erano giunti fino ai Carpazi, cingendo d’assedio la piazzaforte austriaca di Przemysl, dove i viveri e le munizioni cominciavano a scarseggiare ai 100 mila uomini del presidio. I Tedeschi, però, occupavano Lodz e buona parte della Polonia moscovita. L’Esercito austriaco s’era riorgnizzato dietro al baluardo dei Carpazi.

b) Scacchiera meridionale. Gli Austriaci sconfitti in un ultimo tentativo d’invasione, s’erano ritirato oltre la Sava e la Drina, ed ora la guerra sostava sugli antichi confini. Anche il piccolo Montenegro aveva dovuto desistere dal bombardamento di Cattaro.

c) Scacchiere occidentale. Trincerati dalla foce dell’Yser sino alla frontiera svizzera lungo una linea ininterrotta che, dalla sinistra dell’Yser si svolgeva davanti a Reims, a Verdun a Nabcy, ad Epinal lasciando nelle loro mani tute le piazzeforti francesi più importanti, gli Alleati fronteggiavano i Tedeschi, trincerati del pari onde, su questo teatro, la guerra aveva assunto ormai il carattere della lotta tra fossati e le siepi di ferro spinoso, senza possibilità di manovr e di avvenimenti decisivi.

d) Nel Caucaso i Russi marciavano contro Erzerum e i Turchi su Batum; in Mesopotamia le truppe brtannche erano giunte a Bassora; nel settore di Aden gli Ottomani avevano perduto Seek-Said, base di ogni possibile operazione contro il possedimento inglese; nella regione del Canale di Suez, i Turco-beduini avanzavano nel deserto di Sinai, indifeso per necessità strategiche e logistiche.

f) Nel Continente Nero, gli Alleati avevano invaso il Togo ed il Camerum, ma i Tedeschi prevalevano alle frontiere dell’Africa Sud-occidentale e dell’Africa Sud-orientale, minacciando pur la colonia portoghese di Angola, anche per effetto della rivolta scoppiata fra i Boeri ormai, però, quasi del tutto domata.

g) L’Intesa s’era aggiudicata il dominio del mare, libero ai suoi trasporti d’uomini e di rifornimenti, insidiati per il momento, preoccupanti, dai sommergibili nemici.
Mentre, nel suo insieme, l’andamento della guerra continentale, nonostante la mancata vittoria sulla Francia, poteva dirsi favorevole agli Imperi centrali, questi erano cinti da un assedio le cui conseguenze dovevano, prima o poi, ripercuotersi sulla loro efficienza bellica.

Decisa la propria neutralità il 2 agosto 1914 l’Italia era sbarcata a Valona onde soccorrere e garantire l’indipendenza del popolo albanese, minacciato dagli avidi vicini. Mentre il divampare dell’incendio immenso chiudeva da ogni parte l’orizzonte, lasciando travedere i pericoli presenti e futuri del nostro isolamento, già erano incominciate le manifestazioni delle folle in favore della guerra contro gli Imperi Centrali.
Di giorno in giorno, si può dire, la nostra neutralità si rendeva via via più difficile e meno consona alle aspirazioni nazionali. Il nuovo anno recava agli Italiani in dono il tormento d’angoscia e di passione. Dopo lunghi decenni d’inerzia, il popolo della “Fatal Penisola” si trovava di fronte al problema già grave della sua storia dolorosa e gloriosa”

In una prosa d'anteguerra, questo scritto rispecchia il pensiero dei protagonisti di quell'anno terribile e come tale lo portiamo alla attenzione. Un dato da sottolineare: non vi era certezza del vincitore e questo incise sulle decisioni che l'Italia in quell'anno dovette prendere




[1] Mandel R., Storia popolare della Grande guerra 1914-1918. L’anno di passione (1915), Milano, Armando Gorlini Editore, 1933.

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