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sabato 5 marzo 2022

Mostra: Oltre il Ghetto. Dentro o Fuori.

NOTIZIE CESVAM



 Martedì 8 marzo alle 17.30 presso la Gipsoteca di Arte Antica dell'Università di Pisa (Piazza S. Paolo All'Orto, 20, Pisa) le curatrici della mostra del MEIS "Oltre il ghetto. Dentro&Fuori" Carlotta Ferrara degli Uberti (Università di Pisa) e Sharon Reichel (MEIS) terranno la lectio "Senza ghetto. Il caso di Pisa e Livorno"

Moderate da Alessandra Veronese (CISE), le due curatrici racconteranno il caso straordinario di Pisa e Livorno, le due città italiane che non videro il confinamento degli ebrei negli angusti spazi del ghetto tra il XVI e il XIX secolo. 

 

I posti in Gipsoteca sono limitati, per prenotare scrivere a ufficio.stampa@meisweb.it. 

Sarà possibile assistere all'evento anche in streaming sul canale Youtube dell'Università di Pisa. L'attività è organizzata dall'Università di Pisa e dal Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici in collaborazione con il MEIS

 

 

OLTRE IL GHETTO. DENTRO&FUORI

L'esposizione - curata da Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel e allestita dallo Studio GTRF Giovanni Tortelli Roberto Frassoni - racconta la storia degli ebrei italiani nel periodo che va dal confinamento all'interno dei ghetti (con l'istituzione del primo, a Venezia, nel 1516) all’inizio del Novecento.

 

"Oltre il ghetto. Dentro&Fuori", che ripercorre i momenti cruciali della storia moderna visti dalla prospettiva dell'esperienza ebraica, viene costruita attraverso materiali e opere eterogenee provenienti da tutta Italia e dall'estero, come l'imponente dipinto Ester al cospetto di Assuero di Sebastiano Ricci – prestito del Palazzo del Quirinale –, Interno della sinagoga di Livorno di Ulvi Liegi e il Ritratto di Giuseppe Garibaldi ad opera di Vittorio Corcos (entrambi provenienti dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno).

 

Il percorso della mostra è integrato da oggetti che testimoniano la vita ebraica quotidiana, come la porta dell'Aron Ha-Qodesh, l'Armadio sacro dorato in legno intagliato, di una delle sinagoghe del ghetto di Torino che venne donato nel 1884 dalla Università Israelitica locale al Museo Civico di Torino, o le testimonianze di impegno personale, rappresentate per esempio dal baule della crocerossina Matilde Levi in Viterbo. Si snoda così il pensiero alla base della mostra e dell’intero Museo, che affianca a un rigoroso approccio storico e a un significativo riferimento all’arte, contributi di taglio sociologico, aprendo anche alla dimensione individuale e personalissima, che risuona ancora oggi di grande attualità.

 

La mostra è realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo, The David Berg Foundation, Fondazione Guglielmo De Lévy, TPER e il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Ferrara. Si ringraziano la Fondazione CDEC e il compianto Ambasciatore Giulio Prigioni.

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