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venerdì 11 marzo 2022

L'Etiopia contro il Tigray: da una guerra ad un conflitto minore?

 UNA FINESTRA SUL MONDO



Hermann- Habib Kibangou, in La Civiltà  Cattolica, n. 4119 5/19 febbraio 2022, ha modo di focalizzare il conflitto in essere tra il potere centrale e la regione del Tigray . In sintesi scrive che

In Africa Orientale l’attuale sociopolitica è caratterizzata principalmente dalla guerra in Etiopia, soprattutto nel Tigray. L’Europa ha la particolarità di essere uno Stato al tempo stesso dipendente ed indipendente, giovane e vecchio, potente e fragile, moderno ed arcaico ma anche paradossale e dicotomico. In effetti i recenti avvenimenti in Etiopia pongono diversi interrogativi a causa della loro natura paradossale e della loro dicotomia. Tutti questi paradossi hanno assunto una dimensione inquietante per la pandemia di Covid 19 che è arrivata a confondere i politici etiopi.

 

 Il Tigray, scrive ancora Hermann Habib Kibangou  situato nel nord dell’Etiopia è riconosciuto come uno dei 10 Stati amministrati secondo appartenenze etniche. Con una superficie di 50.000 kmq ed una popolazione di 6 milioni di abitanti confina con i suoi immediati vicini Eritrea e Sud Sudan, che sono diventati stati indipendenti rispettivamente nel 1993  e nel 2011. Le relazioni con l’Eritrea non sono buone in quanto l’Esercito eritreo è andato in soccorso dell’esercito etiope nel  conflitto in corso.

E’ bene ricordare, peraltro, che la storia etiope contemporanea è profondamente condizionata dalla realtà del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray. Questo partito infatti ha governato il Paese per 27 anni (1991-2018) Uno dei suoi leader Meles Zenawi (1955-2012) è considerato da alcuni come il leader africano più originale ed intelligente di questi ultimi cinquant’anni.

L’Etiopia ha grossi problemi etnici dovuti alla mancata integrazione. “In assenza di una vera politica di costruzione della nazione e di integrazione i leader dell’Etiopia imperiale, e quelli dell’Etiopia rivoluzionaria” decisero di mantenere l’unità con la forza provocando il dissenso dei nazionalismi e delle resistenze armate”. L’articolo si conclude, dopo un ampia  analisi  della situazione del Tigray e dei suoi leader con ipotesi di soluzione ai problemi conflittuali di lungo periodo come il rompere il legame morale dell’etnia ed alcune osservazioni ( l’arrivo di Biden ala Casa Bianca, i diritti umani, l’azione dell’Unione Africana, l’ azione non certo apprezzabile della OMS ( Organizzazione mondiale della Sanità) e la situazione attuale del conflitto.


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