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martedì 29 marzo 2022

Editoriale. Marzo 2022

 La pianificazione del 2022 si sta attuando. Con il mese di marzo esce il terzo volume dei sei programmati alla pubblicazione. Con vero piacere si riporta una delle conclusioni tratte alla Tavola Rotonda del Convegno del 26 marzo ultimo scorso dal tema "Chi siamo, cosa vogliamo, cosa facciamo dove andiamo", tema che si riprenderà alla Tavola Rotonda del Convegno dedicato alla Giornata del Decorato: Tutti hanno il diritto di parlare, ma parla solo chi lavora."

Nel mese di marzo ha visto la pubblicazione del volume "Riflessioni sulla Grande Guerra. Verso la Guerra. Ne alleati ne amici." Edizioni Nuova Cultura. Università Sapienza, Roma.  Questo il teso della Iv di Copertina:

"L’Italia, nel 1915, fu accusata di non aver tenuto fede agli accordi sottoscritti nell’ambito della Triplice Alleanza. Accordi in essere dal 1882. Austria e Germania giunsero a queste accuse, senza tenere conto che, l’anno precedente, avevano commesso un grosso errore: quello di non coinvolgere nei loro piani l’Italia. Vari ed influenti circoli politico-militari a Vienna avevano già nel 1908 proposto una guerra preventiva contro l’Italia, prostata dal terremoto di Messina. Nel 1912 la stessa proposta fu di nuovo avanzata, in quanto l’Italia era impegnata nella guerra di Libia. Si voleva riprendere non solo il Veneto, ma anche la Lombardia e parte dell’Italia centrale. Alcuni vagheggiavano anche Napoli ed il meridione. Ovvero annullare il processo unitario italiano e ridurre di nuovo l’Italia “una semplice espressione geografica”. Nel marzo 1914 era stata rinnovata la convenzione militare che prevedeva l’invio di 180.000 soldati sul fronte austro-tedesco oppure un attacco alla neutrale Svizzera in caso di guerra alla Francia. Cadorna nel giugno-luglio 1914 in modo occulto aveva iniziato i movimenti verso il confine francese, in previsione della guerra alla Francia che si fermarono solo il 2 agosto con la proclamazione della nostra neutralità. Perché Germania ed Austria non inserirono nei loro piani i termini della convenzione militare del marzo 1914? Perché la Germania non utilizzò i 180.000 soldati italiani contro la Francia? Perché ci chiesero di rimanere neutrali nel 1915, quando potevamo essere loro alleati nel 1914? Perché non ci vollero al loro fianco? Il volume vuole rispondere a questi interrogativi e discutere sulla presunta infedeltà italiana, che in realtà è lo specchio di errori grossolani, sovra valutazione delle proprie possibilità e della arroganza di Berlino sommato il tutto alla mai sopita ostilità antitalianità di Vienna, retaggio del periodo risorgimentale."

 (massimo coltrinari)

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