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domenica 21 giugno 2020

Cambio del Direttore al Museo dell'Ebraismo di Ferrara

MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE






dopo quattro anni in cui, mese dopo mese, abbiamo dato assieme vita al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah firmo la mia ultima MEISNEWS.
Questo è il mio saluto a tutti Voi che avete creduto, e credete ancora, in questo progetto. Desidero ringraziarvi per averci sostenuti, per averci consigliati, per averci  apprezzati, ma soprattutto per essere venuti al MEIS.
Perché al MEIS bisogna venirci. Per capire il senso di questo luogo, afferrarne la missione, conoscere i suoi percorsi e i suoi messaggi.

Il MEIS non offre una visita, ma un’esperienza diversa dalle altre. La parola “museo” non lo definisce in modo completo. Lo abbiamo concepito per essere un luogo di narrazione, di ispirazione, di libertà e di dialogo. Un luogo in cui ciascuno, giovane o meno giovane, italiano, europeo o straniero, cristiano, ebreo, musulmano o ateo, possa trovarvi una traccia della propria identità. E dunque riconoscersi.

Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah è stato voluto, con una legge, da tutto il Parlamento italiano ed è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica. È nato con lo scopo di raccontare la lunga e significativa esperienza della minoranza ebraica in Italia, e con essa, l’inestimabile valore della diversità, della resilienza, della condivisione, della lotta per fare l’Italia e per mantenerla libera, nonostante ostacoli, chiusure, cambi di potere, diffidenze, discriminazioni e perfino persecuzioni.

Costruito negli edifici dell’ex carcere di Ferrara, il museo è ormai riconosciuto come un luogo aperto, dove esprimere le idee e sperimentarne di nuove.  Qui abbiamo confrontato la cultura di una minoranza, quella ebraica, con quella maggioritaria, ma abbiamo anche invitato a parlare altre minoranze: dai valdesi ai sinti, dagli armeni, alle donne argentine della Plaza de Mayo; abbiamo ascoltato lezioni di scienza e di storia, di arte e di cabalà, di scrittura e di musica, di poesia e di spiritualità.

Ci lavorano tanti giovani, motivati, professionali e dediti a far crescere il MEIS. Mattone dopo mattone, infatti il progetto continua a svilupparsi, offrendo nuovi stimoli, rinnovando gli spazi espositivi e lanciando iniziative. Ogni volta che tornerete, sarà un po’ cambiato, esattamente come voi.

Qui accogliamo tutti e cerchiamo di farvi sentire a vostro agio, con il sorriso e senza barriere architettoniche, con attenzione alle esigenze di adulti e bambini, a partire dal nostro Giardino delle Domande, volendo essere sempre più legati alla natura e all’ambiente, e auto-sostenibili perfino negli spazi interni. Il museo può anche essere visitato dai non vedenti e presto ci sarà un percorso per i non udenti. È anche un luogo italiano completamente bilingue, e i turisti apprezzano entrare in un’atmosfera amichevole, potendo capire ogni parola, senza sforzo, senza traduzione, e senza strafalcioni.

Infine, abbiamo costruito il MEIS per incontrarvi soprattutto i giovani. Con i laboratori didattici, i campi estivi, e tante attività di formazione, il museo si propone di arricchire le nuove generazioni trasmettendo non solo il significato della memoria, ma valori universali come l’integrazione, il dialogo e la forza sfaccettata della cultura.

Lasciatemi ora scrivere di voi. Di quanto sia stato fondamentale il vostro sostengo e contagioso il vostro entusiasmo. Di quanto ci abbiano aiutati e guidati le belle parole che avete lasciato scritte sul libro degli ospiti, le vostre e-mail, i continui messaggi di riscontro. Voi, il nostro pubblico, siete stati il motore, l’incoraggiamento, il confronto, la forza di cui avevamo bisogno nei momenti di lavoro più intenso, il riconoscimento più vero, al di là dei begli articoli usciti su tanti giornali, in Italia e all’estero. Il vostro sorriso, la vostra soddisfazione, le vostre critiche costruttive, sono state iniezioni di energia e motivo di speranza.
Mi mancherete tantissimo. I vostri volti attenti durante gli eventi. I vostri occhi curiosi. Le tante domande che mi hanno spinta ogni giorno a imparare di più. Uno degli aspetti più belli di questo lavoro: diffondere conoscenza continuando ad imparare; non essere maestri ma anche allievi e sentire ogni giorno l’entusiasmo di lavorare.

Auspico che il nuovo direttore Amedeo Spagnoletto, al quale auguro con tutto il cuore buon lavoro, proverà la stessa energia positiva, la stessa sensazione vitale, lo stesso senso di privilegio a guidare un progetto così nuovo immerso in una cultura tanto antica.

Lascio il MEIS, e l’Italia, in un momento critico di difficile ricostruzione. L’esperienza ebraica potrà più che mai offrire messaggi e lezioni e aiutare ciascuno di voi a credere nel presente e nel futuro.

Ci sarò anche da lontano, per un consiglio, un contatto, un segno di amicizia. Non potrò mai separarmi del tutto da questi anni intensi e difficili, ma anche meravigliosi in cui abbiamo fatto nascere il grande MEIS, che vi prego di continuare ad amare, rispettare, sostenere e soprattutto frequentare. GRAZIE!

Shabbath Shalom
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Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS
Via Piangipane, 79/83 - 44121 Ferrara (Italia)

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