APPROFONDIMENTI
Nel 1918 il Comando germanico era fermamente convinto di aver vinto la Guerra. L'andamento favorevole della guerra totale sottomarina e le offensive lanciate contro i franco-inglesi inducevano a ben sperare che nel breve volgere di qualche settimana l 'Intesa avrebbe chiesto la pace.
Caratteristica
dell'azione tedesca è stata, finchè fu possibile, l'ardimento.
La
prima offensiva fu concepita mirando ad un grande successo strategico: separare
gli inglesi dai francesi e giungere al litorale. Attacco iniziale contro i soli
inglesi, ampiezza del fronte 70 km, estensione dell'offensiva a Nord della
Scarpe ed a Sud dell'Oise. Altri attacchi vennero preparati, da svolgersi,
eventualmente, nelle Fiandre ed in Champagne, allo scopo di rompere,
sicuramente la fronte avversaria.
L'offensiva,
iniziata il 21 marzo, riuscì a praticare nel fronte inglese un'enorme breccia:
ma la rottura strategica, cercata fra Arras ed Amiens, non fu conseguita. In
aprile l'attacco fu sospeso. Perchè?
Perchè
difettavano le divisioni necessarie per sfruttare il successo, ed occorreva
ricostituire le unità prima di gettarle di nuovo nella battaglia.
La
seconda offensiva prevedeva: un attacco contro i Francesi ed eventualmente un
attacco nelle Fiandre, da svolgersi nel caso che il fronte inglese avesse
dovuto alleggerirsi notevolmente, come conseguenza della battaglia imposta ai
Francesi.
Contro
i Francesi vennero svolte due azioni: prima si attaccò tra Soissons e Reims,
poi fra l'Oise e Montdidier. La prima ebbe inizio il 27 maggio, conseguendo
vantaggi superiori ad ogni speranza; spingendo fino alla Marna le truppe di
attacco contenute però in una zona ristretta, disagevole per la manovra e per
il funzionamento dei servizi. La seconda cominciò il 9 giugno: troppo tardi
però per sfruttare il successo ottenuto dalla prima. L'avversario, ormai
sull'avviso, seppe reagire energicamente.
Conclusione:
progresso minimo, perdite ingenti, scacco morale rilevante. L'equilibrio fra le
forze contrapposte consigliò di sospendere gli attacchi: così le divisioni di
attacco tornarono indietro, un'altra volta, per prepararsi alla nuova
offensiva.
La
terza puntata, l'ultima, fu dello stesso tipo delle precedenti, ma a differenza
di queste non riuscì a rompere la fronte francese. Gli alleati, ammaestrati
ormai su procedimenti tedeschi, ne paralizzarono il successo fin dal suo
inizio.
In
tutte e tre le offensive tedesche, che costituiscono senza dubbio un ardito
procedimento per ottenere, rapidamente, la rottura della fronte, si rileva la
difficoltà di guidare con giusto ritmo la battaglia, di continuarla e di
estenderla per oltrepassare la zona difensiva nemica, fino al completo
esaurimento delle forze avversarie.
Il
Comando tedesco troppo facilmente si illuse di riuscire con queste operazioni
ad imporre la pace all'Intesa. Un procedimento più modesto, che avesse svolto
la propria azione con più esatta visione della realtà, proporzionando le forze
agli obiettivi da raggiungere, poteva forse conseguire quei risultati decisivi
che vennero invece a manacare.
Più
che nel settore occupato dai Francesi, dove nazione ed esercito erano ben
decisi a qualsiasi sacrificio piuttosto di cedere l'obiettivo vitale era da
ricercarsi agendo con decisione e con insistenza sulla fronte tenuta dagli
Inglesi. Era umano che il Corpo di spedizione inglese dovesse sentirsi attratto
verso il proprio paese: conseguenza questa derivante dalla sua linea di
operazione e dalle basi marittime. Perciò, tagliare le armate del Maresciallo
Haig dalle loro basi, occupare Dunkerque, Calais e Boulogne voleva dire esser
padroni della Manica, ostacolare, se non addirittura interrompere i
rifornimenti da Londra, mantenere la capitale inglese sotto la minaccia di un
colpo di mano, costringere parte dell'Esercito inglese a ritornare in Patria
per la difesa del proprio territorio, delle proprie case, delle proprie famiglie.
Un
successo così grandioso poteva, forse, provocare la rottura della fronte
occidentale e l'isolamento dell'esercito francese. Tale supposizione si basa,
essenzialmente, sul fatto che da Dixmude al meridiano di Calais corrono circa
75 km, che l'offensiva del '17 nelle Fiandre aveva scosso la fiducia degli
Inglesi, a causa delle perdite subìte in particolar modo dall unità migliori,
che Lord Lansdowne, nelle sue lettere dirette al Daily Telegraphe, nelle
quali illustrava i vantaggi e gli svantaggin di una pace di compromesso e di
una pace di vittoria, indicava chiaramente che l'opinione pubblica inglese non
sarebbe stata insensibile alle ripercussioni derivanti da una tale minaccia
militare. Oltre a ciò l'attacco verso Nord, colpendo l'Intesa nel settore più
settentrionale del suo fronte, avrebbe reso difficile, e se non addirittura
tardivo il soccorso francese e ciò sia per la maggiore distanza da percorrere,
sia per la povertà delle linee ferroviarie esistenti in quella regione.
In
sostanza, sembra di poter affermare che nel ritorno al piano fondamentale dello
Schlieffen, prendendo Calais e Boulogne, ed annientando le forze inglesi,
poteva lo Stato Maggiore tedesco trovare la soluzione della guerra. Avrebbe
cioè finito come aveva cominciato. Questo concetto di agire verso Nord non fu
attuato o fu mandato ad effetto troppo tardi, il 10 aprile, quando gli Inglesi
avevano già potuto riaversi dalla sorpresa ed i Francesi avevano avuto il tempo
di accorrere.
Poichè,
con la sua offensiva, il Comando tedesco intendeva svolgere una serie di
operazioni che dovevano condurre alla decisione della guerra, era logico
attendersi l'attuazione di operazioni basate sulla sorpresa e sulla velocità
svolte da una massa di divisioni destinate a sommergere la linea alleata ed a marciare
senza tregua fino alla vittoria o fino alla sconfitta. Le direttive del
Ludendorff, il quale dice: "...La lotta sarà violenta, essa comincierà in
un punto, continuerà in un altro, sarà incerta, sarà dura, ma alla fine sarà
vittoriosa" indicano che invece di un'azione a massa, spinta a fondo là
dove doveva aver inizio, si cercò una serie di azioni svolte in differenti
settori. E ciò servì fatalmente a diluire le forze nel tempo e nello spazio.
A
parte il fatto che nella situazione del 1918 occorreva pensare se il soldato
avrebbe sempre e con lo stesso slancio ripetuto attacchi tanto difficili e
costosi, a parte il fatto che l'armamento della difesa sempre più potente
doveva assottigliare gli effettivi delle unità di assalto, non va dimenticato
che ripetere più di una volta lo stesso procedimento di attacco, significava
dare al nemico il modo di scoprire il gioco dell'attaccante e permettergli
perciò di fermare la nuova offensiva. Allo stesso modo si erano regolati cento
anni prima gli avversari di Napoleone I, dopo aver imparato, a loro spese, come
il grande condottiero intendeva condurre la guerra.
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