APPROFONDIMENTI
La Germania prende atto che non può vincere sul fronte terrestre senza una azione sui mari che interrompa i rifonimenti all'Intesa. Lo Stato Maggiore dell'Esercito e della marina concordano per la prima volta tra loro per la risoluzione strategica di fichiarare la guerra totale sottomarina. Il 1 febbraio 1917 viene dichiarata e per l'Intesa il conto alla rovescia per la sconfitta, prevista, per la fine dell'anno.
La
guerra sul mare all’inizio del 1917 prese una svolta veramente degna di nota.
Lo Stato Maggiore tedesco era venuto alla determinazione che una vittoria sul
fronte terrestre era impossibile se non si fosse fiaccata l’Intesa sui mari.Era
venuto il tempo che il principale nemico della Germania, la Gran Bretagna,
doveva essere affronTata nel centro della sua potenza, cioè sul mare. Questo
aveva il duplice scopo: quello di ridurre il blocco contro la Germania e la
diminuzione dei rifornimenti per il fronte terrestre, che così indebolito sarebbe
stato attaccato con maggiore probabilità di successo. Si chiedeva in sostanza
una offensiva massiccia, senza restrizioni, dell’arma subacquea in tutti i
mari. Le riserve umanitarie che fino ad allora erano nutrice e in parte
rispettate, dovevano essere messe da parte in quanto erano solo a vantaggio del
nemico: la posta in gioco era decisiva o si vinciva o si scompariva. Tutti i
capi militari tedeschi, soprendentemente d’accordo tra loro, fecero pressioni
decisive sull’Imperatore. Guglielmo II il 9 gennaio 1917 ordinò la campagna
contro il traffico mercantile su tutti i mari a partire dal 1 febbraio 1917.
Non si comprende perch+ si sia perduto ancora un mese per avviare questa
campagna. Quando la Germania, il 31 gennaio 1917, pubblicò il relativo mando,
ormai Londra e Parigi, ifnormate dagli intendimenti tedeschi dal loro sistema
di intelligence, erano già al lavoro per parare la minaccia. I mezzi per
opporsi ai sommergibili erao scarsi, e sopratuttuo scarsi erano le navi che dovevano
operare dato che l’Intesa doveva oeprare oltre che nel Mare del Nord, in
Atlantico, anche in Mediterraneo, Vi era la tendenza a considerare l’Adriatico
un mare chiuso e quindi, nonostante l’attività dei sommergibili germanici furoi
da questo mare, gli Alleati tedenvano a sottrarre navi da questo scacchiere
lasciando l’Italia, anche essa minacciata nel campo dei rifornimenti via mare,
sola a se stessa.
Nei
primi mesi di campagna la Germania schierava
circa 134 sommergibili che a turno impiegò senza interruzione. Nel mese
di febbraio il naviglio alleato affondato ammontava a 536.000 tonnellate, in
media ogni sommergibile affondava 700 tonnellate di naviglio nemico, mentre nel
mese di marzo le perdite alleate salirono a 603.000 tonnellate, che nei mesi
successivi, con la buona stagione, avrebbe raggiunto la cifra media di un
milione di tonnellate al mese di naviglio affondato. In questi mesi questa
tragica realtà fu emeticamente tenuta nascosta sia alle popolazione sia ai
soldati al fronte, tanto era evidente che il prosieguo di questa offensiva
poteva portare al crollo dell’Intesa.
La
campagna sottomarina tedesca stava avendo successo e questo allarmò in sommo
grado gli Stati Uniti, fino ad allora neutrali, ma diventati il mercato di
acquisto di tutti gli Stati dell’Intesa. Gran Bretagna, Russia, Francia ed
Italia erano via via divenute sempre più importatrici di grano e di ogni prodotto utile alla guerra. Si
calcola che oltre 5 milioni di operai americani lavoravano ogni giorno per
l’Intesa. La campagna sottomarina tedesca stava mettendo in discussione tutto
questo: gli Stati Uniti rischiavano di
perdere, se fosse stata portata a termine, ad un tempo i maggiori clienti della
loro industria e soprattutto i crediti che avevano accordato nei primi tre anni
di guerra.
Il
mese di marzo 1917 fu decisivo dal punto di vista strategico. Londra e Parigi
non vedevano di buon grado l’intervento degli Stati Uiti in guerra, in
prospettiva futura, un intervento pieno di incognite per l’avvenire. Inoltre, a
parte gli esiti della guerra sottomarina, tutto faceva prevedere la vittoria
dell’Intesa entro il 1917, quindi Francia e Gran Bretagna ritenevano prepaturo
e non urgente un intervento statunitense. Per questo i britannici non mossero
un dito presso i loro “cugini” statunitensi, mentre i discendenti o emigradi di
origine tedesca, per lo più di tendenza cattolica ed imegnati in agricoltura,
concentrati negli Stati dell’Ovest propendevano per una neustralità alla
spagnola. La concordia degli animi, chi pro chi contro l’intervento, anche se
non in grado di provocare un’altra guerra civile tra gli stati industriali,
favorevoli, e gli stati agricoli, contrari, non era ipotizzabile in concreto.
Tutto
era in equilibrio, quando nel marzo 1917 l’ambasciatore britannico a
Pietrogrado, Buchanan iniziava ad inviare rapporti sempre più allarmanti sulla
situazione russa.
Buchanan
arrivò a avvertire Londra che ormai la Russia non sarebbe stata in grado di tenere
fede ai suoi impegni. Sulla base di questo assunto, nella prosepttiva che il
fronte orietale si dissolvesse e le armate tedesche si sarebbero rovesciate in
occidente, non rimaneva che cambiare opinione ed accettare, nonostante tutto,
l’intervento degli Stati Uniti.
Abilmente
manovrando la opinione pubblica, sia con l’intelligente persuasione occulta
della Massoneria e sia per l’attività dell’Intelligence Service, che sfrutto a
fondo l’”affare Zimmerman”, la Gran Bretagna, pressata ormai dalle notizie
provenienti da Pietroburgo sempre più catastrofiche. Riusc’ ad orientare la
pubblica opinione statuiniteze creando un clima favorevole alla entrata il guerra. Il 7 aprile 1917 gli Stati
Uniti dichiaravano guerra alla Germania.
Uno
dei primi atti del Presidente Wilson fu quello di inviare l’ammiraglio Sims a
londra, per concordare ogni misura con l’ammiraglio Jellicoe per contrastare
l’offensiva sottomarina tedesca. Gli Stati Uniti subito stanziarono 5 miliardi
di dollari per le nuove costruzioni navali a significare che Waschington al di
la di ogni propaganda teneva in somma cura sia i propri clienti che i propri
crediti. Sims scoprì presto la realtà delle cose. In un colloquio con jellicoe
appena giunto a Londra apprese che l’offensiva sottomarina tedesca stava avendo
successo e che a Londra, tranne Jellicoe, chi era al corrente del segreto era
anche convinto, a cominciare dal re Giorgio V, che la guerra era perduta ed era
solo questione di mesi. Forse l’intervento degli Stati Uniti sarebbe risultato
tardivo.
Una
prima risposta alla azione dei sottomarini l’Intesa la diece com l’impeigo su
larga scala delle Q-schip, o “Mistery-schip”. Erano navi civetta, mercantile
dall’aspetto modesto, con cannoni e mitragliatrici dissimulate. Il sommergibile
tedesco veniva tratto in inganno dall’apparenza innocua della nave, che aveva
una parte dell’equipaggio addestrato per simulare scene di panico o finti
abbandoni con scialuppe. Emerso, il sommergibile si accostava, soprattutto per
trovare a bordo del mercantile ritenuto ormai vinto viveri combustibile ed
altro materiale ritenuto utile. A questo punto la Q- schip si rileva ed
affondava il sommergibile, recuperando il personale tedesco come prigioniero.
Una
seconda risposta più efficace venne alle potenze dell’Intesa da parte
dell’Italia. Su suggerimento di Thaon di Revel,
era stato adottato, come si è visto, il sistema di navigare in
convoglio, abbandonando la vecchia tattica di far passare i mercantili in aree
protette. Inizialmente si costituiva un convoglio di quattro unità mercantili
scortato da una nave da guerra. L’esperienza insegnò che si aveva qualche perdita,
ma si aveva il vantaggio che il sommergibile doveva attaccare solo con il
siluro, e questo era un tiro altamente impreciso, e non poteva usare il
cannone; inoltre le vittime non erano più fonte di approviggionamento per il
sommergibile stesso, e questo riduceva di molto la sua autonomia operativa in
mare. Il principo del convoglio fu potenziato
In Italia, con l’assegnazione di nave vetuste ed antiquate, che però
svolgevano benissimo il loro ruolo di scorta. I risultati positivi raggiunti
fece si che nel maggio del 1917, anche
la Gran Bretagna, e poi la Francia, adottarono il sistema dei convogli sul
modello italiano
Massimo Coltrinari
direttore,cesvam@istitutonastroazzirro.org
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