DIBATTITI
Sergio Benedetto Sabetta
La si tecnicizza e misura, ma essa è anche
un “valore” etico, che dovrebbe essere riflesso di un ordinamento gerarchico
valoriale riconosciuto valido dalla comunità, in modo che tecnica ed etica
abbiano un punto di convergenza e diventino “formazione”, coinvolgendo il
personale a tutti i livelli, emergono problemi nel flusso informativo e
difficoltà di allineamento, con il conseguente rischio di una ulteriore deriva
burocratico-informatica, l’efficienza non si risolve nell’efficacia, la qualità
di per sé non va considerata in termini assoluti ma in funzione di “determinati
soggetti”.
Il capitale
sociale, costituito dalla rete di relazioni che si formano nel tempo, ci
condiziona ma è anche condizionato dalle scelte individuali, esso permette di
guadagnare tempo, acquisire informazioni, raggiungere e mantenere posizioni, ha
quindi una doppia valenza positiva e negativa, la rete che si auto sostiene nel
facilitare il funzionamento organizzativo, permette anche di mettere in atto
strategie che privilegino gli interessi non della collettività, costituita
dall’organizzazione e dagli Stakeholder, bensì del gruppo ristretto che
controlla la struttura, una rete chiusa e perfettamente efficace per i loro
obiettivi specifici, d’altra parte scatta la necessità della salvaguardia della
dotazione di capitale su cui regge il proprio status, anche in contrasto con la
sbandierata ricerca del rapporto efficienza/efficacia.
Come già
sottolineava V. Perrone in un
editoriale del 2006, “ Le finalità per le
quali il capitale sociale viene utilizzato dai membri di una comunità dipendono
dai valori e dagli interessi di tali membri. Senza buone e solide sponde dal lato dell’etica e della legalità non c’è garanzia che venga utilizzato
a fin di bene e spesso nemmeno in modo utile” (8, Chi trova un amico trova
un tesoro, E & M. SDA Bocconi, Etas, 4/2006.
L’etica è
anche utilità, una valutazione di quello che nei rapporti è utile alla
cooperazione, questa può avvenire con diverse modalità ma prevede comunque la
possibilità di una selezione a livello di gruppo, con maggiori probabilità di
successo rispetto ad una selezione a livello puramente individuale, dove a
periodi di equilibrio si succedono veloci periodi di cambiamento (Boncinelli).
La difficoltà è mantenersi
nell’equilibrio dell’orlo del caos, tra rigidità e caoticità, nella tanto
richiesta flessibilità costruttiva in cui il rapporto con gli altri determina
anche il mio essere, dove la leadership funziona da attrattore etico e nel
comunicare attraverso le molteplici relazioni che l’essere hub comporta, impone
le modalità relazionali accettate e prevalenti nella comunità, superando il
crollo etico mai sanato “del giorno in
cui morì la Patria” (Lembo).
BIBLIOGRAFIA
·
E.
Borgonovi, Principi e sistemi aziendali per le amministrazioni pubbliche, Egea,
2004;
·
E.
Boncinelli, La genetica dell’evoluzione, 44-50, in Le Scienze, 486, 2/2009.
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