UNA FINESTRA SUL MONDO
“LA PROTEZIONE DEGLI ASSETTI CIVILI E MILITARI IN ZONE A RISCHIO INSORGENZA: AREA MALI – NIGER”
Il Mali (ex Sudan
Francese) era unito al Senegal nella Federazione del Mali dal
20/06/1960. Caduta essa, il Mali diventa indipendente il 22/09/1960. Dopo il Presidente
(Pres.) Modibo Keïta (1960-68), subentra il dittatore militare Moussa Traoré
(1968-91); dal 1992 inizia la democratizzazione con Presidenti eletti. Nel 2012
un Golpe depone il Governo e sospende la Costituzione sfruttando il brutto
periodo nel nord del Paese dove ex milizie libiche ridestano i ribelli Tuareg
(MNLA), sostenuti da movimenti islamici integralisti legati ad al-Qaeda nel
Maghreb Islamico (Ansar Dine/MUJAO), controllando l'area. L'11/01/2013 un
corpo di spedizione francese, più truppe Ciad-Niger, interviene a sostegno
dell'Esercito maliano riconquistando gran parte delle zone occupate. Nel 2013
si avvia la Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali
(MINUSMA), a supporto anche del corretto svolgersi di nuove elezioni. Dopo gli
Accordi di Pace (2015), continuano atti di guerriglia: l'integralismo sunnita
si salda con rivendicazioni di minoranze etniche (Tuareg-Fulbe) creando nel
2017 il Gruppo di sostegno dell'Islam e ai musulmani negli scontri tra
allevatori nomadi (Fulbe) e agricoltori (Bambara-Dogon). Il Golpe 2020/2021
fanno sospendere il Mali da UA e ECOWAS. Nel 2012 ONU e UE approvano la
missione EUTM Mali per formare le FF.AA. maliane (da aprile 2013).
Situato nell'Africa Occidentale, senza sbocchi sul mare, confina a S con Costa
d'Avorio-Guinea, a SE con Burkina Faso, a O con Mauritania-Senegal, a E con
Niger, a N con Algeria. Dati: sup. tot. 1.248.574 kmq; capitale
Bamako; pop. tot. 19.418.097 ab. (2018), densità 15,55 ab./kmq; lingua Francese
(uff.), Arabo, Mande, lingue camitiche (berberi); relig. Musulmani (magg.),
Cristiani, Animisti/Credenze tradiz./altri. Pres. Bah Ndaw (2020), Assimi Goïta
(2021); Premier Moctar Ouane (2020), Choguel Kokalla Maïga (2021). Il
territorio è formato da altipiani di media quota ed è al 65% desertico col
Sahara a N. Il fiume Niger percorre 1.693 km in Mali (navigabile a S) con un
delta fertile, linfa vitale del Paese. Il clima è steppico-desertico con
aree distinte per precipitazioni e temperature. Principali città sono Bamako
(Capit.) e Capoluoghi (omonime Regioni) Gao, Kayes, Kidal, Koulikoro, Mopti,
Ségou, Sikasso e Timbuktù: 9 regioni, 49 Circondari, 703 Comuni. Al centro-sud
vivono 3/4 dei maliani, 1/3 in aree urbane; a nord è raro trovare gente. Etnie:
Bambara, Fulbe (Fulani/Peul/Toucouleur), Sonike (Sarakollé),
Senufo, Dagon, Malinke (Mandingo), Bobo, Songai, Tuareg, altri (Bozo).
L'aumento demografico spinge flussi verso Senegal e UE. L'economia sta ai
prezzi di oro e cotone come la crescita all'insicurezza. L'agricoltura dà tanto
lavoro. Rilevanti cotone (esportato), pesca fluviale e foreste per gomma
arabica e legname. Molto importante il settore estrattivo (oro, sale, diamanti,
ecc.), ma limitato quello manifatturiero. I rischi sono alti con sequestri e
terrorismo in tutto il Paese, specie a N. L'instabilità politica peggiora con
proteste violente e i conflitti interni al popolo producono sempre vittime; dal
2016 vi è lo Stato d'Emergenza dati i ripetuti attacchi nelle Regioni
Mopti, Gao, Kidal, Timbuctu fatti da terroristi/criminali verso militari. Dal
2015 al 2020 si hanno attacchi a basi militari, hotel, luoghi di culto, ecc.;
pericolose le zone di confine con Mauritania-Niger e Regioni Timbuctu/Gao; sul
confine algerino passano milizie. Bamako è sicura ma con microcriminalità. Si
consiglia la sospensione di attività aziendali estere o di rafforzarne la
sicurezza. Sempre importante è la sanità del Paese in cui ci si trova: in
questo caso è quella di uno Stato ancora in sviluppo, con alto tasso di
malattie infettive e ospedali affidabili solo a Bamako.
Ex
Colonia francese, il Niger è indipendente dal 03/08/1960. Nel '74 si
afferma un Regime militare fino alla Transizione (1991): le elezioni del 1993
consentono un governo democratico. Nel 2010 un Golpe depone il Pres. Tandja,
che nel 2009 fece la riforma costituzionale per ricandidarsi al 3° mandato; con
le elezioni 2011 si ritorna all'ordinamento democratico. Al nord sono attivi
ribelli Tuareg, con il Movimento dei Nigerini per la Giustizia (MNJ) e
gruppi integralisti sunniti, soprattutto nelle frontiere con Mali, Burkina Faso
e Nigeria. Nel 2016, Mahamadou Issofou diventa Presidente, poi rieletto. Il
Golpe 2021, fallito, minava l'ascesa del neo-Pres. Mohamed Bazoum. Situato in
Africa Occidentale, senza sbocchi sul mare, confina a S con Nigeria-Benin,
Burkina Faso-Mali a O, Ciad a E, Libia a NE, Algeria a NO; prende il nome dal
fiume Niger. Dati: sup. tot. 1.267.000 kmq; capitale Niamey; pop.
tot. 22.442.948 ab. (2018); densità 17,71 ab./kmq; lingua Francese (uff.),
Djerma, Hausa, Kanuri, Poular, Tamachek, idiomi locali; relig. Musulmani
(magg.). Il terreno è occupato per 2/3 dal deserto e per 1/3 dal Sahel, con
valle del fiume Niger a SO e Lago Ciad a SE. Il sud è popolato e fertile.
Famosi i letti secchi di fiumi antichi (dallol). Il fiume Niger (525 km
entro i confini nigerini) è semi-navigabile e interrotto da rapide; pochi
affluenti di sinistra portano acqua al principale. Il clima è desertico a N e
semi-desertico a S con poche piogge estive. La flora si sviluppa nelle oasi del
Sahara, nella steppa saheliana e nella savana arborata; con fauna
tipica di queste zone. il Parco Nazionale W ne è il più ricco in Africa
Occidentale. Vi sono 7 regioni, 36 Dipartimenti, 129 Comuni: Agadez (più
estesa), Diffa, Zinder, Maradi, Tahoua, Tillabéri
(con Niamey), Dosso. Principali città: Niamey (Capitale), Zinder
(più antica, ex-Capitale fino 1926), Maradi e Tahoua. Etnie: Hausa,
Djerma-Songhai, Tuareg, Fulbe, Kanuri-Manga,
Arabi, Toubou, Gourmantché, altri. Crescita demografica,
scontri e scarsità di risorse naturali spingono flussi verso l'UE. Col
sottosuolo ricco di risorse, il Paese è molto povero con corruzione e ricavi
trattenuti da compagnie minerarie; vitali gli aiuti internazionali. Molto
importanti l'agricoltura, minata dalla desertificazione, e l'allevamento. Tanti
giacimenti di Uranio, gesso, sale, carbone, oro; i Cinesi sfruttano il
petrolio. Industrie: manifatture tessili, una raffineria e vari impianti. La
sicurezza è minacciata dai conflitti dei Paesi vicini, con scontri armati e
attentati terroristici. Milizie e terroristi vivono autofinanziandosi di
contrabbando/sequestri: organizzati, addestrati, attivi all'estero, in contatto
con la criminalità organizzata locale. Dal 2009 vari stranieri sono stati
rapiti nell'area sahelo-sahariana tra cui turisti, lavoratori, personale ONG.
Il rischio terrorismo/sequestri è alto in tutto il Paese, specie nelle Regioni
Diffa, Tahoua e Tillabéri dove dal 2017 vige lo Stato d'Emergenza. Le
Autorità tengono alta l'allerta per possibili attentati specie in certe
ricorrenze, festività (es. Ramadan). Dal 2018 al 2020 si ebbero continui
attacchi e rapimenti con obiettivo basi militari, personale FF.AA., strade
statali/montane, centri urbani, aziende estere, hotel, ecc. fatti da terroristi
jihadisti (AQMI/Boko Haram/MUJAO), milizie ribelli, criminalità organizzata,
oppositori. Si raccomanda di rafforzare la sicurezza aziendale. Eccetto
strutture sanitarie private e buone farmacie a Niamey, le condizioni igieniche
sono scarse e la sanità è di basso livello, necessitando l'evacuazione medica
in casi gravi; si hanno le Clinique Gamkalley, Pasteur, Kaba,
Magori e l'Hôspital National De Niamey. Diffuse malattie
endemiche, specie in zone rurali.
Dopo
tutte le analisi nascono così Riflessioni e Valutazioni per Scenari
Futuri.
In Mali
è fondamentale impedire collaborazioni e rapporti tra gruppi armati Tuareg e
movimenti jihadisti nell'area al fine di isolare i problemi per poi combatterli
allo stesso tempo separatamente, impiegando Forze di sicurezza
locali/internazionali col compito di rintracciare e arrestare/eliminare i
singoli gruppi fino a far cessare volontà e possibilità di organizzare e
portare a termine attacchi. Lo Stato deve affrontare la situazione direttamente
per proteggere e salvaguardare la popolazione oltre ai propri interessi, anche
cooperando internazionalmente, per infine assicurarsi una discreta
autosufficienza in termini di sicurezza e stabilità interna e riprendendo, se
necessario, negoziati iniziati in passato tra le etnie. Uno Stato è forte se si
ha una popolazione unita e coesa nel raggiungere obiettivi comuni: contrasto
all'avanzata del deserto, a problemi ambientali/alimentari ed igienico-sanitari
a partire dall'acqua. Le lotte intestine tra diverse etnie nel Paese dovrebbero
essere risolte internamente e se possibile dialogando e contrattando, fino a
raggiungere un ipotetico accordo di pace provvisoria, in modo che tutte le
parti in conflitto abbiano opportunità di vincere/perdere in modo dignitoso.
Per una stabilità maggiore economico-securitaria del Paese bisogna proteggere
fisicamente tutti i siti/strutture sensibili che possono essere a rischio,
fondamentali per il funzionamento di tutto l'apparato statale.
Il Niger
avrebbe una buona potenzialità sul piano estrattivo ed industriale se non fosse
così sfruttato dai Paesi stranieri per le sue numerose qualità minerarie e
risorse primarie. Sul piano strategico militare, le Forze internazionali
presenti sul territorio sono vitali per la stabilizzazione del Paese,
addestrando militari e Polizie locali, per poi, una volta raggiunta
l'autosufficienza, lasciare la sicurezza in mano alle Autorità. Per garantire
la piena funzione di Governo è fondamentale difendere le installazioni e le
strutture critiche dello Stato, rappresentanti i pilastri della sovranità
nazionale. La popolazione deve poter scegliere il proprio Presidente a capo
dello Stato, non subire un Golpe instaurante un Regime severo. Soddisfare le
principali esigenze della gente è il primo passo verso la stabilità
socio-economica, nonché verso un futuro forse migliore, creando anche
opportunità lavorative e di vita per tutti in modo da ridurre i flussi
migratori in uscita dal Paese. Riguardo la presenza di terroristi islamici sui
confini una possibilità sarebbe un'operazione congiunta dei vari Stati
confinanti per isolare le forze ostili proprio nelle zone di frontiera,
schiacciandole da entrambi i versanti dalle rispettive FF.AA. di competenza.
Per impedire traffici illeciti è importante sorvegliare costantemente i confini
e attuare incursioni/imboscate a danno delle bande armate durante lo
svolgimento delle loro attività.
Questi
Paesi riescono ad avere un Esercito coeso e unito? In Mali e Niger pare
di no, dato che eserciti esteri addestrano/equipaggiano reparti/unità, rendendo
a volte disomogenea la formazione da applicare in operazioni e, con le varie
etnie nelle FF.AA., è più difficile creare un esercito compatto.
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