UNA FINESTRA SUL MONDO
OPERAZIONI DELLA HUMAN INTELLIGENCE
L’attività di HUMINT si diversifica in base al progetto di base e alle sue finalità, ma al suo interno è possibile riconoscere delle fasi ricorrenti che ti illustrerò di seguito.
ESAME DELLE FONTI Innanzitutto, è utile precisare che le fonti umane da cui si vogliono estrapolare informazioni, possono distinguersi tra soggetti volontari e soggetti coatti, cioè prigionieri o arrestati. Questi ultimi sono sottoposti ad un processo di identificazione più approfondito. Fatta questa premessa, il passaggio imprescindibile della raccolta di informazioni HUMINT è, dunque, un attento esame delle fonti che si svolge in modo abbastanza schematico secondo le seguenti fasi: -
IDENTIFICAZIONE PRECISA DEI SOGGETTI: operazione per la quale si può ricorrere 11 alla biometria. - ESECUZIONE DI COLLOQUI: capita, talvolta, che questi colloqui assumano le sfumature del colloquio psicologico, sebbene il fine non sia affatto vicino a quello terapeutico, oppure che la conversazione si trasformi in negoziazione, affinché l’interrogato riveli l’informazione. - DEBRIEFING: serve a rendere le fonti umane che cooperano adatte ai requisiti di intelligence, coerenti con i dettami e le regole generali della HUMINT. Il debriefing può essere condotto a tutti i livelli e può avvenire sia faccia a faccia che mediante messaggi audiovisivi o computer. Protagonisti del debriefing possono essere sia “addetti” (polizia militare in aree nominalmente controllate, squadre di ricognizione speciale, diplomatici del proprio Paese, esperti specifici come il personale delle agenzie di intelligence) sia “non addetti” (residenti in aree nominalmente controllate, lavoratori di ONG nell’area di operazioni, diplomatici di Paese amici o neutrali, persone esterne all’area, ma ben informate, emigrati ad esempio). -
INTERROGATORIO: contrariamente al debriefing, il soggetto interrogato non è sempre un collaboratore ben disposto a far acquisire all’organizzazione di human intelligence le informazioni che cerca. Di solito la fonte soggetta a interrogatorio è sotto custodia, classici esempi sono i prigionieri di guerra, soggetti non appartenenti all’area, ladri arrestati dalla polizia civile. Condurre un interrogatorio richiede competenze molto specifiche e la necessità di specialisti addestrati che sappiano collaborare con linguisti ed esperti di altre discipline, talvolta si presenta anche l’esigenza di costruire un rapporto con l’interrogato. L’interrogante, prima di eseguire un’intervista, costruisce un piano della prima conversazione, utile anche agli altri interroganti, analisti o esperti coinvolti della stessa operazione di HUMINT. L’intervista preliminare non ha come scopo la raccolta di informazioni, ma più che altro serve all’interrogante a farsi un’idea precisa del soggetto interrogato -
SPIONAGGIO: si tratta della raccolta di informazioni presso soggetti legati al nemico da un rapporto di fiducia. Il processo di reclutamento di questo tipo di fonti appartiene alla disciplina HUMINT della gestione degli agenti.
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