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mercoledì 10 agosto 2022

Internamento in Germania. Il decreto "Katastrophenerlass"

 

I tedeschi nel 1944, su input dell’infaticabile ministero della propaganda, Goebbels, avevano aderito in massa a portare la guerra al limite estremo. Fu la scelta della guerra totale, quella che per molti storici è stata definita “l’ora dell’idiozia”, che va ascritta ad un popolo che non ha la forza e la capacità di fermarsi e cambiare nel momento in cui appare quanto mai evidente che ogni sforzo ed ogni sacrificio non solo è vano, ma anche inutile. Sulla scia di questa scelta tra i tanti decreti e disposizioni occorre citare il “Katastrophenerlass”, ovvero il “Decreto in caso di catastrofi”.



Scrive Gerhard Scriber:

Detto decreto trae origine dall’estate 1943. Nel corso dei violenti bombardamenti subiti dalla città di Amburgo il “Hohere SS- un Polizeifuhrer, la più alta autorità delle SS e della polizia, aveva ordinato di propria iniziativa di fucilare  “senza sottoporli ad un qualsiasi giudizio, dei saccheggiatori stranieri colti sul fatto”. Himmler approvò questa procedura a posteriori dandone comunicazione a quanto pare con una circolare a tutti gli Hohere ss-un Polizizeifuhrer. E nell’autunno del 1943 lo stesso Himmler decise di sostituire detta circolare con un decreto speciale per attribuire un “sicuro fondamento giuridico” a quelle condizioni che si sarebbero dovute d’ora in avanti applicare a casi simili. Non si deve infatti ignorare che nel corso e in seguito ai succitati bombardamenti, detenuti evasi dal carcere ed elementi stranieri avevano saccheggiato la città anseatica commettendo gravissimi crimini. Come “Geheime Reichssache (documento segretissimo di interesse del Reich) questo decreto doveva essere “portato a conoscenza di tutti gli uffici esecutivi interessati.” Le autorità del Reich non pubblicarono mai in forma ufficiale detto Katastrophenerlass, ma anche dopo il 1945 alcuni giuristi hanno sostenuto che malgrado ciò il decreto fu giuridicamente vincolante.”[1]




Il decreto in questione permise a qualsiasi tedesco in divisa e non, o che esercitasse una qualsiasi funzione pubblica di compiere i più efferati atti criminali con la convinzione di essere nel giusto e di fare il bene della Germania. Come in ogni loro cosa i Nazisti erano maestri in questa loro intossicazione di ogni comportamento verso i propri simili,


[1] Schreiber G., Gli Italiani internati nei campi di concentramento del III Reich. 1943 -1945.Roma, Ministeero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1992. Pag. 744 e segg.

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