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lunedì 15 agosto 2022

Il versante Religioso della Crisi Ucraina I

 DIBATTITI

MASSIMO COLTRINARI

 

SCONTRO TRA MOSCA ED UCRAINA. IL RUOLO DELLA CHIESA ORTODOSSA. LA DIFESA DEL PRINCIPIO DEL TERRITORIO CANONICO

Come già detto con l’articolo precedente, iniziamo con questa nota di cercare di capire qualche cosa di più dei roventi rapporti, negli ultimi cinquanta anni, tra la Chiesa Cattolica Apostolica Romana e la Chiesa Ortodossa Russa, che è il “frame work” di tutta l’azione putiniana degli ultimi dieci anni. Questa lotta tra le due chiese è un cuneo che Putin usa per penetrare in Italia e cercare di disintegrarla, nella convinzione, condivisa anche dal Primate di Mosca, che il nostro paese come tutto l’occidente sia corrotto e irrecuperabile. Occorre riportarlo alla ortodossia, e quindi affermare il primato della Chiesa Ortodossa, e quindi di Mosca come Federazione Russa come grande potenza.

Putin ha presente che nel nostro Paese, come in tutti i paesi occidentali la realtà politica è caratterizzata da Tre P.: Il populismo, caratterizzato da due costanti: dividi ed impera e prometti anche l’impromettibile e vincerai (senza mantenere nulla; promesse che non si riusciranno a realizzare e che imporranno a qualunque prezzo, senza curarsi dei costi e di altri effetti nefasti, vds reddito di cittadinanza, distruzione del “lavoro” come valore, ecc.); la polarizzazione, che significa l’uso e l’abuso della discordia, del rancore, che si nutre di identità di gruppo: religione, razza, genere, regione, età, interessi economici ideologie e così via. Ed infine la terza P. la Postverità (a chi credere?), il punto massimo raggiunto della disinformazione e disseminazione di messaggi che creano sfiducia, intaccano il concetto d dovere. Oggi noi crediamo di sapere tutto, in realtà sappiano solo quello che è stato deciso da altri di sapere.

Le tre P, e Putin anche questo lo sa, indeboliscono in modo categorico la democrazia ed in particolare, la democrazia liberale ed atlantica. le istituzioni, le norme e la applicazione delle leggi (vedi il problema della Giustizia oggi in Italia), la corsa agli estremismi, al basso grado di resistenza psichica collettiva ad ogni difficoltà.[1] Se questo ha bisogno di conferma, basti leggere le dichiarazioni del noto populista Primo Ministro della Gran Bretagna che ha portato il suo paese fuori dell’Europa, sta provocando l’unione della Eire con l’Irlanda del Nord, la secessione della Scozia, in pratica al dissolvimento del Regno Unito; l’Ucraina deve cedere e chiedere la pace ad ogni costo per ragioni economica generali . Un altro Neville Chamberlain del 1939, ma questa volta la Gran Bretagna pesa negli affari europei, anche grazie a lui, poco.

L’Italia oggi è debole sul fronte partitico e della politica, non in grado di gestire le emergenze come Covid e Guerra in Ucraina e costretta a rieleggere un Presidente della Repubblica che non voleva e a chiamare un esterno a guidare il governo, in piena crisi economica (debito alle stelle e rifiuto di lavorare e dedizione al sacrifico) iperautoconsiderazione ( al resto del mondo non interessano i problemi italiani, mentre noi ci sentiamo al centro del mondo)

Sommando tutto questo e considerando che l’Italia, dall’ottocento in poi, è stata il ventre molle di una qualsiasi coalizione a cui ha partecipato, ed oggi ne da una ennesima conferma, distruggere l’Italia significa iniziare a distruggere l’Europa e quindi avere gioco facile in futuro. Putin sa tutto questo e, insieme a i teorici della guerra ibrida, porta il suo attacco utilizzando in modo occulto il trampolino d’argento servito dallo scontro religioso tra Oriente ed Occidente,

Ritornando al tema posto, lo scontro religioso, la domanda che si impone e questa: Perché Giovanni Paolo II, beato della Chiesa, dal 1978 inizio del suo Pontifica, che si è caratterizzato da viaggi e visite mai visti prima in tutto il mondo, non si è mai recato a Mosca, a visitare il Patriarcato Ortodosso?

Caduta la URSS, dal 1990 in poi la strada era libera, non vi era più il comunismo e quindi ogni intesa era possibile., ma freddezza e diffidenza in relazione ad una serie di problematiche impediscono ogni tentativo di avvicinamento fra queste due importantissime espressioni confessionali della cristianità.

Iniziamo con quello che è il principale ostacolo: il principio del territorio canonico. La Chiesa Ortodossa russa lo rivendica con una determinazione ed un accanimento che dalla fine del secolo scorso ad oggi ha assunto anche toni parossistici. SU questo principio si innescano una serie di ulteriori problematiche che rendono molto arduo il dialogo interreligioso.  Da Paolo Vi in poi, ma anche dal Vaticano II in poi, gli sforzi per superare questo ostacolo sono stati tanti, ma unilaterali soprattutto da parte di Roma, ma non si è giunti a nessuno miglioramento, anzi dal 2002, come vedremo, la situazione è ulteriormente peggiorata. Le posizioni sono chiare. La Chiesa Ortodossa puntualmente ad ogni occasione afferma la rivendicazione del proprio territorio canonico, sul quale non ammette ingerenze da parte della Chiesa cattolica. Questo concetto rende già evidente una differenza fondamentale: la Chiesa cattolica, infatti, non conosce il concetto di “territorio canonico”. Nella prossima nota approfondiremo i vai aspetti di questa differente interpretazione. Qui basta osservare che uno Stato che riconosce come religione la Chiesa ortodossa, questa applica immediatamente nel territorio di questo Stato  il principio del territorio canonico, cioè a dire che su questo territorio non vi può essere nessuna altra Chiesa. Nell’ottocento si parlava di Alleanza tra Trono ed Altare, ora queste alleanze hanno altro significato e permeano la politica di uno Stato in termini di libertà, democrazia, libertà religiosa ed ogni altro diritto di espressione di pensiero e rispetto dell’uomo, ma nella sostanza in termini pratici hanno i medesimi risultati.

 

 

(Continua)

 



[1] Moises Naim, Le vittorie populiste non  aiutano l’America Latina, in La Repubblica, 21 giugno 2022, pag. 17


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