DIBATTITI
Nel volume la documentazione proposta si apre con due documenti di carattere cronologico: uno che riporta le tappe essenziali della avanzata tedesca in Russia, l’altro le tappe significative indicate da Hitler nel suo discorso dell’11 novembre 1941. Il 1 ottobre 1941 il comunicato tedesco ripreso da tutta la stampa sia tedesca che internazionale dava ormai per sconfitta la URSS: le perdite inflitte nei tre mesi di guerra erano tali che difficilmente uno Stato che avesse subito tali perdite sarebbe stato in grado di sopravvivere. E’ non erano esagerazioni; la parata per l’anniversario della Rivoluzione d’ottobre che si tenne sulla piazza Rossa a Mosca nel 1941 ebbe una caratteristica significativa e unica: le truppe che sfilavano non sarebbero ritornate alle proprie caserme, come normale, ma avrebbero proseguito direttamente per il fronte, I comunicati tedeschi avevano ragione così come Hitler e si attendeva solo la richiesta del Governo sovietico di trattative di resa. Peraltro nel novembre 1941 gli ordini di sgombrare Mosca erano in esecuzione. Lo stesso Governo e lo Stato Maggiore Generale erano in procinto di trasferirsi a ridosso degli Urali, con speranze di continuare la guerra con certo molto alte.
I successivi due documenti riguardano
la preparazione italiana. Il primo, l’approntamento del Battaglione “Cervino”
per il C.I.S.R. in cui si evince che in Russia si mandavano truppe scelte, ben
equipaggiate ed addestrate. La lettera è significativa in quanto la
preparazione logistica (equipaggiamenti ed altro) è ben curata e ben ponderata.
Il dato corrente della scarsezza di equipaggiamento come causa della disfatta e
della tragedia della ritirata permette di dire, leggendo questo documento, che
le cause di detta disfatta e di detta tragedia devono essere cercate altrove.
Il secondo documento è della Direzione di Sanità Militare che formula
raccomandazioni al soldato italiano sul suo comportamento, soprattutto per la
sua integrità fisica e sicurezza personale.
Il quinto documento è la cosiddetta
“Relazione Messe”. Il 1 novembre 1942 il comandante del C.S.I.R., che aveva
condotto le truppe italiane in Russia per oltre un anno raccogliendo
lusinghieri risultati, superando anche un inverno in Russia con successo,
rientrò a Roma per ordine di Mussolini. Fu sostituito da un generale, più
anziano di lui nell’Annuario, ma opaco, di scarsa considerazione, privo di ogni
esperienza di guerra sul fronte orientale. In molti rimasero sorpresi, tedeschi
per primi, di questa soluzione. Messe, oltre al suo passato, aveva conquistato
il cuore e le menti dei suoi soldati, e la stima ed anche l’ammirazione degli
alleati, tedeschi per primi, risolvendo molti aspetti sensibili e difficili e
conseguendo sul campo successi anche significativi. Aveva raggiunto una certa
fama e considerazione. Questa corda era una delle più sensibili agli occhi di
Mussolini (in merito la vicenda Balbo e le sue transvolate fa scuola): nessuno
doveva in fama e considerare dare la purché minima ombra a lui, Duce del
fascismo. In virtù di questo assioma, che rientra in gran parte nella
megalomania del personaggio, Messe fu sostituito con un generale mediocre.
Tutta la sua esperienza di un anno di guerra, tutti i rapporti intessuti con
gli alleati che stavano dando buoni frutti, furono gettati via in nome di una
vanagloria che va anche inserita in una delle cause della disfatta e della
tragedia della ritirata di Russia. Messe non esitò a scrivere e dire che
l’ARMIR, se fosse stato al suo comando, non avrebbe fatto la fine che fece.
La Relazione qui riprodotta servirà,
poi, di base alla pubblicazione che Giovanni Messe dedicherà alla campagna di
Russia che è stata di nuovo edita nel 2005.
Sono 23 documenti, in questo volume,
a cui si affiancano delle fotografie che sono state scattate da un reduce di
Russia e che testimoniano in modo visivo la realtà di quel primo anno di guerra
su fronte russo.
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