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domenica 12 novembre 2017

12 novembre 1917. l Il Proclama del Re

DIBATTITI

 Il 12 novembre 1917, cento anni fa, il Re Vittorio Emanuele III, in piena ritirata dall'Isonzo al Piave, dopo la sconfitta strategica nella XII Battaglia dell'Isonzo, e dopo aver promosso Luigi Cadorna ad altro incarico e nominato Armando Diaz il 9 novembre a Capo si Stato Maggiore dell'Esercito, lancia un proclama agli Italiani, e sopratutto ai soldati. Oltre alle frasi di circostanza, inserisce un passaggio chiave che sarà determinate per gli ulteriori 30 anni di storia italiana. Affrontando finalmente al questione agraria, che aveva segnato negativamente il primi cinquanta anni di vita unitaria ( Bronte, Andrea Costa, la Tassa sul Macinato, Bava Beccarsi e le rivolte di Milano, gli scioperi di primo novecento) promette la terra ai contadini, ovvero a guerra terminata e vinta, scioglier eil nodo centrale della vita politica nazionale.
La promessa cambia ogni prospettiva: i soldati, per oltre la metà contadini, ora sanno per cosa si combatte, oltre che per Trento e Trieste, anche per il loro futuro. Ogni divisione viene superata, gli sbandati ed i fuggiaschi rientrano nei ranghi, lo Stato Maggiore adotta i procedimenti di impiego nuovi e riesce a vincere la battaglia di arresto del 27 novembre. Inizia una nuova storia della Grande Guerra.
Il 12 novembre 1917 una data storica da sottolineare, che sarà cruciale nel primo dopoguerra quando la promessa dovrà essere mantenuta.
Ricordarla oggi significa penetrare a fondo nei significati della Grande Guerra, non per altro, anche per questa data e per il suo significato, definita la IV Guerra d'Indipendenza.

Massimo Coltrinari
direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org.

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