Convegno
Strategia e Tattica dello Sbarco di Anzio. Analisi e Considerazioni
Luigi Marsibilio: L'azione dei Ragers per uscire dalla testa di ponte di Anzio
Giacarlo Ramaccia, Gli Americani non volevano sbarcare. Analisi dei rapporti strategici tra Statunitensi e Britannici
Massimo Coltrinari: L'allargamennto della testa di pinte di Anzio e la reazione tedesca: 24-28 gennaio 1944
RIPORTIAMO IL TESTO BASE E DOCUMENTALE DELLA PRIMA PARTE DELLA RELAZIONE
DI MASSIMO COLTRINARI
1.1. L’assalto.
2.2. La situazione 23-24 gennaio.
2.3.
Il consolidamento della testa di ponte 25-26 gennaio.
2.1.
L’assalto
“Il 22 gennaio, cinque minuti dopo la
mezzanotte, nella oscurità più profonda, il convoglio d’assalto gettò le ancore
al largo di Capo d’Anzio e sostò tranquillamente sul Mediterraneo in calma. Vi
era un brusio di attività repressa mentre gli ufficiali davano le ultime
istruzioni, gli uomini si arrampicavano
nelle tozze imbarcazioni d’assalto che le gr, facendole oscillare, calavano in
mare. Imbarcazioni pattugliavano attivamente fra il naviglio da sbarco,
organizzandolo in formazione, indi guidarono le prime ondate nella notte senza
luna. Per accrescere la sorpresa,i cannoni delle navi da guerra di scorta
rimasero in silenzio; poi, soltanto dieci minuti prima dell’ora H (02.00), un breve, terrificante
bombardamento di razzi scoppiò con rombo assordante da due LCT (R) britannici
lungo la spiaggia. Queste nuove imbarcazioni per il lancio dei razzi (ognuna di
esse trasporta 798 razzi da 5 pollici) erano impiegate per disorganizzare ogni
possibile agguato nemico, farsaltare campi minati lungo l’approdo; quando le
navi cessarono il fuoco dinanzi a loro, la spiaggia si stendeva ancora scura e
silenziosa.
Quando la prima ondata di mezzi da sbarco
toccò la spiaggia e gli uomini si slanciarono per raggiungere il riparo delle
dune non c’era alcun nemico ad attenderli. Spingendosi rapidamente all’interno,
le truppe meravigliate si resero conto ben presto che era accaduto qual cosa di
inatteso: avevano colto il nemico completamente di sorpresa. Benchè i Tedeschi
sapessero che uno sbarco anfibio fosse imminente, credevano che non sarebbe
stato effettuato che un po’ più tardi nel tempo. Le due divisioni che avevano
avuto il compito di difendere questa costa erano state mandate sul fronte
meridionale soltanto tre giorni prima, e il settore costiero e a zona sud di
Roma era tenuta soltanto da deboli forze. Per conseguenza, fatta eccezione per
poca artiglieria da costa e per distaccamenti antiaerei, la sola resistenza immediata
allo sbarco di Anzio fu opposta da elementi isolati della 29a divisione Panzer Granatieri
Corazzati. Soltanto tre compagnie del Genio ed il II battaglione del 71°
Reggimento Panzer Granatieri Corazzati erano stati lasciati a difesa della
costa dalla foce del fiume Tevere fino
al canale Mussolini, una estensione di 9 miglia di costa era occupata da una
sola compagnia.. Inoltre le truppe della zona di Anzio non erano state messe in
guardia contro un imminente sbarco alleato. Le difese costiere si riducevano a
campi di mine sparsi lungo l’approdo “Peter” utilizzato dalla 1a divisione
britannica, qualche casamatta la maggior parte delle quali non equipaggiata,
qualche pezzo dia artiglieria, pochi 88 mm e diversi vecchi pezzi italiani,
francesi, jugoslavi gran parte delle quali non venne usata contro gli attaccanti.
Con l’aiuto del mare calmo e della pratica assenza di opposizione, gli invasori
si stabilirono in fretta sulla spiaggia.[1]
Dalla destra la 3a divisione passò rapidamente sulle spiagge ed est di Nettuno.
Spazzando via poche pattuglie nemiche sbigottite, si spinse celermente
all’interno, si piazzò sulla linea della fase iniziale e serrò sotto per
respingere contrattacchi.”[2]
Il gen. Clark, accompagnato dal gen. di
brigata Donald W. Brann e da altri membri dello Stato Maggiore della V Armata
arrivò alla testa di sbarco in una lancia PT della Marina, si trasferì su di un
DUKW e sbarcò intorno alle ore 10.00. Pattuglie motorizzate del 3° Recconaissance
and Provisional Troops” muoveva decisamente innanzi per prendere e distruggere
i ponti sul canale Mussolini, che scorreva sulla destra. Soltanto al ponte più
meridionale vennero a contatto con qualche tedesco. Qui essi distrussero con
“bazookas” tre autoblindo uccidendo e catturando undici uomini della pattuglia
nemica.
I Rangers sbarcarono sulla spiaggia proprio
alla destra del porto di Anzio e, impadronitisi rapidamente delle attrezzature
portuali, si arrampicarono su per il rapido promontorio coronato di villette
ridenti prespicenti la spiaggia e si sparsero per le strade della città rastrellando
i pochi difensori disorientati. I Tedeschi non avevano avuto il tempo di
distruggere le attrezzature del porto. Fatta eccezione per una breccia nel molo
e qualche costruzione abbattuta lungo l’approdo (danni prodotti da bombardieri
alleati) non vi erano altri ostacoli che quelli costituiti da qualche
imbarcazione leggera affondata nel porto.
Più tardi, nella mattinata, il 509°
Battaglione paracadutisti di fanteria avanzò ad est lungo la riva ed occupò
Nettuno verso le 10,15. A nord-ovest di Anzio lo sbarco della Ia Divisone
britannica su svolse ugualmente indisturbata, benchè ritardato dalle condizioni
sfavorevoli del litorale. A mezzogiorno del giorno D, il Vi Corpo d’Armata
aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi iniziali a terra.
A sostegno dello sbarco, il giorno D ,
squadriglie alleate di caccia e bombardieri compirono più di 1200 voli;
bombardieri medi e pesanti danneggiarono ponti chiave e nodi stradali come
Cisterna e Velletri, cercando di bloccare le strade principali affluenti la
zona di Anzio. Caccia-bombardieri e caccia notturni sorvolarono queste strade
bombardando e mitragliando il traffico nemico che cominciava ad effettuarsi in
direzione della testa di sbarco.
Altri
caccia proteggevano in continuazione dall’aria le forze di sbarco. Gli attacchi
aerei nemici il giorno D furono di
scarsa proporzione (140 voli in tutto) ma crebbero d’intensità il 23 gennaio.
A tergo delle truppe d’assalto che si
spingevano nell’interno, le operazioni di scarico del primo convoglio
procedevano a tutta velocità. Genieri sgombravano rapidamente i campi minati e
si aprivano vie di uscita attraverso le dune; ma il terreno argilloso tra la
spiaggia e la strada principale ben presto fu così sconvolto che per rendere la
zona praticabile si dovettero usare reti, tronchi d’albero e pietra. DUKWe e
piccoli battelli facevano la spola nelle acque tranquille del golfo di Nettuno,
scaricando sollecitamente le imbarcazioni più pesanti che non potevano
avvicinarsi alla spiaggia a causa del basso fondale.
Nonostante il bombardamento intermittente
effettuato dopo il tramonto da poche batterie tedesche a lunga gittata e tre
piccole fulminee incursioni di caccia bombardieri della Luftwaffe, il 54° Genio
spostò rapidamente masse di uomini e materiali attraverso la spiaggia. Un
dragamine urtò una mina ed un LCI fu affondato dalle bombe, ma queste furono le
perdite più gravi. Il 36° Genio cominciò a sgombrare il porto dai rottami; la
Marina recuperò i battelli affondati; nelle prime ore del pomeriggio il porto
fu praticabile per le LST ed altre imbarcazioni. Quando il fondale della
spiaggia assegnata ai britannici a nord-ovest di Anzio si rilevò troppo basso
per essere di vera utilità, fu abbandonato e le operazioni di scarico furono
deviate verso il porto rimesso in efficienza.
A mezzanotte del giorno D, erano sbarcati
36.000 uomini, 3200 veicoli e gradi quantità di materiali costituenti il 90%
dell’equipaggiamento e del personale del convoglio d’assalto.
Le perdite del giorno D furono lievi. Il Vi
Copro registrò 13 morti, 97 feriti, 44 catturati e dispersi; furono fatti 227
prigionieri. Il Vi Corpo aveva raggiunto i suoi obiettivi iniziali senza incontrare
una resistenza di una certa entità e aveva prese quasi intatto il porto di Anzio,
che avrebbe dovuto essere la via principale di afflusso dei rifornimenti.
2.2. La situazione 23-24 gennaio. L’Iniziale
allargamento della testa di ponte
Il VI Corpo, raggiunti i suoi obiettivi
iniziali verso il mezzogiorno del giorno D, avanzò per occupare i limiti prestabiliti
della testa di sbarco.
La 1a divisione britannica avanzò dai suoi
approdi a sinistra verso il fiume Meletta e si assicurò il controllo di 12
chilometri sulla strada di Albano. Nel settore della 3a divisione la avanzata
consisté in una serie di azioni tendenti a raggiungere i ponti sul canale della
testa di sbarco. La sera del giorno D pattuglie avanzate del 30° Fanteria e del
3° Reconnaissance Troop avevano occupato tutti i ponti lungo il canale. Il
nemico riprese nello stessa notte la maggior parte dei ponti in aggressivi
appoggiati da carri armati. Sferrati da contingenti della Divisione Corazzata
“Hermann Goering”. Il mattino seguente il ten. col. C. McGarr comandante del
30° Fanteria. Con i resti del suo reggimento, appoggiata da carri armati e da
cacciatori di carri respinse in aspra lotta il nemico al di là dei ponti lungo
il ramo occidentale del canale.
I tedeschi contrattaccarono con tre carri
armati ed un pezzo semicingolato per riprendere il ponte della strada di
Cisterna a nord di Conca, ma furono respinti dai mezzi corazzati che
appoggiarono il 30° Fanteria. Sulla destra del 30° Reconnaissance Troop lungo
il canale principale e riprese gli altri ponti perduti.
Il 24 gennaio la 3a divisione aveva occupato
il settore di destra della testa di sbarco iniziale lungo il canale Mussolini.
Il 504° Paracadutisti di fanteria; al centro il 15° Fanteria, e alla sua
sinistra il 30° Fanteria, fronteggiavano Cisterna lungo il ramo occidentale del
canale. I Rangers sostituirono tutte quetse unità eccetto il III Battaglione
del 7° Fanteria della divisione lasciata nel tranquillo settore della testa di
sbarco. Frattanto la II Brigata della 1a Divisione al comando del generale di
brigata E.E.J. Moore spostò il suo settore dalla testa di sbarco avanzando
verso la linea del fiume Meletta. Il resto della divisione fu tenuto in riserva
di Corpo in caso di contrattacco nemico. In due giorni il VI Corpo aveva
rafforzato una testa di sbarco profonda 12 chilometri incontrando soltanto sporadica
resistenza.
Benchè lo sbarco di Anzio ed il
rafforzamento iniziale non avessero praticamente incontrato resistenza iniziale
non avessero praticamente incontrato resistenza da parte delle forze
germaniche, il nemico reagì prontamente per affrontare la situazione. I Comandi
del Gruppo Armate C misero immediatamente in allarme elementi della 4a
divisione paracadutisti e della divisione corazzata “Hermann Goering” a sud di
Roma e ordinare loro di difendere le strade che ad Anzio conducevano ai Colli
Laziali. Alle 06.00 del 22 gennaio entrò in esecuzione il piano prestabilito
per far accorrere truppe di oltr’Alpe e lanciarle ad arginare l’invasione
alleata.
Due divisioni e molte unità minori partirono
immediatamente dalla Francia, dalla Jugoslavia e perfino dalla Germania.
Nell’Italia settentrionale tre divisioni della Quattordicesima Armata furono
poste in allarme e partirono per la zona di Roma il 22 ed il 23 gennaio. Per
dirigere la difesa il I° Corpo paracadutisti ristabilì i suoi comandi nella
zona a sud di Roma alle 17.00 del 22 gennaio. Tutte le riserve disponibili
provenienti dal fronte meridionale e ivi avviate furono spinte verso Anzio;
esse comprendevano: 3a divisione corazzata granatieri e la 71a divisione
fanteria e il grosso della divisione “Hermann Goering”. Mentre queste forze si
andavano raccogliendo, l’aviazione tedesca bombardava la zona della testa di
sbarco e il naviglio di sostegno per ritardare l’avanzata alleata all’interno.
Per i primi due giorni, i difensori tedeschi cedettero di essere troppo deboli
per fermare l’avanzata alleata verso i Colli Laziali, ma dalla sera del 24
gennaio essi sperarono di poter contenere le forze della testa di sbarco e, non
appena avessero completate la raccolta delle forze necessarie, di sferrare un
contrattacco che avrebbe eliminato la testa di sbarco alleata.
Il
3.3.
Il consolidamento della testa di ponte 25-26 gennaio
IL Gruppo Armate C ordinò alla
Quattordicesima Armata di assumere la direzione delle operazioni tedesche di
fronte ad Anzio. Quando, il 25 gennaio, la Quattordicesima Armata, comandata
dal generale Eberhard von Mackensen, prese il comando, elementi di otto
divisioni tedesche erano impiegati sulla linea difensiva intorno alla testa di
sbarco, ed altre cinque divisioni con molte unità ausiliarie si trovavano in
marcia verso la zona di Anzio.Il 28 gennaio la Quattordicesima Armata aveva
affidato il comando delle forze di difesa del settore orientale del perimetro
della testa di sbarco (dinanzi a Cisterna) alla divisione Corazzata “Hermann
Goering”; quello del settore centrale (dinanzi a Campoleone) alla 3a Divisone
Corazzata Granatieri; quello del settore occidentale (dietro al fiume Moletta)
alla 65° Divisione fanteria. Oltre questo perimetro, altre unità erano
raggruppate per il contrattacco. Il 24 gennaio, una distanza di 6 e 8 chilometri
separavano la linea principale di resistenza tedesca dalla linea principale
della testa di sbarco occupata dal VI Corpo alleato. La reazione delle forze
nemiche frenò l’impeto del grosso della Quinta Armata ed allontanò la
prospettiva di un congiungimento fra le forze meridionali e la testa di sbarco.
Inoltre, se il VI Corpo si fosse spinto troppo innanzi verso i Colli Laziali
che erano il suo principale obiettivo, avrebbe rischiato di essere tagliato
fuori da un improvviso contraccolpo tedesco. Prima della fine del giorno D si
calcolava che i tedeschi avessero 20.000 uomini nelle zone dalli quali potevano
marciare rapidamente verso la testa di sbarco. Il giorno D+2 avevano
raddoppiato questa cifra e continuarono ad accrescerla fino a raggiungere un
totale di più di 70.000 uomini al giorno D+7, sfruttando il vantaggio di buone
vie di comunicazione stradale e ferroviaria e nonostante la minaccia alleata.
Questa forza in aumento indicava che il VI Corpo avrebbe dovuto apprestarsi ad
affrontare una pressione nemica valutata sufficiente per respingere in mare le
forze alleate. Per conseguenza il VI Corpo dal 24 al 29 gennaio consolidò le
sue posizioni. Le truppe alleate, in attesa di rinforzi, saggiavano il terreno
lungo, le due principali direttrici di marcia in direzione degli obiettivi
interni di Cisterna e Campoleone, che dovevano servire da punti strategici da
cui prendere lo slancio per l’avanzata verso i Colli Albani. Sulla destra la 3a
divisione mosse lungo le strade che conducevano a Cisterna attraverso il canale
Mussolini; sulla sinistra gli Inglesi si spinsero sulla strada di Albano verso
Campoleone[3]
(Cartina 4).
Il pomeriggio del 24 gennaio, quattro
compagnie del 15° e del 30° fanteria fecero una ricognizione preliminare in
forze verso Cisterna ma non poterono progredire molto a causa della resistenza
opposta da forti nuclei mobili nemici. Il generale Truscott ordinò allora una
avanzata con forze rilevanti all’alba del 25 gennaio, sulle due strade
principali che guidavano alla città attraverso i campi fangosi. Il I Battaglione del 30° fanteria avanzò a
sinistra sulla strada di Campoleone-Cisterna, mentre il II Battaglione del
15°Fanteria si diresse verso destra per la strada di Conca-Cisterna.
Circa due miglia oltre i canale, il 30°
Fanteria fu arrestato da una compagnia della Divisione Corazzata Hermann
Goering trincerata attorno al nodo stradale a mezza strada per Ponte Rotto.
Alla destra del 30° Fanteria il II Battaglione del 15° Fanteria avanzò di un
migliore mezzo sulla strada Coca-Cisterna prima di essere fermato dai
mitraglieri tedeschi annidiati nelle case coloniche lungo la strada. Carri
armati e caccia carri del DCCLI (751°) Battaglione carri e del DCI (601°)
Battaglione Cacciatori Carri furono impiegati per eliminare questi caposaldi.
Prima che i mezzi corazzati potessero entrare in azione, unità tedesche penetrarono
nel letto di un ruscello costringendo gli avamposti del fianco destro del II
battaglione a ritirarsi. La compagnia C che stava effettuando un’azione diversiva
su di una strada parallela a destra della strada Conca-Cisterna, si arenò di
fronte ad una resistenza altrettanto valida. Perdite: quattro carri armati di accompagnamento
di fronte al cannone semovente perduto dal nemico
I veterani della Divisione Corazzata Hermann
Goering con forza inaspettata avevano smussato le punte di penetrazione della
3a divisione. Non avevano tempo a sufficienza per allestire difese stabili, i
tedeschi avevano piazzato mitragliatrici e cannoni controcarri in ogni casa
colonica lungo la strada. Questi capisaldi erano forniti di eccellenti settori
di tiro allacciati l’un l’altro attraverso la campagna dolcemente ondulata ed
erano appoggiati da carri armati e da cannoni semoventi. Essi dovevano essere eliminati
uno per uno dai carri e dai cacciatori di carri americani prima che la fanteria
potesse avanzare.
Il 504° paracadutisti di fanteria fece un
attacco diversivo lungo il canale principale in direzione di Littoria.
Avanzando sotto la protezione di un intenso fuoco di appoggio rinforzato dai
tiri nell’incrociatore “Brooklyn” e di due cacciatorpediniere, occupò i
villaggi di Borgo Sabatino, Borgo Piave e Sessano sulla sponda orientale del
canale. La compagnia D, tuttavia, fu tagliata fuori oltre Borgo Piave da un
contrattacco di sorpresa effettuato da 5 carri armati e 8 “flakwagons” (cannoni
contraerei semoventi) della divisione corazzata Hermann Goering; essa subì
gravi perdite benchè molti uomini riuscissero a tornare indietro.
Quella notte, il 504° paracadutisti di
fanteria s ritirò dalle sue posizione rimaste scoperte, lasciando indietro
forti pattuglie di combattimento. Il mattino seguente, 26 gennaio, la 3a
divisione riprese la sua pressione in direzione di Cisterna.
Nella zona del 30° reggimento il I
battaglione penetrò intorno al nodo stradale sotto Ponte Rotto dove era stato
trattenuto e costrinse il nemico ad indietreggiare. Nel pomeriggio il I
battaglione del 15° Fanteria si gettò verso nord-est sulla strada attraverso il
ramo occidentale del canale per stabilire un blocco sulla strada
Cisterna-Littria.
Nonostante un fuco nutrito di appoggio della
durata di 70 minuti, aperto dai Battaglioni IX, X, XXXIX di artiglieria da
campagna, e di tiri di neutralizzazione di cannoni di maggior calibro, i tedeschi
restarono tenacemente abbarbicati alle loro posizioni.
Il 27 gennaio, il II battaglione del 15°
Fanteria in seguito ad una azione di artiglieria ugualmente accurata, si spinse
su per la strada Conca-Cisterna, Contemporanea il I battaglione del 15° Fanteria
proseguiva nel suo attacco sulla destra guadagnando terreno ma senza riuscire
ad aprirsi un passaggio verso il suo passaggio .I Tedeschi, lasciando in linea
nuove unità via via sopraggiungevano, facevano ogni sforzo per impedire agli
americani di raggiungere la strada statale n. 7. In attacchi dal 25 al 27
gennaio, la 3a Divisione raggiunse posizioni situate una o due miglia oltre il
ramo occidentale dal canale Mussolini ma era ancora a tre miglia da Cisterna.
Era chiaro che per raggiungere ‘obiettivo
assegnato alla divisione sarebbe stato
necessario uno sforzo superiore a quello immediatamente realizzabile, perché il
generale Truscott fermò l’avanzata per organizzare una azione più consistente.
Per fiancheggiare la marcia della 3a Divisione, fu ordinato alla Ia Divisone britannica
di spostarsi sulla strada di Albano verso Campoleone per garantirsi questo
importante nodo stradale e ferroviario quale base di lancio per un ulteriore
avanzata.
(BOZZA)
[1] Cartina n. 3 The Landing 22 january 1944
[2]
Anzio Beachhead, Traduzione, pag. 21 e segg.
[3]
La stazione di Campoleone. La città di Campoleone è situata ad oltre due chilometri
più a nord. I riferimenti di questo studio a Campoleone concernono la stazione
ferroviaria e non la città vera e propria.
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