DIBATTITI
L'impiego degli scout come forze ausiliarie.
Benedetta Nicolussi
Durante la Prima Guerra Mondiale, iniziata il 28 luglio 1914
e conclusasi l'11 novembre 1918, i vari Stati Europei erano caratterizzati da
forti nazionalismi, corsa alla potenza militare ed economica, dallo sviluppo
industriale e da un fortissimo senso di Amor patrio.
In un clima di propaganda contro i nemici, di violenza e di
sentimenti di avversione, la gioventù, facilmente manipolabile, era la prima
che si impegnava per l'Unità della Patria, e partiva per il fronte.
Nel momento dello scoppio della guerra, le Nazioni potevano
contare, oltre che sul contributo del mondo militare, anche sull'intervento
delle associazioni scout.
La partecipazione nel conflitto, però, era incompatibile con
i principi e gli ideali del movimento scout, basato sul concetto di fratellanza
universale. Infatti lo Scoutismo seguiva, e segue tutt'oggi, tre valori
fondamentali: il servizio verso Dio, verso la Patria, ed infine verso la
famiglia. Tuttavia, durante il
conflitto, il servizio verso la Patria divenne il principale fondamento da
seguire.
Le immagini di giovani scout intenti ad imbracciare un'arma,
non le troviamo solo in Italia, ma erano frequenti in tutte le nazioni europee;
come furono, purtroppo, frequenti anche i caduti provenienti dal mondo
scoutista.
Esempi emblematici furono la morte di due fondatori scout: il
francese, Comandante di Vascello, Nicolas Benoit il 17 dicembre del 1914,
ucciso a Nieuport in Belgio, dopo un attacco alla baionetta, dai tedeschi; ed
il tedesco Maggiore Maximilian Bayer morto il 25 ottobre 1917 durante un
attacco francese a Nomeny nella regione della Meurthe ed Moselle.
Due vittime tra i 12 milioni di morti e i 21 milioni di
feriti e mutilati che si contarono al termine del primo conflitto mondiale.
Nessun commento:
Posta un commento