Post in progress
Il blog è espressione del Centro Studi sul Valore Militare - Ce.S.Va.M.- istituito il 25 settembre 2014 dal Consiglio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare.Lo scopo del CEsVAM è quello di promuovere studi sul Valore Militare.E' anche la continuazione on line della Rivista "Quaderni" del Nastro Azzurro. Il Blog è curato dal Direttore del CEsVAN, Gen. Dott. Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
Cerca nel blog
domenica 31 dicembre 2023
sabato 30 dicembre 2023
Editoriale Dicembre 2023
EDITORIALE
In genere il mese di dicembre è dedicato a tracciare dei bilanci sulla attività svolta. Si elenco i successi ottenuti, quello che non è andato e si tracciano le linee future. Superiamo questa impostazione nelle prime due parti. Molti sono i motivi. Il primo è scaramantico: ogni volta che raggiungi un successo, inevitabilmente inizia la parabola discendente che ti porta ad un insuccesso, anche per tante forze oscure che si mettono in moto a cominciare dalla invidia e dagli altri sei peccati capitali. Di quello che non è andato bene, è meglio non parlare sia perché è andato male sia perchè nell'analizzare gli errori che hanno portato all'insuccesso spesso emerge il fatto che le valutazione fatte su persone e cose spesso sono sopravalutazioni e questa nostra incapacità di vedere prima quello che si considera positivo e che invece era negativo comincia ad essere una costante che dovrebbe essere contrastata. Il passato dovrebbe averci insegnato qualche cosa, ma spesso gli errori si continuano a commettere.
Parliamo quindi di futuro. Nel 2024 cade il decennale del CESVAM. Sono dieci anni che si opera e se ci si volta indietro di strada ne abbiamo fatta. Ora siamo tutti chiamati, Ordinari e Associati, a cercare di vedere come procedere, sia perchè l'età avanza e molti di noi si avvicino ai "settanta", altri agli "ottanta", qualcuno viaggia verso i "novanta". In pratica dobbiamo vedere, nella data anniversaria del decennale, quali cose portare avanti e quali lasciar perdere, ma soprattutto decidere insieme quali iniziative prendere, essendo il nostro carnet già molto pieno.
Un primo obbiettivo a cui personalmente indico come irrinunciabile, è quello di stilare gli indici delle pubblicazioni, articoli, note e saggi pubblicati prodotte dal 2014 ad oggi. Giovanni Spadolini sosteneva che un volume senza gli Indici dei Nomi non è un volume, ed una aggregazione culturale senza gli indici periodi di quello che pubblica non ha ragione di essere.
Da gennaio il dibattito è aperto, nello spirito che ci anima e soprattutto in quello spirito che è alla base del nostro operato, ovvero per riceve tocca sempre dare, e che davanti ad una difficoltà o ad un problema un uomo vincente trova una soluzione, un uomo perdente accampa giustificazioni. In questa sociètà liquida che ci circonda in cui topi affamati si fiondano con avidità su quei pochi pezzetti di formaggio che la medesima offre perchè ha sperperato tutto, il vero traguardo è quello di passare oltre e riuscire ad essere sereni, vivere i nostri valori e serenamente continuare ad essere coerenti con quanto dice Kipling nella sua celebra lirica "Se", vero codice d'onore degno di ogni considerazione. (massimo coltrinari)
venerdì 29 dicembre 2023
Copertina Dicembre 2023
QUADERNI ON LINE
Anno LXXXIV, Supplemento on line, XII , 2024, n. 94
giovedì 28 dicembre 2023
RIVITA QUADERNI. n. 4 del 2024. Nota Redazionale
NOTIZIE CESVAM
Il numero di apre con
la pubblicazione dei lavori e delle realizzazioni, nel quadro del progetto
proposto da Marco Montagnani, dei ragazzi e delle ragazze del Liceo Scientifico
F. Vercelli di Asti.
Per la parte dedicata
alla Memoria, la Rivista in questo numero ospita una interessantissima nota di
Maria Luisa Suprani Querzoli dedicata ai rapporti tra Pietro Badoglio e Luigi
Capello con una fotografia che è una vera e propria rarità, mentre Demetrio
Delfini con la sua ci ricorda che Israele nasce dalla azione di movimenti
terroristici, unico mezzo per riuscire a vincere la potenza dominante che nella
fattispecie era al tempo la Gran Bretagna. Giorgio Madeddu continua a darci
preziose note sulla prigionia austroungarica in mano italiana in Sardegna, a
premessa della più ampia azione che si pensa di attuare nella prossima
primavera. Francesco Attanasio traccia un quadro di Umberto di Savoia e la sua
azione come luogotenente del Regno, ed in molti pensano che già nel 1944 si era
reso conto del profondo divario che si era creato tra la sua Casata ed il
popolo italiano dopo le vicende armistiziali; da qui l’esigenza di assumere
comportamenti degni di nota. A cornice di questo articolo Alessia Biasiolo ci
presenta l’Italia del 1943, momenti e quotidianità che ci fanno comprendere in
quale abisso era sprofondata l’Italia e quale costo il popolo italiano stava
pagando a scelte non felici dell’allora vertice politico-istituzionale.
Stefano Bodini ci
presenta la versione divulgativa della Tesi di Master, dedicata alle operazioni
del Col di Lana, nel solco dell’indirizzo della Rivista, che esiste anche in
virtù del sostegno che può dare alle attività postmaster.
Sia Luigi Infussi che
Mario Pietrangeli con le loro note sottolineano il variegato mondo dell’Arma del
Genio, nelle sue espressioni di eccellenza.
Per la parte dedicata
alla Realtà di Oggi, Osvaldo Biribicchi continua nella sua azione di
presentarci aspetti virtuosi della realtà africana, mentre Massimo Dionisi con
la sua nota traccia un quado della Nigeria, in cui si evince il rapporto tra
questo martoriato Stato e gli Attori internazionali, avvelenato dalla disputa
sulle materie strategiche essenziali. Antonio Trogu chiude questa parte con una
nota sui Curdi siriani ed il loro sforzo per costruirsi uno Stato, nota che
sottolinea come la Siria, al pari della Libia, come Stato unitario di derivazione
post coloniale non esiste più.
Antonio Daniele ci
presenta il Calendario azzurro del 2024, presentato il quale sono terminate le
cerimonie per il Centenario della fondazione dell’Istituto del Nastro Azzurro.
Anche in questo
numero non vi è lo spazio per pubblicare gli Indici della “Rivista on Line”;
questi sono pubblicati l’ultimo giorno del mese sul relativo blog. Le consuete
rubriche chiudono il numero ultimo dell’anno centenario della fondazione
dell’Istituto, che nella copertina, come ormai prassi per il numero di fine d’anno,
riporta una Medaglia coniata dall’Istituto, nel solco di quella tradizione
iniziata già all’indomani della fondazione di ricordare eventi e momenti con
questo mezzo, che è diventato una peculiarità dell’Istituto del Nastro Azzurro.
Riportata la Medaglia del Centenario 1923 – 2023. (massimo coltrinari,
direttore del CESVAM)
mercoledì 27 dicembre 2023
Il Labaro della Sezione MACOMER
NOTIZIE CESVAM
E' stato rintracciato il labaro della Sezione di MACOMER
Iinformazioni sulle ricerche svolte e sui dati disponibili in merito possono essere chieste a
Giorgio Madeddu, associato al CESVAM
(email:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
martedì 26 dicembre 2023
Dizionario dell'Olocausto
SEGNALAZIONE LIBRARIE
Osvaldo Biribicchi
Uno studio sistematico di lemmi (
il Dizionario ne contiene oltre 400) affiato ad uno studente o a gruppi di
studenti affinchè, attraverso ricerche, incontri frontali, visite, e ricerche
personali possano loro elaborare secondo le risultate a cui pervengono il lemma
stesso e poi presentarlo ai loro compagni durante la Giornata della Memoria,
nel solco tradizionale che è lo studente che deve essere protagonista e parte
attiva di detta giornata.
A titolo di esempio i lemmi da
studiare, che potrebbero anche rappresentare tappe di un percorso per conoscere
l’Olocausto ed altro, potrebbero essere:
Protocolli dei savi anziani di
Sion/Conferenza di Wansee/Camera a Gas/ Campi di Concentramento/Mischlinge/Gestapo/
Deportazione degli Ebrei dall’Italia/Lavoro Forzato/Zyklon B/Paragrafo
Ariano/Memoriali dell’Olocausto/Marce della Morte/Calcolo delle Vittime/Zingari/
Soluzione Finale: chi sapeva e cosa ne pensava.
Il Volume disponibile
in redazione, ha questa referenza bibliografica:
Dizionario
dell’Olocausto, a cura di Walter Laqueur, in collaborazione con Judith Tydor
Baumel, edizione italiana a cura di Alberto Cavagno, Prefazione, Lemmario,
Voci, Cronologia, Saggio Bibliografico, Indice dei Nomi, illustrazione, pagine
983.
lunedì 25 dicembre 2023
domenica 24 dicembre 2023
sabato 23 dicembre 2023
venerdì 22 dicembre 2023
AUGURI
NOTIZIE CESVAM
A TUTTI I LETTORI DI
QUADERNI ON LINE
AUGURI
UN BUON NATALE ED UN FELICE ANNO NUOVO
giovedì 21 dicembre 2023
Le prime 49 sezioni create dell'Istituto del Nastro Azzurro anno 1923 Data di fondazione
ARCHIVO
10/02/1923 Fiume
16/02/1923 Udine
17/02/1923 Taranto
05/04/1923 Ancona
05/04/1923 Catania
13/04/1923 Firenze
15/04/1923 Genova
22/04/1923 Napoli
05/05/1923 Milano
26/05/1923 Palermo
28/05/1923 Venezia
02/06/1923 Roma
15/06/1923 Torino
16/06/1923 Livorno
22/06/1923 Reggio Calabria
22/06/1923 Reggio Emilia
28/06/1923 Mantova
28/06/1923 Mantova
30/06/1923 Potenza
01/07/1923 Foggia
02/07/1923 Macerata
02/07/1923 Macerata
07/07/1923 Parma
08/07/1923 Messina
16/07/1923 Lucca
19/07/1923 Perugia
22/07/1923 Campobasso
27/07/1923 Trieste
16/08/1923 Trapani
26/08/1923 Pola
09/09/1923 Lecce
09/09/1923 Siena
16/09/1923 Arezzo
30/09/1923 Siracura
08/10/1923 Modena
09/10/1923 Cosenza
13/10/1923 Cremona
13/10/1923 Massa
20/10/1923 Bergamo
21/10/1923 Rovigo
21/10/1923 Sassari
23/10/1923 Piacenza
24/10/1923 Treviso
25/10/1923 Aquila
25/10/1923 Benevento
28/10/1923 Porto Maurizio
31/10/1923 Padova
18/11/1923 Como
09/12/1923 Salerno
16/12/1923 Brescia
18/12/1923 Trento
mercoledì 20 dicembre 2023
Complessità dell’interpretazione giuridica e dell’agire
DIBATTITI
Ten. cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto
Sabetta
Le osservazioni che seguono vengono ad investire anche
il diritto internazionale sia in tempo di pace che di guerra, ma si possono
intendere essere estese all’intero agire dell’essere umano superando il puro
formalismo in cui molte volte si cade, sebbene involontariamente.
Vi è quindi una difficoltà nel valutare
le singole azioni se non nel contesto e nel loro insieme, una osservazione solo
apparentemente semplice, in quanto si tende a semplificare il giudizio per la
difficoltà di trovare gli elementi su cui appoggiarlo, una osservazione che
richiama i problemi derivanti dalla comunicazione, sia in guerra che in pace, e
dai nostri limiti fisiologici.
Partendo dall’osservazione
che la trasformazione delle informazioni in conoscenza è soggetta ad una serie
di limitazioni dovute alla ridotta potenzialità cognitiva degli operatori, si
che questi procedono in forma euristica nell’affrontare la complessità
ambientale semplificando l’informazione da elaborare, si può affermare che
l’agente non opera mai in termini di razionalità assoluta bensì in termini di
razionalità limitata.
L’agire razionale
dell’agente è inoltre condizionato da informazioni provenienti dall’esterno, le
quali operano non solo sulla cognizione del momento in esame ma anche sulla
formazione del primo livello di stati conativi.
Il
comportamento non è altro che conseguenza di un determinato stato mentale, in
cui l’evoluzione ha introdotto l’emotività e l’intuizione al fine di una rapida
risposta adattiva ai cambiamenti, questo tuttavia comporta una certa
imprecisione quale contraltare alla rapidità.
La
ragione si inserisce pertanto su informazioni ambientali già elaborate in
termini inconsci, raffinandole ulteriormente per meglio adattarle alla realtà,
consegue la presenza probabilistica dell’errore che diventerà con il
trascorrere del tempo necessariamente presente.
Sartor
introduce il concetto di ragionamento defeasible che fornisce la possibilità
di decidere provvisoriamente in presenza di informazioni parziali e in attesa
di nuove informazioni, senza necessariamente giungere alle conclusioni
definitive, si procede con una serie di conclusioni progressive fino ad
ottenere delle conclusioni stabili.
Questo non esclude, anzi
potenzia, gli aspetti intuitivi ed emotivi propri del ragionamento umano senza
per questo negare le premesse del processo logico, si ottiene peraltro una
sintesi nel ragionamento deduttivo della metodologia propria del ragionamento
induttivo.
L’agente
ha un proprio desiderio o fine nato dalle proprie preferenze, ma questo entra
in conflitto con il dover volere determinato da terzi, il mondo interno con i
limiti e le esigenze imposte dal mondo esterno, ed ecco l’importanza di passare
da un ragionamento conclusivo, in cui non interferiscono ulteriori informazioni
esterne, ad un ragionamento defeasible che tenga conto delle ulteriori e
frammentarie informazioni provenienti progressivamente dall’esterno.
Anche
in un sistema giuridico l’interpretazione – applicazione della norma assume un
carattere progressivo, non più quale discendenza immediata dalla volontà di un
legislatore astratto ma quale conseguenza di un intero sistema giuridico, su
cui interviene la capacità limitata di conoscenza dell’operatore, nonché le sue
pulsioni e i suoi credo.
La
norma assume una propria autonoma volontà e significato all’interno del sistema
giuridico influenzato dal vissuto e dall’ambito culturale dell’interprete,
ossia dai giudizi di valore del decisore, quale sintesi in divenire di
motivazioni interne e informazioni esterne, nonché dalla sua capacità di
elaborazione.
Questo
ancor più in presenza di alcune normative che, nella necessità di procedere per
analogia, aumenta la discrezionalità del giudizio di valore, nel tessuto logico
giuridico assumono pertanto particolare valore le disposizioni generali
normative, d’altronde la norma è interpretata secondo il valore culturale
prevalentemente condiviso ed accettato dalla maggioranza.
E
stato fatto osservare che la conformità alla legge si basa prevalentemente
sulle aspettative e sulle inibizioni degli individui, fino a giungere quale
ipotesi estrema ad affermare che le decisioni prese sul diritto non sono altro
che costruzioni ex post per giudizi già presi (modello sociale intuizionista
– Haidt).
Il
diritto quale complesso in cui rientrano emozioni, intuizioni, ragionamenti e
regole scritte è qualcosa di poliedrico che permette l’esistenza delle odierne
società complesse, pertanto un mix dei due processi di giudizio propri di ogni
agente.
Il primo sistema più lento e faticoso è
governato dal ragionamento, il secondo intuitivo ed associativo acquista una
valenza automatica con il minimo sforzo, i due sistemi agendo insieme
potenziano le capacità di giudizio riducendo gli errori, infatti il sistema
logico corregge il veloce sistema intuitivo in questo aiutato dalla
formalizzazione delle procedure (Kaheneman e Frederick).
Quanto
finora detto si ricollega al sistema di reti neuronali evidenziato da Lieberman
e colleghi nelle loro ricerche presso l’Università della California, in cui
nella ricerca del sé sono state individuate due reti chiamate rispettivamente
sistema C e sistema X. Mentre nel sistema C veniamo a trovarci in contesti
nuovi per i quali è necessaria una riflessione esplicita sulle nostre
esperienze, nel sistema X non vengono codificati ricordi ma intuizioni,
producendo rapide risposte emozionali basate su associazioni statistiche e non
su ragionamenti espliciti.
Si
introduce quindi un elemento statistico e non probabilistico, da affiancarsi al
concetto di ragionamento per progressiva approssimazione (defasible)
previsto da Sartor.
Alcune
teorie estreme affermano che nulla garantisce che ogni individuo non dia un
proprio significato allo stesso enunciato normativo (scetticismo linguistico),
si che lo studio del diritto deve limitarsi alla definizione degli enunciati
normativi e alla loro interpretazione ma non al significato delle norme,
criticando per tale via il normativismo e la sicurezza del c.d. formalismo
interpretativo di poter adattare mediante interpretazione a ciascun caso
concreto l’enunciato giuridico. Vi è in realtà un confine incerto tra enunciati
normativi definiti e proposizioni vaghe su cui interviene l’opera interpretativa
dell’agente.
Si
deve rinunciare ad una prevedibilità matematica degli atti e delle loro
conseguenze, per passare alla prevedibilità dei possibili risultati,
l’aumentare della dinamicità ridurrà la prevedibilità dei possibili risultati
fino a giungere ad una inconoscibilità (principio di Heinsenberg ).
Necessitano
pertanto elementi coordinatori nella possibile comprensione dei sistemi
complessi auto-organizzanti, mediante relazioni interne, secondo strutture
frattali e loro attrattori, resta fermo che la comprensione e quindi
la conoscibilità del sistema non è comunque sinonimo di prevedibilità.
Per
determinare una stabilità caotica occorre quindi agire sugli attrattori
caotici, ossia su quei punti in cui emergono comportamenti tipici del
sistema stabilizzanti la sua dinamicità.
In
recenti studi è emersa la funzione primaria in tal senso dei concetti giuridici
generali quali nodi della rete relativa alla trasmissione delle informazioni
normative (Alf Ross), tanto che Lothar Philipps afferma
esplicitamente che tali “concetti – nodo” non sono liberamente manipolabili
dalla giurisprudenza dei concetti pena la disarticolazione normativa.
Le
reti di associazione relative ai concetti permettono l’interpretazione adattiva
del modello giuridico e la trasmissione dei valori etici nella soluzione dei
problemi quotidiani di relazione sociale.
L’interpretazione
giuridica ha a sua volta una importanza fondamentale nel dare vita al diritto
positivo superando i contrasti con le intuizioni di valore fissate dalla selezione
naturale (Rawls), dobbiamo tuttavia considerare che l’interprete è
anch’esso un portatore di valori culturali ed interessi che limiteranno
inevitabilmente le possibilità di giudizio.
Più
l’interpretazione si allontana dall’aspetto letterale e più deve essere
conforme ai valori dell’ambiente sociale in cui deve essere calata, pena il
rigetto e i problemi di comunicazione per l’impossibile rapporto tra valori
etici espressi dalla norma e i valori sociali del contesto ambientale, ma i
problemi comunicativi aumentano con la complessità del sistema sociale frutto
di un espandersi del benessere economico.
Da
quanto finora detto si possono definire come esempi di attrattori caotici sia
i concetti giuridici generali che l’interpretazione fornita da un organo
centrale supremo come la Cassazione o il Consiglio di Stato, il mal
funzionamento di tali organi possono
essere individuati non solo nella lunghezza dei tempi delle decisioni, ma anche
nelle onde interpretative interne che portano all’abbassamento della “soglia del caos”.
Si
evidenzia la particolare funzione del linguaggio quale competenza linguistica
nel creare e trasferire informazioni e i relativi valori.
Le
organizzazioni hanno bisogno di un senso per generare identità e obiettivi
comuni, creando un ordine prevedibile per le proprie azioni, Weick parla
della realtà come di una costruzione continua che acquista forma quando le
persone guardano alle situazioni create in modo retrospettivo.
La
necessità di una “costruzione del
significato” avviene quando tra previsioni o aspettative e gli accadimenti
vi siano differenze che mettano in atto il bisogno di generare un significato
degli eventi imprevisti e quindi incomprensibili attraverso una lettura
retrospettiva, questo viene di fatto a modificare la lettura di tutto il
vissuto concatenato agli eventi considerati, i diritti acquistano pertanto
significato diverso per ognuno di noi se non si creano delle cornici.
Si
tratta di creare cornici entro cui tracciare delle trame su cui fissare gli
eventi dandone un senso, la cornice è costituita dai valori, dalle credenze e
dalle immagini simboliche originate nel passato, mentre le informazioni sono le
esperienze attuali, fra queste e la cornice devono scoprirsi le connessioni che
danno un significato alla situazione presente.
La
globalizzazione e l’interagire fra culture e mondi diversi crea a sua volta una
rete elastica di giochi linguistici e di sensi del narrare (Lyotard ),
in un continuo integrare e respingere si
che la società che ne risulta è sempre più flessibile ma anche incerta nel
narrare i propri valori.
Greimas
nella sua teoria generativa afferma che il senso di un testo non
avviene a livello della sua manifestazione espressiva bensì nei modi in cui si
genera, attraverso il gioco delle significazioni soggiacenti (Floch ).
Quindi
il piano di manifestazione dato dalle varie forme di comunicazione
poggia su un piano di immanenza costituito dalle scelte organizzative
che ne realizzano il discorso e la “messa
in scena”( Floch).
Da
quanto finora detto emerge la probabilità che l’ordinamento giuridico nei suoi
vari istituti acquisti in realtà senso nuovo con letture o narrazioni
posteriori che rileggano gli accadimenti
secondo nuove logiche di adattamento, si ha una rilettura simbolica
dell’accaduto creando nuove prospettive narrative e nuovi sensi, in ultima
analisi la nascita di nuove possibilità
creative relative agli eventi futuri, in un frattale narrativo dalle
infinite variabili tese alla ricerca di attrattori caotici, allontanandosi inavvertitamente dalla presunta
volontà del legislatore fino a creare nuovi scenari restando i riferimenti
iniziali valori puramente storici.
L’analisi
logica, nel tentativo ad opera di Russell e Wittgenstein, di costituire una specie di schema generale di
un “linguaggio ideale” su cui
strutturare le varie discipline, ha in realtà dimostrato attraverso l’opera
degli “analisti dell’uso” di Oxford
che non vi è un linguaggio perfetto, essendo il linguaggio giuridico uno dei
tanti possibili linguaggi fondato su regole di formazione e trasformazione (
derivazione ) proprie della sola forma
del discorso stesso, ossia la logica dell’interpretazione giuridica come pura
deduzione di proposizioni in sé ( Husserl ) non comporta l’esclusione
dell’errore nel momento della definizione e della comunicazione.
Il
diritto, come qualsiasi altra attività umana, è quindi fondato sulla
comunicazione e sulle implicazioni che questa comporta, dalla capacità di
comprendere e interpretare correttamente il messaggio, agli aspetti culturali che
influenzano la ricezione dello stesso.
Analizzando
il contesto, secondo il richiamo degli studiosi di psicologia sociale, tre sono
le caratteristiche principali: ambiente, partecipanti e scopo ( Brown –
Fraser).
Il
contesto generale presenterà al suo interno un contesto esplicito ed uno
implicito, quello esplicito è costituito da una componente verbale e da una
extralinguistica, mentre il contesto implicito contiene tutto quello che il
ricevente conosce a proposito dell’emittente, il contesto implicito è a sua
volta integrato in un contesto totale che consiste nel sistema di coordinate
dell’emittente.
I
contesti in definitiva possono non solo completare e limitare il senso, ma
anche trasformare il significato orientando verso un senso sbagliato, il linguaggio
è quindi un fenomeno dinamico, in continua evoluzione di cui necessita la
contestualizzazione storico-sociale e a questo fenomeno non sfugge nemmeno il
linguaggio giuridico, consegue che la codifica dei fatti avviene entro schemi
concettuali predisposti all’interno dei vari modelli culturali umani.
Qualsiasi
sapere si accresce grazie all’interazione tra il corpo del sapere, le immagini
del sapere socialmente determinate e i valori e norme incorporate in ideologie
che non dipendono direttamente dalle immagini del sapere stesso.
In
ogni luogo esiste uno stato del sapere caratterizzato da propri metodi,
soluzioni, problemi aperti e teorie che dipendono dalle immagini del sapere
socialmente determinate dal sistema culturale del tempo, è in realtà il consenso
sociale che decreta l’accettabilità di una teoria.
Sul
sistema culturale così contestualizzato vengono ad incidere le considerazioni
politiche, le pressioni sociali e le ideologie, si che a fronte di una
multilateralità delle fonti del sapere si forma una legittimazione in ordine
gerarchico delle stesse di durata temporale limitata.
Pertanto
i concetti centrali di una qualsiasi teoria del sapere sono relativi al quadro
culturale e al prodotto del consenso sociale di un tempo e di uno spazio determinati
e come tali sono soggetti al cambiamento nel tempo.
Se la
cultura non è altro che un complesso di atteggiamenti, di istituzioni, di idee,
di tecniche elaborate da una società per soddisfare i propri bisogni umani, la
tradizione può definirsi come quel patrimonio di informazioni e conoscenze che
vengono tramandate dall’una all’altra generazione per garantirne la continuità.
Emerge
chiaramente che nessun elemento culturale una volta entrato in contatto con un
contesto culturale nuovo resta identico, ma viene reintegrato e adattato alla
tradizione nel tentativo di mantenere un equilibrio di ordine e valori sociali,
si che la tradizione e l’inculturazione risultano essere le due forze che si
contrappongono all’interno di ogni cultura.
Ogni
universo culturale ha una propria identità costituita dalla percezione che si
ha di se stessi all’interno di un sistema di conoscenze e valori che
determinano una generale visione del mondo e della vita, questa è naturalmente
collegata ad una contrapposizione tra “sé” e “l’altro”.
Nella
comunicazione di un gruppo con l’altro non si può pertanto prescindere dalla
conoscenza del sistema di idee e di valori, nonché dalla prassi in cui una
determinata terminologia viene concretamente usata.
Possiamo concludere che non
esistono fenomeni oggettivi allo stato puro, ma essi sono leggibili solo
attraverso la lente culturale, filtrati attraverso norme logiche ed emotive
createsi in un determinato ambiente culturale, si che le stesse norme di
diritto non sono universali.
Se tutti
gli operatori del diritto agiscono con i limiti sopra esposti, nel loro sforzo
interpretativo la razionalità limitata con cui operano viene per una parte di
essi ulteriormente modificata nei fini dall’utile esplicito in parte
perseguito.
Nella dialettica che si crea
il giudice non solo applica la norma integrandola, ma persegue consciamente o
inconsciamente un proprio concetto di equità, archetipo delle proprie emozioni
e risultato della propria cultura secondo una visione delle relazioni sociali
quale suo ottimo da perseguire.
La funzione, necessaria in un contesto
complesso di rapporti, risulta dialetticamente inserita tra interessi di parte
contrapposti e schemi legislativi prefissati, con una funzione cardiana di
adattamento.
Bibliografia
·
N. Antonucci, Cosa sono la complessità e il caos…semplicemente ?, in www.complexLab.com
;
·
F. Atahualpa, Diritto e natura umana: La funzione sociale – adattiva
del comportamento normativo, in www.i-lex.it , 3/2005;
·
S. Contesini, La produzione del senso nelle organizzazioni, in www.complexLab.com
;
·
S. Giansante, La teoria della razionalità limitata applicata alla
scelte economico-giuridiche nell’ottica delle scienze cognitive, in www.i-lex.it
, 1/2004;
·
A. J. Greimas, Del senso, Bompiani, 1974;
·
A. J. Greimas, Del senso II. Narratività, modalità, passioni, Bompiani
1998;
·
J. M. Floch, Semiotica, marketing e comunicazione. Dietro i segni, le
strategie, Franco Angeli 1997;
·
Y. Mèny – J. C. Thoenig, Le politiche pubbliche, Il Mulino, 1991 ;
·
J. F. Lyotard, La condizione postmoderna, Feltrinelli, 2001;
·
G. A. Almond – B. G. Powell, Politica comparata. Sistemi, processi e
politiche, Il Mulino 1988;
K. Weick, Senso e significato dell’organizzaz
martedì 19 dicembre 2023
Gli sviluppi della minaccia fondamentalista islamica dal F.I.S. ad AL QAEDA
UNA FINESTRA SUL MONDO
Antonella Troiani
Il
blitz che, lo scorso 16 gennaio, ha colpito l’impianto di In Amenas, a 30 Km
dal confine che separa l’Algeria dalla Libia, dimostra che l’onda lunga del
jihad islamico è arrivata nell’Africa Saheliana. L’azione, guidata da Mokhtar
Belmokhtar, figura di spicco del terrorismo nel Sahara-Sahel, ex combattente
qaedista, e ora capo del Battaglione di Coloro che Firmano con il Sangue, è
stata una rappresaglia contro l’intervento francese in Mali e l’appoggio
fornito alle operazioni dall’Algeria. L’azione perpetrata a In Amenas, dunque,
non è stata terroristica, ma una vera e propria azione militare, pianificata
con cura e attuata da uomini esperti, ben armati e ben addestrati alla guerra irregolare.
E’ un’azione che va collocata nel contesto del jihad regionale, la cornice di
un quadro maghrebino-saheliano, all’interno del quale diversi gruppi competono
tra loro per accaparrare territorio nella regione e colpire l’Occidente, senza
la necessità di oltrepassare i confini; si perpetrano azioni , stando seduti
nel salotto di casa propria. E’ qui che si dipana l’impasse del rebus algerino,
ovvero culla della cellula di Al Qaeda nel Maghreb e protagonista della nuova
ondata jihadista nel Sahara. L’Algeria è
il punto di irraggiamento del salafismo, che trova terreno di coltura nella sua
forma più estrema e violenta. Ciò è dovuto anche alla natura del territorio,
desertico, impervio e poco controllato nel quale fin dalla loro nascita trovano
rifugio gruppi salafiti-jihadisti e qaedisti. L’entrata in scena del primo
partito islamico in Algeria si ha nel 1989, a seguito dell’introduzione del
multipartitismo; il partito in questione è il FIS, ovvero Fronte Islamico di
Salvezza, appoggiato dal suo braccio destro armato il GIA (Gruppo Islamico
Armato). Gli anni novanta algerini si caratterizzano come gli anni di piombo,
in quanto l’escalation della violenza diventerà la costante di quel periodo, la
cui degenerazione partorisce un nuovo gruppo terroristico: il GSPC (Gruppo
Salafita per la Predicazione e il Combattimento). Il gruppo è guidato
dall’emiro Abdelmalek Droukdel, il quale mostra immediatamente un forte
interesse per le realtà jihadiste globali. Il gruppo, stanziatosi nella regione
della Cabilia, a nord-est dell’Algeria, è figlio di un jihad regionale i cui
padri sono stati quegli arabi-afghani veterani del jihad antisovietico in
Afghanistan negli anni ’80 che vennero convocati in Sudan da Osama Bin Laden
per formare il primo avamposto della allora nascente avanguardia islamista, Al
Qaeda (la base) da cui diffondere il jihad nel mondo: nei Balcani (Bosnia,
1992), nel Corno d’Africa (Somalia, 1993), nel Caucaso (Cecenia, 1996) e ancora
in Afghanistan (con i talebani, 1996). Insomma, ovunque fosse in corso un
conflitto che coinvolgesse musulmani. Nel 2001, con l’attentato alle Torri Gemelle,
Al Qaeda raggiunge lo zenit; colpisce dall’interno il simbolo dell’Occidente e
smaschera la sua vulnerabilità: l’America. All’indomani dell’attacco
terroristico, avendo raggiunto un importante risultato politico ed
organizzativo- dimostrare al mondo che Al Qaeda ancora esiste ed è molto forte-
inizia la seconda fase di mutamento della cellula qaedista che si palesa con
l’accentramento della propria attività nelle mani dei gruppi regionali. Uno dei
gruppi locali più importanti nasce nel 2007 in Algeria sotto la sigla AQMI (Al
Qaeda nel Maghreb Islamico). In realtà risale al settembre 2006 l’adesione
ufficiale ad Al Qaeda del GSPC algerino; l’allora vice di Bin Laden, Ayman
al-Zawahiri, in occasione del 5° anniversario degli attacchi dell’11 settembre
annunciò alla umma islamica la bušrā (buona notizia) dell’adesione del GSPC
all’organizzazione terroristica. Il gruppo ha un cervello indipendente da Al
Qaeda “central” e sviluppa un nuovo fronte che tenta di infiltrarsi nel tessuto
sociale e culturale del paese. Infatti la particolarità di AQMI sta nella
specificità del jihadismo algerino, caratterizzato da una evoluzione e da uno
sviluppo che hanno risentito della globalità qaedista, ma che hanno mantenuto
dei caratteri locali non rintracciabili negli altri gruppi del network, sia
dalla eterogeneità di tradizioni e scuole islamiche presenti nella regione del
Maghreb e del Sahel, spesso influenzate dal forte retaggio delle culture
etnico-tribali dell’area. A seguito dell’attentato perpetrato da AQMI, l’11
dicembre 2007, contro gli uffici delle Nazioni Unite ad Algeri, si ha la
rottura definitiva tra Droukdel, capo di AQMI, e Belmokhtar, veterano della
guerra civile algerina nelle fila del GIA. L’uno, Droukdel, personifica la
leadership di AQMI in Cabilia, l’altro, Belmokhtar, la leadership saheliana,
che ha portato alla nascita del MUJAO (Movimento per l’Unità ed il Jihad
nell’Africa Occidentale), gruppo di ispirazione qaedista composto
prevalentemente da miliziani della Mauritania, del Mali e del Niger e
specializzato nel business dei rapimenti. Nel 2012 Belmokhtar fonda il
Battaglione di Coloro che Firmano con il Sangue e si spinge sempre più verso il
deserto, dove ricopre un ruolo centrale nel controllo delle rotte del traffico
di stupefacenti ed armi nel Sahel, senza abbandonare la vocazione ideologica e
lo scopo politico della propria militanza qaedista rivolti ad una dialettica
globale del jihad. I fattori di novità del nuovo modus operandi da parte del
movimento jihadista nordafricano è emerso durante la guerra in Mali. Si è
approfittato della fragilità o dell’assenza delle istituzioni politiche statali
per sostituirsi ad esse ed imporre una propria amministrazione, basata
sull’applicazione rigorosa della sharia. Negli ultimi anni, Al Qaeda ha
cambiato il modo in cui essa stabilisce radici locali in una nuova area,
prestando molta più attenzione alle peculiarità locali e lo sviluppo di agende
e narrazioni specifiche per paese. In un contesto politico in transizione come
quello del Nord Africa, la spinta destabilizzante di Al Qaeda potrebbe trovare altro
spazio d’azione e rappresentare per il jihadismo globale non più una mera
organizzazione, bensì una vera e propria ideologia. Per quanto non esistano
certezze circa l’effettiva complicità dell’Algeria nella crisi del Sahel, un
punto fisso resta: Algeri è l’attore inevitabile della regione, da coinvolgere
in tutti i modi per la risoluzione della situazione nella fascia sahelo-sahariana,
e chiave di volta delle strategie antiterroristiche nell’area.
La Carta illustra i gruppi attivi e i
principali focolai di instabilità e insicurezza nella regione
maghrebina-saheliana
Antonella Troiani, dott.ssa
magistrale in Relazioni Internazionali e studentessa del master di II livello
in Geopolitica e Sicurezza Globale, Università degli studi di Roma “La
Sapienza”.
lunedì 18 dicembre 2023
INDICI CESVAM PAPERS ANNO 2019 - ANNO 2020 - ANNO 2021
NOTIZIE CESVAM
ANNO I - 2019
1. CESVAM Papers n. 1 – Gennaio- Febbraio 2019
Il Metodo per
la risoluzione dei problemi militari.
2. CESVAM Papers N. 2 – Marzo- Aprile 2019
Massimo
Squillaci – Padre Minozzi e la Grande Guerra
3. CESVAM Papers N. 3 – Maggio - Giugno
2019
Il Comitato
Antifascista a Tambov. 1944- 1946.
Relazione della Attività
4. CESVAM Papers N. 4 – Luglio- Agosto 2019
Mario
Pietrangeli - Le Ferrovie nella prima Guerra Mondiale
5. CESVAM Papers N. 5 – Settembre- Ottobre
2019
Per una Storia del Genio Militare
nella Seconda Guerra Mondiale
6. CESVAM Papers N. 6 – Novembre- Dicembre 2019
In Morte
dell’Aspirante Giulio Morresi. Ricordi e testimonianze
7. CESVAM Papers N. 7 – Gennaio - Febbraio
2020
Giovanni Messe. La Battaglia del
Schots. Primavera 1943
8. CESVAM Papers N. 8 – Marzo -Aprile 2020
Massimo
Coltrinari – Luigi Marsibilio-
Il Quadro di
battaglia dell’Esercito Italiano al 19 giugno 1940
9. CESVAM Papers N. 9 – Maggio- Giugno
2020
Master di 1°
Liv. In Storia Militare Contemporanea 1796 -1960
Bando,
Programma Didattico, Sinossi, Bibliografia e Letture
10. CESVAM Papers N. 10 – Luglio -Agosto 2020
Dino Grandi.
Relazione illustrativa all’Ordine del Giorno presentato il
24 luglio 1943 al Gran
Consiglio del Fascismo.
11. CESVAM Papers N.11 – Settembre- Ottobre
2020
Federico de Renzi. La
162ª Divisione Fanteria “Turkoman” in Italia (1943-1945)
L’apertura del Nazismo verso il mondo
mussulmano
12. CESVAM
Papers N.12– Novembre- Dicembre 2020
Master di 1°
Liv. in Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi
Bando, Programma Didattico, Sinossi,
Bibliografia e Letture
13. CESVAM Papers N. 13 – Gennaio- Febbraio
2021
Antonio Daniele. L’Aviazione.
Dall’origine alla Grande Guerra.
14. CESVAM Papers N. 14 – Marzo-Aprile 2021
Massimo Coltrinari.
Considerazioni sulla Prima Guerra Mondiale
Dalla Battaglia di
Arresto a Vittorio Veneto: chi vince la Prima Guerra Mondiale
15. CESVAM Papers N. 15 – Maggio- Giugno 2021
Giovanni Messe. Relazione sugli avvenimenti
del Corpo di spedizione in
Russia e del XXXV°
Corpo (CSIR)
16. CESVAM Papers N. 16 – Luglio-Agosto 2021
Master di 1° Liv. In
Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale
Bando, Programma
Didattico, Sinossi, Bibliografia e Letture
17. CESVAM Papers N. 17 – Settembre-Ottobre
2021
Aldo Resta. Elenco dei comunisti
italiani espatriati nell’Unione Sovietica per
sfuggire al regime
fascista – 1922- 1939. .
18. CESVAM Papers N. 18 – Novembre - Dicembre 2021
Le Medaglie al Valore, al Merito e le
Onorificenze
Schede, notizie e
insegne della rappresentazione materica italiana dal 1833 ad
Oggi.