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martedì 18 luglio 2023

Il Corpo Italiano di LIberazione partecipa alla presa di Ancona il 18 luglio 1944

 APPROFONDIMENTI


Il gen. Ander il 30 giugno decise di iniziare le operazioni per la conquista di Ancona, fidando molto sulle proprie forze corazzate e meccanizzate. Con più di 200 carri armati a disposizione era convinto che con un’azione risoluta sarebbe giunto in Ancona, constatando anche che i tedeschi disponevano solo di forze di fanteria e qualche semovente, peraltro preda di guerra, cioè requisito al Regio Esercito nel settembre precedente. L’azione partì dalla linea segnata dal fiume Potenza e si sviluppò come asse principale di attacco lungo la strada 16. Il 1 luglio i polacchi arrivarono a ridosso delle prime colline 41 Compendio 1944_Layout 1 06/04/2022 09:43 Pagina 41 che circondano Ancona: iniziava quella che fu poi definita la prima battaglia per Ancona. Furono investite le posizioni tedesche a ridosso di Loreto e poi, per aggiramento, quelle di Castelfidardo e della pianura sottostante verso il mare. In tre giorni di combattimenti queste posizioni furono conquistate per poi passare nei giorni del 4 e del 5 luglio in quelle successive che vedeva i tedeschi ben fermi nelle posizioni di Osimo e delle colline circostanti. Il tasso di perdite inflitte dai tedeschi si rilevò abbastanza alto e il 6 luglio, nonostante che i polacchi conquistassero Osimo, Anders fu costretto a sospendere l’attacco. In cinque giorni di combattimenti aveva perso oltre 50 carri armati, il 25% della forza disponibile, occorreva rivedere il tutto, il voler attaccare con sole due divisioni, una lungo la litoranea e l’altra sulla sinistra della prima con azioni di avvolgimento si rilevò un errore. Una manovra di corpo d’armata canonicamente si deve portare con tre divisioni, non con due. Anders ed i suoi ufficiali compresero questo assioma e rividero tutto il piano d’attacco. 

Occorreva attaccare con tre divisioni. Di punto in bianco il C.I.L., che come detto era disseminato tra il fiume Potenza ed il fiume Pescara, estraneo alla manovra d’attacco, con la sola funzione di protezione dei fianchi, divenne indispensabile. In poche ore gli furono messi a disposizione tutti gli autocarri necessari per portarlo in linea. Utili, convocato al Quartier Generale polacco, appresa la situazione, propose una azione in cui una divisione, la Carpatica, svolgesse l’azione di fissaggio delle forze tedesche sul fianco sinistro, dove peraltro i tedeschi si aspettavano l’attacco principale e quindi vi avevano ammassato la maggior parte delle forze disponibili, una azione di aggiramenti condotta dalla divisione Kresowa, per Casenuove Agugliano Cassero e con obiettivo di arrivare a nord di Falconara e quindi far cadere Ancona per manovra; una terza azione, di sicurezza, che doveva essere condotta dal C.I.L. volta alla conquista di Jesi che avrebbe impedito ai tedeschi ogni possibilità di contro manovrare. Per attuare questo piano occorreva conquistare Filottrano, crocevia di tutte le strade utili per arrivare in Ancona. Questa azione fu affidata al C.I.L. Era l’occasione che Utili andava cercando per essere protagonista e imporsi alla attenzione degli Alleati. Il 7 luglio cinque battaglioni di fanteria sostenuti da dieci gruppi di artiglieria, si attestarono sulle posizioni di partenza. All’alba dell’8 luglio iniziò l’attacco italiano alle posizioni tedesche di Filottrano, che erano presidiate da due battaglioni, di cui uno giunto nella notte tra il 6 ed il 7 luglio. I combattimenti si svolsero nell’abitato, soprattutto a ridosso dell’Ospedale e videro protagonisti gli arditi del IX Reparto d’Assalto ed i paracadutisti. I combattimenti proseguirono per tutta la giornata senza sosta, anche con l’intervento di tre semoventi tedeschi e proseguirono anche nella notte tra l’8 ed il 9 luglio. Prima dell’alba i tedeschi decisero di sgombrare Filottrano, avendo constatato che l’azione italiana era preponderante e massiccia (un battaglione tedesco fu completamente distrutto) e alle 9 il tricolore della Associazione Combattenti e Reduci della Sezione di Filottrano sventolava sulla torre dell’Acquedotto sugellando la vittoria del C.I.L. Dall’inizio della guerra, era la prima volta che unità italiane entravano in combattimento con un rapporto fanteria/artiglieria di 1:2; sempre per quattro lunghi anni, compreso Montelungo, il rapporto era stato 1:1. Era una svolta fondamentale nel pensiero tattico italiano e si può dire che Filottrano fu veramente l’inizio del cambio di mentalità in seno all’esercito italiano. Nei giorni successivi, le azioni furono tutte volte allo sfruttamento del successo. 

Oltre a  rafforzare le posizioni, il 13 luglio una puntata del IX Reparto d’Assalto su Cingoli permise di conquistare questa cittadina e dare ulteriore sicurezza alla azione su Ancona. Il C.I.L passava da una vittoria all’altra. Riordinate le forze, il 17 luglio da parte di Anders fu emesso l’ordine di attacco per la conquista di Ancona, basato sul piano suggerito da Utili. All’alba del 18 luglio le unità polacche si misero in movimento e con una progressione costante, anche in presenza di difficoltà di movimento e coordinamento, alle 17,30 entravano in Ancona, senza combattere, essendo stata lasciata in tempo dalle forze tedesche che solo per poche ore riuscirono ad evitare l’accerchiamento. Il C.I.L: iniziò a svolgere la sua azione e nella mattinata investì le posizioni di Rustico, sopra Polverigi dove subì notevoli perdite, 47 Caduti e numerosi feriti, proseguendo sulla dorsale per Mazzangrugno e Santa Maria Nuova

 A sera raccolse le forze nelle vicinanze di Santa Maria Nuova, che fu occupata l’indomani. Durante la giornata del 19 una reazione tedesca procurò diverse perdite al Battaglione Bafile, mentre il C.I.L. si portava sulle linee di partenza per l’attacco a Jesi, che fu conquista il giorno dopo, 20 luglio costringendo i tedeschi ad arretrare la loro linea di difesa sul fiume Cesano. La conquista di Ancona da parte alleata portò un sollievo necessario alle linee logistiche con l’uso del porto riattivato in pochi giorni. Fu una conquista dovuta anche al C.I.L. che nelle operazioni ebbe una sua parte non indifferente, anche se, nella politica generale alleata, tutto il merito andò ai polacchi, che, come visto, con le loro sole forze, non erano riuscite a conquistarla. Ma i comandi alleati, soprattutto i polacchi, vedevano nel C.I.L. una unità di tutto rispetto, di cui ci si poteva fidare. Nel prosieguo delle operazioni, assecondando l’avanzata verso Pesaro dei polacchi, il C.I.L. ricevette l’ordine di occupare le alte Marche. Furono quindi via via occupate tutte le posizioni del Montefeltro, con ampie manovre verso Sassoferrato e Gubbio. 

A fine agosto il C.I.L. era arrivato al Metauro. Intanto erano maturate a livello politico importanti valutazioni. Il quadro generale della guerra in Europa era mutato. Parigi era stata raggiunta a metà agosto; nel sud della Francia lo sbarco alleato era riuscito ed il fronte Italiano appariva sempre più secondario. Dopo Roma, era stata liberata anche Firenze e conquistato il porto di Livorno. I rapporti con gli Alleati stavano mutando e l’apporto nell’ambito della cobelligeranza della partecipazione italiana alla guerra non poteva rimanere allo stato di una semplice divisione. Maturava l’idea di aumentare le forze italiane combattenti. A fine agosto il C.I.L. fu ritirato dalla linea del fronte, per divenire l’asse portante della realizzazione dei Gruppi di Combattimento che avrebbero portato il numero dei combattenti italiani da 50.000 a 200.000 mila uomini

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