DIBATTITI
Progetto "Anzio"
I
precedenti. e l’Operazione “Torch”
Lo
sbarco di Anzio in tutte le sue fasi preparatorie ricevette le esperienze che
gli Alleati fecero in precedenti operazioni simili, in particolare sul teatro
europeo, nel 1942, mentre si ebbe qualche riverbero di quanto gli statunitensi
riuscirono ad attuare nel Pacifico, ma solo in minima parte.
L’operazione “Torch” era la denominazione “del piano per gli sbarchi nell'Africa settentrionale francese che nella fase preparatoria aveva avuto le denominazioni Gymnastic e Supergymnastic. Venne attuato a partire dall’ 8 novembre 1942 con una serie di sbarchi che interessano l'Algeria, il Marocco è più precisamente i porti di Casablanca Orano e Algeri.
L'operazione
era stata definitivamente programmata il 25 luglio precedente. Complessivamente
l'operazione fu condotta con 850 navi compresi i trasporti, suddivisi in 3 Task
Force: la task force occidentale composta da truppe americane, al comando del
generale Patton, la task-force centrale composto da truppe britanniche il
comando del generale Freddendall e la task-forte orientale composta anche essa
da truppe britanniche al comando del generale Rider. Le tre task-force sbarcano
rispettivamente a Casablanca, Orano ed Algeri. Fino all'ultimo momento gli
alleati avevano sperato che le truppe francesi non opponessero resistenza Ma
ciò non avvenne dovunque. Le tre task-force forze navali erano rispettivamente
al comando del contrammiraglio americano Hewitt, dal commodoro britannico
Trowbridge e del contrammiraglio britannico Burrough. Il comando generale delle
task- force navali era dell'Ammiraglio britannico Cunnigham, mentre il comando
supremo dell'operazione era del generale Eisenhower. Gli sbarchi avvennero tra
l’1 e le 5 della notte sul 8 novembre. A Casablanca presero terra una
divisione, due reggimenti di fanteria e tre battaglioni corazzati. Ad Orano gli
sbarchi furono effettuati da una divisione, da un battaglione corazzato, da un
battaglione di Rangers e da un battaglione di paracadutisti E qui la resistenza
delle truppe francesi portò all'affondamento di due unità navali britanniche.
Ad Algeri infine sbarcano due reggimenti americani due brigate britanniche, due
battaglioni di commandos britanniche, un reggimento americano.
Da Vichy,
il maresciallo Pétain ordinò alle truppe francesi in Africa di contrastare
l'invasione alleata ma allo stesso tempo inviò all'alto commissario francese in
Algeria, ammiraglio Francesco Darlan Algeri un messaggio segreto nel quale
comunicava che lo lasciava libero di trattare con gli alleati anglo-americani.
L'11 e il
12 novembre le truppe alleate sbarcarono a Bougie e per via aerea a Bona, in
prossimità del confine con la Tunisia, dove nel frattempo il maresciallo
Kesselring aveva già fatto giungere truppe aviotrasportate per contrastare
l'invasione. I primi scontri tra gli alleati e i tedeschi avvennero il 18
novembre in territorio tunisino a Sidi Nsir. Il fronte si stabilizzerà nei
giorni successivi lungo una linea che da Capo Serrat toccava Sidi Nsir fino a
Medjiez El Bab ad una cinquantina di chilometri da Tunisi”[1]
Gli
sbarchi della operazione Torch, soprattutto quelli in Marocco, ebbero carattere
prevalentemente logistico, non essendoci reazione da parte delle forze
francesi. Combattimenti sporadici, ma non su vasta scala si ebbero in quelli
effettuati ad Algeri e a Orano, in quanto parte delle truppe francesi rimasero
inizialmente fedeli all’ordine ufficiale di Petain di fronteggiare le forze
alleate. La situazione in breve si andò poi chiarendo, anche grazie all’opera
del gen Clark, che nei giorni precedenti lo sbarco aveva svolto una missione
segreta presso le autorità francesi, riportando l’impressione che l’opposizione
sarebbe stata sporadica, come in effetti avvenne. In questi sbarchi fu
acquisita ulteriore esperienza in tema di operazioni anfibie, che fu ovviamente
messa a frutto nei preparativi, già avviati a fine dicembre 1942, per future
operazioni di sbarco che molto probabilmente avrebbero dovuto interessare sia
la Sardegna sia la Sicilia, e, nelle ipotesi più remote, anche la Grecia.
[1] Cfr. Boschesi
B.P., La seconda guerra mondiale. I
personaggi, le date, i luoghi le armi le cifre, Milano, Arnoldo Mondadori
Editore, 1983, pag. 406 e segg.
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