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martedì 12 luglio 2022

L'Influenza imprevista delle forze naturali su corsi storici e avvenimenti militari

 DIBATTITI




Ten. Cpl Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta

 

            La guerra in Ucraina ha visto l’impantanarsi, tra febbraio e marzo 2022, di una colonna di circa 60 Km. di mezzi pesanti russi sulla pianura sarmatica, questo è stato certamente uno dei fattori del fallimento dell’operazione lampo su Kiev progettata da Mosca.

            Emerge il problema dell’imprevisto sui calcoli umani, in particolare quelli naturali.

            Il riavviarsi delle attività umane, specialmente ad alto tasso di inquinamento, sembra avere favorito lo scioglimento anticipato delle nevi, creando fango e favorendo in tal modo la difesa.

            Problemi analoghi si erano già manifestati nel 1812 e 1941 con l’invasione della Russia da parte di Napoleone e di Hitler, quando inverni più freddi anticiparono il ghiaccio e la neve abbattendosi sugli invasori, bloccandone la mobilità e congelando gli uomini.

            Lo stesso accadde a Waterloo dove un giugno particolarmente piovoso e imprevisto impantanò la brillante cavalleria francese smorzando al contempo la potenza di fuoco e la mobilità dell’artiglieria napoleonica, punto di forza dell’Grande Armata,  permettendo così il prevalere della disciplinata fanteria inglese e influendo, anche, sulla salute di Napoleone nel momento decisivo dello scontro.

            La stessa Rivoluzione francese provocata dalla crisi alimentare seguita ad una serie di cattivi raccolti, crisi male gestita dalla monarchia, avvenne a seguito di una imponente eruzione vulcanica in Islanda che con le sue ceneri offuscò per anni il sole influendo sui raccolti.

            La stessa invasione delle tribù germaniche dell’Impero romano fu favorita da inverni particolarmente freddi, che provocarono carestie e ghiacciarono il corso dei fiumi Reno e Danubio, a cui si sommarono gli effetti ricorrenti della pandemia di peste, portata dalle Legioni nel loro ritorno dalle spedizioni in Oriente nel III secolo d. C., che indebolirono il tessuto delle città, favorendo l’impoverimento e il trasferimento del baricentro in campagna.

            Così anche le temibili invasioni vichinghe del IX e X secolo d. C., sia ad Occidente che ad Oriente, hanno avuto per causa prevalente la difficoltà di mantenersi sul territorio della penisola scandinava e gli esempi potrebbero andare avanti.

            Cause naturali impreviste provocate da catastrofi, quali inondazioni, eruzioni, maremoti oltre a cambiamenti climatici improvvisi e pandemie hanno sempre influenzato non solo i cicli storici, ma anche singoli avvenimenti, facendo saltare previsioni e calcoli, aumentando la caoticità dove già esistevano problemi organizzativi e strutturali.

 

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