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sabato 17 ottobre 2020

Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Note a Margine

 ARCHIVIO

La Memoria.

Resistenza dei Militari Italiani all'estero

Albania

La scoperta dei figli e nipoti e la loto volontà di preservare la memoria.

 

Questa  fase, che rappresenta le ragioni del congresso di Pistoia tenutosi alcuni anni fa, inserito in un programma quadriennale di studi e ricerche, ebbe origine dalla constatazione che era emersa una volontà di andare oltre la presenza del testimone e continuare le ricerche. Nel 2013 a Cesena, in occasione della presentazione del Volume “Il Gran Rifiuto” da parte dell’Istituto Vittorio Emanuele Giuntella, si decise in modo non certamente pomposo o manicaemente formale, di proseguire le ricerche anche in onore di chi fu protagonista, nel caso specifico Pietro Vaenti. Su questo si innestò altre personalità come Cosimo Finiguerra e la sua passione per ricordare gli avvenimenti, attestata dalle ricerche in Russia e in Albania, i Gruppi Associativi di diversa configurazione a Foligno, Spoleto, Ancona, Roma ecc, l’attività messa in essere dai discendenti che, in gran parte all’oscuro delle vicende di cui fu protagonista il proprio familiare, volevano saperne di più. Ovvero l’attività della Sig. Tosi qui a Pistoia e da ultimo quella di Loretta Galli a Firenze.

La somma di tutto questo sta a significare che può partire, se non è partita, una terza fase di ricerche, che, da un lato si ripromette di divulgare quanto fino ad ora acclarato e documentato nella prima e nella seconda fase, dall’altro sviluppare altre ricerche ed approfondimenti per documentare meglio quegli anni in Italia ma soprattutto all’estero, in particolar modo in Albania. I temi di ricerca, messi in sistema con quelli della Prigionia Militare, quinto fronte della Guerra di Liberazione, al momento sono quelli che precedentemente sono stati affrontati in modo generale:

-          la guerra partigiana condotta dall’E.L.N.A., Esercito di Liberazione Nazionale Albanese, nella sua interezza, in modo sistematica e secondo le dottrine di guerriglia e controguerriglia del tempo;

-          l’attività delle Missioni Militari Alleate, oltre a quelle Britanniche ed Americane, anche e soprattutto quelle Sovietiche.

-          i rapporti tra il Partito Comunista Albanese ed il Partito Comunista Jugoslavo, sia sul piano ideologico che si quello militare

-          i rapporti tra la Resistenza Albanese e quella Greca ( ove anche qui vi erano militari italiani) soprattutto per l’area della Ciamuria, contesa tra le due Nazioni;

-           l’attività collaborazionista, sia da parte albanese (Il Balli Kombetar e la sua politica, i rapporti con gli altri partiti ecc) e quella svolta da Soldati Italiani che avevano aderito alla vecchia alleanza;

-           La questione degli ebrei scampati alle persecuzioni nel resto d’Europa che avevano trovato in Albania, territorio italiano, un sicuro rifugio.

-          La gestione amministrativa dei territori liberati prima del novembre 1944

-          La situazione morale e materiale degli oltre 40.000 che non poterono essere inseriti nelle unità combattenti dell’E.N.L.A e che vivevano nascosti e braccati su tutto il territorio albanese

-          Il problema del Rimpatrio dei soldati Italiani e le vicende ad esse connesse.

-          Da ultimo, una ricostruzione del perché i protagonisti non vollero al loro ritorno parlare e rendere edotti tutti delle loro vicende e, quindi, una analisi della preservazione della memoria durante i quaranta anni di oblio.

 

Un agenda abbastanza fitta che, si ripete, rappresenta le ragioni del convegno di Pistoia. Convegno organizzato e voluto attraverso la lente delle vicende dei Soldati Pistoiesi e Toscani in genera, della Divisone “Firenze” che possono essere tranquillamente presentati come un esempio di tutto quello che accadde agli altri soldati italiani in Albania all’indomani della crisi armistiziale del 1943.  (massimo Coltrinari)

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